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Legambiente RC attacca l’Amministrazione per la gara di Supermarecross svolta sul Lungomare di Catona

"La spiaggia non è una pista, ma un patrimonio naturale raro e fragile da tutelare e rispettare tutto l’anno", scrive Legambiente RC

di redazione
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Nei giorni scorsi sul lungomare di Catona, in un’area a ridosso della Zona Speciale di Conservazione (ZSC) “Spiaggia di Catona” istituita proprio per tutelare habitat costieri e specie di interesse comunitario, si è svolta una gara di motocross autorizzata dal Comune di Reggio Calabria.
Ci congratuliamo con gli organizzatori e gli appassionati per la passione e l’impegno organizzativo. È stato un momento di passione sportiva e aggregazione, ma riteniamo debba divenire un’occasione importante per riflettere su aspetti che continuano a rimanere invisibili agli occhi dei più: l’impatto che simili attività producono su uno degli ecosistemi più rari e delicati del territorio reggino, l’arenile sabbioso e le dune costiere.
Il quadro nazionale ci restituisce una situazione molto delicata: le coste sabbiose in Italia corrispondono soltanto allo 0,04% (circa 120kmq, dato ISPRA) dell’intero territorio nazionale (circa 301.340 kmq, dati ISTAT e IGM), una quota molto consistente delle dune costiere italiane risulta in stato di conservazione “inadeguato” (il 40%) e in stato di conservazione “cattivo” (il 46,7%, dati ISPRA) e circa il 20% delle spiagge italiane oggi presenti, a causa dell’innalzamento del livello dei mari, potrebbe essere “sommerso” o fortemente compromesso entro il 2050 se non si interviene con adeguate azioni di gestione/adattamento ai cambiamenti climatici.
Le spiagge non sono cumuli di sabbia da cantiere. Sono habitat vivi, regolati da processi naturali complessi che permettono la rigenerazione del litorale, la protezione dalle mareggiate e l’esistenza di specie vegetali e animali uniche del nostro Mediterraneo. La loro integrità ecologica è gravemente compromessa dall’uso di mezzi meccanici e dal transito di veicoli, anche quando l’intervento è temporaneo e autorizzato.
Anche in autunno, infatti, quando la spiaggia a molti appare “vuota”, sotto la sabbia continuano a vivere:
– le radici delle piante psammofile (Ammophila arenariaEryngium maritimumElymus farctus), fondamentali per trattenere i granelli di sabbia e formare le dune;
– i semi appena germinati di piante annuali come Cakile maritima e Salsola kali;
– la microfauna interstiziale, minuscoli crostacei e insetti che mantengono pulita e ossigenata la sabbia;
– e le dune embrionali, che proprio tra l’autunno e l’inverno iniziano a ricostruirsi grazie all’azione del vento.
La movimentazione e trasformazione con i mezzi meccanici prima e il successivo passaggio di motociclette su questo habitat provoca danni che in tanti non vedono, ma che durano mesi o anni: compattamento del suolodistruzione delle radici e dei semialterazione della formazione delle dune e aumento del rischio di erosione costiera durante le mareggiate invernali e primaverili.
La sistemazione della spiaggia con il “semplice” livellamento della sabbia dopo l’evento non ripristina minimamente la complessità ecologica profondamente alterata.
Per questo motivo, invitiamo l’Amministrazione e la cittadinanza a riflettere sulla necessità di conciliare lo sport e il rispetto di habitat rari e delicatissimi. Le attività motoristiche sono pienamente legittime e meritevoli di sostegno nei luoghi idonei e autorizzati, dove non si compromette un bene ambientale pubblico raro, fragile e insostituibile come la spiaggia.
Alcune condotte che avvengono sulla spiaggia, come sosta e transito di veicoli sull’arenile, rimessaggio di imbarcazioni, abbandono di rifiuti (anche piccole quantità), scarico di reflui e altre sostanze inquinanti, danni a habitat e a specie tutelate, etc. sono già oggi vietate e comportano sanzioni amministrative e/o penali. E non si tratta di banali “tecnicalità”: questi divieti traducono in diritto la protezione di un bene raro e inalienabile (il demanio marittimo e i suoi valori naturali).
Cosa ci aspettiamo dall’Amministrazione comunale, come associazione che ha a cuore, tutto l’anno, la custodia del territorio, degli habitat costieri e delle comunità che li abitano:
  • che realizzi azioni di ripristino (rimozione detriti, de-compattazione mirata, piantumazione di specie psammofile) e renda pubblico il piano di ripristino ambientale del litorale di Catona;
  • che, per il futuro, autorizzi le manifestazioni motorizzate solo in aree a questo sport espressamente dedicate (aree sportive attrezzate, circuiti autorizzati), per evitare il danneggiamento dei fragili habitat costieri;
  • che i cittadini vengano informati su cosa e perché è e non è permesso su arenili e dune, con sanzioni efficaci e rese note per scoraggiare comportamenti frequenti ma illeciti e significativamente dannosi (sosta in spiaggia, rimessaggio abusivo, abbandono rifiuti, scarichi abusivi).
Perché proteggere le spiagge significa proteggere la bellezza, la sicurezza e la vivibilità delle nostre coste: un bene raro e fragilissimo che va tutelato sempre con regole chiare, controlli e responsabilità condivise, a partire innanzitutto dall’operato delle pubbliche amministrazioni.

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