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L’Arch. Postorino interviene sull’ Ex Monastero della Visitazione

Pubblichiamo la riflessione della Responsabile Dipartimento Urbanistica e Pianificazione della Città Coordinamento Grande Città FI RC

di Sebastiano Plutino
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Pubblichiamo la riflessione della Responsabile Dipartimento Urbanistica e Pianificazione della Città Coordinamento Grande Città FI RC, Architetto Antonella Postorino: “In tempi di grandi “annunciazioni”, non poteva mancare all’appello il Museo Civico dell’ex Monastero della Visitazione, un’epopea fatta di promesse, rinvii e “aperture imminenti” che, per restare in tema, si moltiplicano più rapidamente “dei pani e dei pesci”.

Basta una passeggiata in via Reggio Campi per capire che l’opera non è ancora stata consegnata alla città e che il cantiere giace in silenzio a giudicare dai ciuffi di verde spontaneo cresciuto ai suoi margini. Sorge allora spontanea la domanda: “Quando potremo finalmente assistere alla tanto attesa (e più volte proclamata) apertura del polo museale?”

Le numerose notizie susseguitesi tra il 2017 e il 2024, tra dichiarazioni ufficiali, conferenze e articoli, raccontano un continuo alternarsi di promesse e rinvii. Nel 2023, addirittura, si parlava di un’inaugurazione imminente, questione di giorni. Eppure, tra un “quasi finito” e un “quasi aperto”, siamo ancora qui, a contemplare i sigilli del cantiere come reliquie di un’opera mai completata.

 

Un po’ di storia

Il Monastero di Santa Maria della Visitazione di Reggio Calabria nacque dal sogno delle sorelle Angela, Flavia e Virginia Musitano, animate dal desiderio di consacrare la propria vita all’Ordine fondato da San Francesco di Sales. Guidate da Monsignor Stefano Morabito, Vescovo di Bova, le tre sorelle intrapresero un intenso cammino spirituale che le condusse verso una vocazione profonda e totalizzante.

Nel corso dei secoli, la comunità della Visitazione cambiò più volte sede. Dell’edificio originario — risalente alla seconda metà del Settecento e situato nell’area dell’attuale Piazza Italia — non rimane alcuna traccia poichè fu completamente distrutto dal terremoto del 1908.

La nuova sede, edificata nella seconda metà dell’Ottocento sulla Collina del Salvatore, lungo via Reggio Campi, rimase attiva fino al 2005, anno in cui le suore si trasferirono nel moderno Monastero della Visitazione sorto ai Campi di San Nicola di Ortì.

Con il trasferimento della comunità religiosa, il complesso di via Reggio Campi chiuse le sue porte su un lungo capitolo di vita spirituale. Da allora, l’edificio è entrato nei programmi istituzionali con l’obiettivo di restituire alla città uno dei suoi luoghi più significativi, custode silenzioso di fede, storia e memoria collettiva di Reggio Calabria.

 

Da Monastero a Museo Civico: il cantiere è fermo e la città resta in attesa.

L’ex Monastero della Visitazione, con la sua posizione dominante nella parte alta di Reggio Calabria, è uno dei complessi monumentali più suggestivi della città, dal forte valore architettonico e urbanistico. Il collegamento con il centro avviene attraverso la Scalinata Monumentale della Giudecca e un ascensore urbano – ancora in attesa di completamento – che dovrebbe connettersi al tapis roulant e quindi alla parte bassa della città.

Il progetto prevede il restauro della struttura ottocentesca e la sua trasformazione in un centro polifunzionale dedicato all’arte e alla cultura, con una nuova Pinacoteca, un Museo Civico e ampie sale per conferenze e incontri.

Inserito tra le opere strategiche dei PISU (Progetti Integrati di Sviluppo Urbano) del POR Calabria FESR 2007/2013, il progetto avviato già in epoca pre-commissariale – ha ottenuto un finanziamento complessivo di 4,7 milioni di euro, tra fondi comunitari e risorse del Decreto Reggio.

I lavori, iniziati nel 2017, hanno però subito numerosi stop tra il 2019 e il 2022. Successivamente, nel 2022, il Settore Lavori Pubblici ha approvato il Piano di Sviluppo e Coesione della Metrocity di Reggio Calabria, garantendo il completamento dell’opera grazie a ulteriori 2,85 milioni di euro

A dicembre 2023, con l’approvazione del progetto definitivo degli allestimenti e arredi, e un intervento aggiuntivo di 500 mila euro finanziato dal POR FESR/FSE, si annunciava il raggiungimento del 90% dei lavori e l’imminente apertura.
Eppure, ancora oggi, nulla è accaduto: il cantiere è fermo, e la città resta in attesa.

 

Aspetti da non sottovalutare

Ci si dimentica troppo spesso che i cantieri infiniti non solo costano di più, ma producono anche obsolescenza tecnologica e fenomeni di degrado materico. Le norme cambiano, le tecnologie evolvono, e ciò che era innovativo rischia di diventare superato prima ancora di essere utilizzato.

Nel frattempo, gli spazi restaurati ma inutilizzati si deteriorano: intonaci che si sfogliano, impianti che si ossidano, strutture che “invecchiano” per assenza di manutenzione.

Così, un cantiere prolungato finisce per generare diseconomie e paradossi, molto spesso si arriva al punto di “risanare il cantiere” invece di completare l’opera.

Un destino che il Museo Civico dell’ex Monastero della Visitazione non merita, e che la città non può più permettersi.

 

Considerazioni sulle 14 Colonne di Tresoldi

Vale la pena soffermarsi sulle celebri colonne di Edoardo Tresoldi. Non può infatti passare inosservato che, all’interno di un cantiere ancora “incompleto” nell’area del chiostro, siano state installate ben 14 colonne metalliche dell’artista, le quali — insieme alle 46 collocate sul Lungomare — fanno parte del progetto Opera, commissionato dal Comune nel 2020.

Si tratta, in realtà, delle colonne “eccedenti”, mai montate nel sito originariamente previsto a causa di una serie di errori di valutazione. Per evitare imbarazzi e giustificare la loro presenza, si è deciso di collocarle nel museo, trasformando così un imprevisto logistico in un gesto apparentemente culturale.

Una scelta funzionale, certo, ma che finisce per svuotare l’opera del suo valore artistico e concettuale. Se si fosse voluto realizzare un secondo intervento di Tresoldi, sarebbe bastato commissionarlo ex novo, senza ricorrere a un semplice “copia-incolla”. Peccato: la città ha perso un’occasione per valorizzare davvero l’arte contemporanea, mentre l’artista stesso vede inevitabilmente diluito il significato della propria creazione — sebbene la commissione, va detto, fosse già generosamente remunerata.

 

Cosa manca ancora per restituire vita a questo luogo?

I cittadini non chiedono solo aggiornamenti sull’avvio, il riavvio o l’ennesimo annuncio dei lavori, essi chiedono certezze, chiedono di sapere quando potranno finalmente visitare ciò che da anni viene promesso.

Se l’opera è terminata – come sembra, osservandola dall’esterno – perché non renderla subito fruibile ai visitatori? Perché non condividere con la comunità il contenuto delle sue sale,, dando così senso e ruolo concreto anche al comitato scientifico confezionato per l’occasione? Perché non valorizzare la presenza dei turisti e delle scuole, offrendo loro la possibilità di conoscere il nostro patrimonio culturale? Cosa manca ancora per restituire vita a questo luogo?

Le ultime notizie risalgono al gennaio 2024, poi il silenzio. Quasi due anni di immobilismo e di comunicazione assente, che rendono il Museo Civico dell’ex Monastero della Visitazione il simbolo di un’attesa infinita, di lavori senza fine, di promesse sospese. Ogni annuncio diventa titolo, ma l’apertura resta sempre fuori scena.

La storia insegna che, a volte, il tempo logora entusiasmo, risorse e speranze, lasciando dietro di sé solo cantieri fermi e colonne “riciclate”. Così ogni dichiarazione si trasforma in passerella e la fine dell’opera, ancora una volta, resta dietro le quinte.

Un progetto che doveva rappresentare rinascita e cultura rischia invece di diventare l’ennesimo monumento all’incompiuto, minando la fiducia dei cittadini e l’identità stessa della città.”, scrive nel comunicato l’Architetto Antonella Postorino.

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