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Carcere di Reggio: agente penitenziario aggredito da due detenuti

L'ASPPE denuncia l'aggressione, da parte di due detenuti, di un agente, in seguito al rifiuto di introdurre cellulari in cambio di denaro

di Sebastiano Plutino

Un agente di Polizia Penitenziaria Casa Circondariale di “Panzera” di Reggio è stato aggredito da due detenuti, entrambi di origine napoletana in seguito al suo rifiuto di introdurre clandestinamente un telefonino in cambio di denaro.

A denunciarlo è la Segreteria Regionale dell’Associazione Sindacale Polizia Penitenziaria (ASPPE) prende atto con profonda preoccupazione del grave episodio verificatosi presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria – Panzera.
«Condanniamo con la massima fermezza l’aggressione subita: si tratta di un episodio inaccettabile e gravissimo, che conferma quanto il personale di Polizia Penitenziaria sia esposto a gravi rischi nell’esercizio delle proprie funzioni. Tali comportamenti antidemocratici e criminosi non possono essere tollerati. La nostra Organizzazione sindacale ribadisce che chiunque aggredisca un agente in servizio commette un reato gravissimo, aggravato dalla particolare funzione pubblica svolta dalla vittima, e dovrà rispondere di fronte alla legge per i suoi gesti.
Chiediamo con urgenza maggiori tutele e livelli di sicurezza per tutto il personale penitenziario l’ASPPE sollecita altresì un rafforzamento degli organici del Corpo di Polizia Penitenziaria, affinché vi siano sempre più agenti in grado di intervenire tempestivamente in caso di emergenza.
Occorre garantire dotazioni adeguate di dispositivi di protezione individuale e prevedere formazione specifica sul contrasto alle aggressioni, in modo da preparare il personale a situazioni di pericolo. Queste misure non sono più rinviabili se si vuole proteggere concretamente chi ogni giorno opera dentro le carceri per difendere l’interesse pubblico.
All’Amministrazione Penitenziaria rivolgiamo un accorato invito a intervenire con decisione e trasparenza su quanto accaduto. È fondamentale che le Autorità competenti adottino provvedimenti immediati per ripristinare la legalità e la serenità all’interno della struttura carceraria coinvolta. La gestione degli istituti penitenziari deve essere improntata al rispetto delle leggi, delle regole interne e alla trasparenza operativa: solo così si possono evitare fenomeni di collusione o di illegalità come quello emerso in questo caso. L’ASPPE ricorda che il dialogo e la collaborazione fra il personale di polizia e l’Amministrazione devono essere fondati sul pieno rispetto delle procedure e sulla certezza che chiunque violi le regole, in qualsiasi posizione si trovi, sarà tempestivamente sanzionato.
L’Associazione Sindacale Polizia Penitenziaria (ASPPE) ribadisce infine l’importanza della solidarietà interna: gli agenti devono sentire la vicinanza delle Istituzioni e del sindacato ogni volta che rischiano la propria incolumità. Siamo determinati a continuare la nostra azione sindacale per garantire massima attenzione alla sicurezza in carcere e ci auguriamo che fatti simili non abbiano più a ripetersi», scrive il Sindacato ASPPE in una nota.

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