Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha partecipato, a Limbadi, all’inaugurazione della nuova caserma dei carabinieri in un bene confiscato alla ‘ndrangheta.
“Ogni bene confiscato che torna a vivere è un simbolo di riscatto, un esempio concreto di come la legalità abbia avuto l’ultima parola sul crimine organizzato”, ha dichiarato il ministro.
“C’è un impegno corale di questo Governo – ha aggiunto – sul tema del contrasto alla criminalità organizzata. Basti pensare che da due anni e mezzo a questa parte sono stati arrestati 95 latitanti di cui 29 appartenenti proprio alla ‘ndrangheta. Numerose sono state le operazioni di polizia. Sono stati sequestrati alle mafie beni per circa 3 miliardi di euro, di cui oltre 700 milioni alla ‘ndrangheta, Sono inoltre stati confiscati beni per un valore di oltre 2 miliardi e 200 milioni di euro di cui 680 milioni della ‘ndrangheta”.
“Riappropriarsi di ciò che le consorterie hanno sottratto con la violenza e l’intimidazione, anche ambigua e silenziosa – ha aggiunto il ministro – rappresenta una straordinaria opportunità per la rinascita dei territori e delle comunità dove sono collocati. Oggi lo Stato, con questa cerimonia, festeggia il risultato in un’importante battaglia dimostrando ancora una volta che la lotta alla criminalità organizzata rappresenta un’assoluta priorità per tutti noi, e ciò anche con una strategia che intende valorizzare proprio i beni confiscati, impiegandoli in nuovi progetti a favore dei beni comuni. La nuova sede della stazione dei Carabinieri attesta e conferma l’attenzione di tutte le istituzioni coinvolte in un progetto comune nei confronti delle politiche di sicurezza che sicuramente passano anche attraverso strutture idonee e risorse a disposizione degli stessi operatori. Il governo è consapevole che un territorio in mano alla mafia non è libero, i suoi cittadini non sono liberi perché le loro scelte sono sempre influenzate da forme di condizionamento sia esso palese o subdolo”.
“Le mafie – ha detto Piantedosi – impoveriscono i territori e i paesi in cui operano e a trarne beneficio economico sono solo quei pochi coinvolti nel circuito criminale che prosperano e si arricchiscono a discapito della collettività. La risposta passa anche attraverso presidi di sicurezza che contribuiscano ad accrescere nei cittadini la forza di contrastare ogni forma di condizionamento”.
Occhiuto: ” ‘Ndrangheta investe altrove, ma in Calabria lo stigma”
“La ‘ndrangheta ha fatto un danno straordinario a questa regione.Ora investe soprattutto fuori dalla Calabria, in Lombardia, in Veneto, in Germania. Però a noi poi resta lo stigma della regione dove la ‘ndrangheta ha le proprie radici. La Calabria non è solo questo”. A dirlo il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, presente alla cerimonia di inaugurazione della nuova caserma dei carabinieri di Limbadi, ala quale, oltre Piantedosi, hanno partecipato il comandante generale dell’Arma Salvatore Luongo, della sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro, della presidente della Commissione antimafia Chiara Colosimo e il sindaco Pantaleone Mercuri.
“La Calabria – ha aggiunto Occhiuto – è fatta di imprenditori come Callipo, come quelli che producono l’Amaro del Capo, è fatta di eccellenze come le università che si segnalano come le prime in Italia. Però, purtroppo, è fatta anche di una ‘ndrangheta ancora molto pervasiva. Ha creato un danno culturale perché ha abituato a pensare che la ‘ndrangheta fosse più forte dello Stato. Oggi lo Stato qui dimostra di essere più presente e più forte della ‘ndrangheta. Grazie anche al supporto del ministro Piantedosi abbiamo deciso di investire 44 milioni di euro per l’utilizzo a fini sociali e per l’utilizzo ai fini di presidi della legalità dei beni confiscati. Abbiamo stipulato un protocollo, anche grazie all’intelligente azione di supporto della sottosegretaria Ferro, e questo protocollo ha consentito di dimostrare ai calabresi ma soprattutto alla ‘ndrangheta che quello che la ‘ndrangheta costruisce lo Stato prende e lo mette a disposizione dei calabresi per fini sociali o per garantire legalità”.
“Vorrei rivolgere un ringraziamento – ha detto il governatore – alle persone più importanti che oggi sono qui in questo bellissimo anfiteatro: ai ragazzi, agli studenti che hanno colorato con i colori dell’Italia questi spalti e che sono qui a festeggiare questa bella giornata. Oggi è una festa della comunità di Limbadi e sono felice che questi giovani siano qui, a dimostrare che la Calabria può vincere rispetto alla ‘ndrangheta se trova la forza di educare i più giovani ad avere un rapporto diverso verso i poteri criminali. A cominciare dal pensare che la ‘ndrangheta non è fatta di persone d’onore. La ‘ndrangheta è fatta di persone senza onore, di persone che hanno disonorato molta parte della Calabria, hanno attaccato questo stigma alla nostra regione. Quindi siate orgogliosi di come siete, della vostra gioia oggi ad essere qui. Siate orgogliosi perché voi potete costruire davvero il futuro di una regione bellissima, straordinaria, che purtroppo non si è sviluppata come poteva per i poteri criminali, perché c’è stata una miopia anche degli uomini della Istituzioni e da parte dei governi nazionali che hanno pensato che siccome in Calabria c’era la ‘ndrangheta nulla si poteva fare”.
“La ‘ndrangheta – ha concluso Occhiuto – non deve diventare un’alibi. La Calabria è una regione che ha tantissime risorse, a cominciare dai suoi giovani più straordinari”.
Generale Luongo: “Nuova caserma rinnova rapporto fiducia con cittadini”
“L’ inaugurazione di una nuova caserma costituisce un evento di alto valore etico, perché rinnova il rapporto di vicinanza e di fiducia che lega i carabinieri alle sue genti. Un rapporto che è fatto di tante cose, ma principalmente di quella attitudine ad essere vicini, a sentirsi parte di una comunità. Comunità che oggi è emblematicamente rappresentate da tantissimi cittadini ma ancor di più da questi ragazzi che rappresentano il futuro, ciò che l’Italia dovrà essere. Grazie oggi per essere qui. Noi impegneremo a fare di tutto perché avrete sempre un’opportunità di crescita nella vostra comunità”. Lo ha detto il comandante generale dei Carabinieri Salvatore Luongo.
“Le stazioni carabinieri – ha aggiunto – sono l’espressione più genuina della vocazione di vicinanza ai cittadini dalla quale deriva una funzione insostituibile di protezione, di rassicurazione e di solidarietà Io li considererò luoghi di accoglienza, di ascolto, di inclusione, dove spesso una parola di conforto di fronte ai problemi della vita quotidiana o anche solo una mano tesa fanno la differenza. Si tratta di una missione che acquista maggior valore nei territori come questo, che conoscono la piaga più agguerrita della criminalità organizzata e dove lo Stato non può limitarsi a esercitare un potere esclusivamente repressivo, ma è chiamato a trasmettere fiducia ai cittadini onesti, e ce ne sono tanti, pronti a stravolgere una relazione che li offende”.
“Noi – ha detto Luongo – destiniamo alla collettività un immobile sottratto alla criminalità organizzata. Un atto importante in cui lo Stato si rifà e prende quello che gli è stato tolto. Le consorterie criminali di tipo mafioso condizionano lo sviluppo dei sistemi, incidono sul funzionamento degli apparati pubblici e ostacolano la libera crescita sociale ed economica. Da tempo la logica ‘ndranghetista ha superato la violenza. La criminalità è meno sanguinaria ma più pervicace e determinata ad affermarsi come soggetto economico, capace di interagire con imprenditori e professionisti. Questo è quello che noi dobbiamo guardare, è l’impegno maggiore a cui tendere per evitare che questi legami possono andare avanti. L’individuazione e l’acquisizione di beni appartenenti ai patrimoni illecitamente accumulati è parte integrante della strategia di contrasto dell’Arma dei carabinieri, ha un impatto sulla vita di tutti i giorni, io direi irrompente. C’è una volontà concreta e risoluta di riconvertire in presidi di legalità luoghi evocativi di un potere criminale”, ha concluso il Generale Luongo.
(Crediti Ministero dell’Interno)