Il messaggio del Sindaco ai ragazzi: “Abbiate rispetto di tutti, ognuno combatte la propria battaglia interiore”
Il primo Cittadino insieme all’Assessora Lucia Nucera ha preso parte all’incontro conclusivo del progetto “Smart – Servizio maltrattanti: ascolto, recupero, trattamento” promosso dal Dipartimento per la Giustizia minorile di comunità del Ministero della Giustizia – Ufficio distrettuale di Esecuzione penale esterna di Reggio Calabria”
Il sindaco Giuseppe Falcomatà e l’assessora comunale al Welfare, Lucia Nucera, sono intervenuti al convegno conclusivo del progetto “Smart – Servizio maltrattanti: ascolto, recupero, trattamento” promosso dal Dipartimento per la Giustizia minorile di comunità del Ministero della Giustizia – Ufficio distrettuale di Esecuzione penale esterna di Reggio Calabria” – rivolto alle scuole per sensibilizzare e prevenire la violenza di genere.
Presso la Sala “Gianni Versace” del Cedir, di fronte a tanti studenti, il sindaco Giuseppe Falcomatà, nel ringraziare il Ministero ed il dipartimento per la Giustizia minorile, ha ricordato «l’impegno che, da anni, l’Ente porta avanti rispetto al tema del contrasto alla violenza e, in particolare, a quella di genere». «Questo progetto – ha detto – è uno dei tasselli che si inserisce in un mosaico più ampio che ha l’obiettivo di far comprendere quanto questi argomenti siano tremendamente attuali. L’errore che spesso facciamo, però, è quello di sentirli distanti, lontani da noi, come se la cosa riguardasse soltanto gli altri: il nostro compagno di scuola, l’amico che viaggia insieme a noi sul bus, l’avversario che incontriamo in una partita di calco, basket o pallavolo. Nel sottovalutare questi aspetti, purtroppo, succede che quella violenza ci arrivi addosso all’improvviso, cogliendoci di sorpresa e impreparati. Quello che dobbiamo comprendere, quindi, è che la violenza e le fragilità di chi la subisce sta intorno a noi e, per questo, ci riguarda».
«Spesso – ha continuato il sindaco rivolgendosi alle studentesse ed agli studenti – queste violenze non sono visibili ai nostri occhi. Ci sono vittime che subiscono i torti di un mondo che li respinge perché, magari, non corrispondono ai canoni di bellezza imposti dai social o hanno diversi orientamenti sessuali. Piano piano, queste violenze subite, generano sempre una maggiore fragilità in chi non ha la forza di reagire o non ha gli strumenti per farlo e, ahimè, le reazioni possono essere anche le più drammatiche. Percorsi come questo progetto, quindi, sono importanti perché ci insegnano a metterci nei panni di chi abbiamo di fronte. Ciò che dobbiamo fare è costruire la giusta empatia con gli altri sapendo che, ognuno di noi, combatte la propria battaglia interiore». «Dobbiamo farlo noi per primi – ha proseguito Falcomatà – che abbiamo l’onore di rappresentare le istituzioni. La violenza, non soltanto verbale, è diventata comune, purtroppo, anche all’interno dei luoghi in cui le istituzioni operano. L’impegno che, anche le istituzioni, devono assumere è quello di tornare a dare l’esempio. Se noi, con il nostro linguaggio e non solo, inneggiamo alla guerra, alla violenza, individuando sempre un nemico, allora è un fallimento per tutti. Il compito della comunità educante, come questo progetto insegna, è lavorare affinché ognuno di noi abbia la cultura di abbracciare i disagi che abbiamo intorno e comportarsi di conseguenza come cittadini degni della comunità che vivono».
Per l’assessora Lucia Nucera, quella del contrasto ad ogni forma di violenza, «è un’attività che vede fortemente impegnata l’amministrazione, soprattutto in un contesto di collaborazione e condivisione dei programmi con le associazioni del territorio specializzate in un settore così delicato e complesso». Dal “Mandela office”, «pronto ad essere riattivato», al protocollo con il carcere che «ha visto diversi detenuti coinvolti in specifici percorsi all’interno dell’amministrazione stessa», l’assessora Nucera ha ribadito «l’attivismo dell’Ente nello stare al fianco dei cittadini sia in forma di sostegno e accompagnamento al superamento del dramma, sia in una funzione rieducativa affinché si eviti la reiterazione di reati speciosi».
«Stiamo lavorando al nuovo Piano di zona – ha affermato, in conclusione, la delegata alle Politiche sociali – rivolgendoci al territorio ed a quanti hanno la volontà di impegnarsi in questo percorso che già riconosce il protagonismo e l’efficienza di associazioni che possono davvero darci indicazioni per avviare nuovi programmi e attività».