La Calabria si conferma tra le regioni con più crimini ambientali.
É quanto emerge dal rapporto Ecomafia 2024 di Legambiente.
A livello regionale, con 2.912 reati ambientali, sono state arrestate 15 persone e denunciate altre 2.758 ed effettuati 669 sequestri.
Dati che collocano la Calabria al quarto posto in Italia per crimini ambientali. A livello provinciale, nella classifica nazionale, quattro delle cinque province calabresi sono tra le prime venti posizioni: Cosenza è all’ottavo posto con 697 reati; al sedicesimo c’é Crotone, con 515 reati, seguita da Reggio, con 513, e Vibo Valentia, con 507. Catanzaro, invece, con 315 reati, non rientra nelle prime venti.
Nel ciclo illegale del cemento, la Calabria è al quarto posto con 1.046 reati, di cui 266 a Cosenza, 182 a Reggio, 143 a Vibo Valentia, 110 a Catanzaro e 84 a Crotone. Nel ciclo illegale dei rifiuti è terza, con 828 reati, di cui 201 a Vibo, 177 a Crotone, 138 a Reggio, 119 a Catanzaro e 92 a Cosenza.
Per quel che riguarda i reati commessi contro gli animali, la Calabria si posiziona sesta a livello nazionale con 424 reati, 137 dei quali a Reggio, 124 a Crotone, 78 a Cosenza, 65 a Vibo e 20 a Catanzaro.
Nella classifica dell’arte rubata, la Calabria, con sei furti, è al quindicesimo posto.
Poche risultano, inoltre, le demolizioni eseguite, anche se c’è stato l’abbattimento, avvenuto nel dicembre del 2023, di Palazzo Mangeruca, l’ecomostro di Torre Melissa. A Stalettì, le ruspe sono entrate nuovamente in azione per demolire una delle villette costruite illegalmente su demanio marittimo.
“I dati sulla Calabria contenuti nel rapporto Ecomafia 2024 – afferma Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – rivelano un preoccupante aumento dei crimini ambientali in quasi tutte le filiere illegali analizzate nel nostro dossier. La nostra regione, infatti, non solo sale dal quinto al quarto posto della classifica generale delle illegalità ambientali, ma ben quattro delle cinque province, con la sola eccezione di Catanzaro, rientrano tra le prime venti province per reati ed illeciti amministrativi”.
Continua, infine, l’applicazione della legge 68 del 2015 sugli ecoreati che nel 2023 ha superato quota 600, anche se si registra un lieve calo rispetto all’anno precedente quando era stata contestata 637 volte. Una diminuzione dovuta al calo dei controlli, passati da 1.559 a 1.405. Il delitto di inquinamento ambientale resta nel 2023 quello più contestato, 111 volte, con 210 denunce e 21 arresti.