Ci sono anche due ex sindaci di Scilla tra le 19 persone rinviate a giudizio dal Gup distrettuale di Reggio Calabria nell’ambito dell’inchiesta denominata “Nuova linea” sulla cosca Nasone-Gaietti della ‘ndrangheta basata sulle indagini dei carabinieri.
I due ex primi cittadini a giudizio sono i fratelli Gaetano e Pasqualino Ciccone, imputati il primo di traffico di influenze illecite, reato aggravato dal favoreggiamento alla ‘ndrangheta, e il secondo di scambio elettorale politico-mafioso.
Pasqualino Ciccone, in particolare, è accusato di essere stato sostenuto dalla ‘ndrangheta nelle elezioni del 2020, quando è stato eletto sindaco per la seconda volta con il 97,84% dei voti.
Secondo i pm, Ciccone, quale candidato a sindaco, avrebbe accettato da Giuseppe Fulco, ritenuto il boss della cosca Nasone-Gaietti, e dagli altri affiliati del gruppo criminale, secondo quanto é detto nel capo d’imputazione a suo carico, “la promessa di procurare voti, grazie alle capacità d’infiltrazione nel tessuto sociale in cambio della promessa di utilità consistenti, tra l’altro, nel garantire il rilascio di concessioni di beni pubblici o di assicurare altre indebite agevolazioni negli uffici dell’Amministrazione comunale, e, più in generale, della disponibilità a soddisfare interessi ed esigenze dell’anzidetta associazione”.
Il Gup distrettuale, Valerio Trovato, nel disporre il rinvio a giudizio, ha accolto la richiesta del Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e dei sostituti della Dda Walter Ignazitto, Nicola De Caria e Diego Capece Minutolo.