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Teatro Cilea: il ritorno della Compagnia Mana Chuma con “f-Aìda”, opera sull’amore e la vendetta

Il tema della faida raccontato in un'opera con un volto solo: quello di Salvatore Arena. L'incasso verrà devoluto a Medici senza frontiere a sostegno dell'Ucraina

di Chiara Cucinotta

Torna al Teatro Cilea di Reggio Calabria la compagnia “Mana Chuma” che porterà in scena il prossimo 25 aprile un’opera molto particolare: “f-Aìda”, sui temi dell’amore e della vendetta, con la regia di Massimo Barilla. A interpretarla, il solo attore Salvatore Arena, che vestirà i panni di personaggi molto diversi: un figlio, un padre, una madre.

Il tema, come suggerito dal titolo, è quello della faida, che va ad intrecciarsi con altri delicati aspetti. Scrive la compagnia sulla trama: “Come in ogni vendetta trasversale tra due gruppi rivali o due nuclei familiari, l’odio si scatena per un motivo banale: un’offesa che assume significati abnormi e genera sangue, sangue e dolore da una parte e dall’altra in un susseguirsi di uccisioni, di stragi, di lutti. Finirà, come in una tragedia greca, senza vincitori né vinti. Tutti, infatti, perdono qualcuno o qualcosa“.
Una delle delicate tematiche all’interno del quadro generale della faida, è quella dell’omosessualità: “Quella che potrebbe essere, per quanto drammatica e attuale, una semplice storia di odio e di ferocia nasconde al suo interno un risvolto inedito: l’amore tra Rocco e Alfredo, due ragazzi che hanno la sfortuna di nascere non solo in un contesto di arretratezza culturale, ma anche in seno a due famiglie che si detestano. Un amore omosessuale che viene vissuto come un’onta dal padre di Rocco che per trent’anni lo rinchiude in una cantina buia e umida. Non per proteggerlo dalla faida, come ci si potrebbe aspettare da un padre amorevole che teme di perdere il proprio figlio, ma per vergogna. Per nascondere agli occhi del mondo quel figlio degenere che mette a repentaglio il buon nome della casata”.

Poi, la rivelazione del sentimento, supportata e spinta fuori dall’inattesa scoperta di una passione per la musica di Giuseppe Verdi, conforto nei momenti più bui: “Proprio lì, in quello spazio angusto, in quella prigione familiare, Rocco svela innanzitutto a sé stesso i propri sentimenti e la propria sessualità. Lo fa attraverso l’amore per la musica e per un’opera in particolare, l’«Aida» di Giuseppe Verdi. In cantina Rocco trova un vecchio giradischi e dei vinili di musica lirica che suona in continuazione per evitare di impazzire, per aver compagnia, per far librare l’immaginazione, per pensare a un futuro diverso rispetto a quelle mura in cui è rinchiuso da chi gli ha donato la vita. Grazie alla musica inizia un percorso di trasformazione e viene alimentato l’amore attraverso il ricordo di un unico bacio consumato sulla riva del fiume con Alfredo. Una vita racchiusa dentro quel bacio nel quale rivive l’emozione di un momento, dell’unico momento di felicità di Rocco”.

Una storia delicata, coinvolgente, ambientata nella Calabria degli anni Ottanta, che diventa paradigma storico di situazioni che potrebbero rivivere tranquillamente in epoche molto differenti. La compagnia Mana Chuma ha portato spesso sul palco temi forti e pagine di storia drammatiche, come la Rivolta di Reggio Calabria, la strage del treno di Gioia Tauro nel 1970 o il caso di malagiustizia che ha coinvolto la vittima innocente Giuseppe Gulotta.
La prima è attesa per il 25 aprile al Teatro “Francesco Cilea” di Reggio Calabria, alla quale seguiranno altre date in tutta Italia. L’incasso della tournée verrà devoluto all’associazione Medici Senza Frontiere per l’emergenza Ucraina.

Di seguito, le altre opere prodotte e messe in scena dalla Compagnia Mana Chuma:

  • F-Aìda (2022) di Salvatore Arena e Massimo Barilla – Finalista Premio Tuttoteatro.com Dante Cappelletti 2019
  • Biancopiombo (2022, in fase di allestimento) di Salvatore Arena
  • U saluni (2022) di Massimo Barilla
  • Aspromobile (2022) di Giovanna Vadalà
  • Il Futuro Anteriore (2022) di Vincenzo Marras
  • Contro il metodo (2022) di e con Marco Cavalvoli
  • Spine (2021) di Salvatore Arena e Massimo Barilla
  • Ossa di crita (2020) di e con Massimo Barilla
  • Quanto resta della notte (2019) di e con Salvatore Arena
  • Come un granello di sabbia – Giuseppe Gulotta, storia di un innocente (2016) di Salvatore Arena e Massimo Barilla
  • Longa è a jurnata (2015) di Salvatore Arena
  • L’ultimo inganno / Un’altra Iliade (2010) di Salvatore Arena e Massimo Barilla
  • ‘70voltesud (2007) di Salvatore Arena e Massimo Barilla
  • Di terra e di sangue (2005) di Salvatore Arena e Massimo Barilla, regia Maria Maglietta
  • Lunga notte di Medea (2004) di Corrado Alvaro. Regia di Maria Maglietta
  • Spine (2003) di Massimo Barilla e Salvatore Arena. Regia di Salvatore Arena – Finalista premio Ustica per il teatro ‘03
  • Historia du surdatu (2003) di Massimo Barilla. Regia di Luciano Nattino
  • Il mondo offeso (2002) tratto da “Conversazione in Sicilia” di Elio Vittorini. Regia di Maria Maglietta
  • Terribìlio di mare (2001) ispirato a “Horcynus Orca” di Stefano D’Arrigo. Regia di Maria Maglietta
  • I giorni della fera (1999) di e con Massimo Barilla
  • Lu cumbattimentu di Orlando e Rinaldo (1998) di Nino Martoglio. Regia: Massimo Barilla
  • Vita e morte di Ruggieri di Risa (1998) ispirato a “La canzone d’Aspromonte”. Regia di Massimo Barilla

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