Le celebrazioni prenderanno il via alle 12.30 a Cutro, nella piazza antistante la Chiesa SS. Annunziata, dove avverrà l’inaugurazione della “Glass House” contenente i resti del naufragio di Cutro, l’opera d’arte “Per non dimenticare” dello scultore Antonio La Gamba, il video “Summer Love”.
Anniversario Naufragio di Cutro: un brano di Nicola Piovani in memoria delle vittime
Nicola Piovani ha composto un brano per violino in memoria dei migranti vittime del naufragio di Cutro.
Il brano, intitolato “Il Canto del legno”, sarà eseguito a Cutro il 26 febbraio, primo anniversario del naufragio in cui morirono 94 persone, tra le quali 35 minori.
Il violino con cui sarà eseguito il brano di Piovani é stato realizzato da un gruppo di detenuti del carcere di Opera, a Milano, con i resti di alcune barche utilizzate da migranti sbarcati a Lampedusa.
L’esecuzione del brano di Piovani è una delle iniziative che avranno luogo nel corso della giornata commemorativa promossa dalla Regione Calabria “per rendere omaggio – é detto in un comunicato – alle vittime di questa immane tragedia e rinnovare un profondo sentimento di solidarietà da parte di tutti i cittadini calabresi. Le iniziative hanno anche lo scopo di raccontare, testimoniare e non dimenticare un enorme dramma contemporaneo che ha toccato non solo la Calabria ma l’intero Paese e l’Europa”.
Le celebrazioni prenderanno il via alle 12.30 a Cutro, nella piazza antistante la chiesa della Santissima Annunziata, dove sarà inaugurata la “Glass house” contenente i resti dell’imbarcazione “Summer love” naufragata a Cutro; l’opera d’arte “Per non dimenticare“, realizzata dallo scultore Antonio La Gamba, e sarà presentato un video, promosso dall’assessorato regionale all’Economia e Finanze, che contiene il racconto di Motjaba Rezapourmoghaddam, uno dei sopravvissuti al naufragio, oggi integrato nel tessuto sociale calabrese, oltre ad una serie di fotografie degli effetti personali dei migranti trovati dopo il naufragio.
Sempre lunedì sarà presentato un testo, “Memoria del legno”, scritto da Paolo Rumiz, “per raccontare e testimoniare con la musica e la parola – riferisce ancora la Regione – un’enorme tragedia dei nostri tempi che ha visto il Mediterraneo non più come il mare dell’incontro di culture, ma come cimitero di speranze negate”.