Si aggira per le strade della città ormai da diversi anni. Appare all’improvviso sui display dei cellulari, viene avvistato in TV e capita di sentirlo perfino in radio… Ovunque si palesi, però, la reazione del pubblico è sempre la stessa: una fragorosa risata.
Questo l’effetto che fa “Sandrino“: uno dei personaggi più celebri interpretati dall’attore comico reggino Pasquale Caprì. Non ne abbiano a male il sindaco Giuseppe Falcomatà, il signor Putortì, il Presidente Gallo o l’ex premier Giuseppe Conte, ma verso Sandrino la città prova un affetto particolare. Forse perché, come lo definisce lo stesso Caprì, è un po’ “la parte genuina di ognuno di noi“, una sorta di io narrante che non sempre si palesa, ma costantemente sussurra alle nostre orecchie i pensieri e le reazioni più sincere.
Un personaggio dal grande potenziale, pronto a fare il grande passo. No, Sandrino non si sposa, ma va al Cinema, e ci va da protagonista. Pronto al debutto nelle sale, infatti, “Sandrino – Il Film“, la cui Prima è stata annunciata per il prossimo 3 maggio e in una location d’eccezione: il Teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria.
Per l’occasione, abbiamo intervistato il regista Lorenzo Amadeo e i protagonisti Pasquale Caprì, Benvenuto Marra e Giorgio Casella.
Un sogno messo in pausa dall’avvento della Pandemia
Sandrino è pronto dietro il sipario, mentre una grande ed emozionante attesa sta logorando il suo protagonista, Pasquale Caprì: “Ci stiamo mettendo anima, corpo, cuore da tre anni… Finalmente il film vede la luce dopo tanti sacrifici: non vediamo l’ora! C’è un po’ di stress, di tensione, di emozione… un mix di sentimenti che si sovrappongono, si intersecano… speriamo che tutto vada bene. Sono moderatamente ottimista, ma non mi sbilancio per quel po’ di scaramanzia che spero mi sia concessa“.
“A causa del Covid sono passati tre anni”, racconta il regista Lorenzo Amadeo. “Il film era quasi pronto a febbraio-marzo 2020, l’uscita era prevista subito dopo Sanremo, poi è scoppiata la pandemia. Ho sempre fatto regia televisiva, diversi corti… questo lo sento come un figlio, soprattutto dopo tanta attesa”.
Alla regia anche Davide Manganaro, che condivide le soddisfazioni e ringrazia tutta la troupe: “Sono felice che il film sia arrivato finalmente al cinema. Credo che il regista Lorenzo Amadeo con il quale ho condiviso la regia, abbia il merito più grande per la riuscita dell’operazione. Non si è mai risparmiato ed ha supportato alacremente tutti noi, sia sul set che in post produzione. Ho avuto il piacere di affiancarlo in questo viaggio artistico che credo avrà un seguito. Pasquale, Benvenuto e Giorgio hanno dimostrato grande serietà professionale sul set. La produttrice Paola Pratticò è stata sempre presente e attenta ad ogni nostra richiesta. Che dire, siamo diventati una grande famiglia. Un caro saluto anche alle maestranze che hanno sopportato tutte le nostre richieste. Spero di non aver dimenticato nessuno, un corale grazie a tutti!”.
Un orgoglio condiviso anche dagli altri due attori co-protagonisti, Benvenuto Marra e Giorgio Casella, che nel film vestono i panni degli zii di Sandrino: due fratelli diametralmente opposti, come spesso accade, accomunati solo dall’amore per il nipote, con due modi totalmente diversi di “guidarlo”. In qualche modo, l’angelo e il diavolo sulle spalle di Sandrino.
“Ancora non mi sembra vero“, dice Marra, da sempre spalla degli sketch di Caprì. “Finché non lo vedrò lì, seduto al Cilea, non mi sembrerà vero. Abbiamo lavorato tantissimo a questo progetto, tutti con diverse funzioni e compiti. Bene o male tutti ci siamo cimentati con cose nuove, adattandoci e divertendoci“.
Mentre Giorgio Casella racconta: “Io ho partecipato come comparsa a diverse fiction sia RAI che MEDIASET, e con piccoli ruoli in un film indipendente che si è girato a Reggio qualche anno fa. Ma qui è diverso: è un film ideato da noi, tante scritture e battute sono state scritte da noi stessi. È un film che abbiamo visto nascere, crescere. Ho potuto seguire il montaggio, insieme a Lorenzo, Pasquale… in questo momento non c’è in me una grandissima emozione, perché probabilmente la avrò il giorno della Prima”.
Sandrino: dal display del cellulare al grande schermo del Cinema
Ma come è nata l’idea di spostare Sandrino dal piccolo display del cellulare, dove la maggior parte di noi l’ha conosciuto, al grande schermo? L’idea pare sia partita dallo stesso Benvenuto Marra, che spiega: “Ho lottato duramente per fare in modo che questo progetto si realizzasse. Ho sempre pensato che Pasquale abbia delle doti che dovrebbero oltrepassare i confini reggini e calabresi, ma per indole sua è restìo. Allora, visto che Maometto non va alla montagna… portiamo la montagna da Maometto”.
Anche Pasquale Caprì ha commentato la transizione del suo Sandrino con tanto entusiasmo e una punta di orgoglio: “È stata la mia soddisfazione più grande. Un personaggio che è nato nei quartieri sud di Reggio, nelle serate di piazza, per strada, sui social, in contesti completamente diversi, vede la luce al Cinema. Proiettarlo in una situazione completamente diversa era inimmaginabile. È il passo che volevamo fare per far sì che Sandrino venga conosciuto da un pubblico più vasto. Forse era il passaggio indispensabile per poi poterlo esportare – speriamo – in diversi luoghi, in diverse regioni, dove già riscuote successo per esempio sui social“.
Ma chi è “Sandrino”? Ci spiega Caprì: “È un ragazzo che, in realtà, ha un’apparente arroganza, un’apparente presunzione, ma nasconde un animo buono. È un personaggio sfortunato, non trionfa, non vince le sue battaglie, anzi: spesso risulta sconfitto nelle situazioni che gli si presentano. Sandrino è un vinto, che non ottiene quello che cerca. È una persona che non è violenta, fa finta di litigare ma poi va al bar perché “u café è pavatu”. Cerca di conquistare le donne a modo suo, con un atteggiamento non galante, ma poi gli danno il benservito. In questo film si fa portatore di temi sociali molto importanti”.
E conclude: “Ci può essere un po’ di “Sandrinismo” in ognuno di noi: in alcuni è il 70%, in altri l’1%. Se tutti lo lasciassimo uscire fuori, probabilmente avremmo continuamente problemi e delusioni, perché è come un bambino che dice sempre la verità. È la parte vera di noi che però tante volte dobbiamo nascondere, per non fare del male”.
Quando il talento stravolge la sceneggiatura, ovvero: come far “impazzire” la regia
Grande orgoglio e soddisfazione condivisa anche dalla regia. Abbiamo interrogato Lorenzo Amadeo sulle fasi più difficili del progetto, e ci ha raccontato: “Una cosa importantissima è che il film è stato girato in 28 giorni, con non-attori, istruiti sul set di volta in volta… a parte i pazzi che cambiavano la sceneggiatura di giorno in giorno (Caprì e Casella, ndr), senza neanche avvisarmi, e mandavano Benvenuto a dirmelo. Abituati agli sketch che si aprono e si concludono, non consideravano quelle battute che fungevano da gancio per scene future. Lì nascevano le incomprensioni, ma alla fine le loro modifiche si rivelavano funzionali“. Chiamato in causa, Casella spiega: “Sono state cambiate alcune cose perché le battute sono state scritte per la maggior parte da me, Pasquale e Benvenuto. Qualcosa è stata cambiata nel set perché non ci sembrava adatta. Fino all’ultimo, non siamo stati “convinti” neanche del finale!“.
Finale che, ci raccontano, è stato realizzato quasi a porte chiuse, alla presenza dei soli soggetti strettamente necessari, in modo atipico rispetto a quanto normalmente accade sui set, allo scopo di preservare il più possibile la sorpresa, anche per gli addetti ai lavori.
E proprio riguardo le tante professionalità coinvolte, sembra invece che la collaborazione non sia stata affatto problematica. Dice Benvenuto Marra: “Gigi Misefari è la voce narrante, Lenzo Malafarina ha curato la colonna sonora, poi Peppe Piromalli, Carlo Belmondo… Abbiamo coinvolto tantissimi amici, tantissimi reggini, anche come comparse o figuranti, come Filippo Genovesi, qualcuno dell’Associazione L’Amaca… tanti che hanno composto questo grande collage“. E aggiunge Amedeo: “È stato fatto tutto all’insegna del divertimento e dell’amicizia, a parte le discussioni che possono nascere in qualunque ambiente lavorativo. Ma è stato un lavoro tranquillo e divertente: abbiamo lavorato in armonia“.
In scena, la vera Reggio Calabria, ma con una parola d’ordine precisa: “Serenità”
Fin dalle prime conferenze stampa, è stato annunciato un mood narrativo ben preciso, all’insegna della serenità, per rompere con tutti quei cliché che normalmente vengono associati a Reggio Calabria nelle sue varie rappresentazioni. In “Sandrino – Il film” non si parla di mafia, di immondizia, e non si fa nessun riferimento ai temi caldi che ogni giorno siamo abituati ad affrontare.
Abbiamo chiesto al cast se non tema il giudizio della critica, che potrebbe accusarli di negazionismo o di voler voltare le spalle ad aspetti così forti del nostro quotidiano con cui conviviamo e dobbiamo fare i conti ogni giorno. Ci rispondono così: “È un film comico… Una cosa che non abbiamo detto è che si tocca anche il sociale: ci sono temi come il bullismo, la droga, la disabilità, che sono altrettanto importanti. Sotto questo punto di vista vediamo un Sandrino diverso da quello che la gente è abituata a vedere dai video. Sono dei temi che faranno riflettere e daranno un certo “quid” al personaggio di Sandrino. Finora Reggio Calabria è stata raccontata sempre nello stesso modo: noi volevamo fare una cosa diversa. Ci occupiamo di comicità, di freschezza, e questo volevamo far vedere“. E concludono: “Ci hanno pensato tutti gli altri a tirare fuori i problemi della città, da cosa è afflitta (le buche, l’immondizia…), le persone già lo sanno. Noi facciamo vedere una faccia che pochissimi hanno fatto vedere“.
Sempre in ottica di promozione del territorio, la produzione ha ottenuto vari patrocini, tra cui quello del Comune di Reggio Calabria e della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Il film è stato girato in diversi ambienti, per “dare spazio alle bellezze di Reggio e non solo“. Alla domanda su quale sia stata, però, la più bella delle location utilizzate, non c’è gara: “Il Lungomare ha un’atmosfera particolare, che si sposa benissimo con la scena che abbiamo girato lì. Bellissima anche Gambarie, con il suo verde, il suo Parco, il Castello Aragonese, il Corso Garibaldi… belle anche le altre location (che non sveliamo per non tradirci sulla trama)… ma il Lungomare le batte tutte“.
Sandrino in viaggio verso un’incognita meta
Tutto pronto, dunque, per il battesimo in sala. Ma cosa si aspetteranno i protagonisti, cosa spereranno per il futuro del film? Gliel’abbiamo chiesto, e ci hanno risposto così: “Il viaggio di Sandrino non ha confini. Potrebbe rimanere circoscritto a Reggio Calabria, come andare ovunque. Vediamo cosa succede“. E rassicurano: “Non c’è un dialetto stretto, è un italiano con qualche battuta in regionale totalmente comprensibile, che lo rende volutamente fruibile in qualunque parte d’Italia“.
Un film per tutti, divertente, positivo, spensierato e a “chilometro zero”, realizzato da un gruppo di persone appassionate e dalle personalità varie ma ben amalgamate, all’interno di un progetto che sta per mostrare a tutta Reggio Calabria i propri frutti. Non resta che acquistare il biglietto (già disponibile in prevendita presso Tabacchi De Carlo, Dolce Sosta, Tabacchi Macheda, Rio Bar e Zanzi Italia), prendere posto in sala e prepararsi a due ore di sano divertimento.