Sono oltre 1500 i calabresi partiti alla volta di Napoli per prendere parte alla manifestazione “La Via Maestra” promossa dal coordinamento nazionale della Cgil di cui fanno parte, oltre al sindacato, 150 tra associazioni e movimenti. Una mobilitazione importante “per un’Italia capace di futuro, per un’Europa giusta e solidale” che ha portato innanzitutto in piazza la forza della nostra Costituzione, nata dalla Resistenza e fondata sul lavoro, contro ogni tentativo di sovvertirla. Difendere la Carta Costituzionale significa innanzitutto per noi osteggiare il progetto di Autonomia Differenziata che andrebbe a cancellare l’unità del Paese e ad aggravare il già pesante divario nord-sud, lasciando il Meridione con servizi sempre più depauperati e, invitando, così alla fuga e allo spopolamento. Una manovra scellerata portata avanti da un governo che sta dimostrando costantemente la sua mancanza di attenzione verso il Sud e i più fragili. Quello che si prospetta è uno scenario devastante contro cui la Cgil è impegnata da tempo e che continuerà a contrastare. Il Sud ha bisogno di altro, di infrastrutture, di investimenti, di sviluppo e di lavoro dignitoso. C’è bisogno di un cambiamento, ce lo chiede il Paese, ce lo chiedono le lavoratrici e i lavoratori, i giovani a cui dobbiamo dare prospettive migliori di oggi e politiche fattive. Ecco perché in piazza abbiamo portato anche la nostra campagna referendaria per un lavoro sicuro, tutelato, dignitoso e stabile. In Calabria la raccolta firme procede speditamente, tredicimila ad oggi quelle raccolte, ma per invertire la rotta, dire basta al precariato, alle morti sul lavoro, allo sfruttamento delle attuali e delle nuove generazioni, abbiamo bisogno della collaborazione di tutti. Invitiamo a firmare nei banchetti, nella Camere del Lavoro oppure on line su www.cgil.it/referendum .
Home
Gli episodi sono ormai all’ordine del giorno ed è una escalation rispetto agli anni scorsi. La scuola non può essere l’unica a dare risposte per risolvere il fenomeno del bullismo e della violenza giovanile. In questa azione di prevenzione è necessario costituire una rete fra tutte le agenzie educative.
Già nel 1996 quando iniziarono i primi studi scientifici sul bullismo si registrò un 40% di alunni vittime di soprusi. Non si tratta sempre di violenze fisiche. Ci sono anche quelle verbali e anche forme che portano all’isolamento sociale del soggetto debole fino all’esclusione e alla diffusione di menzogne su di lui. E in quest’ultimo caso si arriva al ricorso della moderna tecnologia con la diffusione via Internet e on line delle foto o foto dell’atto di violenza. No il problema non è sottovalutato. L’importante è averlo evidenziato e adesso cercare di dare un soluzione immaginando che nessuna campagna avrà efficacia se la scuola non sarà sostenuta da famiglie e istituzioni sul territorio.
Gli ultimi dati sono disarmanti
In Italia più di uno studente su quattro sostiene di essere stato vittima di bullismo. Il dato emerge dallo studio effettuato dal ministero dell’Istruzione riguardante l’anno scolastico 2022/23. Il monitoraggio ha interessato 185 mila studenti delle scuole superiori di tutta Italia e ha l’obiettivo di dare una panoramica generale del fenomeno. Per dare dei numeri precisi, il 27% degli intervistati ha dichiarato di aver subito atti di bullismo, una percentuale in forte crescita rispetto all’ultima rilevazione, considerando che il numero era fermo al 22,3% nel 2020/21. Nella maggior parte dei casi si tratta di episodi isolati e occasionali. Ma sono in aumento anche quelli sistematici, dal 2,9% del 2020/21 al 5,4% del 2022/23.
Il Bullismo origina spesso nelle aule scolastiche
In base all’indagine dell’Osservatorio in difesa, realizzato da Terre des Hommes, insieme a OneDay e alla community di ScuolaZoo, la scuola è il luogo più probabile dove subire violenza. Il 65% dei giovani dichiara di essere stato vittima di violenza a scuola e tra questi il 63% ha subito atti di bullismo e il 19% di cyberbullismo, mentre la percentuale di chi ha subito una violenza, sia fisica che psicologica, sale al 70% se si considerano le risposte delle ragazze e all’83% tra chi si definisce non binario e scende al 56% tra i maschi. Anche le tipologie di violenza subite sono diverse tra i generi, a eccezione delle violenze psicologiche e verbali che colpiscono in egual misura maschi e femmine (71% in generale e per le femmine; 69% per i maschi). Bullismo e cyberbullismo, così come le violenze psicologiche e verbali, per il 79% dei casi prendono di mira soprattutto l’aspetto fisico, poi l’orientamento sessuale (15%), la condizione economica (11%), l’origine etnica e geografica (10.5%), l’identità di genere (9%), la disabilità (5%) e la religione (4%).
Le conseguenze sono abbastanza pesanti
In capo a tutti la perdita di autostima, sicurezza e fiducia negli altri, riscontrata dal 75% dei giovani, mentre il 47% affermi di soffrire di ansia sociale e attacchi di panico e per il 45% è motivo di isolamento e allontanamento dai coetanei. Gli altri effetti negativi sono: difficoltà di concentrazione e basso rendimento scolastico (28%), depressione (28%), paura e rifiuto della scuola (24%), disturbi alimentari (24%), autolesionismo (20%). Tra le violenze fisiche, di cui è stato testimone il 46.5% dei ragazzi, le più frequenti sono le aggressioni (68%) e gli scherzi pesanti (63%). Anche il web è percepito come il luogo dove è più probabile essere vittime di violenza, indicato dal 39% delle risposte, segue la strada (41%).
La violenza in classe viene esercitata anche contro il personale scolastico
Docenti accoltellati da studenti, altri presi di mira con pallini di gomma mentre sono in cattedra, presidi schiaffeggiati, personale scolastico aggredito da familiari degli alunni. È solo una parte dei casi di cronaca che si sono verificati nell’ultimo periodo. Le scuole sono diventate, a conti fatti, dei ring. Ad avere la peggio sempre più spesso è il personale. Che le violenze ai danni del personale scolastico siano in aumento lo dicono i numeri. Lo scorso anno sono state in tutto 36. Quest’anno sono già 28. E sempre più spesso gli autori delle aggressioni non sono gli allievi, ma i genitori (casi in aumento del 111% rispetto allo scorso anno). Secondo una indagine di Skuola.net , che ha coinvolto un campione di 2.000 studenti delle classi secondarie superiori,p er oltre un quinto (21%) le aggressioni sono figlie dell’atteggiamento delle famiglie, che oggi tendono a giustificare sempre e comunque i figli. Mentre oltre 1 su 10 (il 14%) sostiene che ciò accade perché gli insegnanti hanno perso il blasone e l’autorevolezza del passato. Ma la fetta più grande (37%) individua nella società nel suo complesso la fonte della violenza: l’aggressività è ovunque e i giovani non sfuggono al “contagio”.
Nonostante un’escalation del genere, però, la risposta di docenti e dirigenti scolastici è sinora stata abbastanza morbida, forse per timore di ulteriori repliche ma anche per la consapevolezza di non avere nelle famiglie degli alleati su cui poter contare ciecamente. Basti pensare che, in base al racconto degli studenti interpellati dal sondaggio di Skuola.net, quando sono accaduti episodi che hanno avuto strascichi disciplinari, la maggior parte dei genitori non si è schierata apertamente dalla parte dell’insegnante: in circa la metà dei casi (49%) le famiglie solitamente hanno voluto approfondire la questione, mentre in quasi un terzo (29%) hanno optato per la strenua difesa dei figli; solamente il 22% ha invece raccontato che la «denuncia» formale della scuola ha trovato sempre terreno fertile e appoggio da parte dei famigliari dell’aggressore.
La questione educativa interpella, dunque, sempre più il mondo adulto
Oggi più che mai. I giovani sono figli del tempo che vivono e sono la proiezione di quanto il mondo adulto propone e testimonia. Certo ci sono delle responsabilità e sono di quanti in questi decenni hanno condotto un sistematico smantellamento di quella cultura educativa fatta di regole da rispettare, di buoni comportamenti. Gli adulti devono vigilare di più e soprattutto devono ricordarsi di essere modelli per i giovani. Infatti tra i fattori di rischio per il bullismo c’è anche lo stile educativo che alcuni genitori assumono: troppo permissivo o troppo autoritario. Messaggi che lasciano ai ragazzi l’idea che la prevaricazione sia un modello di affermazione sociale.
E poi ci sono i messaggi della televisione, di trasmissioni televisive che coltivano il peggio della nostra umanità, di internet, degli stessi videogiochi. Rispecchiano modalità di vita che non fanno passare modelli positivi di responsabilità, di attenzione agli altri, di senso del dovere, di impegno, di onestà.
Come prevenire il bullismo allora? Come intervenire di fronte ai comportamenti pre-devianti?
Il bullismo può originare anche dall’esasperazione di conflitti presenti nel contesto scolastico. Il conflitto è da considerarsi come un campanello d’allarme e può degenerare in forme patologiche quando non si hanno gli strumenti che permettono di riconoscerlo, esprimerlo e gestirlo in un’ottica evolutiva dei rapporti. Se non gestito, il conflitto rischia di mutarsi e provocare effetti distruttivi sulle relazioni (prevaricazione e sofferenza) e sull’ambiente (alterazione del clima gruppo). Prevenire e affrontare il bullismo, dunque, significa non solo identificare vittime e prepotenti, ma affrontare e intervenire sul gruppo dei pari nel suo insieme. La classe è , nello specifico, il luogo privilegiato in cui, dopo il verificarsi di un caso di bullismo ma anche nell’intento di prevenire il dilagare di certi fenomeni, si deve svolgere l’irrinunciabile azione educativa a favore di tutti gli studenti, coinvolgendo i genitori degli allievi e delle allieve e tutti i docenti.
La cronaca ci riserva negli ultimi tempi anche notizie di insegnanti resisi responsabili di episodi sconcertanti .
Di fronte a comportamenti di tale gravità la risposta possibile è: tolleranza zero. Migliaia e migliaia di insegnanti seri della scuola italiana non meritano di essere screditati da pochi irresponsabili , sì da parlare di bullismo alla rovescia. Sottolineare invece che è il caso di ripensare il percorso formativo dei futuri docenti questo sì. Nella formazione necessita più preparazione pedagogica e psicologica. Il mestiere dell’insegnante non può essere omologato agli altri , ha una sua specificità che consiste nel non gestire pratiche di ufficio ma relazioni umane intanto e su queste innescare i meccanismi dell’apprendimento.
Sono spie di un malessere ,di situazioni di inadeguatezza che forse ci fanno capire che è giunto il momento di iniziare a rivedere i meccanismi di selezione degli educatori; ma che è anche necessario un forte sostegno alla professione docente, riconoscere alla scuola dentro la società l’importanza che merita, richiamare al senso di responsabilità tutti coloro che hanno un ruolo fuori e dentro la scuola nel percorso di formazione dei nostri ragazzi.
E’ arrivato, dunque, il momento in cui si giochi la partita tutti insieme. Quali proposte intanto?
La scuola è comunque testimone di ciò che avviene al suo interno e, dunque, anche delle situazioni di difficoltà, disagio, disadattamento ,sofferenza dei propri studenti e ,perché no, dei propri insegnanti ,che, ancorché non prodotti da fatti-reato, ovvero prodotti da reati non procedibili, dovrebbero tuttavia mobilitare interventi di sostegno e di rieducazione da parte delle istituzioni .Va riconosciuta la necessità di rimotivare l’azione della scuola nei confronti del disagio ,coinvolgendo i servizi sociosanitari del territorio per istituzionalizzare il servizio di counseling scolastico non solo per gli allievi, anche per docenti e genitori.
Magari un servizio strutturato di psicologia scolastica, frutto di una intesa inizialmente sperimentale tra Assessorati Regionale alla Sanità e alla P.I., Ufficio scolastico regionale e Ordine regionale degli psicologi, presso istituti secondari riconosciuti come scuole a rischio per contesto sociale o per consistente numero di popolazione scolastica(è il caso di Reggio), o altro significativo indicatore sociale.
La presenza dello psicologo contribuirà al miglioramento della vita scolastica, supporterà anche le famiglie, migliorerà la qualità dei servizi offerti dalle istituzioni scolastiche e fronteggerà ,prevenendoli, i fenomeni di insuccesso formativo ,di abbandono, di dispersione e, di disagio giovanile, in particolare il bullismo. Così come va rilanciata la creazione di un organismo di studio e di analisi, come potrebbe essere un Osservatorio provinciale sul disagio minorile e giovanile, in grado di monitorare il fenomeno e tracciare delle linee guida di intervento, con iL coordinamento di tutte le agenzie educative del pubblico e del privato sociale da parte della Prefettura.
Nella cornice dell’evento “Il Maggio dei Libri 2024“, presso il Laboratorio delle Donne dell’Associazione Mondiversi Ets, si è svolta la presentazione del libro “U Tempo e Ciciulia” di Gemma Calabrò. L’opera, edita da Informazione & Comunicazione, ha saputo unire le ex città di Corigliano e Rossano, ora parte del comune unico di Corigliano-Rossano, attraverso le storie e il dialetto, elementi fondamentali della cultura locale. Il libro dell’autrice è un viaggio nel passato e nel presente delle tradizioni popolari, reso ancora più speciale dalla traduzione di un componimento rossanese nel dialetto coriglianese. Questa scelta ha offerto al pubblico un momento di autentico scambio culturale e inclusione, rafforzando il legame tra le due comunità. L’evento, coordinato dalla redattrice Erminia Madeo, ha visto la partecipazione di Angela Campana e Marisa Lucisano, che hanno interpretato brani in dialetto rossanese, mentre Mario Amica ha dato voce ai testi in dialetto coriglianese, il tutto accompagnato dalle musiche popolari del duo Sweet Dreams. La serata è stata un’occasione per riflettere sul valore del dialetto come veicolo di identità e storia. Gemma Calabrò, visibilmente emozionata, ha sottolineato l’importanza di avvicinarsi alla lettura con apertura e curiosità. Ha espresso grande orgoglio nel vedere la sua poesia rossanese tradotta nel dialetto coriglianese, un segno tangibile di rispetto e valorizzazione delle diverse identità linguistiche che convivono nella città unica di Corigliano-Rossano.
Durante l’incontro, sono emerse riflessioni profonde sul ruolo del dialetto nella formazione delle comunità e sull’importanza di preservarlo. L’evento, patrocinato dal comune di Corigliano-Rossano e organizzato da Mondiversi, ha rappresentato un momento di grande importanza culturale, inserendosi perfettamente nel programma del “Maggio dei Libri 2024″. La serata ha dimostrato che leggere non è solo un’attività intellettuale, ma un modo per sentirsi più uniti e felici, celebrando la cultura locale e rafforzando i legami comunitari. La presentazione di “U Tempo e Ciciulia” ha evidenziato come la letteratura e la cultura possano essere strumenti potenti di unificazione e identità, unendo passato e presente attraverso il linguaggio e le storie condivise. Gemma Calabrò ha regalato al pubblico una serata indimenticabile, ribadendo il valore della cultura come collante sociale e fonte di orgoglio collettivo.
Tra gli intervenuti: Mario Amica, interprete in dialetto coriglianese; Maria Curatolo, responsabile Laboratorio delle Donne; Gegé Nastasi, poeta; Giulio Iudicissa, scrittore; Gemma Calabrò, autrice; Angela Campana e Marisa Lucisano, interpreti. Il Duo Sweet Dreams, composto da Maria Grazia Russo e Giacomo Nicoletta, ha allietato la serata con brani della tradizione popolare calabrese. L’evento, organizzato da Mondiversi Ets, il cui presidente è Antonio Gioiello, ha avuto il patrocinio del comune di Corigliano-Rossano e l’inserimento nel cartellone del Maggio dei libri 2024, quest’anno con lo slogan ‘Se leggi ti lib(e)ri’.
Francesca Stillittano entra nel partito Azione. Ex vicesindaco di Montebello Jonico e attuale consigliera comunale, Francesca è un’avvocata esperta in diritto di famiglia e impegnata nell’assistenza legale alle donne vittime di violenza. La sua adesione rappresenta un importante passo avanti per il nostro partito, che continua a crescere e ad attrarre personalità di grande spessore e competenza. Francesca Stillittano ha dichiarato: “Entro in Azione perché il partito è in piena sintonia con i principi cardine del mio intendere e fare politica. Ringrazio il segretario provinciale Santo Danilo Suraci con il quale mi sono interfacciata continuamente in questi mesi, fino ad arrivare alla mia adesione ad Azione, che è un atto di fiducia verso la linea meritocratica e liberale che proprio Suraci sta cercando di portare avanti.”
La carriera di Francesca Stillittano è segnata da un impegno costante e profondo per la comunità. Mediatrice familiare e penale, con specializzazioni in ambito pedagogico e criminologico, è stata eletta nel 2021 al Consiglio comunale di Montebello Jonico per la lista civica “Diamoci una mano”. La sua esperienza come vicesindaco si è conclusa per divergenze politiche con il sindaco, portandola a prendere ufficialmente le distanze dal gruppo “Diamoci una mano”.
Nel 2018, Francesca Stillittano è stata eletta Coordinatrice dall’Assemblea del LP-PC (Laboratorio Politico – Patto Civico), un’associazione nata dopo il commissariamento per infiltrazioni mafiose del Comune di Reggio Calabria. Questo laboratorio politico è stato un esempio di democrazia partecipata, un luogo dove i cittadini potevano incontrarsi, informarsi e confrontarsi per trovare soluzioni ai problemi della vita politica cittadina. La sua storia e il suo impegno testimoniano una dedizione sincera e concreta alla politica del fare, in linea con i valori di Azione. Siamo certi che Francesca Stillittano apporterà un contributo significativo e determinante per il nostro partito e per la nostra comunità.
Reggio Calabria: inaugurati i locali della UOC Neuroradiologia del GOM
Inaugurati i nuovi locali della U.O.C. Neuroradiologia del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria. All’inaugurazione erano presenti, oltre alla Direzione Strategica del G.O.M. guidata dal Commissario Straordinario Dr. Gianluigi Scaffidi, il Garante della Salute Regionale, Dott.ssa Anna Maria Stanganelli, il Presidente dell’Associazione Italiana di Neuroradiologia Diagnostica e Interventistica (AINR), Prof. Ferdinando Caranci. Il Dr. Antonio Armentano, Direttore della U.O.C. Neuroradiologia, ha aperto gli interventi facendo un excursus della storia del reparto ed omaggiando i suoi predecessori alla guida del reparto. È poi passato a spiegare l’importanza per i pazienti dell’acquisizione dei nuovi macchinari di ultima generazione, tra cui la Risonanza Magnetica 3 Tesla e la TC nuova da 640 strati, le quali, per la loro capacità di fornire immagini ad altissima risoluzione e con elevato dettaglio, garantiscono una straordinaria accuratezza nella diagnosi. Non solo, la RM accorcerà drasticamente il tempo necessario per l’esame con notevole vantaggio per il paziente e risparmio per l’Azienda Ospedaliera. Il tutto determinerà, inoltre, un importante accorciamento delle liste d’attesa.
La nuova dotazione tecnologica in capo alla Piastra Radiologica del G.O.M. vede dunque i seguenti macchinari: 2 RMN 3 Tesla, 1 RMN 1.5 T, 2 TC 640 strati, 3 TC 128 strati, 1 TC 64 strati. Inoltre, la Neuroradiologia si è dotata di software d’intelligenza artificiale (Rapid, Quantib, AICE) in grado di coadiuvare i medici nell’offrire risposte diagnostiche celeri e accurate ai malati oncologici o affetti da malattia demielinizzante. Il Dr. Armentano ha concluso ringraziando le varie dirigenze che si sono succedute supportando il lavoro del reparto, e in particolare il Commissario Scaffidi, il Direttore Sanitario Aziendale, Dr. Salvatore Costarella, e il Direttore Amministrativo, Dott. Francesco Araniti, la U.O.C. Provveditorato e la U.O.C. Gestione Tecnico Patrimoniale, che hanno provveduto in tempi strettissimi all’acquisizione dei macchinari ed al rinnovo dei locali. Il Prof. Caranci e la dott.ssa Stanganelli si sono dichiarati concordi nel considerare l’evento odierno un importantissimo traguardo per la Sanità Calabrese, proprio per le risposte che le nuove tecnologie possono offrire al bisogno di salute dei cittadini. Il Dr. Scaffidi ha concluso gli interventi ricordando anch’egli tutti coloro che negli anni hanno guidato la Neuroradiologia di Reggio Calabria e definendo ciò che è stato fatto “una vera e propria impresa”. “Per la farraginosità delle procedure e per le tempistiche ristrette con le quali è stato realizzato il nuovo sito, ciò che la squadra del G.O.M. ha fatto non ha eguali”.
Il Commissario si è unito ai ringraziamenti del dr. Armentano ed ha sottolineato la vicinanza della Regione Calabria, nella persona del Presidente Roberto Occhiuto, il quale sta supportando il processo virtuoso che l’Ospedale di Reggio Calabria sta ponendo in atto: “circa venti giorni fa abbiamo presentato la Breast Unit, stamattina siamo stati al Convegno GITMO-Ail, insieme al Direttore del Centro Trapianti Midollo Osseo, dr. Massimo Martino, che sta facendo un’attività straordinaria, ed adesso siamo qui ad inaugurare i nuovi locali della Neuroradiologia. Questi sono chiari segnali che il G.O.M. sa valorizzare le sue eccellenze ed investe bene le risorse che la Regione mette a disposizione a tutela delle Salute della collettività”.
Unioncamere Calabria: a Lamezia Terme il Consiglio Generale della Fai Cisl
Si svolgerà il 29 maggio 2024 alle 9.30 presso la sede di Unioncamere Calabria a Lamezia Terme (Cz), il Consiglio Generale della Fai Cisl Calabria dal tema: “Persona e innovazione per coltivare un modello di sviluppo equilibrato e armonioso”. La Federazione regionale per l’occasione ha inteso organizzare la presentazione del libro “È giusto ringraziare” di Vincenzo Conso, edito da Agrilavoro Edizioni, testo che raccoglie i messaggi dal 1974 al 2023 della Conferenza Episcopale Italiana per la Giornata del Ringraziamento. Un momento di confronto a più voci sulle varie e interessanti considerazioni dei messaggi delle Giornate del Ringraziamento che mettono in evidenza il valore della vita, del lavoro, della rappresentanza e delle comunità sindacali e del rapporto tra persone e ambiente. All’iniziativa saranno presenti, assieme al Segretario Generale della Fai Cisl Calabria e all’autore del libro e Presidente della Fondazione Fai Cisl – Studi e Ricerche Vincenzo Conso, il Segretario Generale della Cisl calabrese Tonino Russo e il Segretario Generale della Fai Cisl Onofrio Rota, che concluderà i lavori del Consiglio regionale.
Previsti anche i contributi del Rettore dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria Giuseppe Zimbalatti, di Vincenzo Bova, Professore Ordinario di Sociologia dell’Università della Calabria, del sacerdote Don Giacomo Panizza, fondatore della Comunità Progetto Sud e dell’Assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo. A moderare i lavori Domenico Santangelo, Professore di Teologia morale della Pontificia Università Lateranense di Roma. Presenti tra gli ospiti anche i referenti delle organizzazioni professionali agricole e della cooperazione, i rappresentanti delle comunità religiose ortodosse, islamiche ed ebraiche della Calabria. “Riteniamo che questa iniziativa possa rappresentare una interessante occasione per riflettere sul lavoro agricolo e il valore del presidio umano – dichiara il Segretario Generale della Fai Cisl regionale Michele Sapia – sulla necessità di mettere al centro la persona e la sua relazione con il territorio in una visione solidale e di fratellanza. Una riscoperta dei principi che stanno alla base del vivere come comunità, ma anche un invito ad impegnarsi per coltivare, specie nell’era dell’intelligenza artificiale, modelli di sviluppo etici e sostenibili, per un vero lavoro agricolo di qualità”.
Reggio Calabria: la piazzetta del viale Galilei intitolata al reggino Umberto Babuscia
L’Amministrazione comunale ha intitolato al reggino Umberto Babuscia la piazzetta sul viale Galilei, di cui da tempo si prende cura la comunità del Rione Ferrovieri Pescatori. Alla cerimonia c’erano il sindaco Giuseppe Falcomatà, i consiglieri comunali Antonino Zimbalatti, che già da tempo aveva promosso l’iter per l’intitolazione, e Franco Barreca, il presidente della Commissione toponomastica Domenico Cappellano, insieme ai familiari di Umberto Babuscia e a tanti residenti del popoloso quartiere della zona sud.
Babuscia è stato un giovane calciatore talentuoso, sempre vicino alle problematiche del quartiere che, insieme al cugino omonimo, aveva fondato una delle prime scuole calcio per i ragazzi. Grande tifoso amaranto, è scomparso prematuramente in un incidente stradale a Colleferro nel 1988, mentre andava a seguire una trasferta della Reggina. Il sindaco ha ricordato che il rione Ferrovieri Pescatori ha un’anima calcistica e sportiva e ha trovato anche una ragione di riscatto sociale nel calcio. Un quartiere che continuerà a vivere attraverso i suoi figli che lo hanno onorato, amato e ne hanno portato in alto il nome insieme a quello di Reggio e della Reggina. Il primo cittadino ha poi ribadito quanto anche l’impegno dei cittadini può aiutare l’Amministrazione comunale nel segnalare le cose che non vanno o progetti di sviluppo per il quartiere.
L’appartenenza è il senso che va coltivato poiché fa sentire parte di una stessa famiglia, di una comunità, non solo con le cose materiali ma recuperando la memoria, il ricordo di chi, come Umberto Babuscia, si sentiva appartenere a questa città.
Zimabalatti ha poi ricordato gli altri talentuosi calciatori i cui natali risalgono al rione Pescatori: da Pino Calabrò, Pino Praticò a Nanà Germoleo, Mimmo Tripepi, tutti nomi che hanno portato lustro alla città. I prossimi passi annunciati dal sindaco e riguardanti la piazzetta sono la possibilità di creare un murales nella parete della piazzetta, che è nella disponibilità dei privati, e di collocare delle giostre per i più piccini.
Il sindacato unitario ha proclamato per il 4 giugno prossimo lo sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende aderenti ad ANIR e ANGEM che operano nei settori della ristorazione collettiva e commerciale. Un contratto scaduto da tre anni per il quale le trattative stavano procedendo verso un epilogo positivo che le associazioni datoriali sopra citate hanno tentato di far saltare con una lettera indirizzata alle organizzazioni sindacali nella quale rivendicano di essere loro a rappresentare il settore e non le associazioni che siedono al tavolo. Problemi tra associazioni e datori di lavoro che rivendicano di avere maggiore rappresentanza, cosa che farebbe anche sorridere se non fosse che a rimetterci come sempre sono le lavoratrici ed i lavoratori. La FILCAMS e la CGIL chiedono da sempre l’approvazione dell’articolo 39 della Costituzione ed una legge sulla rappresentanza che eviterebbe il proliferare di contratti pirata firmate da organizzazioni fasulle. In Calabria molte aziende nazionali hanno appalti pubblici di ristorazione collettiva, nelle Asp, nelle Università. Alle lavoratrici ed ai lavoratori abbiamo chiesto e chiederemo difendere la loro dignità scioperando contro chi non ha rispetto delle loro vite, per rivendicare un contratto nazionale che ci spetta!. A dirlo è stato Giuseppe Valentino, Segretario Generale della Filcams Cgil Calabria.
Si è concluso venerdì 24 maggio, il Servizio Civile Universale dei 38 volontari Mo.V.I. (Movimento di Volontariato Italiano) del programma “Una società a misura di comunità: legami che fanno bene”. I volontari delle associazioni: Nuova Solidarietà-ODV; Centro Comunitario Agape; Abakhi; Soleinsieme Sartoria Sociale; Artinsieme-ODV; S.A.D.M.A.T-ODV (Servizio Assistenza Domiciliare Malati Terminali; Associazione Marzo78; Centro giovanile “Don Italo Calabrò” si sono nella tensostruttura del Verde Pubblico di Salice Calabro, per riflettere sull’esperienza maturata nel percorso appena concluso. Presenti, oltre ai volontari, il Presidente del Mo.V.I. regionale, Alessandro Cartisano; un rappresentante dell’Ufficio di Servizio Civile del Mo.V.I. nazionale, Alessio Colacchi; i rappresentanti delle associazioni: Centro Comunitario Agape; Nuova Solidarietà; Marzo 78.
Ospiti di eccezione i nuovi volontari di Servizio Civile Universale che a breve, il 28 maggio p.v., inizieranno questa esperienza di formazione e crescita, al servizio della comunità. La rete del servizio civile Mo.V.I. continua ad ampliarsi, per offrire ai giovani della Città Metropolitana di Reggio Calabria, l’opportunità di mettersi in cammino verso la costruzione di un futuro dove potersi realizzare come persona e come cittadino. Infatti, per il nuovo bando di S.C.U. alle sopracitate associazioni della Rete Territoriale Mo.V.I. di Reggio Calabria, si sono aggiunte nuove realtà: la coop. sociale Kalos Irtate e la Fondazione Provvidenza. I volontari uscenti, nel testimoniare la loro esperienza, hanno raccolto alcune parole chiave che hanno caratterizzato il loro percorso e che hanno arricchito il loro bagaglio di esperienze, come: Crescita formativa; Collaborazione; famiglia allargata; pazienza; supporto; consapevolezza; legami, che hanno condiviso con i nuovi volontari in un simbolico passaggio di testimone.
Dai rappresentanti delle associazioni è stato unanime il ringraziamento ai volontari SCU perché la loro presenza dà alle associazioni la “forza” per superare i momenti di “stanchezza” che subentrano inevitabilmente nel quotidiano spendersi per la comunità. Il contatto con i giovani è un’opportunità per le associazioni, ma anche una responsabilità che deve essere presa con serietà e consapevolezza, “Non basta fare il bene, bisogna farlo bene” (cit. Denis Diderot). Fare sperimentare ai giovani l’attenzione all’altro, la connessione e l’ascolto per valorizzarlo come persona, unica e preziosa è un processo che richiede formazione, attenzione e cura del giovane. Soprattutto rispetto dei suoi tempi e del suo vissuto. Il servizio civile deve essere per tutti l’inizio di uno stile di vita nuovo, una modalità di impegno nella società, quel quid in più che permetta di andare oltre la superficie, con la visione critica della realtà per dare un contributo nel proprio ruolo. Questa è la fine dell’esperienza di servizio civile, ma l’inizio del loro essere cittadini responsabili. L’ impegno, scelte precise, la passione e la responsabilità sono strumenti per costruire un progetto di vita fondato sulla felicità.
Il Circolo Culturale “L’Agorà” di Reggio Calabria, ha organizzato un incontro sul tema “Vasilij Kandinsky l’uomo che ascoltava i colori”. Il nuovo incontro, predisposto dall’associazione reggina, ha registrato la presenza della prof.ssa Manuela Quattrone, specializzata in Conservazione, Restauro e Valorizzazione dei beni architettonici e ambientali. La gradita ospite del sodalizio culturale organizzatore affronterà il mondo interiore dell’artista e il suo legame con la musica. Una riflessione sui colori collegabili ai suoni e alle emozioni che lo avrebbe portato a considerare le sue tele come un’opera musicale riuscendo a interiorizzare in modo sorprendente i meccanismi costruttivi della musica applicandoli alla pittura. Pochi artisti nella storia hanno avuto la sua padronanza e sensibilità. In lui c’è l’esigenza della libertà da ogni condizionamento esterno. Le sue opere vanno guardate con tutte le nostre capacità sensoriali.
Durante l’esposizione dell’argomento verranno analizzate alcune delle sue opere più importanti attraverso questa nuova chiave di lettura individuata nel principio guida dell’interno lavoro acustico di Kandinsky: “principio della necessità”. Tele che rappresentano musica, in cui accosta a ogni colore un suono preciso, un’emozione, una sensazione, un profumo perché per lui ogni colore è capace di produrre determinati effetti sull’anima. Wasily Kandinsky, nasce a Mosca nel dicembre del 1866. Il padre è un ricco commerciante di tè e insieme alla famiglia inizia prestissimo a viaggiare. I luoghi che visita si fissano nella sua memoria e nella sua anima con una nota cromatica. Di colore sono fatti i primi ricordi del bambino Kandinsky: “I primi colori che mi fecero grande impressione erano il verde chiaro e brillante, il bianco, il rosso carminio, il nero e il giallo ocra. Avevo allora tre anni. Quei colori appartenevano a oggetti che non rivedo più chiaramente, come rivedo, invece, i colori“. Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di analisi nel corso della nuova conversazione organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” che sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da mercoledì 29 maggio.