Sebastiano Plutino
Apprendiamo con sgomento della notizia circa il sequestro, la violenza e la consequenziale rapina ai danni di una persona in pieno centro a Reggio Calabria.
Fortunatamente l’intervento delle forze dell’ordine si è rivelato cruciale e ci teniamo ad esprimere i nostri complimenti alla squadra mobile che prontamente è riuscita a prestare assistenza alla vittima.
Infine come associazione stigmatizziamo i diversi commenti che girano sui social network in cui viene evidenziato, come spesso accade in queste circostanze, che la vittima poteva evitare di prendere appuntamenti tramite chat d’incontri. La responsabilità è sempre di chi commette il reato non della vittima.
Come associazione siamo disponibili a prestare gratuitamente Assistenza legale e supporto psicologico alla vittima attraverso i servizi del nostro CAD (Centro antidiscriminazione LGBT Calabria).
In Calabria la “risorsa spiaggia” non scarseggia – l’87% delle spiagge è al momento libero – e dunque la Giunta regionale, nella riunione di ieri, ha deliberato “Prima Regione in Italia a prendere una decisione di questo tipo e a metterla nero su bianco” – che in Calabria non sarà applicata la direttiva Bolkestein in merito alle concessioni rilasciate dai Comuni nei quali sarà valutata all’attualità l’insussistenza locale di scarsità e l’assenza di interesse transfrontaliero certo.
Lo rende noto il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto.
“La Calabria – afferma Occhiuto – è abbracciata dal mare a est, a ovest e a sud, ed ha quasi 800 chilometri di coste. Il nostro piano regionale, normato da una legge regionale del 2005, prevede che il 70% delle spiagge possa essere dato in concessione per finalità turistico-ricreative, a fronte di un 30% che deve rimanere obbligatoriamente libero. Dai dati aggiornati a dicembre 2023 emerge che solo il 13% delle spiagge calabresi è dato in concessione – alcune volte anche assegnate ma non attive – dai Comuni: almeno l’87% delle nostre spiagge è dunque al momento libero”.
“Appare evidente – prosegue – che nel territorio calabrese non c’è scarsità della ‘risorsa spiaggia’ e dunque oggi abbiamo ufficialmente deliberato – prima Regione in Italia a prendere una decisione di questo tipo e a metterla nero su bianco – che in Calabria non si applicherà la direttiva Bolkestein riguardo alle concessioni rilasciate dai Comuni nei quali sarà valutata all’attualità l’insussistenza locale di scarsità della risorsa e l’assenza di interesse transfrontaliero certo. La direttiva Ue del 2006 mette l’accento proprio sul concetto di ‘scarsità della risorsa spiaggia’. Una successiva legge dello Stato italiano approvata nel 2022 regolamenta una mappatura delle spiagge, che però è stata effettuata a livello nazionale. Logica rigettata da un parere della Commissione europea: per l’Europa la valutazione sulla ‘scarsità’ o meno delle spiagge va fatta a livello regionale o addirittura comunale. Noi vogliamo rispettare alla lettera queste indicazioni. E dai numeri appare chiaro come nella Calabria, complessivamente considerata, non ci sia alcuna scarsità della ‘risorsa spiaggia’”.
“A seguito della decisione presa oggi dalla nostra Giunta – afferma il presidente della Regione – i Comuni calabresi potranno procedere, qualora non ci sia nel loro territorio una scarsità della ‘risorsa spiaggia’ e non vi sia neppure un interesse transfrontaliero al rilascio della concessione, all’applicazione diretta della normativa nazionale sulle proroghe delle concessioni balneari; in assenza di tali presupposti, gli stessi Comuni potranno procedere ad una ‘proroga tecnica’ delle precedenti concessioni in scadenza al 31/12/2023, e allo stesso tempo potranno bandire nuove gare, per i lotti non ancora assegnati”.
“Da mesi – conclude Occhiuto – si parla di autonomia differenziata e di regionalismo, perché se ne deve parlare sempre secondo l’interesse di alcuni? In questo caso la Calabria il problema che hanno altre regioni non ce l’ha. In Calabria la ‘risorsa spiaggia’ non è scarsa. Qualcuno in passato diceva ‘padroni a casa nostra’. In questo caso siamo noi calabresi che sommessamente diciamo: ‘sulla Bolkestein padroni a casa nostra’”.
San Giorgio Morgeto: 5 cuccioli meticci strappati a morte certa dai Forestali
Nei giorni scorsi, nell’ambito di un servizio di controllo straordinario del territorio, finalizzato alla repressione dei reati ambientali, e coordinato dal Reparto Parco Nazionale Aspromonte di Reggio Calabria, i militari del Nucleo Carabinieri Parco di San Giorgio Morgeto, in località Candeloro, agro del comune di San Giorgio Morgeto, udivano guaiti provenire da una scarpata, adiacente la strada provinciale ed inequivocabilmente riconducibili alla presenza di cuccioli.
La natura impervia della zona suggeriva il preventivo allertamento dei Vigili del fuoco ma, privilegiando la tempestività d’intervento e recuperando in tal modo attimi di tempo prezioso, dopo una breve ricerca con la valente e caparbia gente del posto anch’essa presente, si è constatata, a valle della predetta scarpata, la presenza di n. 5 cuccioli di razza meticcia, tre femmine e due maschi, gli uni vicini agli altri. Abbandonati, spaventati ed affamati, sono stati subito presi in cura dai militari operanti, che, dopo aver allertato il servizio veterinario, hanno somministrato del latte per un immediato e quanto mai opportuno ristoro.
Il gesto compiuto ha, senza dubbio alcuno, strappato i cinque cuccioli a morte certa: gli stessi sono stati affidati alle cure del canile “La Casa degli Amici di Fluck” di Oppido Mamertina e, nel contempo, veniva allertato il servizio veterinario dell’ASP di Taurianova, avviando le procedure del caso, alla luce dell’ignobile gesto compiuto.
In una sala gremita, svolta la conferenza stampa nella quale il Consigliere delegato metropolitano alla Cultura Filippo Quartuccio ha spiegato che l’evento si inserisce in una programmazione più ampia ed articolata e segna una delle fasi più interessanti del percorso di sviluppo culturale intrapreso dalla struttura.
In particolare viene ricordato l’impegno istituzionale per far sì che Palazzo Crupi e le sue opere valichino i confini territoriali per un viaggio di “andata e ritorno”, in termini di immagine e valorizzazione culturale, che coinvolgerà importanti Comuni del nord Italia in collaborazione con il Ministero della Cultura.
Nelle scorse settimane, nell’ambito del Salone del Libro di Torino, era stato presentato il Catalogo delle opere di Palazzo Crupi, pubblicato da una nota casa editrice nazionale; un altro prestigioso ed importante traguardo che offre visibilità al patrimonio custodito di questa importante struttura.
L’artista Minoliti ha voluto affidare ai suoi lavori ogni tipo di descrizione demandando all’arte il ruolo che le compete: “parlare” e comunicare l’invisibile; ovvero ciò che non trova sufficiente espressione nelle parole.
La curatrice Angela Pellicanò, con grande puntualità, ha offerto degli strumenti di lettura ed interpretazione del ricco lavoro di Minoliti esposto in queste “Tre sale cablate”; spiegandone e declinandone il concetto ispiratore di fondo. Citando Georges Braque, infatti, la Pellicanò esordisce con “L’arte è una ferita che diventa luce”.
E prosegue “Le opere di Minoliti si riconoscono in questa visione, trasformando le ferite dell’esistenza in lampi di luce che possono illuminare il cammino ma anche ferirci mostrandoci una verità non filtrata. La sua arte svela la bellezza nascosta nella consunzione degli oggetti, ci ricorda che la vita è un gioco assurdo e grottesco, assiepata tra matasse di nervi e filamenti miologici e impara la libertà ridendo o aggredendo volumi pressati nelle teche o tra le impenetrabili e ambigue forme. Più si avvicina la forma, più si allontana il soggetto. Più si allontana il soggetto, più la capacità di non farsi ingabbiare, opera su qualcosa che va oltre il sé Minoliti. Di questo groviglio si nutre l’opera dell’artista; da questa ambizione nascono le sue opere”.
Angela Pellicanò chiude con “L’artista non si limita a manipolare la materia, ed il risultato è un’arte viva, pulsante, a tratti cinica, mai debole. Cavi un tempo simbolo di connessioni con il mondo esterno, transito immaginifico, semplicemente, una volta dismessi, diventano dispositivi di volontà contro estetiche dominanti e omologazione. Cosa significa essere connessi oggi ha la stessa valenza dell’esserne consapevoli”.
Palazzo San Giorgio: visita degli studenti dell’istituto “Radice-Alighieri”
Visita a Palazzo San Giorgio, ieri mattina, per gli allievi dell’Istituto comprensivo “Radice-Alighieri” di Catona. I giovani studenti hanno visitato le sale principali del palazzo di Città, per fermarsi poi nell’aula “Battaglia” dove i rappresentanti dell’Amministrazione comunale hanno spiegato loro le funzioni principali dell’Ente, delineando il ruolo del sindaco e le sue competenze.
Gli studenti, accompagnati dagli insegnanti, hanno ascoltato con particolare attenzione non risparmiando anche numerose domande agli amministratori. Ma non solo: diverse sono state le richieste dei ragazzi all’Amministrazione comunale, con particolare riferimento alla necessità di maggiori spazi in cui poter svolgere le attività ludico-sportive, così come è stata rimarcata la richiesta di una più profonda pulizia della città, che i bambini desiderano più libera da rifiuti di ogni genere. Non sono mancate anche le annotazioni sulle buche nelle vie più periferiche. Tutti rilievi che gli amministratori presenti hanno preso in carico, con l’idea di girarle poi agli uffici competenti.
Terminata la visita a Palazzo San Giorgio, gli studenti si sono recati alla Pinacoteca Civica, per una visita guidata alla scoperta delle splendide opere presenti, in un viaggio tra arte e cultura.
Palazzo Alvaro: consegnata borsa di studio dell’Ail per il concorso “In memoria di Alberto Neri”
(di Lucio Musolino) Ci sono alcuni indagati nell’inchiesta avviata sul ritrovamento domenica scorsa del corpo senza vita di un neonato, con il cordone ombelicale ancora attaccato, all’interno di uno zaino abbandonato tra gli scogli a Villa San Giovanni, nelle vicinanze degli imbarcaderi per la Sicilia.
Nella giornata di ieri carabinieri e squadra mobile, che stanno svolgendo congiuntamente le indagini, sono riusciti a rintracciare la madre
Si tratta di una tredicenne affetta da deficit cognitivo che è stata trovata in casa dei genitori. La ragazzina è stata portata d’urgenza in ospedale e ricoverata per un possibile rischio di setticemia che è poi rientrato, consentendo le sue dimissioni.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica e dalla Procura per i minorenni di Reggio Calabria, guidate, rispettivamente, da Giovanni Bombardieri e Roberto Di Palma, stanno proseguendo celermente nel massimo riserbo, considerata la delicatezza della vicenda. L’attività investigativa punta a fare luce, in particolare, sul contesto familiare particolarmente degradato cui appartiene la tredicenne. Su delega del procuratore aggiunto Walter Ignazitto e del sostituto Tommaso Pozzati, della Procura ordinaria, e del sostituto della Procura dei minorenni Giuseppe Creazzo, sono state sentite in Questura alcune persone informate dei fatti. Si tratta di familiari della giovane che sarebbero state a conoscenza della gravidanza della minorenne e le cui dichiarazioni potrebbero rivelarsi utili per appurare le modalità della morte del neonato e del suo abbandono tra gli scogli.
Tra le persone sentite a lungo dagli investigatori c’è stata la madre della tredicenne. Lo scopo degli investigatori è, in primo luogo, di accertare se e da chi la ragazza è stata aiutata a partorire. Difficile, infatti, pensare che la giovane abbia potuto fare tutto da sola.
Va accertato, inoltre, se il neonato fosse già morto quando è stato dato alla luce o se il decesso sia sopraggiunto successivamente. In questo senso le risposte dovrebbero venire dall’autopsia disposta dall’autorità giudiziaria e che è stata eseguita nelle scorse ore. Sul corpo del neonato è stato disposto anche l’esame del Dna per chiarire chi è il padre del neonato, se si tratta di un giovane o di una persona più grande e se fosse a conoscenza della gravidanza della tredicenne. Non si esclude, tra l’altro, un’altra ipotesi inquietante. E cioè che la ragazza possa essere stata coinvolta in un giro di prostituzione minorile. Ipotesi che trova fondamento nel degrado sociale in cui ha vissuto fino ad oggi e dal quale, si spera, possa adesso uscire definitivamente per andare incontro ad un futuro più dignitoso.
Omicidio e tentato omicidio.
Queste le accuse che la Procura di Reggio Calabria avanza nei confronti di un 48enne reggino sottoposto a fermo, accusato dell‘omicidio Alfio Stancampiano, il catanese di 30 anni abbandonato lunedì nei giardini dell’ospedale Morelli di Reggio Calabria, poco prima di morire e per aver ferito un secondo uomoo, un 46 enne, anche lui di Catania, adesso ricoverato nell’ospedale di Messina.
A meno di 48 ore dal delitto, le indagini della squadra mobile e dei carabinieri hanno consentito al procuratore Giovanni Bombardieri e al sostituto Nunzio De Salvo di delineare il contesto in cui è maturato l’omicidio.
Secondo le ricostruzioni degli investigatori, non si sarebbe trattato di una rapina andata male, ma l’uomo deceduto, il ferito e una terza persona avrebbero tentato un furto in un’abitazione privata a Rosario Valanidi, nella periferia sud di Reggio Calabria.
I due, però, sono stati sorpresi dal proprietario, il soggetto fermato, che ha reagito accoltellando due di loro.
A causa delle condizioni gravi, Alfio Stancampiano è stato accompagnato davanti all’ospedale Morelli dove è morto subito dopo per le ferite riportate, mentre l’altro complice, pure lui accoltellato, dopo aver lasciato l’auto, una Fiat Punto, agli imbarcaderi di Villa San Giovanni, ha traghettato ma è stato costretto a farsi assistere nell’ospedale “Martino” di Messina.
La Procura ha sequestrato l’arma del delitto e l’abitazione in cui si è avvenuto l’omicidio dove i carabinieri del Ris si occuperanno di stabilire la dinamica dell’accoltellamento. È stata sequestrata, inoltre, l’auto trovata a Villa San Giovanni e sono in corso accertamenti da parte del gabinetto di polizia scientifica di Reggio Calabria.
Morto trovato al Morelli: c’è un fermato
C’è un fermato per l’omicidio di Alfio Stancampiano, il trentenne di Catania accoltellato ieri mattina e abbandonato nei giardini dell’ospedale Morelli di Reggio Calabria. L’identità è stata accertata dalla squadra mobile e dai carabinieri che stanno conducendo le indagini coordinate dal procuratore Giovanni Bombardieri e dal sostituto Nunzio De Salvo. La vettura è stata trovata agli imbarcaderi per la Sicilia di Villa San Giovanni.
Secondo la ricostruzione, stavano cercando di rientrare a Catania ma non ci sono riusciti perché anche un altro di loro è rimasto ferito e, a causa delle sue precarie condizioni, è stato costretto al ricovero nell’ospedale Messina dove è vigilato dalle forze di polizia. Proprio in queste ore, gli inquirenti stanno visionando alcune immagini dei sistemi di videosorveglianza che potrebbero fornire alcuni dettagli ed aiutare a risalire ai responsabili dell’omicidio.
È questa l’ipotesi più accreditata sulla quale stanno lavorando gli investigatori che hanno individuato prima l’auto usata per accompagnare la vittima davanti all’ospedale la rapina, una Fiat Punto, e poi hanno rintracciato i due che erano sulla vettura a Messina.
Su disposizione del procuratore Giovanni Bombardieri e del pm Nunzio Di Salvo, la squadra mobile e i carabinieri hanno sottoposto a provvedimento di fermo di indiziato di delitto un uomo sulla cinquantina residente a Rosario Valanidi, un quartiere nella periferia sud della città.
E’ nell’abitazione del fermato, che stando a quanto trapela, è avvenuta la presunta rapina tentata da Stancapiano e da altri due soggetti, gli stessi che a bordo di una Fiat Punto hanno accompagnato l’uomo ferito davanti al nosocomio reggino, dove è morto subito dopo, prima di tentare di raggiungere Catania.
Uno dei due presunti complici, però, è rimasto ferito e, una volta arrivato a Messina, è stato costretto al ricovero in ospedale dove adesso è vigilato dalle forze di polizia.
A Reggio Calabria grazie al Progetto Cre.Di.M.I., selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, sta nascendo un esempio virtuoso per incoraggiare la cittadinanza attiva e per favorire sempre più il dialogo con le Istituzioni del territorio. Un percorso in crescendo, iniziato lo scorso anno, che sta coinvolgendo attivamente i quartieri Modena, San Sperato e San Giorgio Extra posti nella periferia sud della città dello Stretto.
Nell’ambito delle diverse iniziative progettuali è in programma per venerdì 31 maggio 2024 la prima edizione della “Passeggiata Urbana” con l’obiettivo di riscoprire e valorizzare luoghi e spazi del territorio. L’evento prevede il raduno alle ore 15.30 nell’area pubblica all’aperto attigua alla Parrocchia di San Sperato, location in cui si terrà l’accoglienza e la prima tappa del percorso. La passeggiata proseguirà verso l’Istituto Maria Ausiliatrice, il Liceo Scientifico “Volta”, il campo Coni, i campetti e le aiuole di via Modena-San Sperato, per concludersi in piazzetta Caprai intorno alle ore 18.30 dove si terrà la festa finale e la mostra delle foto a cura degli studenti del “Volta”. Nelle diverse tappe sono previsti spettacoli, esibizioni, attività ludiche e momenti di riflessione per il rafforzamento dello spirito di comunità e di cittadinanza. Una seconda passeggiata, in programma dopo l’estate, coinvolgerà la parte restante del rione Modena ed il quartiere di San Giorgio Extra.
Assieme ai partner del progetto – CIOFS/FP Calabria, ActionAid Reggio Calabria, ARCI Reggio Calabria, Istituto Tecnico Economico “R.Piria Ferraris Da Empoli” e Liceo Scientifico Statale “A.Volta” – tantissime realtà associative del territorio stanno collaborando all’organizzazione della “Passeggiata Urbana”: il Comitato di Quartiere, le Parrocchie di San Sperato, Modena e San Giorgio Extra, i Pagliacci Clandestini, l’ASD ludico-educativa “Lelefante”, l’Associazione dilettantistica socio culturale “Zampognari”, l’istituto Maria Ausiliatrice, l’ASD PGS Oradonbosco, il Comitato Provinciale di Reggio Calabria del CSI e la Cooperativa Sociale ROM 1995.
Il Progetto Cre.Di.M.I. – Creare Distretti Micro per l’Inclusione – si pone l’obiettivo, attraverso il coinvolgimento concreto degli attori sociali del territorio, di costruire un Patto Educativo di Comunità durevole nel tempo e utile a soddisfare i fabbisogni dei cittadini ed il particolare dei giovani. Il progetto è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. www.conibambini.org.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare i canali social del Progetto Credimi.