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Garante Regionale alla Salute incontra il prefetto di Reggio

Il Garante, Stanganelli, nelle visite istituzionali nel territorio della Città Metropolitana ha incontrato a Reggio il Prefetto Mariani.

di Sebastiano Plutino

Il Garante della salute della Regione, Anna Maria Stanganelli, nell’ambito delle visite istituzionali nel territorio della Città Metropolitana ha incontrato a Reggio il prefetto Massimo Mariani. “Durante l’incontro, cordiale e proficuo – è detto in un comunicato del Garante – si è concordato sull’idea di collaborare progettualmente per definire azioni future atte a rafforzare la capacità di lavorare in rete da parte dei vari livelli istituzionali e amministrativi, al fine di garantire non soltanto uniformità di tutela sanitaria alla collettività ma anche maggiore sicurezza al personale medico e paramedico”. “Da Nord a Sud – ha affermato Stanganelli – stiamo assistendo ad una vera e propria escalation di minacce e aggressioni ai danni di medici e, in generale, di personale sanitario e la nostra regione, purtroppo, non è affatto esente dai numerosi casi di cronaca e dalle centinaia di segnalazioni di operatori sanitari preoccupati per la loro incolumità. Il grave fenomeno delle aggressioni verbali e fisiche nei confronti dei professionisti sanitari richiede la messa in atto di opportune iniziative di prevenzione e protezione come la stipula e l’ampliamento di protocolli operativi con le forze dell’ordine, in caso di aggressione in ospedali e luoghi di cura”. Per il Garante della salute della Regione “tali episodi di violenza mettono in discussione la sicurezza di medici e infermieri impegnati nelle cure, quella dell’utenza che si rivolge alle strutture sanitarie e, dunque, lo stesso diritto alla salute. Un argomento, questo, che è stato motivo di articolate riflessioni con il prefetto Mariani che ringrazio per la grande disponibilità e sensibilità dimostrata.” “Il prefetto Mariani, da parte sua – riporta ancora il comunicato – ha ritenuto come sempre utile e necessario prestare la massima attenzione ad iniziative di collaborazione istituzionale e di comunicazione pubblica, ancor più sul fenomeno delle aggressioni agli operatori sanitari che richiederebbero attività di coinvolgimento dei cittadini sul valore del diritto alla salute e del lavoro dei professionisti sanitari”. (ANSA).

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