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Palazzo San Giorgio: il Consigliere Ripepi interviene duramente sui cambi ai vertici delle società partecipate

"Il tiranno Falcomatà vuole epurare tutti coloro che non lo hanno votato. Spregiudicato uso personale della cosa pubblica”

di redazione
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«Quando la democrazia si piega al volere di un solo uomo, il passo successivo è sempre la tirannia. E a Reggio Calabria, purtroppo, quel passo sembra essere già stato compiuto.» esordisce così il Consigliere comunale Massimo Ripepi, Presidente della Commissione Controllo e Garanzia del Comune di Reggio Calabria.

«Con atto del 16 ottobre 2025, Falcomatà ha, infatti, deciso di riaprire i termini per la presentazione delle candidature dei rappresentanti del Comune e del Consiglio comunale presso Enti, Aziende, Istituzioni e Società partecipate. Un’operazione che, dietro il velo della trasparenza amministrativa, nasconde una manovra di ben altra natura: un vero e proprio repulisti politico, un’epurazione studiata a tavolino per cacciare chi non lo ha votato e premiare i capi elettori che lo hanno sostenuto.»

«In genere, quando si decide di cambiare i vertici delle società del Comune, si parte da un’analisi dei risultati concreti ottenuti dalle aziende gestite dai manager, valutandone le performance e l’efficacia nella gestione. In questo caso, invece, l’unico risultato che il Sindaco sembra prendere in considerazione è il contributo che i manager o gli uomini da lui stesso inseriti nei vari consigli di amministrazione hanno dato alla sua campagna elettorale, trasformando la competenza in un criterio secondario rispetto alla fedeltà politica.»

«Forse Falcomatà crede che la casa comunale sia diventata la sua agenzia di collocamento personale, dove si assume solo chi gli ha fatto campagna elettorale. Ma qualcuno dovrebbe ricordargli che il Comune di Reggio Calabria è un’istituzione pubblica, non il comitato elettorale permanente del Sindaco. E che il potere, quando è esercitato in modo spregiudicato, diventa un boomerang».

 

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