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Il cordoglio del Rhegium Julii per la scomparsa dello storico Lucio Villari

"E’ morto un grande amico. Un reggino e un uomo colto di valore inestimabile per il Paese", il cordoglio del Presidente Bova

di Sebastiano Plutino

“E’ morto un grande amico del Circolo Rhegium Julii. Un reggino e un uomo colto di valore inestimabile per il Paese”. Scrive così Giuseppe Bova, presidente dell’omonima associazione reggina.

Ci ha accompagnato per lungo tempo lungo la strada dell’approfondimento storico, partecipando a numerosi convegni e dibattiti, interessandosi delle sorti della Città e della sua Bagnara, vivendo un amore appassionato per il nostro territorio.

Nel 1986 ha vinto il Premio Rhegium Julii per la sezione saggistica con il volume “Settecento adieu. Dall’illuminismo alla rivoluzione” edito da Bompiani, un volume che ha molto colpito la Giuria del tempo presieduta da Antonio Donat Cattin, che annoverava tra i suoi componenti personalità come Mimì Rea, Arrigo Petacco, Walter Mauro, Elena Clementelli, Giovannino Russo,  Antonio Altomonte, Gilda Trisolini, ed altri esponenti straordinari del mondo dell’informazione e della letteratura.

La sua avventura nel mondo dell’Università Roma Tre e della Rai ha lasciato pagine importanti sulla Storia moderna, con volumi che ancora oggi sono oggetto di attenzione da parte di studiosi di tutto il mondo.

Oltre a “Settecento adieu” ha scritto , tra gli altri, “Il capitalismo italiano del novecento”, “ “Bella e perduta. L’Italia del Risorgimento”, “L’economia della crisi”, “La roulette del capitalismo”, “Romanticismo e tempo dell’industria”, “Niccolò Machiavelli”, “L’insonnia del novecento”, “America amara. Storie e miti a stelle e strisce”.

 Su Villari è bello ricordare le parole del Presidente Sergio Mattarella che ha parlato di “studioso insigne e fine intellettuale, riferimento di generazioni di storici, uomo di grande cultura, capace di coniugare rigore scientifico e passione per la democrazia e la giustizia”.

Villari resterà per sempre un esempio da seguire, una figura emblematica di calabrese che, attraverso lo studio e la ricerca, ha aperto scenari di conoscenza della storia moderna del nostro Paese che gli sono valsi un’altissima considerazione.

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