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Il Giro d’Italia: storia e suggestioni di un percorso sportivo legato alla cultura

Il Giro d'Italia è una corsa sportiva dalle mille sfaccettature: il ciclismo abbraccia la cultura e lo racconta con una bici pronta a regalare emozioni

di Filippo Francesco Idone

Nel giorno della prima tappa dell’edizione 2022, che abbraccerà anche il reggino, con una tappa in partenza da Palmi, ci siamo domandati che cosa rappresenta il Giro d’Italia per gli appassionati delle due ruote a pedali. Probabilmente è una domanda la cui risposta va compilata con diversi significati ed emozioni contrastanti, che portano ad altrettante riflessioni.
Un trionfo, una vittoria, sono solo la parte finale di una corsa ciclistica: quello che accade dentro la “pancia” del gruppo è, invece, un insieme di storie e di passioni. Il tifoso del ciclismo molto spesso non viene compreso: molti pensano che sia inutile vedere tutte le ore di una corsa, ma si sbagliano e di tanto.
Il Giro d’Italia riguarda il passaggio di un gruppo di atleti all’interno di città che hanno molto da raccontare, che hanno osservato, realizzato e vissuto la storia d’Italia. Basti pensare a Potenza, che nei secoli antichi ha battagliato contro i Romani per mantenere l’indipendenza; a Pescara, che è stata una città importantissima per l’Impero Romano; per finire a Napoli, Verona, Messina, Genova, Parma per questa edizione della corsa in rosa.

Giro d’Italia: un viaggio sportivo tra cultura e superstizione

Forse in molti ignorano che il Giro d’Italia è da sempre legato alle leggende dei vari paesi, con avvenimenti discutibili ma magici, come la storia del Santuario di Castelmonte. Si narra che il Demonio avrebbe sfidato la Madonna dicendo: “Vediamo chi arriva per primo sulla cima di Castelmonte. Chi vince avrà la città di Cividale”. Vinse la Madonna e il Demonio sprofondò nell’Inferno aprendo la voragine chiamata “bùse del Diàul” (il buco del Diavolo).
Anche questo affascina il tifoso delle due ruote: la scoperta di storie antiche ma sempre nuove, narrate di generazione in generazione, che meritano uno spazio più ampio nel panorama culturale nostrano.
Il Giro d’Italia non è dunque solo competizione, fatiche, lacrime e sudore, ma anche storia, la nostra storia, fatta di avvenimenti accaduti realmente e di leggende che spesso tendono ad essere vere.

Qualche cenno storico

Se si vuol dare una data alla nascita della corsa a tappa, sicuramente quella più adatta è il 24 agosto 1908, quando La Gazzetta dello Sport ha ufficialmente annunciato la nascita del Giro d’Italia, per poi far partire la prima edizione nel 1909. L”organizzazione della corsa a tappe è stata gestita da La Gazzetta dello Sport, e dopo oltre 113 anni la testata è ancora in prima fila ad organizzare la corsa con l’appoggio di tutta l’opinione pubblica. Il primo vincitore del Giro d’Italia è stato Luigi Ganna, davanti a Carlo Galetti e Giovanni Rossignoli. Il Trofeo senza Fine però è passato ogni anno tra le mani di straordinari ciclisti come Binda, Bartali, Coppi, per citarne alcuni, tra i più grandi, a cavallo tra la prima e la seconda guerra mondiale. Il primo straniero ad aver conquistato il Giro d’Italia è stato lo svizzero Hugo Koblet, anche se il più importante corridore non italiano ad aver dato lustro alla corsa rosa è sicuramente Eddy Merckx: il “Cannibale” ha fatto la storia del Giro lottando contro avversari di spicco come Felice Gimondi. Facendo un salto temporale in avanti, sicuramente non possiamo non nominare Francesco Moser, Giuseppe Saronni e Bernard Hinault, che hanno conquistato il Giro d’Italia con grande autorità e ferocia sui pedali.

Tuttavia, è negli anni ’90 e 2000 che il Giro ha visto tagliare il traguardo al corridore probabilmente più amato di sempre: Marco Pantani. Il “Pirata” ha ispirato la generazione 2000 con falcate e pedalate al limite dell’impossibile. Un atleta dalle doti quasi ultraterrene, pronto a far lezione agli avversari su come si conquistano le montagne, dimostrando che il limite non esiste. Giungendo ai nostri anni, il Trofeo senza Fine è passato a Gilberto Simoni, Damiano Cunego, a Ivan Basso, al compianto Michele Scarponi fino ad arrivare a Vincenzo Nibali, ultimo italiano ad averlo vinto.
Dal 2016 al 2021 il Giro d’Italia è stato vinto solo da corridori non italiani, ma tutti con un background da paura: su tutti Chris Froome, il Keniano Bianco, colui che nel 2018 ha attaccato da solo sul Colle delle Finestre mandando in visibilio i tifosi giunti sulla maestosa montagna. La falcata dell’allora corridore del Team Sky è stata dettata da due fattori: passione e adrenalina, due elementi cardini che fin dalla prima edizione hanno contrassegnato il Giro d’Italia.

Tra coste e alture, alla scoperta dei più bei paesaggi Italiani

Ed è proprio sulle montagne che la Corsa Rosa esprime il maggior fascino: in un paesaggio duro dove gli “uomini coi pedali” sfidano la natura in una battaglia di resistenza. Nell’edizione di quest’anno, sarà l’Etna la prima grande altura che gli atleti saranno chiamati ad affrontare. Una grande prova di scalata alle pendici del vulcano, ma non l’unica. E’ il caso del Monte Blockhaus, salita pazzesca dai mille panorami, che nel 2017 ha fatto sobbalzare i tifosi dalle poltrone. In quell’annata la montagna è stata dominata da Nairo Quintana, colombiano con abilità incredibili che ha lottato secondo dopo secondo con Tom Dumoulin (vincitore poi della maglia rosa). In particolare, l’ultima settimana dell’edizione 2022 del Giro d’Italia sarà stracolma di arrivi in salita.

Non solo montagne, però. Il Giro d’Italia passa anche per la costa, portando i corridori ad affrontare ogni tipo di clima: una particolarità che esiste solo in Italia, rispetto al Tour de France e alla Vuelta di Spagna dove non si bada a queste sfumature. Il Giro d’Italia abbraccia tutti come una madre e un padre, braccia amichevoli che spingono i propri figli a dare il massimo. Che sia una salita, una pianura o una discesa, i corridori portano con sé una carica emotiva che spinge ad esaltarli… Quasi fossero degli eroi che provavo ad emulare un treno.  Solo che, a differenza della locomotiva che cammina sempre sui binari, i ciclisti lo fanno sulle strade e i bambini che accorrono emulando le loro gesta regalano sorrisi a chi li vede.

Il Giro d’Italia non è solo una corsa, ma un viaggio che regala emozioni sia ai partecipanti che ai tifosi lungo le strade e davanti alle televisioni. La corsa rosa ha da sempre dato forti emozioni sportive, ma soprattutto emozioni a coloro che vedono sfrecciare queste locomotive umane lungo tutte le strade d’Italia. Il ciclismo è uno sport di pura passione, adrenalina e storia, ma la principale caratteristica di questo sport sono proprio le città coinvolte, con i loro racconti che emozionano tifosi e corridori.

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