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Associazione “Le Muse”: “Donne al centro” riflette e fa riflettere sulle adozioni e le malattie rare

Alla sue terza edizione “Donne al centro” ha emozionato il pubblico presente in una gremitissima Sala Muse

di N L

In occasione della Giornata Internazionale della Donna l’Associazione culturale Le Muse “Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria hanno rinnovato con un appuntamento domenicale un omaggio dedicato all’universo femminile. Il presidente Giuseppe Livoti, in apertura di manifestazione, in una gremitissima Sala Muse, ha evidenziato come è arrivato il tempo di dare la parola alle donne comuni, a coloro le quali vivono la loro vita giorno per giorno e che proprio nella casualità degli eventi si ritrovano a fare delle scelte che diventeranno dei veri e propri cambiamenti utili anche alla società attuale.

Alla sue terza edizione “Donne al centro” ha emozionato il pubblico presente poiché ha scoperto un mondo sommerso, non con modalità eclatanti ma donne che lavorano per il bene comune, nella società, nel mondo medico e nel volontariato.

La prima ad intervenire è stata Rita Agnello dirigente medico – pediatria del Gom di Reggio Calabria e responsabile Casa Famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII di Rimini, fondata da don Oreste Benzi. La professionista ha raccontato l’esperienza della sua Casa famiglia, idea nata tutta per caso, quando il marito Domenico, a suo tempo giovane fidanzato, svolse il servizio civile a Rimini da Don Benzi. Da qui nasce e parte la loro apertura verso il mondo dell’infanzia.

“La conoscenza di Don Benzi ci portò ad aprirci alla vocazione ed allo spirito della chiesa aprendo così una casa – comunità, oggi presente a Campo Calabro, struttura sempre pronta all’infanzia negata. La prima accoglienza fu un bambino di 11 anni, oggi più che quarantenne: con lui utilizzammo il metodo “home school”, facendo scoprire a questo giovane bambino, cose e situazioni che non aveva mai provato essendo stato in istituto da disabile.

“La mia oggi – continua la professionista – è composta da 3 figli naturali, quattro adozioni e varie accoglienze che mi hanno permesso di creare una “famiglia allargata” dove tutto cambia di valore.

Tra le testimonianze, quella in video messaggio di Raffaella che ha fatto capire al pubblico come accogliere vuol dire non risolvere i problemi ma aiutare a capire come una famiglia può essere anche quella in cui non nasciamo o non abbiamo legami di sangue.

Giuseppina Albanese, volontaria Fondazione Chops, ha parlato della sua esperienza in una storia che vede Reggio Calabria capofila di un momento che riunisce solidarietà, ricerca ed aiuto. L’Albanese ha raccontato la storia del nipotino Mario: è il Gennaio del 2023 quando Mario, che non ha ancora compiuto due anni, riceve sulle sue piccole spalle un fardello molto pesante, la diagnosi di una sindrome genetica ultra-rara, la sindrome CHOPS. Solo 13 casi descritti in letteratura medica e 40 in tutto il mondo.

Un evento che ha anche coinvolto non solo notissime professioniste reggine anche i poeti e gli artisti soci Muse con una lettura in chiave “poetica e simbolica” attraverso testimonianze poetiche visive ed artistiche raccontando “storie di volti di donne” trasportate su tela e descritte con versi attraverso l’illusione della comunicazione. Donne, madri, nonne, volti cari alle storie ed alla storia che hanno creato atmosfere di memorie attraverso un dialogo dei seguenti partecipanti: i poeti Luigi Barberio, Teresa Celestino, Clara Condello, Sonia Impala’, Patrizia Pipino, Rossana Rossomando, Antonietta Siviglia, Francesca Triolo. Gli artisti: Francesca Avenoso, Cristina Benedetto, Patrizia Crupi, Manuela Lugarà, Rossella Marra, Francesca Perina, Tina Nicolò, Wanda Simone.

 

 

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