Beni mobili e immobili del valore di alcuni milioni di euro sono stati sequestrati dal Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Vibo Valentia che ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali nei confronti di tre persone, accusate di reati fallimentari e autoriciclaggio, con l’imposizione a loro carico del divieto di esercitare l’attività imprenditoriale per la durata di sei mesi.
I provvedimenti, emessi dal Tribunale su richiesta della Procura vibonese, hanno portato al sequestro dei beni facenti parte del compendio aziendale di una società operante nel settore della cantieristica navale del valore di alcuni milioni di euro, nonché di una somma di quasi 700 mila euro riconducibile alle condotte contestate agli amministratori, quale illecito profitto dei reati commessi.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Vibo Valentia guidata dal procuratore Camillo Falvo, svolte nell’ambito delle attività di contrasto ai reati economici, hanno accertato l’utilizzo dell’impresa per scopi estranei all’interesse sociale con la distrazione dall’attivo aziendale risorse finanziarie pari alla somma sequestrata, distrazione di mezzi, marchio e avviamento a favore di una nuova società, sottraendo il tutto all’esposizione debitoria nei confronti dell’erario per circa 4 milioni di euro e nei confronti dei dipendenti per circa 200 mila euro.
Agli indagati è stato inoltre contestato il reato di autoriciclaggio, perpetrato mediante l’impiego delle somme illecitamente sottratte all’azienda dichiarata fallita allo scopo di investirle nella costituzione della nuova società, priva di debiti, operante nello stesso settore e nei medesimi locali.
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