Si è conclusa con successo l’edizione 2023 del Concorso internazionale dei Madonnari di Taurianova: quattro giorni all’insegna dell’arte, della cultura e della tradizione che hanno visti impegnati su strada artisti provenienti da ogni parte d’Italia e non solo: nel corso dell’evento, infatti, è giunto in visita, tra gli altri, perfino il console onorario delegato dell’ambasciata del Messico. Nonostante il tempo poco clemente, con precipitazioni che hanno costretto gli artisti a ricominciare per ben tre volte le proprie opere, la kermesse è riuscita comunque ad entrare nel cuore di quanti si sono recati a Taurianova per assistere di persona alle performance.
Sul podio di questa edizione del Concorso dei Madonnari, dal tema “Abbracci oltre tempo”, José Luis Rodrigo Aleman con l’opera “Abramo e Isacco”, Alba Rosa Amezona Contreras con “Charity” e Alessia Russano con “Permanenza”. Tantissimi i premi di categoria, nonché un riconoscimento particolare all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, i cui giovani artisti hanno partecipato fuori concorso, con il coordinamento del prof. Fancesco Scialò, sperimentando nuove tecniche e realizzando un’immagine davvero suggestiva.
A chiudere la kermesse, nella serata di lunedì, un coinvolgente spettacolo piromusicale offerto dall’Amministrazione Comunale su Piazza della Libertà ha di fatto calato il sipario, ma è già grande l’attesa per il prossimo anno.
Chiara Cucinotta
Consiglio Regionale, approvata la legge sulla Riforma dei Consorzi di Bonifica
Ha sfiorato la mezzanotte la chiusura dell’ultima seduta del Consiglio Regionale. Al vaglio della Giunta, un ordine del giorno non troppo lungo ma decisamente complicato. Sono state principalmente due le proposte che hanno generato un maggiore quanto acceso dibattito: la proposta di legge di riforma dei Consorzi di bonifica calabresi, sul quale il presidente Roberto Occhiuto aveva in un primo momento posto la questione di fiducia, e gli indirizzi regionali per la programmazione e la definizione del dimensionamento della rete scolastica e dell’offerta formativa per il prossimo quadriennio.
La proposta di legge per l’istituzione del Consorzio di Bonifica della Calabria
Riguardo la proposta sui Consorzi di Bonifica, la legge sarebbe andata a istituire il Consorzio di bonifica della Calabria, ente pubblico economico a struttura associativa ispirato a principi di efficienza, efficacia, economicità e trasparenza, e al rispetto del principio dell’equilibrio di bilancio, con sede a Catanzaro, organizzato in comprensori corrispondenti ai territori di competenza degli 11 consorzi già esistenti, con la riserva per la Giunta di apportare eventuali modifiche a questi ultimi.
L’obiettivo era quello di armonizzare, in un’unica gestione, il riparto delle spese, il piano delle attività delle opere di bonifica, progettazione, realizzazione, gestione e manutenzione ordinaria delle opere idrauliche, di bonifica, di irrigazione e di miglioramento fondiario; progettazione e realizzazione degli interventi di manutenzione straordinaria delle opere e degli impianti di competenza del Consorzio.
La proposta si è resa necessaria, come esposto dal Presidente Roberto Occhiuto, a seguito della verifica della ricognizione dei debiti e dei crediti dei consorzi, avviata dall’allora Giunta Oliverio, dalla quale è emerso che i Consorzi devono alla Regione oltre 184 milioni di euro, scompenso che ha causato il collasso degli enti che non sono riusciti a garantire i necessari servizi agli agricoltori, compresa la manutenzione degli impianti. Il rischio, qualora la Regione si fosse fatta carico del debito anche nei confronti delle banche presso le quali erano stati richiesti ingenti prestiti e per i quali l’ente si è fatta garante, era quello di affondarne il bilancio. Una responsabilità di governance tanto quanto politica, secondo Occhiuto, che necessita di una chiarezza che solo questa riforma avrebbe potuto dare.
Per quanto la proposta fosse abbastanza condivisa dai membri dell’aula, dal dibattito conseguito è emersa una importante reticenza nei confronti della questione fiducia, che diventava così un vero e proprio ostacolo all’eventuale approvazione della riforma. Il Presidente Occhiuto ha pertanto deciso di ritirare la questione e passare direttamente al voto della proposta di legge, che è stata poi approvata con larga maggioranza di 23 voti a favore, compresi quelli di due consiglieri di opposizione: Ferdinando Laghi, del gruppo De Magistris presidente, e Francesco Afflitto, del Movimento 5 stelle.
Altri punti all’ordine del giorno del Consiglio Regionale
Dopo la legge di Riforma dei Consorzi di bonifica, l’Assemblea ha licenziato, con emendamenti e l’autorizzazione al coordinamento formale, la proposta di legge che detta disposizioni per l’esercizio del trasporto pubblico non di linea e norme concernenti il ruolo dei conducenti dei servizi pubblici di trasporto non di linea. Approvate anche le “Modifiche e integrazioni alla legge 29 novembre 2019, n. 48 (Disposizioni in materia funeraria e di polizia mortuaria)“, il rendiconto dell’esercizio finanziario 2022, della relazione sulla gestione 2022 e del piano degli indicatori di bilancio e dei risultati attesi del Consiglio regionale, e – con qualche polemica – gli indirizzi regionali per la programmazione e la definizione del dimensionamento della rete scolastica e dell’offerta formativa.
Acceso dibattito sul dimensionamento della rete scolastica e dell’offerta formativa
In merito si è espressa la vicepresidente della Giunta Giusy Princi, delegata all’Istruzione che, nell’invitare tutti a lasciare la scuola fuori da ogni strumentalizzazione di carattere politico, ha sostenuto di conoscere bene i dati relativi alla dispersione scolastica, principale preoccupazione dei consiglieri. Un problema dovuto, secondo la Princi, “a una politica pregressa che non ha mai avuto a cuore la scuola, non avendo effettuato con regolarità i necessari dimensionamenti”. “Le Regioni – ha aggiunto – hanno cercato di opporsi a quanto stabilito dal Governo in merito al numero di autonomie, ma lo stesso è sempre imposto a livello centrale”. LA vicepresidente ha quindi asserito di essersi “confrontata con le parti sindacali sui criteri per cercare di salvaguardare le aree più disagiate, utilizzando il criterio della compensazione“.
La seduta si è conclusa con l’esame della mozione del consigliere Ernesto Alecci (Pd) per l’anticipo dei fondi regionali per il Diritto allo studio, che non è stata approvata per mancanza di numero legale. Il presidente del Consiglio Filippo Mancuso si è impegnato a reinserirla al primo punto della prossima seduta.
Fa sognare il calendario del Roccella Summer Festival, che ogni anno porta in provincia di Reggio Calabria grandissimi nomi della musica italiana e internazionale.
La kermesse di concerti prende il via proprio questa sera, 2 agosto, quando al Teatro al Castello aprirà la stagione l’attesissimo concerto degli Articolo 31. Il duo più fortunato degli anni ’90 e 2000 composto da J-Ax e Dj Jad è infatti fresco di reunion e dopo l’inedito debutto come concorrenti all’ultimo Festival di Sanremo, hanno dato il via al tour che si fermerà stasera anche a Roccella jonica.
J-Ax era stato in concerto sempre in provincia di Reggio Calabria, ma a Taurianova, nel 2015, per il tour di “Il bello d’esser brutti”. Successivamente era tornato due anni dopo al PalaCalafiore assieme a Fedez, all’inizio del loro fortunato periodo di collaborazione, con “Comunisti col Rolex”.
La scaletta del concerto degli Articolo 31, tra successi di sempre e di oggi
Quest’anno invece, in occasione dei 30 anni degli Articolo 31, Ax torna sul palco col compagno di avventure di sempre, Dj Jad, per far cantare e ballare i successi di sempre: Gente che sperra, Volume, Domani, Tranqi Funky, Non è un film, e ancora Spirale Ovale, Domani Smetto, La mia ragazza mena, L’italiano medio, Ohi maria.
Inseriti però, in scaletta, anche alcuni dei successi più recenti come Intro, Maria Salvador e perfino Disco Paradise, hit dell’estate 2023 assieme a Fedez e Annalisa.
Le prossime date del Roccella Summer Festival 2023
Archiviato il concerto degli Articolo 31, il Teatro al Castello di Roccella jonica ospiterà sabato 5 agosto Emis Killa, lunedì 7 agosto l’inedito duo Panariello vs Masini, il 9 agosto Tananai, il 12 agosto Gigi D’alessio, il 16 Nek e Renga, il 20 Piero Pelù e per finire il 22 agosto Fiorella Mannoia, che sarà in concerto anche al CatonaTeatro di Reggio Calabria il prossimo 13 agosto.
Reggio, emergenza incendi: brucia tutta la città. Evacuata Mosorrofa, registrata una vittima
Crediti foto: Franco Barillà su Facebook
Reggio Calabria nelle ultime ore somiglia sempre più a un braciere: la città è alle fiamme, dalla ionica alla tirrenica. Dalla scorsa notte, sono diversi gli incendi che stanno mettendo a dura prova tutto il profilo collinare anche del centro città. Dopo i vasti roghi che hanno portato all’evacuazione di Motta San Giovanni, Lazzaro, Riace Capo e Saline nei giorni scorsi, questa notte le fiamme hanno toccato Campo Calabro, Gallico, Ortì, Pentimele, Vito e le colline della via Reggio Campi II Tronco.
Oggi ad essere evacuata in fretta e furia è Mosorrofa, interessata da un incendio che sta impegnando gli uomini dei Vigili del Fuoco ormai da oltre sei ore. In particolare, proprio a Mosorrofa le fiamme sono arrivate alle abitazioni rendendo necessario lo spostamento in sicurezza dei residenti. In fiamme anche le limitrofe aree di Gallina, Puzzi e San Demetrio.
In questo scenario sempre più apocalittico arriva la notizia della prima vittima accertata: un uomo residente a Cardeto. Inoltre, almeno altre 4 persone sono rimaste ferite nei vari roghi. Gravissimi disagi si stanno registrando anche per quanto riguarda gli impianti elettrici cittadini e le forniture idriche e di linea internet. Continuano ad arrivare sempre più segnalazioni di cittadini completamente isolati, costretti a stare chiusi in casa in quanto anche l’aria è diventata irrespirabile, completamente pregna di fumo e cenere.
– Seguono aggiornamenti –
L’ENAC scoperchia il vaso di Pandora? Niente limitazioni per il Tito Minniti, ma solo per 48 ore
Un incendio scoppiato improvvisamente all’aeroporto Fontanarossa di Catania ha portato l’ENAC, l’Ente Nazionale Aviazione Civile, a prendere una decisione inedita quanto chiacchierata: per venire incontro alle difficoltà del vicino scalo siciliano, infatti, sono state rimosse – ma solo per 48 ore – le limitazioni relative alla pista del Tito Minniti, con particolare riferimento all’obbligo di abilitazione per operare sullo scalo reggino. Decisione confermata dalla SACAL che, di fatto, consente così a qualunque pilota e a qualsivoglia compagnia aerea di atterrare a Reggio Calabria, e che rimarrà in vigore fino alle 14:00 di mercoledì 19 luglio. Le compagnie dovranno, in ogni caso, effettuare un risk assessment, cioè valutare il rischio per entrambe le piste 15 e 33, dove la prima sarà considerata preferenziale per le operazioni e per la quale è in corso, da parte di Enac, la cancellazione definitiva delle relative criticità operative.
Una misura eccezionale che non può che sollecitare pesanti riflessioni riguardo l’effettiva necessità delle misure mantenute finora in vigore e che tali torneranno tra circa 24 ore. La criticità dello scalo Tito Minniti di Reggio Calabria è ben nota a tutti: da oltre un decennio la città si ribella perché vengano date anche allo scalo reggino le possibilità di sviluppo e crescita destinate, ad esempio, al più vicino aeroporto di Lamezia Terme. Tra emendamenti e sit-in pubblici, però, poco e niente sta realmente accadendo, con sempre meno voli disponibili e prezzi proibitivi per la maggior parte dei viaggiatori.
Secondo la senatrice Tilde Minasi, la misura in atto rappresenterebbe “una beffa che fa cadere un alibi, che impedisce il decollo dell’infrastruttura ovvero l’abilitazione speciale dei piloti per poter atterrare all’aeroporto dello Stretto, un “mantra” che ha tenuto lontane tante compagnie aeree in questi anni“.
Neanche i 13 milioni di euro che erano stati messi sul piatto proprio dalla Regione come oneri di servizio sono stati sufficienti ad incoraggiare nuovi vettori ad investire sull’aeroporto dello Stretto che continua a registrare una lenta emorragia di passeggeri.
Chissà che questa misura temporanea non faccia sì che si scoperchi un vaso di Pandora tenuto chiuso troppo a lungo.
Le parole della senatrice Tilde Minasi
«La vicenda dell’incendio che ha interessato l’aeroporto di Catania, costringendo le autorità di gestione a chiudere lo scalo siciliano fino al 19 luglio e a dirottare le compagnie aeree su altri aeroporti, tra cui quello di Reggio Calabria, smaschera l’Ente dell’aviazione civile sulle reali finalità delle limitazioni imposte finora all’operatività dell’infrastruttura reggina, che evidentemente non appaiono legate a ragioni di sicurezza, come invece finora è stato sempre sostenuto. […]
Questa sospensione temporanea del brevetto – dice ancora Minasi – dimostra come l’obbligo in questione sia stato evidentemente finora solo un alibi per penalizzare la città dello Stretto a favore di altre località e altri scali: le operazioni sull’aeroporto reggino, infatti, ritenute fino al momento pericolose, o lo sono sempre o non lo sono mai, non possono certamente essere rischiose solo a intermittenza. Se l’abilitazione dei piloti viene, infatti, bypassata provvisoriamente per far fronte a una situazione di emergenza che riguarda uno scalo di peso come quello di Catania, bisogna necessariamente concludere che in realtà l’aeroporto di Reggio non sia stato mai davvero così pericoloso come sostenuto, e che siamo perciò di fronte alla conferma del fatto che la sua limitata operatività sia dipesa non da una reale volontà di tutelare la sicurezza di operatori e passeggeri, ma da ragioni diverse, che non conosciamo, ma che possiamo immaginare, e che certamente danneggiano la città metropolitana, e contro le quali mi sono sempre battuta.
Se poi si pensa che sono state date già disposizioni perché la pista 15 sia immediatamente liberata e messa in condizione di essere utilizzata, anche questa è l’ulteriore riprova di quanto fosse in realtà estremamente facile prendere decisioni come questa, finora invece presentate come proibitive. […] I diritti dei reggini – conclude la Senatrice – hanno lo stesso valore di quelli del resto dei calabresi e degli italiani e dovranno finalmente essere rispettati».
Una sirena improvvisa, il momentaneo blocco dei cellulari e la notifica che informa del test in atto. Sistema che dovrebbe avvisare gli italiani, una volta operativo, in caso di grave emergenza. In questa brevissima prova è consistito il test del sistema nazionale d’allarme “IT-Alert”, al banco di prova in Calabria lo scorso venerdì 7 luglio, a mezzogiorno.
In questi giorni, il sistema viene testato nelle singole regioni, per verificarne l’effettiva capillare funzionalità. L’area dello Stretto aveva già avuto modo di conoscerlo lo scorso anno, in occasione della maxi esercitazione della protezione civile “Sisma sullo Stretto” che ha visto impegnati per due giorni tutti i corpi di protezione civile, associazioni di primo soccorso e forze dell’ordine in una simulazione di sisma di altissima magnitudo, sulle due rive di Reggio Calabria e Messina.
IT-Alert sta ricevendo plausi da ogni parte, sia dai cittadini che dagli addetti ai lavori. Perfino il dirigente della Protezione Civile della Regione Calabria, in un’intervista pubblica rilasciata a una testata locale, si è espresso in merito alla “tecnologia innovativa” utilizzata da IT-Alert.
Proprio la presunta “innovazione”, tuttavia, indigna cittadini informati, ingegneri ed esperti in telecomunicazioni, che denunciano piuttosto una gravissima disinformazione e una certa superficialità a riguardo.
Il sistema d’allarme, come dichiarato dalla stessa azienda sviluppatrice e come confermato in svariati interventi pubblici, utilizza la tecnologia del Cell Broadcasting: un sistema che viene spacciato come innovativo, ma che in realtà viene utilizzato già dalla nascita del 2G.
Per avere un riferimento temporale, in Italia ci si riferisce così all’ultimo trentennio, per aumentare ancora i tempi se ci si affaccia oltreoceano.
Un sistema, quindi, ben lontano dalla definizione di “Innovazione”, già utilizzato da decenni in svariate parti del mondo per diversi scopi, tra cui l’allarme pubblico.
Dubbi vengono sollevati anche riguardo l’utilità di ricevere una notifica che informi di un sisma già avvenuto, essendo esso per definizione un evento naturale che non può essere in alcun modo previsto.
Sarebbe più utile, probabilmente, inserire nella notifica informazioni quali: aree di raccolta più vicine (geolocalizzando gli smartphone per gruppi di celle telefoniche in modo da differenziare le indicazioni), regole di comportamento, contatti d’emergenza utili e tutto ciò che può servire nell’immediato al cittadino in difficoltà, in base alla varia natura dell’evento per cui viene procurato l’allarme.
Servirebbe dunque un entusiasmo più cauto, a favore di una riflessione più approfondita su come sfruttare al meglio un sistema davvero ricco di potenzialità.
Inizia la stagione degli incendi a Reggio Calabria. Diversi focolai si sono accesi nel vigneto dei Vini Battaglia, adiacente alla SS106, tra Bocale e Pellaro.
Sul posto stanno intervenendo i Vigili del fuoco. Intanto la strada è interessata da una fitta nube di fumo e importanti rallentamenti, specialmente sulla carreggiata in direzione nord.
A Villa San Giovanni la Commissione Intermediterranea: ospiti oltre 40 rappresentanti da 8 paesi
Si sono aperti ieri i lavori della due giorni dell’Assemblea generale per la Commissione Intermediterranea, che vede la Calabria ospitare 40 rappresentanti regionali da 8 paesi (Albania, Cipro, Francia, Grecia, Italia, Malta, Marocco e Spagna). L’Assemblea, ospitata a Villa San Giovanni, pone la Calabria al centro di un’area strategica che rappresenta circa il 10% del Pil mondiale, il 20% del traffico marittimo mondiale ed il 30% di quello petrolifero, oltre ad esercitare il 27% dei servizi di linea container. L’obiettivo di questa assemblea è quello di ragionare in termini di macroregione mediterranea, unendo le Regioni della Francia, della Spagna, dell’Italia, dei Paesi che si affacciano dall’altra parte del Mediterraneo, per progettare percorsi comuni di sviluppo e di economia sostenibile.
Sia la Vicepresidente Giusi Princi che il Governatore Roberto Occhiuto hanno sottolineato, nei rispettivi interventi, il ruolo che la regione intende svolgere nei prossimi anni per lo sviluppo del Mediterraneo allargato, che con i suoi 550 milioni di abitanti rappresenterà uno spazio di opportunità per affrontare alcune delle grandi sfide comuni a tutta l’area: digitale, sostenibilità, competenze e capitale umano, facendo leva su politiche di collaborazione economica, sociale e culturale.
Commissione Intermediterranea: i temi toccati in questi giorni
Nella giornata di ieri, i lavori hanno riguardato il tema “Trasporti e Politiche Marittime Integrate“, con discussioni riguardo la pesca, la legge sulla tutela della natura, il ripristino delle lagune, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la gestione integrata delle zone costiere, e l’illustrazione dei relativi progetti in atto e in divenire: in relazione alla tutela dell’ambiente sono stati illustrati il Piano d’azione della Carta di Bologna, impegno per una strategia unica di protezione e sviluppo sostenibile delle coste nel Mediterraneo, i risultati del progetto AdriaClim, il progetto Horizon Regions4climat e infine il piano per le “infrastrutture per aumentare la resilienza costiera e l’adattamento ai cambiamenti climatici”.
Nel pomeriggio i lavori sono stati incentrati sullo stato di avanzamento e sulle prospettive della Strategia regionale mediterranea e su opportunità e sinergie dei programmi di cooperazione territoriale con la partecipazione di Maurizio Nicolai, direttore generale dipartimento Programmazione unitaria della regione Calabria. Uno degli elementi distintivi della giornata di apertura è stata la partecipazione di una delegazione di giovani provenienti dalle regioni del Mediterraneo che hanno discusso di economia del mare e proposto soluzioni concrete su come questa possa avere un impatto sui territori di riferimento e sulle politiche occupazionali giovanili, ad esempio attraverso l’ecoturismo e la valorizzazione del patrimonio culturale.
Commissione Intermediterranea, Occhiuto: “Calabria sia hub di Italia e Mediterraneo”
“Ho sempre detto che la Calabria deve essere l’hub dell’Italia e dell’Europa sul Mediterraneo, un’area che sta acquisendo una importanza crescente“. Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, parlando con i giornalisti prima del suo intervento alla giornata conclusiva della Assemblea generale della Commissione Intermediterranea. “Lo vediamo – ha aggiunto Occhiuto – misurando la crescita del porto di Gioia Tauro. Dal Mediterraneo si compra l’energia, nel Mediterraneo si affaccia l’Italia, guardando ai Paesi della sponda Sud, che cresceranno con tassi di incremento del Pil molto importanti. La Calabria non può fallire questa ennesima occasione. Ha una posizione geografica che le altre Regioni le invidiano, in questo momento, e quindi, deve essere pronta a confrontarsi con tutte le altre regioni del Mediterraneo facendo l’interesse del Mediterraneo, ma anche l’interesse della Calabria“.
Commissione Intermediterranea, Musumeci: “Attenzione all’inquinamento del mare”
“Le Regioni debbono tornare ad essere protagoniste. So che è stata già raggiunta nel passato un’intesa, anche con il lavoro della nostra Commissione e la condivisione di diversi Stati membri. Ma sappiamo anche che da parte della Commissione Europea, permangono resistenze nel riconoscere alcune richieste, che riteniamo fondamentali. Vivere su un’isola è già uno svantaggio. Viverci per otto, nove mesi, in inverno e in autunno, è ancora più difficile. Occorre, per questo abbattere le diseconomie, neutralizzare i disagi. Incentivare l’economia e il ricorso alle infrastrutture sulle isole minori, riteniamo sia una priorità non più rinviabile. Le isole minori sono un patrimonio straordinario, che va tutelato. Questo è l’impegno che mi permetto, da rappresentante del Governo italiano, di riaffermare, chiedendo all’Assemblea di farne uno dei temi prioritari della nostra Agenda. Della vostra Agenza, ma io mi considero della famiglia. L’economia blu non, certamente, un elemento di novità. Negli ultimi anni, i Paesi europei, hanno riaffermato la leadership su questo fronte. Il Mediterraneo è solo una piccola parte della superficie coperta dal mare. Ma sappiamo, quanti traffici, quanti interessi lo attraversino. Ecco perché dobbiamo porci il tema dell’inquinamento, che è gravissimo nel nostro mare. Lo abbiamo denunciato, e la Segretaria Elodie lo ricorderà, nell’incontro di Siviglia. Quando abbiamo parlato della denuncia di 25 sindaci di città bagnate dal Mediterraneo, che ricordavano come questo nostro mare sia ormai prigioniero di enormi quantità di plastica. Sia prigioniero del riversamento delle navi. Si tratta di questioni fondamentali che non possiamo ignorare“.
Queste le parole dell’on. Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile e per le Politiche del Mare, nel suo intervento – da remoto – all’Assemblea Plenaria della Commissione Intermediteranea.
In Italia il nuovo liceo biomedico: la proposta di Giusi Princi al ministro Valditara
In Italia potrebbe nascere il primo liceo biomedico: questa l’idea nata dal confronto della vice presidente della regione Calabria Giusy Princi con il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara, tenutosi a Roma e al quale hanno partecipato anche Pasquale Veneziano, presidente dell’Ordine dei medici di Reggio Calabria, e Roberto Monaco, segretario della Federazione nazionale dei medici e dei chirurghi.
Un progetto che coinvolge 300 licei italiani
La proposta nasce dagli ottimi esiti del progetto di biomedicina, ideato e sperimentato in Calabria presso il liceo scientifico da Vinci di Reggio Calabria per sei anni, condotto in collaborazione con l’Ordine provinciale dei medici, e poi esteso per altri 7 anni a livello nazionale, a seguito di un accordo tra il Ministero dell’Istruzione e la Federazione nazionale dei medici. Ad oggi, la curvatura sperimentale coinvolge quasi 300 licei italiani, tutti gli Ordini provinciali dei medici d’Italia e oltre 40mila studenti. Un risultato talmente soddisfacente che porta la vice presidente a sognare un’evoluzione del progetto in un vero e proprio indirizzo di studio. In questi anni gli studenti hanno avuto modo di mettersi alla prova, comprendendo la propria reale inclinazione, o meno, per la carriera medico- sanitaria, oltre ad acquisire tutte le competenze necessarie per affrontare i test di accesso a medicina, con lezioni tenute sia da docenti che da medici, alternate a esperienze pratiche presso strutture sanitarie.
Agenda Sud e Ponte sullo Stretto: i prossimi obiettivi dell’istruzione
Il ministro Valditara, riferisce la Princi, si è impegnato a verificare con il suo capo dipartimento i presupposti tecnico finanziari legati ad un nuovo indirizzo di studi che potrebbe dare alle scuole la possibilità di garantire agli studenti un’offerta formativa coerente con la grande richiesta di medici che c’è nel nostro Paese. Con il ministro, continua la vice presidente, si è discusso inoltre della possibilità di implementare il programma Agenda Sud, presentato proprio in Calabria, attraverso la disponibilità della Regione di finanziare un campione di 60 scuole in progetti di recupero, d’intesa con Ufficio scolastico regionale e sistema universitario. Per finire, ci si è confrontati su un tema a cui il ministro tiene molto, che è quello di attivare, con l’Ufficio scolastico regionale, un apposito tavolo che veda anche il coinvolgimento degli istituti tecnici, professionali, degli Its e delle università. L’obiettivo è di costruire percorsi formativi coerenti con le nuove figure professionali, richieste anche nell’ambito della realizzazione del ponte sullo Stretto.
Guidare e morire a Reggio Calabria: quei rischi accettati e gli sguardi altrove
Morire alla guida: un rischio che va accettato ogni volta che si decide di salire in auto, si chiude la portiera e si allaccia la cintura. Posto di guida o passeggero, poco cambia. Non si sa mai se quel tragitto, fatto miliardi di volte, nasconderà qualche tragica insidia. Ma comunque, si gira la chiave e si parte.
Notizia di ieri. Si chiamava Caterina, aveva 39 anni e si trovava in auto con i due figli: Giusy, di 13 anni, e il fratellino Giovanni di 11. Stavano percorrendo in auto la strada provinciale che da Bovalino conduce a Natile, nella parte ionica della provincia di Reggio Calabria, quando l’utilitaria è uscita fuori carreggiata, precipitando in una scarpata profonda circa 3 metri.
L’intervento immediato dei sanitari del 118, dei Vigili del Fuoco di Bianco e Siderno ha consentito l’estrazione dei passeggeri e la messa in sicurezza dell’autovettura ma, purtroppo, per la madre e il piccolo Giovanni era già troppo tardi. Il forte impatto ne ha provocato la morte sul colpo, mentre la ragazza si trovava ancora in vita, sebbene in gravissime condizioni. Recuperata dall’elisoccorso che avrebbe dovuta trasferirla nell’ospedale di Locri e poi al GOM di Reggio Calabria, anche la piccola Giusy si è spenta prima ancora di raggiungere il nosocomio reggino.
Notizia del mese scorso. Tre cacciatori di Reggio Calabria, Domenico Battaglia, Santo Marcianò e Antonio Carriago, hanno trovato la morte sulla Statale 106 a Crotone, in contrada Poggio Pudano. I primi due si sono spenti sul colpo, mentre Antonio, il più giovane, è stato estratto vivo dalle lamiere per poi spegnersi una volta giunto in ospedale. L’auto sbanda, finisce fuori strada e vola in un fossato di raccolta delle acque profondo quasi dieci metri.
E ancora, Saline joniche. Una motoape e un’Alfa Romeo 147 si scontrano, portando alla morte Giovanni Bevilacqua e la moglie Rosa Amato. Il primo, deceduto sul colpo, mentre la coniuge si è spenta in ospedale, dove era stata trasportata in elicottero.
E poi Riace. Un morto e cinque feriti il bilancio di uno scontro tra tre auto: una Fiat Panda, una Mercedes e una Citroen. Aurelio Giorgi, 47enne residente a Bovalino, è morto dopo essere arrivato in ospedale a causa dei traumi dovuti all’impatto.
Ma basta fare un giro sulla pagina Facebook “Basta Vittime sulla S.S. 106” per rendersi conto di quante volte, ogni mese, sia necessario stringersi in lutto alle famiglie, per il verificarsi di un qualche incidente mortale nelle strade della Calabria.
Una situazione di pericolo nota a chiunque risieda in questa terra, da Reggio Calabria a Crotone, da Cosenza a Vibo Valentia, fino a Catanzaro.
Un’emergenza dovuta spesso a una fisionomia delle strade troppo vetusta, per la quale la Regione Calabria ha già annunciato l’intervento grazie ai fondi del PNRR. La maggior parte delle volte, teatro dei decessi per incidenti stradali sono proprio i 491 km della S.S. 106, da tutti i calabresi conosciuta, non a caso, come “Statale della morte“.
Guidare in Calabria, dunque, vuol dire ancora di più che in altre parti d’Italia accettare il rischio di andare incontro alla morte. E nonostante tutti ne siano a conoscenza, ancora sono troppi gli sguardi volti altrove, gli occhi chiusi e l’indifferenza. Troppi gli incidenti senza spiegazione, troppe le dinamiche ripetute, troppe le famiglie distrutte, troppe le bare benedette.
Quello che viene da domandarsi, tuttavia è: se non bastano i necrologi e le nostre puntuali pagine di cronaca a sollecitare gli interventi e a far preoccupare tutte le personalità predisposte, affinché si attivi ogni azione necessaria alla messa in sicurezza delle arterie più pericolose, cosa serve?
Probabilmente solo un po’ di umanità in più.