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Maxi Processo “Rinascita Scott”, Pm: “Confermata struttura ‘ndrangheta vibonese”

Il Procuratore facente funzioni della Dda di Catanzaro Vincenzo Capomolla: "Aveva pervasività tale da condizionare tutto"

di Sebastiano Plutino

“È giusto dire e ribadire che siamo di fronte a una sentenza di primo grado, non a una sentenza passata in giudicato per cui ogni valutazione che verrà fatta deve tenere conto di questa circostanza.

Dopo di ché, la pervasività dell’organizzazione criminale nella provincia di Vibo Valentia era così radicata, così diffusa, così allarmante così inquietante che penso possa essere rilevato come non ci fosse nessun aspetto della vita, del tessuto economico e sociale della provincia che non fosse condizionato dalla forza di intimidazione di questa organizzazione criminale così pericolosa”.

Così il procuratore facente funzioni della Dda di Catanzaro Vincenzo Capomolla, al termine della lettura della sentenza nel maxi processo Rinascita Scott, istruito dalla distrettuale antimafia contro le cosche del vibonese.
   Il magistrato ha sottolineato come alla sentenza del Tribunale di Vibo Valentia segue “una sentenza che già c’è stata sul versante del rito abbreviato ed entrambe confermano la struttura criminale dell’organizzazione ‘ndranghetistica nella provincia di Vibo Valentia che fa capo alla famiglia Mancuso.
    L’ulteriore conferma sta proprio nella decisione di oggi”.

 

Legali Pittelli: “Condanna indispensabile a salvare Rinascita”

“L’ avvocato Giancarlo Pittelli viene condannato per quello stesso reato rispetto al quale solo pochi mesi fa la Corte di Cassazione prima, ed il Tribunale per il Riesame subito dopo, avevano escluso la sussistenza anche solo di indizi gravi di colpevolezza

Tanto basta a far comprendere, a tutti coloro che abbiano la onestà intellettuale di volerlo fare, quanto questa condanna fosse ad ogni costo indispensabile per salvare la credibilità della intera operazione investigativa Rinascita Scott”.

E’ quanto sostengono, in una nota, i legali di Pittelli, gli avvocati Giandomenico Caiazza, Salvatore Staiano e Guido Contestabile.
   “Sono dinamiche – proseguono – che abbiamo drammaticamente imparato a conoscere in altri clamorosi casi giudiziari, a cominciare da quello di Enzo Tortora; e da quei casi giudiziari abbiamo anche imparato che, alla fine, l’innocenza dell’imputato verrà riconosciuta, seppure con imperdonabile ritardo, e dopo aver causato danni incommensurabili. Questo sarà, da subito, il nostro ancora più determinato impegno, questa la nostra certezza”.
   

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