Sebastiano Plutino
Un anno di Energie di Comunità: oggi dalle ore 17 nel territorio di Arghillà, la rete celebrerà il suo primo anniversario.
Esattamente un anno fa, infatti, si presentava al quartiere grazie all’impegno di associazioni, organizzazioni, cooperative e comitati che, nel lungo tempo, hanno operato con amore e dedizione nella periferia nord della città di Reggio Calabria, nello specifico: ActionAid Italia, Adexo, Asd Arghillà, Azione Sociale, CSI Reggio Calabria, Il Cuore di Medea, Medici del Mondo, NonUnaDiMeno.
Con questa giornata di festa e riflessioni, quindi, si intende mettere assieme programmazione e svago, partendo da un piccolo bilancio del percorso già avviato e proponendo nuovi spunti di riflessione e momenti di condivisione. Spazio anche agli obiettivi ancora da raggiungere: se ne discuterà in assemblea insieme ad associazioni, movimenti, abitanti del quartiere e rappresentanti istituzionali.
Tutto ciò accompagnato anche con la leggerezza del divertimento, grazie all’esibizione artistica a cura di Balenando in Burrasca Festival/Adexo, che tra i trampoli e le bolle di sapone della performer Thekla De Marco, proporrà attimi di leggerezza e condivisione. Non mancheranno merenda e balli.
Programma: si parte dal campetto di Arghillà alle ore 17 con una passeggiata creativa sui trampoli con “A passi da Gigante” per dirigersi verso La Piazzetta (Polo Sanitario ACE) in cui è prevista un’assemblea aperta agli interventi. Alle 18.15 in programma “Un arcobaleno di Bolle”, una esibizione in cui le bolle di sapone diventeranno anche parte di una performance-laboratorio. Dalle 18. 40 spazio agli interventi sia istituzionali che liberi. Per arrivare alle 19.15, alle conclusioni celebrate con un’Esibizione-Laboratorio grazie al lavoro della ballerina Anna Briganti.
Una giornata pensata per vivere il territorio di Arghillà, grazie a un nuovo modello di relazioni e di comunità, anche grazie al supporto logistico del Polo Sanitario Ace di Arghillà nord e il Coordinamento di quartiere.
Il Comitato Ponte Subito: “Emendamento Lezzi tutela legalità, democrazia e civiltà. Bene Germanà su Bonelli”
“Un emendamento del deputato Iezzi al ddl sicurezza prevede che le pene per criminali e delinquenti che si permettono di bloccare i lavori pubblici di una grande opera strategica utilizzando la violenza nei confronti delle forze dell’ordine e dei lavoratori dei cantieri vengano aumentate. Si tratta di una legge sacrosanta, che è già in vigore in tutte le grandi democrazie occidentali dagli USA di Biden alla Francia di Macron, dalla Spagna di Sanchez alla Germania di Scholz. E invece in Italia la sinistra si scandalizza come se fosse un provvedimento anti democratico”. Lo afferma, in una nota, il Comitato Ponte Subito.
“Tutelare i cantieri delle opere pubbliche – aggiunge il Comitato – è invece la base della democrazia. Proprio a Reggio Calabria nei giorni scorsi è stato incendiato il cantiere di un campo da calcio e il Sindaco del Pd, Falcomatà, ha chiesto maggiori tutele e controlli per le opere pubbliche. Se l’emendamento Iezzi fosse già approvato, ci sarebbe un maggior deterrente per questi gesti vili e i colpevoli verrebbero puniti più severamente. Perché, quindi, la sinistra combatte una norma di buon senso, di civiltà, di legalità e di democrazia, che in alcun caso mette a rischio il sacrosanto diritto di manifestare pacificamente? Perché il Sindaco di Villa San Giovanni, Giusi Caminiti, si scandalizza per un emendamento così scontato per un Paese civile e democratico? Come mai Pd e Movimento 5 Stelle stanno lanciando strali di denuncia su questa legge così banale? Intendono forse fomentare o alimentare una tale contrapposizione al Ponte da scatenare violenze volte a bloccare i cantieri, come hanno già fatto per la TAV in Val di Susa? Il punto è come mai in Italia nel 2024 non ci siano ancora norme adeguate a contrastare e prevenire le violenze dei facinorosi che in modo illegale si oppongono alla democrazia nel Paese, come accade in tutti gli altri Paesi democratici dove se qualcuno prova a bloccare un cantiere pubblico viene portato via con l’esercito”.
Il Comitato Ponte Subito prosegue: “questo emendamento tutela le forze dell’ordine, i lavoratori e scoraggia qualsiasi criminale ad agire in modo delinquenziale utilizzando la violenza per imporre le proprie convinzioni contro la maggioranza dei cittadini. Se un’opera pubblica si deve fare o meno lo decidono i governi eletti dal popolo. Il governo Meloni è stato sostenuto da una grande maggioranza di elettori, anche e soprattutto in Calabria e Sicilia, consapevoli che la realizzazione del Ponte fosse un tassello fondamentale del programma elettorale della coalizione di centrodestra. Tutti i partiti No Ponte, invece, sono stati sconfitti sonoramente. La minoranza non può che adeguarsi al volere della maggioranza. Il Ponte sullo Stretto, inoltre, è opera strategica per l’interesse Nazionale secondo una legge dello Stato promulgata dal Presidente Mattarella e pubblicata in Gazzetta Ufficiale oltre un anno fa. Ecco perché contestare la realizzazione del Ponte è già di per sé un atto di illegalità. Si può discutere del come, dei dettagli tecnici, ma il Ponte si deve fare per legge dello Stato: è l’unica grande opera che può determinare la crescita e lo sviluppo del Sud dopo decenni di arretratezza, povertà, emarginazione e assistenzialismo da parte dello Stato. È il più grande investimento pubblico nella storia dell’Italia unita al Sud Italia e ci sono meridionali che hanno anche il coraggio di opporsi?”.
“Bene ha fatto – conclude la nota del Comitato – il senatore messinese Germanà a denunciare Bonelli, affinché si interrompa la spirale di bufale, fake news e disinformazione che sta alimentando confusione, paura infondata, allarmismo e odio sociale proprio da parte di quella sinistra sempre pronta a parlare di complottismo e negazionismo quando chicchessia su qualsiasi argomento a loro caro mette in dubbio le conoscenze acquisite dalla scienza. E sul Ponte è la scienza a dire che si può fare, a dimostrare la bontà del progetto realizzato dagli esperti più titolati al mondo: la popolazione non può essere deviata per meri interessi di ideologia e battaglia politica”.
E’ operativa da ieri la nuova postazione del laboratorio di patologia clinica dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, al piano terra di quella che è destinata a diventare “Casa di comunità” di via Willermin.
“Con questa nuova organizzazione e allestimento tecnico abbiamo voluto rendere più efficiente questo presidio – ha affermato il direttore generale Lucia Di Furia – questa azienda sta investendo molto. L’informatizzazione degli accessi ha reso più agevole l’ingresso dell’utenza, che prima era costretta ad auto organizzarsi. Altra cosa molto importante è che dal prossimo lunedì si potrà accedere al servizio anche su prenotazione e questo eviterà assembramenti e confusione. E di questo ringrazio il personale, amministrativo, informatico, sanitario che si è impegnata in questi giorni per l’apertura di questo presidio. L’azienda ha acquisito il sistema informatico complessivo che mette in insieme tutte le postazioni. È in fase di test a Polistena ma contiamo di utilizzarlo presto in tutti i nostri laboratori”.
Il laboratorio reggino è uno dei meglio attrezzati della regione in materia di biologia molecolare. “Qui convergono – ha sottolineato la dirigente Mariateresa Fiorillo – i tamponi provenienti dagli ospedali del territorio dell’Asp: Polistena, Locri, Melito Facciamo i tamponi per le resistenze, i tamponi respiratori e quelli gastrointestinali. Ma la cosa importante è che riusciamo ad inviare i risultati in giornata. È un continuo divenire, dopo aver superato il periodo della pandemia in cui trattavano oltre tremila tamponi al giorno”.
All’inaugurazione hanno partecipato i consiglieri regionali, Domenico Giannetta, di Forza Italia, Giovanni Muraca, del Partito Democratico e il presidente di “Comunità competente”, Rubens Curia. “Nonostante i problemi ancora da risolvere e nonostante l’impegno del commissario Roberto Occhiuto – ha detto Giannetta – questi piccoli risultati sono importanti. Un laboratorio di analisi nuovo, con un punto prelievo ospitato in locali nuovi ed accoglienti, ben attrezzati per gestire il flusso dei pazienti. Questo grazie all’incessante lavoro del direttore generale Di Furia, e alla supervisione del presidente commissario che sta cercando tassello dopo tassello di raddrizzare la sanità in ogni punto dalla rete, sia ospedaliera che territoriale, che per fin troppo tempo sono state trascurate”.
“Nel 2020, grazie ad una nostra iniziativa in Consiglio regionale, questo laboratorio fu il primo in Calabria ad essere accreditato dall’Istituto Superiore della Sanità per il Covid 19 – ha ricordato Curia – e oggi è importante il nuovo frontline attraverso il quale i cittadini vengono trattati da cittadini. Sono sempre stato convinto che la politica dei piccoli passi, come in questo caso, ci può portare lontano e quindi ringrazio Di Furia, ringrazio Maria Teresa Fiorillo e il bellissimo clima che oggi c’è qui per chi ci lavora. Se vogliamo attrarre dal nord i nostri medici, i nostri infermieri noi dobbiamo fare una grande operazione non solo qui ma in tutta la Calabria”.
Il Consigliere regionale Domenico Giannetta: “Tassello dopo tassello, stiamo ricostruendo la sanità”.
Entuasiasta Il Consigliere regionale Domenico Giannetta per l’apertura del nuovo laboratorio patologia clinica, il nuovo Punto Prelievi e Laboratorio di analisi cliniche dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria.
“Reggio Calabria si dota di un nuovo laboratorio di patologia clinica che si avvale di strumenti diagnostici all’avanguardia. Il centro di via Willermin – dichiara Giannetta – è, finalmente, moderno, luminoso e ben organizzato e offre un’accoglienza ampia ed inclusiva, in particolare dell’utenza più fragile. La centralità della persona è infatti il focus della politica del Presidente Occhiuto nella riorganizzazione della sanità territoriale e – continua – si sta concretizzando anche nell’Azienda Provinciale Sanitaria reggina grazie al lavoro incessante del Direttore Generale Lucia Di Furia.
I cittadini della città metropolitana di Reggio Calabria potranno servirsi in un luogo adeguato e tecnologicamente avanzato, in cui i tempi di attesa saranno più veloci, ottimizzati e ben organizzati. Una piccola risposta – conclude Giannetta – che per la sanità territoriale reggina rappresenta una grande conquista”.
I Carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria hanno arrestato tre giovani di età compresa tra i 28 ed i 30 anni, originari della provincia reggina, accusati dei reati di sequestro di persona a scopo di estorsione, lesioni personali aggravate ed indebito utilizzo di strumenti di pagamento.
La notte del 22 maggio scorso, durante un servizio di pattuglia in via Pineta Zerbi, la Sezione Radiomobile della Compagnia di Reggio Calabria fermava un’Audi A3 per un regolare controllo di Polizia. Gli occupanti del veicolo, tre ragazzi, apparentemente impacciati ed agitati nei movimenti, sembravano perdere del tempo nel fornire i documenti di riconoscimento. La circostanza insospettiva i militari dell’Arma che, pertanto, procedevano ad effettuare un controllo all’interno del mezzo, trovando nel cruscotto diverse carte di credito, due telefoni cellulari, un mazzo di chiavi di un’altra autovettura ed il tesserino di riconoscimento di un Ordine Professionale. Alla richiesta degli operanti per sapere a chi appartenesse quel materiale, nessuno sapeva fornire delle spiegazioni e, per questo motivo, il personale dell’Arma iniziava ad effettuare degli accertamenti per rintracciare il titolare di tutti gli effetti rinvenuti.
I Carabinieri, a seguito di continue ricerche, individuavano parcheggiata nei pressi dell’ex Lido comunale di Reggio Calabria, l’autovettura a cui appartenevano le chiavi in possesso dei tre giovani e, poco distante, immediatamente soccorrevano un giovane che, sconvolto ed in stato di shock, riconosceva sin da subito i predetti come coloro che, poco prima, lo avevano picchiato e derubato.
La vittima, infatti, ricostruiva ai militari quanto accaduto in precedenza, spiegando che quella notte aveva deciso – tramite un annuncio pubblicato su un sito di incontri online – di mettersi in contatto con uno sconosciuto, ottenendo un appuntamento presso la citata area balneare. Dopo essere stato adescato, al suo arrivo non aveva però trovato un potenziale partner, ma tre feroci aggressori che lo avevano dapprima minacciato e malmenato con dei bastoni e, successivamente, rapinato del proprio portafogli e dei telefoni cellulari in suo possesso. Nella circostanza i malviventi lo ingiuriavano costantemente con frasi omofobe, tenendolo per diverse ore a terra – immobilizzato e sotto continua sorveglianza – mentre perquisivano la sua autovettura e si recavano a più riprese a prelevare centinaia di euro in contanti, mediante l’utilizzo delle carte di credito sottratte. Dopo aver terminato l’azione criminosa, i sequestratori fuggivano a bordo del loro autoveicolo, per poi essere fermati all’anzidetto posto di controllo dei militari della Compagnia di Reggio Calabria.
Tempestivo, da parte del personale dell’Arma, è stato anche il trasporto del malcapitato presso il G.O.M. di Reggio Calabria, dove veniva ricoverato per i politraumi arrecatigli in tutto il corpo.
Gli arrestati, con precedenti specifici per reati contro il patrimonio e sugli stupefacenti, l’11 aprile scorso erano stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per un episodio analogo. Nella provincia di Rovigo, infatti, con lo stesso modus operandi avevano adescato un uomo e, una volta fatto accesso all’interno della sua abitazione, lo avevano legato con delle fascette e colpito ripetutamente alla testa con il calcio di una pistola, al fine di rapinarlo.
L’Arma dei Carabinieri è impegnata quotidianamente a prevenire il fenomeno degli adescamenti online e a tutelare le vittime di questi gravi reati, commessi spesso a sfondo omofobo, i cui malintenzionati sfruttano il web per carpire la fiducia delle persone. Oggi più che mai risulta fondamentale essere consapevoli dei rischi che provengono da un uso poco attento dei social network, i cui effetti possono ripercuotersi nella vita reale.
Il procedimento è attualmente nella fase delle indagini preliminari e per gli indagati vale il principio di non colpevolezza sino alla sentenza definitiva.
Rintracciata la madre del neonato trovato morto domenica a Villa San Giovanni, all’interno di uno zainetto, con il cordone ombelicale ancora attaccato, sugli scogli, nella vicinanze degli imbarcaderi per la Sicilia
Si tratta di una tredicenne di nazionalità italiana.
La ragazza è stata rintracciata dai carabinieri e dalla Squadra mobile di Reggio Calabria che stanno svolgendo le indagini su delega della Procura della Repubblica e della Procura per i minorenni, nell’abitazione dei genitori, a Villa San Giovanni,
La giovane madre è stata portata in ospedale e ricoverata perché affetta da setticemia, conseguenza del parto che sarebbe avvenuto nello scorso fine settimana in circostanze sulle quali sono in corso le indagini degli investigatori.
Sui particolari della vicenda inquirenti ed investigatori mantengono, al momento, uno stretto riserbo.
Gioia Tauro, la candidata consigliera Speranza: “Intercettare i flussi del Porto per favorire la crescita del territorio”
La candidata in consiglio comunale e coordinatrice di Forza Italia giovani Gioia Tauro, nella lista di Forza Italia della candidata Sindaco Scarcella, Domenica Speranza, in una nota illustra il suo progetto di rivalutazione del legame tra porto e sviluppo economico del territorio.
“Vogliamo intensificare il rapporto tra Gioia Tauro e il business legato al porto, intercettando i flussi che provengono dalle attività portuali (convegni, congressi) per creare una crescita capillare che incida profondamente sul tessuto socioeconomico, favorendo le strutture e le attività commerciali gioiesi” afferma la candidata.
“Porto e logistica sostengono la struttura portante, ma la nostra idea si allarga a macchia d’olio puntando su un modello di crescita di economia del mare che, attraverso lo scalo, si estenda nel territorio” prosegue Speranza.
“Il porto di Gioia Tauro rappresenta un asset di crescita e sviluppo sempre più strategico e la connessione tra tutti gli attori coinvolti deve essere sempre più forte: per farlo, coinvolgeremo i tanti operatori gioiesi del settore, per trasformare Gioia Tauro in una meta sempre più attrattiva ed accogliente” conclude la candidata.
Si è svolta Sabato 25 Maggio 2024, presso la Scuola Primaria di Catona, la Giornata della Legalità, promossa dall’Istituto Comprensivo “Radice Alighieri” di Catona e dalla Fondazione Girolamo Tripodi.
Questa data assume ormai un valore simbolico per la scuola, per Catona e per la città di Reggio Calabria, poiché il 25 maggio 2017 è stato barbaramente assassinato dalla ‘ndrangheta Bruno Ielo, cittadino esemplare, tabaccaio e Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi della scuola Media di Catona e della Direzione Didattica di Catona, per ben sei anni.
L’incontro è stato molto partecipato, animato da forte tensione ideale e ricco di contenuti ed ha visto una numerosa presenza degli alunni, delle famiglie e dei docenti delle classi coinvolte.
L’evento è stato aperto dalla Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo “Radice Alighieri” di Catona, Simona Sapone, che ha ringraziato tutti gli invitati ed ha sottolineato l’importanza che assume la giornata della legalità per la realtà scolastica catonese nella memoria di una persona come Bruno Ielo, che non si è piegato alle minacce e alle intimidazioni ed ha difeso con coraggio e determinazione il proprio diritto ad esercitare liberamente la propria attività. Abbiamo istituito quattro anni fa la giornata della Legalità perchè il sacrificio di Bruno Ielo non deve essere dimenticato.
Subito dopo è intervenuto Michelangelo Tripodi, Presidente della Fondazione Girolamo Tripodi, che insieme all’Istituto Comprensivo ha promosso l’organizzazione della giornata e le iniziative ad essa collegate. Tripodi ha ricordato la storia di Bruno Ielo, a cui era legato da sentimenti di profonda amicizia e di grande affinità ed il suo essere uomo tutto d’un pezzo, che non si è mai piegato ai soprusi, alle sopraffazioni e alle estorsioni. Bruno Ielo era un lavoratore onesto, un padre esemplare e un cittadino impegnato per la propria comunità. Ha pagato con la vita perché si è opposto alla volontà criminale delle cosche mafiose che, non essendo riuscite a piegarlo attraverso minacce, imboscate, atti intimidatori ed altro, hanno deciso di ucciderlo, assoldando un killer che gli ha sparato due colpi di pistola alle spalle, mentre faceva ritorno a casa.
Tripodi ha poi ricordato che non a caso l’inchiesta giudiziaria riguardante l’assassinio di Bruno Ielo è stata definita “Giù la Testa”, ad indicare il fatto che si è trattato di un’esecuzione di stampo tipicamente mafioso con la quale le cosche di ‘ndrangheta pensavano di risolvere il problema, ma hanno sbagliato i conti: oggi quel tabacchino che volevano chiudere è ancora lì, aperto e funzionante grazie al coraggio di Daniela, la figlia di Bruno, che va ringraziata, sostenuta e supportata pienamente per la forte scelta che ha compiuto. Daniela non si è fermata, ha resistito con lo stesso coraggio di Bruno. Oggi la rivendita di tabacchi è aperta grazie a lei che non ha voluto mollare e non ha voluto darla vinta agli assassini di suo padre, anche se continua a subire continue vessazioni, come dimostrano i furti e le effrazioni continuamente subiti.
Il messaggio che intendiamo rivolgere con questa giornata e le iniziative collegate è rivolto alle giovani generazioni nella speranza che, con l’impegno della scuola, possa crescere la coscienza collettiva e il senso della legalità quale pilastro fondamentale per costruire una società e una Calabria migliore.
Tripodi ha concluso con l’augurio che al più presto si svolga il processo d’appello e si giunga alla condanna degli autori e dei mandanti dell’assassinio di Bruno Ielo.
Ha poi preso la parola Domenico Nasone, già referente regionale di Libera, che ha portato i saluti di don Luigi Ciotti e ha ricordato come Bruno Ielo sia stato incluso nell’elenco delle 1.081 persone, realizzato da Libera, che nel nostro paese sono state vittime innocenti delle mafie. Nasone ha voluto riaffermare che non bisogna mai dare per scontato che ricordare le vittime innocenti di mafia possa essere solo un fatto di circostanza o solo quando c’è l’anniversario, perchè dobbiamo imparare dalle loro storie che questa terra è contagiata da un male che si chiama ‘ndrangheta e da una cultura della violenza che non è solo degli ndraghetisti, ma appartiene a larghe fasce della popolazione anche tra i più giovani.
Dobbiamo trarre insegnamento da queste violenze della mafia e delle istituzioni per essere sempre più consapevoli dei nostri diritti: prima di tutto il diritto alla vita. Nessuno deve toccare la vita degli altri, ma la logica della violenza non rispetta la vita, la calpesta e i mafiosi in questo sono maestri. La ‘ndragheta impedisce lo sviluppo, avvelena la vita della città e blocca la libera iniziativa delle persone.
Successivamente è intervenuto Vincenzo Chindamo, fratello di Maria Chindamo, che ha raccontato la dolorosa e tragica vicenda di sua sorella Maria. Una storia di libertà che si è tentato di soffocare con la violenza più brutale. Maria aveva fatto le sue scelte, ma la sua libertà non è stata tollerata dalla cultura patriarcale, violenta e ndranghetista. Maria non ha accettato di stare nel recinto che le era stato cotruito intorno. Si è trasferita a Laureana e si è inventata imprenditrice agricola. Ha passato un periodo difficile ma si è ripresa. Tutto ciò non poteva essere essere tollerato dai suoi assassini. Un giorno di otto anni fa Maria andava a lavorare come Bruno nelle sue terre. Davanti al cancello è stata aggredita a morte ed è stata fatta scomparire. Volevano che non parlasse la sua vita di libertà, la sua vita di normalità. Hanno ucciso Maria, ma la sua voce di libertà non può essere spenta da quatrro balordi che decidono chi deve vivere e e chi deve morire. Non sono riusciti a fermare Maria, perchè Maria parla di libertà più di prima. Maria parla di libertà nelle scuole, nei teatri, a Milano come a Reggio Calabria e le terre di Maria, che sono circondate da terre di proprietà di famiglie di ‘ndrangheta, oggi sono coltivate da una cooperativa sociale che è in prima linea nella lotta contro la ‘drangheta e sul cancello c’è il volto sorridente di Maria con la scritta “controlliamo noi le terre di Maria”.
Sono poi intervenuti il Presidente del Consiglio Comunale Enzo Marra e il giudice Paolo Ramondino del Tribunale per i minorenni.
Ha concluso i lavori Daniela, la figlia di Bruno Ielo, che ha ringraziato la scuola e la Fondazione Girolamo Tripodi per aver voluto ancora una volta ricordare la figura del padre a cui era profondamente legata e con cui collaborava nella stessa gestione della tabaccheria e che continua con forza a tenere aperta, nonostante tutto quello che è accaduto. Mio padre ha pagato con la vita la sua scelta di proseguire il suo cammino di cittadino onesto. Ci sono tanti momenti di sconforto, tanta rabbia e tanto dolore che nessuno forse riesce a capire veramente. Avrebbero voluto fermarmi, ma non ce l’hanno fatta. Daniela ha concluso dicendo “Ti voglio bene papà e sono orgogliosa delle tue scelte”.
Subito dopo si è proceduto alla consegna dei Premi “In memoria di BRUNO IELO” , giunti quest’anno alla terza edizione, destinati agli alunni e alle alunne della Scuola Secondaria di I° Grado di Catona.
Il concorso per non dimenticare il bellissimo esempio di Bruno Ielo e per ricordare il suo comportamento di eroe civile, è organizzato congiuntamente dalla Fondazione Girolamo Tripodi e dall’Istituto Comprensivo “Radice Alighieri” di Catona.
Sono risultati premiati i sottoelencati studenti:
ELABORATI GRAFICI (CLASSI PRIME)
1. PAONE TOMMASO CLASSE 1A
2. VICINZINO GRETA “ 1A
3. BELLE’ DOMENICA “ 1A
ELABORATI SCRITTI (CLASSI SECONDE)
1. NOTARO LORENZO CLASSE 2E
2. VITALE LUCA “ 2D
3. D’AGOSTINO VINCENZO “ 2D
ELABORATI MULTIMEDIALI (CLASSI TERZE)
1.EX AEQUO SCARFO’ GIULIA CLASSE 3A
1.EX AEQUO BILLARI MIRIAM “ 3A
2. ELABORATO UNICO “ 3E
3 PIZZIMENTI CHIARA “ 3C
I lavori di tutti gli alunni, premiati e non, hanno rappresentano la conclusione di un qualificato percorso di studi che punta attraverso la sensibilizzazione e la formazione, allo sviluppo della cultura della legalità, della solidarietà e dell’inclusione, valori alla base della convivenza civile. Pertanto, data la validità e l’importanza dell’iniziativa, la Fondazione Girolamo Tripodi e l’Istituto Comprensivo sono orientati a dare seguito e continuità per onorare al meglio la memoria di Bruno Ielo.
La giornata della Legalità si è conclusa presso la Scuola Media “Dante Alighieri” di Catona con la messa in opera di un banner permanente a ricordo della Giornata della legalità e di Bruno Ielo.
Si è conclusa ieri sera la manifestazione GIOCHIAMO PER UN SORRISO, l’evento promosso ed ideato dalle Polisportive Giovanili Salesiane calabresi, in particolare da quelle reggine.
In occasione del decennale, il direttivo reggino ha messo in moto una macchina organizzativa ben articolata, che ha dato luogo a tre eventi, frutto di una meticolosa programmazione. Il primo evento si è svolto nel marzo presso l’Istituto Scolastico “Nostro-Repaci”di Villa San Giovanni; il secondo, dedicato allo sport, si è tenuto lo scorso 19 maggio presso i campi sportivi del Reggio Village e del Mirabella e le palestre Boccioni e Maria Ausiliatrice ed il terzo evento, di natura culturale, è andato in scena nel pomeriggio di ieri presso una sala gremita di gente, adulti e bambini.
Come avvenuto in occasione delle scorse edizioni, anche quest’anno Giochiamo per un sorriso ha avuto uno scopo benefico, anzi, un duplice scopo benefico.
Per l’anniversario dei dieci anni, infatti, le PGS hanno deciso di destinare il ricavato della manifestazione, come ogni anno, al reparto di Oncoematologia Pediatrica del GOM di Reggio, ed anche al S.erD. Dip – DSM di Reggio Calabria, sotto forma di beni e servizi, secondo le necessità che verranno espresse degli Enti.
Gli eventi hanno avuto una importante partecipazione da parte dei reggini che, come di consueto, hanno dimostrato di avere un cuore grande e generoso, dando luogo a significative donazioni che hanno permesso di raggiungere un ricavato di quasi 9 mila euro, importo che ci auguriamo, possa crescere nei prossimi giorni attraverso donazioni che è ancora possibile effettuare sul conto corrente del Comitato Provinciale PGS di Reggio Calabria, con la causale “giochiamo per un sorriso”.
Arrivederci al 2025.