Articolo di: Giuseppe Rotilio – Postulatore della Causa di Beatificazione e Canonizzazione
Il 29 Ottobre del 1950, il Card. Siri nella Cattedrale di Genova, consacrava Mons. Ferro Arcivescovo di Reggio Calabria. Il prossimo 11 marzo 2026, nel Giardino dei Giusti dell’Umanità di tutto il mondo al Monte Stella di Milano, l’Associazione per il Giardino dei Giusti Fondazione Gariwo, Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Comune di Milano, Mons. Ferro sarà annoverato tra i “Giusti della società civile 2026” assieme a Martin Luther King, Piero Calamandrei ed altri.
Oggi, 29 ottobre, ricorre il 75° anniversario dell’Ordinazione episcopale del Venerabile Servo di Dio Arcivescovo Giovanni. All’età di 49 anni, il 14 settembre del 1950 quando era parroco della Maddalena in Genova, veniva eletto Arcivescovo di Reggio Calabria e Vescovo di Bova. Il successivo 29 ottobre del 1950, dal Cardinale Giuseppe Siri Arcivescovo di Genova, veniva nella Cattedrale di San Lorenzo consacrato Arcivescovo di Reggio Calabria.
In quella circostanza, ci ricordano le cronache che, sia la comunità somasca, che seppur “nella gioia generale, non manca una punta di acuto rimpianto per il vuoto che Mons. Ferro lascia e non sarà facilmente ne in breve tempo colmato,” come anche nella comunità parrocchiale della Maddalena di Genova, hanno vissuto un certo disorientamento perché a motivo del trasferimento nella città di Reggio Calabria, non avrebbero più potuto godere dell’opera del Padre Ferro riconosciuto da tutti come “autentico maestro di vita”.
Nella sua parrocchia infatti, aveva fondato il “servizio della carità”: una esperienza, innovativa in quel tempo anche per Genova, che ha potuto sperimentare, che il loro parroco non aveva limiti nel farsi e donarsi tutto a tutti.
Anche il popolo di Reggio, ben presto, ha potuto constatare nel suo Arcivescovo quali furono le sue preoccupazioni pastorali: la santità della vita ecclesiale, l’amore verso i giovani, la condivisone delle situazioni di povertà, la guida sollecita per la formazione del clero e del laicato. Poveri e malati costituivano la sua insonnia pastorale; Mons. Ferro stendeva la mano alle famiglie meno abbienti, donando tutto quello che riceveva e accogliendo tutti coloro, soprattutto gente umile e bisognosa, che sapeva di poter contare sulla grandezza del suo cuore.
E’ noto infatti che egli sentiva e viveva una carità che non era filantropismo, ma era modellata sull’esempio di Gesù.
L’allora Padre Ferro, per naturale riservatezza e discrezione non ha mai fatto riferimento all’opera svolta come Rettore dal 1931 al 1945 del collegio Gallio di Como, nei giorni drammatici della fine del regime fascista.
Tuttavia, come riporta il vaticanista Sergio Accattoli, nel periodico Il Regno (2009), “ Giovanni Ferro come un giusto inerme ..” è presentata la testimonianza dell’ebreo Roberto Furcht che fu accolto da Padre Ferro nel collegio Gallio “durante l’occupazione nazista, e al quale debbo la salvezza della vita”.
Oggi, su proposta del figlio prof. Andrea Furcht, l’assemblea dell’Associazione per il Giardino dei Giusti di Milano – composta da Fondazione Gariwo, Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Comune di Milano – che ha scelto anche il tema per le celebrazioni della Giornata dei Giusti dell’Umanità 2026: “I Giusti per la democrazia. Dialogo e non violenza per costruire la pace”, annovera anche il nostro Venerabile Arcivescovo Giovanni che sarà onorato nella solenne cerimonia annuale tra i Giusti della Società Civile 2026, e che si terrà l’11 marzo 2026 nel Giardino dei Giusti dell’Umanità di tutto il mondo, al Monte Stella di Milano.
Le personalità sono scelte sulla base di proposte e segnalazioni provenienti dalla società civile, associazioni, studiosi e cittadini. Insieme al Venerabile Giovanni Ferro, per il 2026 hanno ottenuto il riconoscimento, tra gli altri, il padre costituente Piero Calamandrei; il leader negli Usa del movimento per i diritti civili degli afroamericani Martin Luther King; l’attivista di Israele che si è battuta per i diritti delle donne e per la pace in Medio Oriente Vivian Silver; l’attivista per la pace in Palestina fondatrice di Women of the Sun Reem Al-Hajajreh; l’attivista russa incarcerata per aver diffuso notizie sulla guerra in Ucraina Aleksandra Skochilenko.
Con loro ulteriori 8 personalità tra rappresentanti del mondo cattolico, esponenti civili e militari che si sono distinti durante la Resistenza e attivisti internazionali per la pace.
E’ lo stesso figlio Andrea che racconta nella “Storia della Furcht”:“Mio padre – afferma – fu sorpreso dall’armistizio del 8 settembre 1943 a Cittiglio, dove era sfollato. Sfuggito quasi miracolosamente a un rastrellamento delle SS, è stato salvato da padre Giovanni Ferro, che lo ospitò, a rischio della propria vita, sotto falso nome. Di quest’episodio ho conoscenza, così come mia sorella Elisabetta, tramite i racconti di mio padre e soprattutto di mia nonna”.
Dopo il Decreto di papa Francesco, che ha dichiarato l’Arcivescovo Giovanni Venerabile – cioè ha riconosciuto che durante la sua vita, ha esercitato le virtù Teologali e Cardinali in maniera eroica – la Causa di Beatificazione e Canonizzazione è nella c.d. “fase romana”, cioè davanti ad Dicastero delle Cause dei Santi, dove in precedenza furono portate tutte le documentazioni raccolte nel processo diocesano, ed attende dal Signore, dopo un ulteriore processo canonico, il riconoscimento di un miracolo per intercessione del Venerabile, affinché possa essere proclamato Beato. E’pertanto quanto mai necessario pregare, invocando, singolarmente e come comunità parrocchiali, l’intercessione del nostro Venerabile Giovanni, specialmente quando qualche ammalato versi in uno stato di gravità. Siamo certi che il Signore non mancherà di esaudire, nei tempi e nei modi che Egli vorrà, il riconoscimento – da parte della Chiesa – del richiesto miracolo di questo amato e mai dimenticato Arcivescovo reggino.