La FP CGIL Calabria esprime grande soddisfazione per il risultato conseguito dopo 15 anni che ha finalmente dato serenità e certezze ai 51 lavoratori e lavoratrici di Azienda Calabria Lavoro che ieri hanno sottoscritto il contratto a tempo indeterminato. Una vertenza lunghissima che dà la misura di quanto le varie forme di precariato previste dalle norme vigenti riguardino anche la pubblica amministrazione. La storia di queste lavoratrici e di questi lavoratori parte da lontano, fin dal 2008, quando vennero selezionati tra i migliori laureati da trattenere in Calabria con una temporanea esperienza di stage. Spesso il temporaneo diventa permanente e, infatti, questi giovani sono cresciuti e diventati adulti passando per tutte le tipologie di contratti atipici e precari esistenti. E così tra un cocopro e poi un cococo e un contratto a tempo determinato sono trascorsi 15 anni di angoscia, di incertezze, di un mancato futuro da immaginare, nonostante il lavoro quotidiano in cui hanno messo a disposizione la loro professionalità. La Fp Cgil che li ha affiancati in questo tempo lungo non ha mai rinunciato a continuare il confronto, a incalzare i livelli istituzionali e dirigenziali che si sono alternati, proponendo soluzioni legittime e organizzando momenti di mobilitazione fino a quando l’attuale amministrazione, a cui si riconosce attenzione per queste lavoratrici e questi lavoratori e determinazione nel superare gli ultimi ostacoli individuando le soluzioni normative e le risorse finanziarie, in un serrato e costante confronto con le OO.SS. ha messo fine ad una condizione indecorosa restituendo dignità ai migliori laureati di molti anni fa. Per la FP CGIL Calabria che li ha sostenuti e accompagnati in questo lungo percorso è stata una giornata di soddisfazione, ricca anche di tanta emozione. Ma non è finita, saremo presto impegnati a rivendicare per il buon funzionamento dell’Azienda e per dare completa soddisfazione a tutti i lavoratori della stessa, la trasformazione del regime orario in full time. Per adesso, Auguri a tutte e a tutti.
Sebastiano Plutino
Due operai sono rimasti gravemente feriti a causa di un’esplosione avvenuta nel primo pomeriggio in un’area di servizio di carburanti sulla statale 106, alla periferia sud di Crotone.
L’esplosione si è verificata in un locale interrato, dove sono alloggiate le pompe per l’erogazione del gas per autotrazione.
I due feriti sono addetti alla manutenzione che stavano svolgendo lavori già programmati.
L’esplosione ha generato un incendio che ha investito i due operai. Sul posto è arrivato anche l’elisoccorso il cui rianimatore ha proceduto ad intubare nell’ambulanza del Suem 118 di Crotone il più grave dei feriti che è stato è poi trasferito con il mezzo aereo all’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro con gravi ustioni. L’altro ferito è invece stato portato all’ospedale di Crotone con gravi ustioni a mani e braccia e si sta attendendo per procedere al trasferimento presso il centro grandi ustionati di Brindisi o Catania.
Sul posto i sanitari del 118, i vigili del fuoco del comando provinciale di Crotone e uomini della Polizia di stato. La strada statale 106 è stata chiusa al traffico per alcune ore per consentire l’atterraggio dell’eliambulanza sulla carreggiata.
Sono in corso indagini dei vigili del fuoco e della polizia per accertare le cause dell’incidente. Le due persone ferite sono in prognosi riservata.
Festeggiamenti duplici, in Calabria, per la ricorrenza del 25 aprile.
Oltre alle commemorazioni ufficiali, in varie località si sono tenute le iniziativa promosse da Anpi, Cgil e altre associazioni che si sono svolte senza alcuna tensione.
A Catanzaro la cerimonia ufficiale si è tenuta in piazza Matteotti, con la deposizione di una corona d’alloro al Monumento ai Caduti da parte della sottosegretaria all’interno Wanda Ferro, del prefetto Enrico Ricci e del comandante regionale dei carabinieri Piero Salsano.
Il significato del 25 aprile, ha detto il prefetto, è quello “di tutti gli anni, dal ’45 ad oggi. E’ la festa della libertà riconquistata, della democrazia, la libertà riconquistata con la fine della dittatura fascista, dell’occupazione nazista, dell’obbrobrio delle leggi razziali, della persecuzione degli ebrei e degli oppositori politici. Quindi è un momento di valutazione dell’importanza della libertà che è il fondamento del nostro ordinamento costituzionale e della consapevolezza che la libertà va di pari passo con la democrazia. Una non può prescindere dall’altra. Il 25 Aprile è la festa di tutti ed è una festa che unisce. Non può che unire perché tutti ci riconosciamo nei valori costituzionali che nascono dalla lotta di liberazione”.
Analoga manifestazione si è svolta a Cosenza alla presenza della prefetta Vittoria Ciaramella, del sindaco Franz Caruso e delle autorità.
Bandiere della pace e uno striscione con la scritta “10, 100, 1000 via Rasella” hanno caratterizzato la manifestazione di Anpi e Cgil a Cosenza, mentre a Catanzaro, all’analoga iniziativa, oltre ai vessilli della pace e della Cgil, sono state sventolate bandiere palestinesi. Sempre a Catanzaro, nel quartiere Lido, il sindaco Nicola Fiorita ha letto il monologo di Antonio Scurati non trasmesso dalla Rai. Stessa iniziativa a Reggio Calabria, con il sindaco Giuseppe Falcomatà che ha letto il testo dopo avere deposto una corona di alloro alla Stele al Partigiano nella villa Umberto I.
Villa San Giovanni: domenica la mostra “La Resistenza della Memoria: I Partigiani Calabresi”
Domenica 28 aprile, alle ore 18:00 nell’ambito della Mostra “La Resistenza della Memoria: I Partigiani Calabresi”, organizzata dall’ Associazione socio culturale Ponti Pialesi, si terrà al MuMe – Museo delle Memorie di Piale a Villa San Giovanni, il terzo appuntamento La Resistenza nel Mezzogiorno: la Calabria; un momento di approfondimento, con aspetti inediti sulla liberazione d’Italia, curato da Rocco Lentini della Commissione didattica dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri che, attraverso una serie di documenti e filmati d’epoca, offre una rilettura delle vicende legate allo sbarco Alleato in Continente –Operazione Baytown– del 3 settembre 1943.
All’intervento dello storico, impegnato da un decennio a smontare il pregiudizio che nel Mezzogiorno, a parte le quattro giornate di Napoli, non ci sia stata Resistenza, seguirà una specificazione di storia di genere della direttrice dell’Istituto “U. Arcuri”, Nuccia Guerrisi, sulle “Donne rEsistenti”
Modera l’incontro Anna Foti, giornalista de Il Reggino.
Con il patrocinio morale della Città Metropolita di Reggio Calabria, Città di Villa San Giovanni e Comune di Campo Calabro e in collaborazione con l’ANPI Sez. “Ruggero Condò” di Reggio Calabria.
La mostra, curata dall’arch. Adele Canale è arricchita dalle opere inedite degli artisti reggini Rocco Caricato e Davide Ricchetti e dalle ricerche storiche elaborate dagli alunni delle scuole I.I.S. “Nostro-Repaci” e IPALB “Giovanni Trecroci” di Villa San Giovanni e dell’ITT “Panella-Vallauri” di Reggio Calabria.
La mostra sarà visitabile dal 21 al 30 aprile (eccezione fatta per il 25) dalle ore 17:30 alle ore 19:30. Prenotazione obbligatoria per visite di scolaresche e gruppi fuori degli orari stabiliti.
Ance: ricorso al Tar per vincolo paesaggistico imposto dalla Sopraintendenza
ANCE, CONFINDUSTRIA, UNIONE ARTIGIANI-CONFARTIGIANATO, UPPI E FEDERPROPRIETA’ dell’area metropolitana di Reggio Calabria hanno depositato in data odierna il ricorso legale presso il Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria avverso la proposta di vincolo paesaggistico dell’ambito urbano consolidato denominato “Piano De Nava”, sito nel territorio del Comune di Reggio Calabria promossa dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio (SAPAB) per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia in data 27 febbraio 2024.
La decisione del ricorso al TAR Calabria è stata operata dalle associazioni di rappresentanza dopo una approfondita analisi e nella considerazione di una proposta di vincolo apparentemente viziata da diversi aspetti di dubbia legittimità oltreché nel merito, con precipuo riferimento alla situazione di degrado diffuso dell’area oggetto della maggiore perimetrazione operata dalla Soprintendenza attraverso la proposta di vincolo.
“L’analisi della proposta della Soprintendenza non poteva lasciare inerti i principali rappresentanti dei soggetti portatori di interessi collettivi e diffusi di riferimento, in quanto piccoli proprietari immobiliari, artigiani, operatori del settore edile ed industriale, ai sensi della propria regolamentazione e della più ampia normativa di riferimento; pur nella discrezionalità riconosciuta alla Soprintendenza, dichiara il Presidente di ANCE Reggio Calabria, arch. Michele Laganà, la scelta di vincolare un ambito urbano vasto, anche più ampio del “centro storico”, comprensivo di aree prive di pregio estetico notevole, ha destato dubbi e perplessità da valutare sotto il profilo della ragionevolezza e della proporzionalità dell’azione amministrativa ai fini del giusto bilanciamento degli interessi pubblici e privati in gioco, come anche sottolineato dalla giurisprudenza, in particolare della Corte Costituzionale. E ciò anche in considerazione dei notevoli “sacrifici” che vengono imposti agli immobili mediante la previsione di prescrizioni d’uso molto limitanti; la proposta, infatti, imponendo immediatamente una misura di salvaguardia, graverà oltremodo sulla già debole economia della città di Reggio Calabria, con gravi ricadute sull’operato delle Imprese Edili, oltre che sui Professionisti e sui risparmi dei singoli proprietari immobiliari, in quanto si vedranno notevolmente danneggiati dopo aver investito i loro sacrifici, così vanificati, con un decremento del valore immobiliare, oggi vincolato. La perimetrazione dell’area soggetta a vincolo, inoltre, prosegue Michele Laganà, risulta più ampia della zona A sia del vecchio PRG, sia del recente PSC, approvato alla fine dello scorso anno – con anche il parere favorevole della stessa Soprintendenza – in quanto è comprensiva anche di ambiti urbani di formazione relativamente recenti (Rione Santa Caterina e tessuto attorno al Viale Galileo Galilei), fra cui anche la zona portuale, ovvero riguardanti ambiti caratterizzati oltretutto da degrado diffuso, in cui il valore estetico e l’esigenza di conservazione non si rinverrebbero, mentre emergerebbe con forza la necessità di riqualificare e rigenerare il patrimonio edilizio”.
La motivazione a supporto della proposta della Soprintendenza inoltre desta ulteriori perplessità, in quanto la Soprintendenza sembra volersi sostituire al Comune, unico titolare della pianificazione urbanistica e della gestione del territorio, sulla base di una paventata e indimostrata inadeguatezza della disciplina locale sull’urbanistica e l’edilizia.
La Soprintendenza, infatti, nonostante siano intervenuti senza soluzione di continuità, rilevanti provvedimenti di pianificazione territoriale e paesaggistica sostiene, diversamente, che “Le risorse individuate sono oggi poste a rischio a causa di recenti rapide dinamiche di trasformazione del contesto urbano, di diversa natura ed entità a cui l’inadeguatezza degli apparati normativi vigenti non riesce a porre freno” e pur tuttavia senza che tali affermazioni siano suffragate da riferimenti oggettivi, puntuali e di dettaglio (come diversamente previsto dal D. Lgs. 42/04 e s.m. e i.).
“Tale asserzione, dichiara il presidente di ANCE Reggio Calabria, Michele Laganà, non apparendo suffragata da elementi oggettivi inconfutabili, rappresenta anche una denuncia verso la Pubblica Amministrazione deputata al controllo del territorio ed al rispetto delle norme che, in ossequio all’articolo 4 della Legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 ed alla normativa costituzionale e statale (con particolare riferimento al combinato disposto degli articoli 13, comma 1, e 42, comma 2, del d.lgs. 267/2000), è individuata nella Città di Reggio Calabria quale Ente Competente, titolare dei poteri di gestione della medesima strumentazione urbanistica vigente a scala comunale, e titolare dell’esercizio delle funzioni relative al governo del territorio, esponendo, inoltre, anche la categoria degli Imprenditori Edili e Costruttori oltre che dei professionisti (Architetti, Ingegneri, Geometri, Agronomi, Periti, ecc.) ad una anche non velata inadeguatezza a progettare e a costruire. Gli elementi dello studio posto a base dell’azione della Soprintendenza, non aggiungono nulla agli studi condotti anche dai progettisti del Piano Strutturale Comunale (PSC) approvato a dicembre 2023, studi che hanno portato alla pianificazione del territorio comunale e che la stessa Soprintendenza ha valutato, esprimendo parere favorevole, così come sono stati approvati dal Settore Pianificazione e Valorizzazione del Territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Nella proposta di vincolo si rinvengono prescrizioni d’uso degli immobili che appaiono delle vere e proprie prescrizioni urbanistiche che peraltro annullano di fatto quelle contenute nel Regolamento Edilizio ed Urbanistico approvato nel PSC, conducendo peraltro a dubbi in termini di “eccesso di potere” nell’azione della Soprintendenza. Inoltre, si sarebbe dovuto tenere in maggiore considerazione l’interesse non solo dei privati titolari degli immobili all’interno della perimetrazione ma in generale l’interesse allo sviluppo della città. Nella presente fattispecie, infatti, si sta vincolando un intero “ecosistema urbano”, a carattere vitale, che deve essere supportato nella trasformazione su sé stesso e nell’adeguamento ai più moderni standard tecnologici e ambientali anche per garantire l’innovazione, la valorizzazione e l’adeguamento ai più moderni standard energetici, sismici e ambientali del patrimonio esistente ai sensi della normativa in materia di rigenerazione urbana”.
Il tema della rigenerazione urbana, non è minimamente menzionato nella procedura iniziata dalla SABAP che, pur consentendo quasi sempre la demo-ricostruzione, tuttavia neutralizza l’utilizzo delle nuove tecniche costruttive e soprattutto produce l’abrogazione, di fatto, della novella introdotta con la rivisitazione e modifica dell’art. 3 del DPR 380/01 che, al comma 1, prevede, tra l’altro, d) “interventi di ristrutturazione edilizia” che perderebbero di efficacia, rispetto alle determinazioni assunte dalla Soprintendenza che invece scrive come il “livello di tutela attuale costituisce solo una parziale forma di salvaguardia, poiché la disciplina paesaggistica e urbanistica vigente consente modalità di trasformazione spesso non adeguate ai valori riconosciuti”. Pertanto, è necessaria una nuova articolazione del sistema di regole per il controllo e la verifica delle trasformazioni ritenute compatibili. Tali effetti, pongono quindi la comunità di fronte ad una abrogazione indiretta, di fatto, di una norma di rango primario, approvata dal legislatore nazionale, applicata in tutto il territorio italiano, tranne che, in futuro, nel territorio del Comune di Reggio Calabria.
“Lo sforzo del legislatore, regionale e nazionale, di promuovere una nuova stagione che guarda al concetto di rigenerazione urbana appare essere stato totalmente disatteso dalle prerogative, legittime, affidate al potere del Soprintendente. Ormai, in tutta Europa, attraverso le Direttive Comunitarie e legislazioni nazionali, si è aperto un dibattito pubblico circa l’effettiva necessità di promuovere politiche di rigenerazione urbana mirate a incoraggiare nuove frontiere del costruire, per la sostituzione edilizia degradata, per la conservazione edilizia attraverso le ristrutturazioni edilizie con nuovi materiali, adeguamenti sismici, adeguamenti igienico-sanitari ed ecosostenibili, risparmio energetico, cappotti termici, infissi di ultima generazione a tenuta termo-dinamica, tegole integrate, finiture e coloriture ecosostenibili con materiali riciclati, criteri ambientali minimi (CAM), edifici NZEB, politiche LEED, protocolli ITACA e secondo altre prassi di sostenibilità. Pertanto, anche in tale prospettiva, la scelta della Soprintendenza di vincolare un ambito urbano vasto e diffusamente degradato, desta dubbi e perplessità da valutare sotto il profilo della ragionevolezza e della proporzionalità dell’azione amministrativa ai fini del giusto bilanciamento degli interessi pubblici e privati in gioco”, chiosa Michele Laganà.
Il provvedimento, ove non riformato, peraltro abroga “de facto” la Legge Regionale n. 25 del 07/07/2022 emanata dalla Regione Calabria in linea con le Direttive Europee e Nazionali per promuovere la rigenerazione urbana; legge che ha quale obiettivo quello di individuare nella stessa rigenerazione urbana e territoriale lo strumento finalizzato a promuovere il governo sostenibile del territorio, a contenere il consumo del suolo, al recupero del patrimonio costruito per migliorarne la qualità non solo urbana, edilizio-architettonica ma anche territoriale, paesaggistica e ambientale, l’efficienza energetica e idrica, la sicurezza sismica e la dotazione tecnologica, per favorire la promozione di politiche urbane integrate e sostenibili, per il perseguimento della coesione sociale, della tutela dell’ambiente e del paesaggio e della salvaguardia delle funzioni ecosistemiche del suolo. In tale senso è utile richiamare le recenti esperienze maturate in contesti ben più avanzati della città di Reggio Calabria, basti pensare a Londra, Berlino, Parigi, Lisbona, dove le grandi opere dei più importanti architetti del mondo, in ambiti storicizzati, hanno comportato una rivisitazione moderna e futuristica della città.
L’intervento sostitutivo della Soprintendenza, già in vigore per l’immediata e cogente applicazione (art. 139,c.2 del Dlgs n. 42/2004), ha provocato notevoli disagi ai singoli proprietari dei beni immobili (abitazioni, aree urbane, palazzi, ecc.) che si ritrovano a dover rivedere ogni iniziativa già avviata con un danno economico di non poco conto e con il serio rischio di dover rimborsare i danni ai professionisti, alle imprese impegnate ed anche verso l’erario per eventuali incentivi acquisiti. Difatti il patrimonio immobiliare subirà un eccessivo decremento di valore per la perdita di chance che la decretazione procurerà.
“Appare singolare, prosegue Laganà, stante la tutela imposta con la proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico di che trattasi, come la stessa Soprintendenza abbia potuto intraprendere il progetto di trasformazione della Piazza De Nava, il cui progetto – ampiamente dibattuto da associazioni culturali e fondazioni ambientali – a firma della stessa Soprintendenza, appare in netto contrasto con quanto sostenuto dalla stessa nella vicenda del nuovo vincolo paesaggistico: in contrasto con la matrice identitaria, modificata dal punto di vista materico e morfologico e, pertanto, non conforme ai principi di tutela enunciati; per cui il Piano De Nava, con la sua Piazza intitolata allo stesso illustre Ingegnere, diventa oggetto ed è portatore di un differente “uso” da parte della Soprintendenza, considerandolo privo di valore storico e culturale se il progetto di demolizione e ricostruzione, peraltro con la sostituzione di diverse tipologie di materiali e morfologia urbana rispetto allo status originario, viene redatto dalla stessa Soprintendenza, mentre diventa strumento vincolante – il Piano De Nava – se ad intervenire, sui propri immobili privati, sono i singoli cittadini. In altre parole, non appare alcuna coerenza con le enunciazioni conservative e inibitorie proposte, nella maggior parte delle unità di paesaggio individuate dalla Soprintendenza, che sembra rimarcare un ruolo autoreferenziale di progettista della città, rispetto ad urbanisti e professionisti diversi”.
Non è chiaro quali siano stati gli elementi e gli approfondimenti, ulteriori e significativi, che hanno portato ad una decisione così impattante ed importante per il futuro della città di Reggio Calabria che ha già dovuto subire le limitazioni delle misure di salvaguardia paesaggistico-ambientali del QTRP dalla sua adozione (2013), di quelle che hanno operato ai sensi dell’art. 60 della LR n. 19/2002 a decorrere dalla data di adozione del PSC (ben 3 anni) e, fino alla data di approvazione dell’atto di pianificazione, delle disposizioni transitorie di cui all’art. 65, c.1 lett.a) della medesima legge, con la decadenza delle previsioni della zonizzazione del previgente PRG, ad eccezione delle sole zone territoriali omogenee “A” e “B”, risultando agricole le restanti aree dell’intero territorio comunale, nonché delle note vicende disastrose che hanno caratterizzato il cosiddetto Piano Casa (LR n. 21/2010 e s.m.i.), prima approvato e poi dichiarato illegittimo con sentenze della Corte Costituzionale n. 219/2021 e n.19/2023.
Si evince invece, nella documentazione SABAP, che tutto il territorio oggetto della proposta di tutela è di fatto vincolato già dal 1939 (L.1497) e ancor più dal 1985 (L. 431), poi dal D.Lgs. 490/99 ed in ultimo dal D.Lgs. 42/2004 e s.m. e i., con riferimento, per esempio, ai vincoli della fascia di 150 metri dalle aste fluviali (Annunziata e Calopinace) e 300 metri dalla linea demaniale marittima, al vincolo della fascia ferroviaria, al vincolo della zona A del centro storico.
“Sembra di essere quindi di fronte ad una mera narrazione, prosegue Michele Laganà, circa la necessità di intervenire con la decretazione di urgenza da parte della Soprintendenza ABAP della Provincia di Reggio Calabria e Vibo Valentia, in quanto gli episodi edilizi susseguitisi negli ultimi 50 anni, sono stati quasi tutti sottoposti al vaglio della stessa autorità competente (Provincia di Reggio Calabria e Soprintendenza) per il rilascio dei prescritti pareri paesaggistici e storico culturali”.
In ultimo, ma non per importanza, occorre porre un cenno circa l’impossibilità, imposta con le previsioni della SABAP, di realizzare nuove opere pubbliche o riqualificare, con grave danno nei confronti della collettività che potrebbe essere privata di servizi essenziali. Infatti, nella documentazione resa disponibile, non vi è alcun cenno alle possibilità derogatorie in tema di appalti pubblici.
“In altre parole, evidenzia Laganà, né lo Stato, né la Regione, né Comune e Città Metropolitana potranno realizzare, nelle nove (n.9) unità di paesaggio individuate, le opere pubbliche (anche quelle programmate ed oggetto di finanziamenti in atto, ad esempio sul PNRR) poiché sottoposte alle misure inibitorie della Soprintendenza. Ricadono, altresì, nell’area di Paesaggio identificata con il n. 1, aree fuori delega comunale, di competenza dell’Autorità di Sistema portuale dello Stretto che vedrà, pertanto, sottratta la sua titolarità nella realizzazione di interventi programmati ai sensi di legge.
Questi alcuni degli aspetti di maggiore preoccupazione per ANCE e Confindustria Reggio Calabria ed alla base del ricorso presentato al TAR Calabria; insieme con la più generale apprensione per, rispettivamente, il corto circuito che sta interessando l’urbanistica di una città che mostra ovunque un diffuso e forte bisogno di rigenerazione urbana, fisica, funzionale e sociale, come per l’apparente conflitto interistituzionale che produce ed esemplifica la frammentazione di attori territoriali che invece dovrebbero fare squadra anche con il settore privato per affrontare con qualche possibilità di successo le sfide della modernità e la complessità dei tempi che stiamo vivendo. “L’auspicio dei ricorrenti, animati da senso di responsabilità e sincero afflato verso la città ed i suoi abitanti, è che, in linea con le diverse sentenze espresse dalla Suprema Corte in materia, che evidenziano l’importanza e la necessità di una <<leale collaborazione>> tra enti preposti, il conflitto palesato possa evolvere in una occasione storica per ripensare in forma collaborativa e rilanciare in ottica rigenerativa una strategia urbana sostenibile per la città di Reggio Calabria, caratterizzata da un progressivo spopolamento, con un gravissimo decremento demografico, che riguarda, innanzitutto la popolazione dei giovani, quella attiva, e con la presenza di un ingente patrimonio edilizio che deve essere messo al più presto in sicurezza”.
Cordialmente, ringraziamo dell’attenzione che potrete dare alla presente comunicazione.
Unione di forze a Gerace: Giuseppe Cusato si unisce a Rudi Lizzi per le Elezioni Comunali
A pochi giorni dalla presentazione delle liste elettorali per le prossime Elezioni Comunali 2024 a Gerace, il consigliere Cusato Giuseppe abbraccia il progetto politico del gruppo “Con Voi per Gerace” nel quale Rudi Lizzi è candidato Sindaco.
La candidatura di Giuseppe Cusato, al fianco di Lizzi, era stata caldeggiata dallo stesso Lizzi che, nello stesso momento della rinuncia del consigliere a far parte dell’attuale maggioranza del comune di Gerace, lo aveva invitato ad affiancarsi al suo progetto per le prossime elezioni comunali.
Le motivazioni che hanno portato alle dimissioni dalla maggioranza comunale di Giuseppe Cusato, che ravvisa un operato della giunta comunale poco in linea con un interesse collettivo di tutela della città, hanno rappresentato un forte punto di contatto con il progetto che Rudi Lizzi sta creando con la sua lista.
Entrambi, Lizzi e Cusato, ritengono che la prematura scomparsa del sindaco Giuseppe Pezzimenti ha dato luogo a modalità gestionali che pongono sullo sfondo i reali interessi dei cittadini. Una di queste modalità non condivise dal consigliere uscente hanno avuto inizio con la revoca del mandato di vicesindaco a Rudi Lizzi.
Cusato ha dimostrato più volte, nell’ambito della giunta comunale, dissenso per scelte dell’amministrazione che ritiene sempre meno in linea con una visione partecipativa, la quale era uno dei pilastri della giunta capeggiata dal sindaco Pezzimenti, poi le cose sono cambiate.
La motivazione che porta Cusato ad entrare a far parte del gruppo “Con voi per Gerace” è la certezza di ritrovare in questa lista la volontà di mettere al centro il cittadino, con i suoi bisogni, in rapporto ad un quotidiano che richiede impegni di vario genere, che un comune ben amministrato può sicuramente facilitare.
Il lavoro svolto prudentemente dal consigliere Cusato, insieme a Lizzi nell’amministrazione precedente, era centrato sui bisogni reali del cittadino senza strumentalizzazioni politiche, questo è quello che dovrebbe fare un buon amministratore. Cusato ritrova nella lista “Con Voi per Gerace” un gruppo coeso su questi temi, e con le giuste qualità per poter portare avanti il lavoro iniziato sotto la guida del Dott. Pezzimenti.
Dal canto suo Lizzi si dichiara felice dell’ingresso di Cusato nella lista “Con Voi per Gerace” affermando: “il suo impegno e la sua competenza in vari settori, soprattutto in ambito idrico, unito alla volontà di fare concretamente e bene, saranno un grande apporto ad un gruppo che ha preso veramente a cuore il benessere del cittadino e della città di Gerace”.
L’entrata di Giuseppe Cusato conferisce alla squadra della lista “Con Voi per Gerace”, un ulteriore spessore di valore etico, morale e di contenuto: uniti per il bene comune, con l’impegno di traghettare Gerace, e la sua storia, verso il futuro.
Legge 194: Bruni (Pd) tuona contro l’entrata delle associazioni antiabortiste nei Consultori
“L’emendamento approvato ieri dal Senato apre le porte all’inclusione di associazioni antiabortiste nei consultori, contro il principio della laicità del servizio sanitario pubblico. Il provvedimento va contro la Legge 194, e quindi contro l’autonomia e la libertà delle donne. È necessaria una campagna di informazione e consapevolezza finalizzata ad una incisiva mobilitazione, capace di sbarrare la strada a questo scempio, in violazione dei diritti delle donne e della loro autodeterminazione”. È quanto afferma la consigliera regionale del Pd, Amalia Bruni, vice presidente della commissione Sanità.
“L’emendamento, che vede come primo firmatario Lorenzo Malagola di Fratelli d’Italia, prevede che le Regioni, nell’organizzare i servizi dei consultori, possano avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità – spiega la consigliera regionale democrat -. Sono evidenti le conseguenze che tutto questo potrebbe avere sul diritto delle donne di accedere a servizi che riguardano la tutela della propria salute, fisica e mentale. Le donne che scelgono di interrompere volontariamente una gravidanza hanno il diritto di poter contare solo e soltanto sulle professioniste e i professionisti dei consultori, formati per accompagnarle nella loro libera scelta, qualunque essa sia, in modo libero e non influenzato da posizioni ideologiche. L’inquietante presenza di associazioni antiabortiste creerebbe un ambiente potenzialmente ostile per quante cercano assistenza medica in un momento così delicato della loro vita. I consultori dovrebbero essere luoghi sicuri e accoglienti, dove le donne possono sentirsi libere di esprimere le proprie esigenze e ricevere assistenza senza essere giudicate o condizionate da convinzioni personali”.
“Questa legge, se promulgata dal Presidente della Repubblica, rappresenterebbe un grave passo indietro per i diritti delle donne in Italia. È fondamentale che il servizio sanitario pubblico rimanga neutrale e laico, garantendo a tutte le donne l’accesso a servizi di salute di alta qualità, senza discriminazioni o costrizioni ideologiche”, conclude Bruni.
Molochio: domani la presentazione del finanziamento della strada Molochio – Gioia Tauro
Mynergy, Simonetti: “Traggo la carica dal pubblico, Reggio è una platea meravigliosa”
E’ festa grande per la Myenergy Reggio Calabria.
La società neroarancio, cara al Presidente Carmelo Laganà, raggiunge la qualificazione al PlayOff per il salto di categoria.
I supporters dovranno aspettare mercoledì 8 maggio per veder ritornare in campo Capitan Binelli e compagni.
L’avversaria sarà nuovamente la Power Basket Salerno.
Il quarto di finale Playoff è programmato al meglio delle tre gare.
La Myenergy ritornerà a giocare tra le mura amiche il 12 maggio 2024 al PalaCalafiore con eventuale gara tre mercoledì 15 maggio sempre a Salerno.
Solo la vincente del Playoff otterrà l’accesso alla categoria superiore.
La perdente della finalissima, invece, avrà l’occasione di giocare lo spareggio con la medesima squadra del raggruppamento speculare dei gironi del Nord.
Sulla qualificazione alla postseason, ha parlato il giovane Ilario Simonetti:
“E’ stata una grandissima soddisfazione.
Il giorno dopo averla ottenuta è ancora più bello.
Un traguardo che ci meritavamo.
Siamo già alle prese con i nostri allenamenti quotidiani.
Siamo già con la testa verso la prossima partita nonostante sia passata solo qualche ora dalla qualificazione. Abbiamo estrema voglia di far bene”
Il mio infortunio avvenuto durante la gara?
“Posso tranquillizzare tutti.
Non avevo mai subito “crampi” in vita mia ed era solo questo: un problema di “crampi”
Mai successo non solo nella mia giovane carriera cestistica ma, in tutta la mia vita.
Faceva tanto caldo, avevo tanta carica ma anche tanta tensione.
Non vedo l’ora di poter riscattarmi sul campo”.
Progetti per il futuro in questa postseason?
“L’ultima fase, il Play-in-Gold è stata dura.
Noi, però, abbiamo sempre creduto di potercela fare.
L’obiettivo è arrivato.
Cercheremo di migliorare allenamento dopo allenamento.
Nulla è impossibile.”
Il mio percorso e l’esempio per i giovani?
“Io sono stato uno di loro e a dirla tutta, lo ero fino a qualche anno fa.
E’ bellissimo potere accogliere al Palasport giovani tifosi da ogni parte della Calabria per noi.
La tripla, volevo segnarla fortemente per i ragazzi dell’Eutimo Locri che mi sostengono sempre.
C’era un’atmosfera pazzesca. Non sentivamo “nulla”, parlando l’un l’altro.”
La pausa “lunga” in campionato prima del PlayOff?
“Un bene, sinceramente, sono convinto sia un bene. Possiamo ricaricare le batterie.
Abbiamo subito alti e bassi: avremo un po di tempo libero per “staccare”, per stare con le nostre famiglie e ritornare più carichi di prima”.
L’avversario al PlayOff?
“La Power Basket è una grande squadra, completa e forte, in tutti i ruoli.
Hanno grandi esterni. Forti individualità ma giocano bene di squadra. Mei è un giocatore di grandissima categoria, idem Chavez.
Servirà l’impresa”.
Reggio Calabria e la mia esperienza?
“Dovevo firmare alla Viola quando ero bambino, poi si fermò tutto.
Mi sono formato a Ferrara dove ho lavorato anche con Coach Cigarini e non credevo di potermi trovare così bene.
Guardando la platea prendo una carica forte.
Sento che il pubblico ci vuole bene.
Sono felice.
Il gruppo è meraviglioso: ci troviamo alla grande”.
Il Coach Cigarini ?
“E’ felice come noi.
E’ uno di noi.
Noi siamo un gruppo.
Forse neanche lui si aspettava questo volo così bello.
Un’annata super, contro ogni aspettativa con risultati da urlo.
Siamo calati nella seconda fase ma abbiamo raggiunto l’obiettivo.
La sintesi l’avete vista tutti: la conferenza “bagnata” a sigillo di quanto siamo uniti”
Tre, solo tre pagine da sfogliare e poi per la Domotek Volley Reggio Calabria sarà possibile riporre nel cassetto dei ricordi memorabili la sua prima storica stagione regolare ed aprire il libro, tutto da scrivere, dei playoff. Un paio di capitoli dalla trama intrigante che, sulla scorta di quanto “letto” in sei mesi di campionato, lascia indovinare una appendice coinvolgente come non mai. Intanto, però, per la squadra amaranto, leader incontrastata del girone I della Serie B, è tempo dell’ennesimo attraversamento dello Stretto: avversaria, alle 19 di sabato al Palasport “Meli”, l’Aquila Bronte Volley, che da settimane, complice qualche sconfitta di troppo (ultima quella nel derby contro la Ciclope) ha abbandonato definitivamente le velleità ambiziose di inizio stagione. Dieci vittorie e nove ko il ruolino di marcia degli etnei che sostano in quinta posizione con 33 punti, lontani sedici lunghezze dalla seconda, ventiquattro dalla capolista matematicamente certa del primo posto. Uno score insufficiente per tenere testa a chi sta davanti. Il confronto al PalaCalafiore, classico 3-0 (25-20, 25-17, 25-16) prescritto dai ragazzi terribili di coach Polimeni, fu l’ultimo prima della lunga sosta natalizia. In quella fase del torneo, fu, a tutti gli effetti, un big match: il team di mister Cartillone stava masticando amaro a causa di un doppio stop incassato a Lamezia Terme e nella stracittadina, ma il tracollo che ne seguì non era facilmente preventivabile alla luce delle precedenti otto affermazioni con le quali aveva dato fuoco alle polveri della competizione. Trascorso un girone intero, il distacco si è esteso smisuratamente ed il compito assegnato ai calabresi è ora quello di rifinire le minuzie per alzare ancora di più il livello, già eccellente, di gioco per lievitare nel momento decisivo: quello dei playoff, compimento ideale di un’annata che merita di essere bagnata dal risultato supremo. Allenarsi non badando alla lingua parlata dalla graduatoria, fissando come unica priorità la preparazione ottimale degli ultimi match e sapendo che una qualsiasi gara può diventare una matassa complicata da sbrogliare: è questa la ragione per cui nello spogliatoio reggino ogni singolo allenamento durante ogni settimana è stato oggetto di massimo impegno. Tutti i giorni, secondo quanto prevede la dottrina di coach Polimeni, sono occasioni da cogliere per ottimizzare ed armonizzare il modo di stare in campo dei ragazzi che, pur nell’esaltazione di quanto riuscito fin qui, si sono tenuti sempre stretti alla boa della consapevolezza che il meglio deve ancora venire. Sul cartellone del ventiquattresimo turno sono trascritti in grassetto un paio di incroci che chiariranno, forse in maniera risolutiva, chi guadagnerà il secondo talloncino per essere ai playoff e chi, suo malgrado, dovrà chiudere le valigie per intraprendere il mesto viaggio verso la Serie C: Paomar Volley Solarino–Bisignano Group e Tonno Callipo Vibo Valentia–Ciclope Volley Bronte saranno, in questo senso, determinanti per il futuro prossimo delle contendenti. Con animo ancora speranzoso sarà un sabato di passione per la Costa Dolci Papiro Fiumefreddo, terzultima, che affida le residue possibilità di salvezza alla sfida casalinga contro la Re Borbone Palermo. Completa il programma del fine settimana il confronto tra le ultime due della classe: Systemia Viagrande e Sicily F.lli Anastasi Villafranca. Ferme per un break Datterino Volley Letojanni e Raffaele Lamezia.