E’ il museo mulino Belsito di San Giovanni in Fiore, che ha ottenuto 11.132 voti e conquista il ventesimo posto a livello nazionale, il luogo dei cuore più votato in Calabria a conclusione dell’11/ma edizione del censimento promosso dal Fai. Seguono nella cinquina dei primi classificati, il Forte Siacci di Matiniti Superiore, Campo Calabro, che si piazza al secondo posto con 1.440 voti, il Santuario Maria SS. della Rocca tra Settingiano e Tiriolo 1.209 voti, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Torano Castello (1004) e la Certosa di Serra San Bruno (551). Il mulino a cilindri fondato da Vito Belsito nel 1920 è il primo mulino elettrico della Calabria e rappresenta un esempio di attività a conduzione familiare trasmessa di padre in figlio per diverse generazioni fino al 2007, quando ha cessato la sua produttività. Il tipo di impianto viene considerato da esperti di archeologia industriale uno dei pochi esempi di tecnologia degli anni Venti del secolo scorso perfettamente conservato. Sui colli che dominano lo Stretto di Messina sorge il Forte Siacci di Campo Calabro che gode di una eccezionale vista dall’Etna alle coste siciliane e calabresi, le Isole Eolie e il massiccio dell’Aspromonte ed è stato realizzato dallo Stato Maggiore dell’Esercito tra il 1884 e il 1914. Il Santuario di Maria SS. della Rocca è situato in quello che fu l’antico borgo medievale di Rocca Falluca. A seguito del terremoto del 1783, rimase per lungo tempo una campagna deserta. Nel 1789, un devoto della Madonna, don Saverio De Filippis, costruì una chiesetta rurale. Nella chiesa è presente una statua della Madonna che riproduce quella originale in pietra. La Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Torano Castello è antichissima più volte rimaneggiata, nel Settecento divenne luogo di rifugio per gli eremiti. La Certosa di Serra San Bruno è un’abbazia fondata nel 1091 da Bruno di Colonia (1030 ca – 1101).Nel 1783 un terribile sisma la distrusse. Nel 1826 il comune di Serra acquistò l’edificio insieme al busto argenteo con le reliquie di S. Bruno e B. Lanuino. Re Ferdinando II il 21 giugno 1856 donò nuova vita alla certosa ponendovi a capo un priore e alcuni certosini provenienti da S. Martino di Napoli. (ANSA).
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