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Anassilaos, incontro sui luoghi di Cassiodoro in Calabria

L'incontro, a cura del Prof.  Domenico Benoci, si terrà il 22 luglio con inizio alle 19,00, presso lo Spazio Open

di Sebastiano Plutino

I luoghi di Cassiodoro in Calabria. Per una ricostruzione topografica della diocesi di Scolacium nella Tarda Antichità” sarà il tema della conversazione promossa dall’Associazione Culturale Anassilaos, che il Prof.  Domenico Benoci , Docente di  Archeologia Cristiana presso l’Università Pontificia Regina Apostolorum e Dottore di Ricerca e collaboratore presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, terrà sabato 22 luglio con inizio alle ore 19,00 presso lo Spazio Open nell’ambito nell’ ambito delle manifestazioni dell’Estate Reggina 2023 realizzate dal Comune di Reggio Calabria. Premio Anassilaos Giovani il Prof. Benoci partecipa attivamente a progetti di ricerca archeologica, valorizzazione e fruizione dei beni culturali con diverse istituzioni, quali la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, l’Istituto Superiore di Scienze del Patrimonio Culturale del CNR, le Università La Sapienza e Roma Tre. Il suo campo di studi comprende l’archeologia tardoantica e cristiana, con particolare attenzione all’epigrafia. La conversazione che egli terrà consentirà di approfondire la figura di una delle personalità più eminenti della tarda antichità, quel Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, uomo politico e letterato la cui esistenza è strettamente alla terra di Calabria dove nacque intorno al 490 d.C. e dove morì intorno al 580. La sua vita pubblica è collegata alla figura di Teodorico di cui  fu nel 507 questore, nel 514 console, e nel 523 magister officiorum, impegnato in una politica volta a conciliare, se non fondere,  Romani e Goti. Le vicende successive della storia dei Giti in terra italiana lo videro vicino ad  Atalarico, consigliere di Amalasunta, di Teodato e Vitige. La riconquista dell’Italia da parte di Giustiniano con il grande generale Belisario mise fine agli ideali di conciliazione tra romanità e germanesimo.  Si ritirò dunque  a Squillace, nei cui dintorni,  a Vivario, fondò quel monastero che grazie alla raccolta di codici e allo  scriptorium costituì una delle poche luci della cultura tardo medievale.

 

 

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