«Il redivivo leader Pd Romano Prodi, con le sue ultime battute sulla Calabria, dimostra ancora una volta l’ipocrisia sua e della sinistra. Chieda subito scusa alla Calabria e ai calabresi».
La Senatrice della Lega, Tilde Minasi, commenta con queste parole le ultime dichiarazioni dell’ex presidente del Consiglio piddino: “Perché l’Albania? Il campo profughi non si poteva fare in Calabria, che tra l’altro dà lavoro a tante persone, che ne hanno bisogno?”, aveva dichiarato Prodi durante un programma televisivo nazionale.
«Ebbene, queste parole – prosegue la Senatrice – denotano chiaramente quale sia davvero il concetto di accoglienza e cosa siano i migranti per Romano Prodi e i suoi compagni della sinistra. Nel dire che il campo profughi fatto in Calabria sarebbe stata anche una buona opportunità per dare lavoro sul territorio, Prodi conferma quello che le numerose inchieste della magistratura hanno dimostrato fino ad ora, ovvero il fatto che proprio quella sinistra vede nell’immigrazione irregolare una fonte di reddito e la sfrutta per lucrare, esattamente com’è successo con le tante cooperative che sulle spalle proprio di questi poveri sfortunati si sono arricchite senza alcuno scrupolo e vergogna.
La Calabria – sottolinea Minasi – è terra di accoglienza e lo dimostra con i fatti da lunghissimi anni. Noi, però, vogliamo accogliere migranti, non clandestini senza controllo, per poter davvero dare un futuro migliore a chi ha bisogno e non per arricchirci, appunto, come sono invece abituati a fare loro.
L’ironia, o il sarcasmo dovrei dire, che il professore ha usato, pensando forse di essere persona di spirito, ha solo offeso la Calabria. Con il suo tono ha voluto semplicemente significare che la nostra regione è talmente arretrata che potrebbe perfino trarre vantaggio dall’ospitare il campo profughi.
Peraltro, con la sua osservazione, Prodi dimostra anche di disconoscere le motivazioni alla base dell’accordo del governo con l’Albania, ovvero evitare che i migranti irregolari possano approdare sul territorio europeo – di cui la Calabria fa parte – scoraggiando così quei disperati e, soprattutto, i trafficanti della morte a intraprendere viaggi così rischiosi.
Il professore Prodi, dunque, si scusi con noi. Con quella terra che, in campagna elettorale, e solo per quello, aveva definito “figlia prediletta”. Salvo dimenticarsene immediatamente dopo le elezioni e ricordarsene ora, come ultima degli ultimi».