La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura d’infrazione contro l’Italia per non aver applicato correttamente le norme della direttiva Ue destinata a eliminare ritardi eccessivi nei pagamenti di beni e servizi dal parte della pubblica amministrazione.
Nel mirino di Bruxelles sono finite in particolare le disposizioni che consentono alla regione Calabria di effettuare pagamenti nel settore sanitario al di là dei limiti temporali fissati dalla direttiva.
Per Bruxelles, la legge italiana costituisce una violazione della direttiva sui ritardi di pagamento per aver esteso il periodo di pagamento dei debiti delle autorità pubbliche oltre i termini stabiliti dalla direttiva.
Nell’ultimo anno e mezzo, afferma Occhiuto, la regione Calabria ha ridotto notevolmente i tempi dei pagamenti nel settore sanitario.
La procedura di infrazione della Commissione europea nei confronti dell’Italia riguarda una norma già modificata in seguito ad alcuni rilievi sollevati della Corte Costituzionale: i pignoramenti e le procedure esecutive resteranno, dunque, bloccati non più fino al 2025, ma solo fino al 31 dicembre del 2023, una riduzione temporale che comunque non ha impedito alla Regione di chiudere nei tempi previsti il percorso della circolarizzazione del debito, adesso in fase di accertamento e di validazione.
Occhiuto ha infine parlato di due obiettivi a portata di mano da raggiungere nei prossimi mesi: riuscire entro la metà dell’anno ad azzerare il debito accertato, facendo diventare la Calabria una Regione a ‘debito zero’; e chiudere definitivamente i bilanci dell’anno 2022, dando così finalmente un quadro di certezza ai conti sanitari calabresi, attuali e soprattutto futuri.
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