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Muore davanti al Morelli: l’uomo si era introdotto in un’abitazione

L'uomo abbandonato al Morelli lunedì mattina è un trentenne di Catania. Probabile rapina in un'abitazione privata, c'è un fermato.

di Sebastiano Plutino

Omicidio e tentato omicidio.

Queste le accuse che la Procura di Reggio Calabria avanza nei confronti di un 48enne reggino sottoposto a fermo, accusato dell‘omicidio Alfio Stancampiano, il catanese di 30 anni abbandonato lunedì nei giardini dell’ospedale Morelli di Reggio Calabria, poco prima di morire e per aver ferito un secondo uomoo, un 46 enne, anche lui di Catania, adesso ricoverato nell’ospedale di Messina.

A meno di 48 ore dal delitto, le indagini della squadra mobile e dei carabinieri hanno consentito al procuratore Giovanni Bombardieri e al sostituto Nunzio De Salvo di delineare il contesto in cui è maturato l’omicidio.

Secondo le ricostruzioni degli investigatori, non si sarebbe trattato di una rapina andata male, ma l’uomo deceduto, il ferito e una terza persona avrebbero tentato un furto in un’abitazione privata a Rosario Valanidi, nella periferia sud di Reggio Calabria.

I due, però, sono stati sorpresi dal proprietario, il soggetto fermato, che ha reagito accoltellando due di loro.
A causa delle condizioni gravi, Alfio Stancampiano è stato accompagnato davanti all’ospedale Morelli dove è morto subito dopo per le ferite riportate, mentre l’altro complice, pure lui accoltellato, dopo aver lasciato l’auto, una Fiat Punto, agli imbarcaderi di Villa San Giovanni, ha traghettato ma è stato costretto a farsi assistere nell’ospedale “Martino” di Messina.

La Procura ha sequestrato l’arma del delitto e l’abitazione in cui si è avvenuto l’omicidio dove i carabinieri del Ris si occuperanno di stabilire la dinamica dell’accoltellamento. È stata sequestrata, inoltre, l’auto trovata a Villa San Giovanni e sono in corso accertamenti da parte del gabinetto di polizia scientifica di Reggio Calabria.

Morto trovato al Morelli: c’è un fermato

C’è un fermato per l’omicidio di Alfio Stancampiano, il trentenne di Catania accoltellato ieri mattina e abbandonato nei giardini dell’ospedale Morelli di Reggio Calabria. L’identità è stata accertata dalla squadra mobile e dai carabinieri che stanno conducendo le indagini coordinate dal procuratore Giovanni Bombardieri e dal sostituto Nunzio De Salvo. La vettura è stata trovata agli imbarcaderi per la Sicilia di Villa San Giovanni.

Secondo la ricostruzione, stavano cercando di rientrare a Catania ma non ci sono riusciti perché anche un altro di loro è rimasto ferito e, a causa delle sue precarie condizioni, è stato costretto al ricovero nell’ospedale Messina dove è vigilato dalle forze di polizia. Proprio in queste ore, gli inquirenti stanno visionando alcune immagini dei sistemi di videosorveglianza che potrebbero fornire alcuni dettagli ed aiutare a risalire ai responsabili dell’omicidio.
È questa l’ipotesi più accreditata sulla quale stanno lavorando gli investigatori che hanno individuato prima l’auto usata per accompagnare la vittima davanti all’ospedale la rapina, una Fiat Punto, e poi hanno rintracciato i due che erano sulla vettura a Messina.

Su disposizione del procuratore Giovanni Bombardieri e del pm Nunzio Di Salvo, la squadra mobile e i carabinieri hanno sottoposto a provvedimento di fermo di indiziato di delitto un uomo sulla cinquantina residente a Rosario Valanidi, un quartiere nella periferia sud della città.

E’ nell’abitazione del fermato, che stando a quanto trapela, è avvenuta la presunta rapina tentata da Stancapiano e da altri due soggetti, gli stessi che a bordo di una Fiat Punto hanno accompagnato l’uomo ferito davanti al nosocomio reggino, dove è morto subito dopo, prima di tentare di raggiungere Catania.

Uno dei due presunti complici, però, è rimasto ferito e, una volta arrivato a Messina, è stato costretto al ricovero in ospedale dove adesso è vigilato dalle forze di polizia.

 

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