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Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, a Piazza Italia “nessun silenzio, ma tanto rumore”. Falcomatà: “Fate sentire forte l’urlo di indignazione contro la violenza di genere”

Domani, occasione di dibattito a livello locale come internazionale, sulla possibilità di eliminare  le  violenze subite dalle donne.

di Sebastiano Plutino

 

Domani, 25 Novembre, giornata importante e occasione di dibattito a livello locale come internazionale, sulla possibilità di eliminare  le  violenze subite dalle donne.

Tutti dobbiamo fare di più, in una società che ogni tre giorni conta un femminicidio, una donna uccisa, il più delle volte, per follie di chi gli sta più vicino: marito, compagno, fidanzato.

Tragedie che si consumano in contesti familiari o affettivi, raggiungendo  numeri non più tollerabili di donne uccise, maltrattate, violentate; sono già più di 100 nel corso di questo 2023 , con  l’ultima efferatezza  subita dalla giovane Giulia Cecchettin .

Occorre individuare una più efficace strategia unitaria, per volontà di tutti, di contrasto alla violenza sulle donne, fenomeno ancora drammatico per un tempo che si reputa delle conquiste e della civiltà matura,  cercando, insieme,  delle soluzioni studiate e condivise per porre fine a queste tragedie, molte volte annunciate e diffuse, anche se con modalità differenti.

Sono delle responsabilità da condividere; famiglie, scuola, politica , istituzioni, sindacato , associazioni.

Il disegno di legge  approvato all’unanimità al Senato, nella giornata di ieri, dimostra quanto il fenomeno sia sentito,  sperando in  un buon avvio di concretezza, oltre le parole.

Esclusione sociale, supremazia e discriminazione dei ruoli, responsabilità e contesto relazionale, continuano a tendere delle trappole mortali per la donna, che si manifestano con mani al collo, rabbia e  pugno chiuso, pronti a colpire ad ogni pretesto.

Sono la faccia di una società che soffre mettendo in risalto un grave fenomeno diventato piaga sociale.

A nostro giudizio c’è da gestire uno stato di tensione costante e non semplice scatto d’ira, di uomini che non si rassegnano al tempo che fa cambiare e porta delle mutazioni con una emancipazione femminile che stenta ad essere recepita da uomini disadattati, soli, frustrati.

Una storia di emancipazione della donna che non avanza in maniera equilibrata con delle difficoltà a collocarla nella società e nei luoghi di lavoro, anche se nei contratti non vi è alcuna disparita di trattamento.

Da qui il sospetto, che qualcosa non stia andando per il verso giusto, sciupando quelle preziose opportunità di creare relazioni costruttive, uscendo da quell’imbarbarimento dei sentimenti e sconfinamento di linguaggio, che se protratti e praticati in eccesso portano a logorare e spegnere anche quei rapporti affettivi generando sofferenza, violenza e morte.

Sappiamo di parole che fanno male e di uomini che vanno aiutati e curati attraverso percorsi programmati di riadattamento sui comportamenti e dialoghi.

A questo proposito, è da preferire la prevenzione, quella che riesce a creare sensibilità al fenomeno, forma e educa sulla parità di genere, alle libertà delle donne, poiché quando si punisce il danno è stato fatto.

In questa fase delicata, è meritorio lo sforzo  fatto dai politici, capace di portare all’unanimità l’approvazione di una norma di contrasto alla violenza di genere e ai femminicidi.

Noi, attraverso le donne e i giovani della CISL, Città Metropolitana di Reggio Calabria, abbiamo programmato un evento dibattito, che avrà luogo giorno 29 novembre 2023,  alle ore 15.30, presso il salone dei lampadari della città di Reggio Calabria.

L’occasione è quella di dibattere sul tema  e socializzare l’ elaborazione di un calendario “dedicato”, pensato dalle donne della CISL, che daranno in beneficenza le donazioni provenienti dalle diverse strutture CISL, affinché si possa realizzare  una biblioteca da ubicare all’interno dell’USSM (Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni), finalizzata ad appropriate letture da parte dei minori non accompagnati ospitati nella struttura.

E’ questa, una buona pratica educativa per i ragazzi che devono aprirsi alle novità che la società presenta, rispettando le diversità di vedute e di genere, ricchezza per i giovani e le nuove comunità.

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