“I ricorsi al Tar sono in aumento, alcune voci come quelle inerenti agli appalti pubblici sono addirittura raddoppiate. Possiamo dire che si ritorna sui livelli prepandemici”.
Lo ha detto, incontrando i giornalisti in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale amministrativo della Calabria, il presidente Giancarlo Pennetti.
“Questo – ha aggiunto – significa che è finita quella fase virtuosa legata anche un po’ alla pandemia che per un verso limitava l’arrivo dei ricorsi e per l’altro offriva strumenti di smaltimento per contrastare l’arretrato. Penso soprattutto alle udienze da remoto finanziate con il Pnrr mediante udienze aggiuntive”.
Il presidente al riguardo ha detto che “purtroppo adesso il Pnrr è concentrato solo sui grandi numeri dei grossi Tar come Milano, Napoli, Catania, Roma e noi non abbiamo potuto, l’anno scorso, approfittarne ancora. Il contenzioso pendente al 31/12/2019 sostanzialmente lo abbiamo eliminato. Restano un centinaio di ricorsi, non di più, che saranno eliminati nel corso dell’anno. La preoccupazione è per il futuro, per il 2020-2021, perché si tratta di masse di ricorsi che aspettano di essere affrontati. Il vero problema di questo Tar è il dato dello scoperto di organico che dovrebbe essere di 12 magistrati e invece è di 8, compresi due presidenti. Ho chiesto al Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, di provvedere, però abbiamo il timore che i grandi numeri di Tar più importanti o l’esigenza di nuove sezioni interne che sono state create in Tar di altre regioni possano nuocerci. Se avessi due magistrati in più subito potrei lavorare molto meglio”.
Quello dello scoperto di organico, ha detto Pennetti, “è un tema che potrebbe sembrare quasi un alibi. A furia di ripetere certe verità si svuotano di senso, ma abbiamo bisogno di più magistrati perché dobbiamo lavorare sulla quantità e sulla qualità. Una giustizia che non può contare su un numero di magistrati adeguato in un territorio in cui la domanda di giustizia c’è, finisce per essere supplita dai poteri anche criminali locali che si inseriscono, a volte su richiesta, per sanare piccole liti, ma questo crea consenso e fiducia a queste organizzazioni”.
Quanto alle domande prevalenti il presidente ha detto: “Siamo stati meno impegnati con le interdittive che sono in decremento. L’impegno maggiore è per gli appalti dei contratti pubblici. Il nuovo codice degli appalti non ha sprigionato tutte quelle energie che ci si aspetta in funzione deflattiva del contenzioso. Abbiamo lavorato ancora sui bandi emanati della normativa previgente, quindi del vecchio codice. Il numero delle domande è elevato. Ci sono anche circa 24 ricorsi riferiti al Pnrr”.
Al primo posto come numero di contenziosi, dunque, ci sono gli appalti pubblici, di servizi e opere pubbliche. Quanto ai settori in cui sono aumentati i ricorsi c’è l’ambito sanitario, stranieri, indirizzo urbanistica, espropriazione per pubblica utilità, ordinanze contingibili e urgenti adottate dai sindaci, il dato nuovo, tuttavia è stato quello degli appalti “la maggior parte dei quali – ha concluso Pennetti – provengono quasi esclusivamente dalla provincia di Cosenza, molto meno le altre province”.