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Finanziamento di 100 mila euro per riattivare il porto di Saline

Sarà il dipartimento di Ingegneria dell'Università Mediterranea ad occuparsi degli studi propedeutici al progetto di rifunzionalizzazione del porto di Saline Joniche

di Paolo Frascati

Dopo poco più di un anno dall’incontro svoltosi a palazzo Campanella per valutare le prospettive del porto di Saline Joniche, voluto dall’assessore Catalfamo, qualcosa finalmente si è mosso.

Da anni il porto presenta problematiche come l’ostruzione della sabbia e quindi risulta inagibile. Problematiche che l’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto intende risolvere, partendo da un finanziamento di 100 mila euro.

Valutare la possibilità che il porto sia incluso fra quelli rientranti nella competenza dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto e affinché nell’area retroportuale sia estesa la Zona economica speciale (Zes)». Era questa la proposta che a Giugno 2021 arrivava dall’ex assessore regionale ai trasporti e che oggi diventa realtà.

Durante la conferenza stampa di qualche giorno fa, il Presidente Mega ha annunciato: “Abbiamo dato incarico al Dipartimento ingegneria dell’Università Mediterranea di realizzare gli studi preliminari agli interventi per rimettere in servizio quel porto, con il dragaggio dei fondali e la ristrutturazione del molo sottoflutto, parzialmente crollato”.

Per gli studi propedeutici al progetto di rifunzionalizzazione del porto di Saline, l’AdSP ha finanziato € 100.000, dal proprio bilancio. Investendo per il progetto il Dipartimento di Ingegneria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

Inattivo da tempo perché insabbiato, gli studi riguarderanno lo stato delle infrastrutture ed il livello di degrado esistente al porto di Saline Joniche, compresa la valutazione preliminare della massa di sedimenti da allontanare dal bacino portuale. Saranno anche eseguite indagini batimetriche, studi meteo-marini e geologici.

Tutte queste attività sono necessarie per definire la fattibilità preliminare:

  • del ripristino dei moli di sopraflutto e sottoflutto nei tratti soggetti a danneggiamenti e crolli;
  • della ristrutturazione delle banchine nei tratti ammalorati e danneggiati;
  • del dragaggio dei fondali e del piano di gestione dei sedimenti.

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