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Decine di braccianti extracomunitari sfruttati da azienda agricola

A Lamezia un'azienda agricola sottoposta a controllo giudiziario per sfruttamento di decine di lavoratori extracomunitari

di Sebastiano Plutino

Grave operazione giudiziaria contro il caporalato, nel lamentino. Un provvedimento di controllo giudiziario, nei confronti d’una società agricola, dei suoi amministratori e di alcuni suoi dipendenti, indagati per sfruttamento del lavoro ai danni di numerosi braccianti, è stato emesso dal Gip di Lamezia Terme. Non ancora nota la denominazione della società ricevente del provvedimento, quel che è noto è che svolge l’attività nel lamentino ed in tutto il territorio nazionale. La misura giudiziaria è stata richiesta dalla Procura della Repubblica di Lamezia, al termine dell’indagine svolta dai Carabinieri, dopo un’ispezione fatta dentro l’azienda dagli agenti dell’Ispettorato Nazionale del lavoro e del Nucleo ispettorato del lavoro dell’Arma di Catanzaro, ed è stato eseguito dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Lamezia Terme insieme al Nucleo carabinieri Ispettorato del lavoro di Catanzaro. Ipotesi accusatoria che si basa anche sulla denuncia presentata da tre braccianti extracomunitari, nella quale avevano denunciato le gravi condizioni di sfruttamento alle quali l’azienda li avrebbe sottoposti e nello specifico: una misera retribuzione, il mancato rispetto della normativa, non solo a tutela della salute, ma anche della sicurezza sui luoghi di lavoro e metodi di sorveglianza. Su queste gravissime accuse sono conseguite indagini investigative approfondite, svolte col prezioso ausilio di intercettazioni telefoniche, ambientali sui posti di lavoro, perquisizioni e sequestri di varia natura, anche di natura informatica, dichiarazioni di dipendenti ed attività di osservazione, pedinamento e controllo ad opera dei carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme ed ispezioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, “hanno consentito di raccogliere – è detto in una nota stampa – significativi elementi e fonti di prova”. Emerge dunque, dalle indagini svolte, un grave quadro accusatorio riguardante la retribuzione, fortemente inadeguata, la totale violazione della legge relativa all’orario di lavoro, la negazione della tutela sanitaria, delle ferie e congedi per malattia, nonchè la violazione della sicurezza ed igiene, oltre metodi di sorveglianza degradanti.

 

 

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