Convegno giuridico: “Bullismo e Cyberbullismo Consapevolezza e difesa” “Nel vasto panorama dei rapporti umani, l’ombra del bullismo si proietta sinistra e persistente, assumendo ora una nuova forma nell’era digitale: il cyberbullismo. Come un oscuro riflesso del suo predecessore, il bullismo, questa manifestazione contemporanea si insinua nei solchi più profondi della vita moderna, intrecciando le sue radici nel tessuto stesso della tecnologia.” Il 10 febbraio 2024, la Chiesa di San Michele Arcangelo a Filippa, frazione di Mesoraca, ha accolto un distinto convegno giuridico dal titolo “Bullismo e Cyberbullismo: Consapevolezza e Difesa”. L’evento, accreditato dal COA di Crotone e patrocinato dal Corecom Regione Calabria, è stato magistralmente coordinato da Don Santo Riccelli, il carismatico parroco della Chiesa di San Michele Arcangelo. Tra i relatori di spicco, l’Avv. Rosina Lombardo, membro del CPO del COA di Crotone, ha condiviso preziose esperienze maturate nelle scuole della provincia, grazie a convegni e corsi promossi dal Movimento Forense di Crotone. La Dott.ssa Maria Brusco, autrice del libro “Compendio semplice solo per ragazzi” sul bullismo, ha arricchito l’uditorio con il suo punto di vista illuminante. Particolare risonanza è stata attribuita alla partecipazione degli studenti della classe IV A dell’Istituto Aldo Moro di Mesoraca, che hanno contribuito con una recita poetica in occasione della giornata internazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, affiancata dalla creazione di un suggestivo cartellone. Il convegno, contraddistinto dalla sua pregevole valenza educativa, ha coinvolto non solo avvocati, ma anche giovani, genitori, parrocchiani e l’intera comunità, sensibilizzando su una tematica sociale di straordinaria attualità. Fulvio Scarpino, Presidente del Corecom Calabria, ha sottolineato come “Nel vasto panorama dei rapporti umani, l’ombra del bullismo si proietta sinistra e persistente, assumendo ora una nuova forma nell’era digitale: il cyberbullismo. Come un oscuro riflesso del suo predecessore, il bullismo, questa manifestazione contemporanea si insinua nei solchi più profondi della vita moderna, intrecciando le sue radici nel tessuto stesso della tecnologia.” Se il bullismo tradizionale aveva confini negli spazi scolastici e sociali, il cyberbullismo trova terreno fertile nel vasto regno del cyberspazio. Attraverso connessioni elettroniche e dispositivi onnipresenti, i bulli possono perpetrare attacchi senza confini, avvolgendo le vittime in un abbraccio virtuale altrettanto dannoso quanto concreto. Le differenze tra i due fenomeni sono significative. Mentre il bullismo tradizionale vede il bullo come figura dominante, il cyberbullismo, senza confini geografici, coinvolge individui globalmente. L’anonimato degli aggressori aggiunge mistero e terrore, mentre la vittima, spesso dietro uno schermo, è invisibile al suo aguzzino, alimentando il cyberbullismo con una percezione di impunità. Nonostante le sfide del cyberbullismo, l’impegno rimane saldo: affrontare il fenomeno con fermezza, consapevolezza ed empatia. L’educazione resta la chiave, e solo con un impegno congiunto si può sperare di illuminare le tenebre del cyberbullismo con la luce della comprensione e della solidarietà umana. Affrontare questa emergenza richiede un approccio multidimensionale coinvolgendo istituzioni, scuole, famiglie e comunità. La sensibilizzazione e la formazione degli adulti sono cruciali per riconoscere, prevenire e intervenire efficacemente contro il bullismo e il cyberbullismo. Le scuole, con referenti specifici, devono fornire un ambiente sicuro e inclusivo, mentre le famiglie devono essere presenti nella vita digitale dei giovani, guidandoli responsabilmente. Le piattaforme online devono assumersi la responsabilità di garantire un ambiente digitale sicuro. Solo un impegno congiunto può creare un ambiente sicuro e rispettoso per le generazioni future. In conclusione, secondo i relatori, affrontare il bullismo e il cyberbullismo richiede un impegno collettivo e continuo di tutta la società. Solo attraverso una strategia integrata si può sperare di creare un ambiente sicuro e rispettoso per le future generazioni. Emergendo chiaramente, l’affrontare il bullismo e il cyberbullismo richiede un impegno collettivo e sinergico. In questo complesso scenario, famiglia, scuola e chiesa giocano ruoli cruciali nel plasmare un ambiente sicuro e rispettoso per le generazioni future. La famiglia, come nucleo primario della società, è chiamata a svolgere un ruolo fondamentale nell’affrontare il problema del cyberbullismo. Gli adulti devono essere attivamente presenti nella vita digitale dei giovani, offrendo supporto emotivo e guidando le interazioni online in modo responsabile. Attraverso una comunicazione aperta e il coinvolgimento attivo, le famiglie possono contribuire a creare un ambiente in cui i giovani si sentano sostenuti e compresi, riducendo il rischio di isolamento sociale. Le scuole, invece, rappresentano un terreno fertile per la sensibilizzazione e la formazione degli studenti, degli insegnanti e del personale scolastico. Designare referenti specifici per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo, coordinando iniziative di supporto agli studenti coinvolti, è fondamentale per creare un ambiente educativo che promuova la diversità, l’inclusione e il rispetto reciproco. La Chiesa, come luogo di aggregazione e riflessione spirituale, ha testato di essere un catalizzatore positivo nella lotta contro il bullismo. Don Santo Riccelli, promotore del convegno con la collaborazione fondamentale dell’Avv. Rosina Lombardo, ha dimostrato con questo evento il potenziale della Chiesa nel sensibilizzare la comunità su tematiche sociali cruciali. Attraverso iniziative come il convegno “Bullismo e Cyberbullismo: Consapevolezza e Difesa”, la Chiesa offre uno spazio di riflessione e dialogo, contribuendo alla formazione di un contesto più consapevole
Sebastiano Plutino
Il 9 febbraio le Organizzazioni sindacali FILCTEFM CGIL, FLAEI CISL e UILTEC UIL nazionali hanno esperito con esito negativo il tentativo di conciliazione previsto dalla procedura di raffreddamento per il gruppo Enel. La Filctem CGIL Calabria, unitamente alla Cgil Calabria , sostiene convintamente le iniziative di mobilitazione e di lotta in tutta la regione a sostegno degli oltre mille lavoratori calabresi che svolgono l’attività nel gruppo e per le società di e-distribuzione, EGP, Mercato ed Enel X . “Questa vertenza” ricorda il segretario generale della Filctem Francesco Gatto “nasce per contrastare con determinazione la decisione di Enel di voler esternalizzare attività primarie di e-distribuzione, attività complesse che devono continuare ad essere svolte dal personale del gruppo titolare della concessione governativa. La terziarizzazione delle stesse metterebbe a grave rischio la sicurezza dei lavoratori diretti e delle imprese cui verrebbero affidate, diminuendo la qualità del servizio. “A questo – continua Francesco Gatto – si aggiunge la decisione da parte dell’azienda di modificare unilateralmente gli orari dei lavoratori che operano sulla rete di distribuzione introducendo orari sfalsati a danno degli stessi lavoratori a scapito degli organici. Scelta che peserà ulteriormente sui già gravosi carichi di lavoro, in quanto non accompagnata da un adeguato numero di assunzioni operative e tecniche”. Pieno sostegno alla vertenza anche da parte della Cgil Calabria, attraverso le parole del segretario Gigi Veraldi. “Le decisioni di Enel sono profondamente sbagliate. In assenza di iniziative concrete verso la riconversione ecologica e di governo della transizione energetica, si rischiano gravi ricadute occupazionali sull’intero territorio e sull’indotto. Come è sbagliata ed inaccettabile, da parte del colosso energetico, la rinuncia alla realizzazione del progetto per la produzione di idrogeno green con fondi PNRR per circa 15 mln di euro, presso l’ex sito produttivo della dismessa centrale Enel che insiste nel comune di Corigliano-Rossano.
Occorre quindi accelerare in direzione delle energie rinnovabili. Questo – insiste il Segretario Veraldi – non può essere gestito senza un adeguato piano di investimenti e di immissioni di personale che al momento non vengono prese in considerazione nonostante le sollecitazioni di parte delle Organizzazioni Sindacali in quanto necessarie alla Calabria per efficientare una rete inadeguata e vetusta che la pone, per qualità del servizio elettrico, una tra le regioni fanalino di coda d’Italia e che tra l’altro non fa registrare alcun interesse da parte del governo regionale.
Allarmante, il registrare intenzioni assolutamente inspiegabili da parte aziendale di rimettere in discussione lo smartworking per i dipendenti del gruppo, rivisitando l’organizzazione del lavoro in un’ottica anacronistica. In conclusione, i segretari Gatto e Veraldi, ribadiscono che appare evidente come Enel abbia intrapreso un’ ingiustificata azione finalizzata alla riduzione dei costi, che provocherà gravi difficoltà nell’organizzazione del lavoro e nell’operatività quotidiana.
Siamo convinti che, per governare i profondi cambiamenti in corso relativi alla transizione ambientale, industriale e energetica, sia decisivo il ruolo e l’apporto delle partecipate pubbliche, anche in Calabria che nel frattempo vede il disinteresse della politica regionale. In tal senso la Filctem insieme alla Cgil Calabria sosterranno la vertenza con iniziative di mobilizzazione e di lotta volte alla tutela di tutti i lavoratori e dei cittadini che, attraverso il pagamento delle tasse in bolletta, sostengono e contribuiscono alla corretta gestione del sistema elettrico nazionale.
Reggio, Verifiche vulnerabilità sismica: disposta sospensione attività per altre 5 scuole. Il calendario delle chiusure.
Il sindaco di Reggio Calabria ha disposto, con apposite ordinanze, la sospensione dell’attività didattica in 5 plessi scolastici, ulteriori rispetto a quelli già indicati nella nota del 2 febbraio scorso, al fine di poter procedere all’esecuzione delle attività di “indagine strumentale” e “geognostica”, necessarie per l’attuazione dei servizi di “verifica di vulnerabilità sismica” degli istituti scolastici di proprietà comunale.
Di seguito il calendario delle sospensioni dell’attività didattica con i relativi plessi scolastici:
Plesso scolastico “Arangea”, afferente all’istituto comprensivo statale “Giuseppe Moscato”, dal 19 al 20 febbraio 2024;
Plesso scolastico “De Amicis”, afferente all’istituto comprensivo statale “De Amicis-Bolani”, dal 19 al 20 febbraio 2024;
Plesso scolastico “Primaria Corrado Alvaro”, afferente all’istituto comprensivo statale “Corrado Alvaro-Giudice Scopelliti”, dal 20 al 21 febbraio 2024;
Plesso scolastico “Primaria Rosalì”, afferente all’istituto comprensivo statale “Radice-Alighieri”, dal 21 al 22 febbraio 2024;
Plesso scolastico “Primaria Sambatello”, afferente all’istituto comprensivo statale “Gallico-Boccioni-Lazzarino”, dal 21 al 22 febbraio 2024;
L’esecuzione dell’attività è stata demandata al Settore “Grandi opere e programmazione lavori pubblici”, il quale comunicherà gli esiti della stessa nonché eventuali ragioni per prolungare la chiusura dei plessi interessati.
Reggio: donati 60 mila euro a 116 famiglie a sostegno della Povertà energetica
116 le famiglie sostenute economicamente, 180 utenze pagate, 200 kit di lampadine ad alta efficienza consegnati e 60mila euro di finanziamenti per un budget di quasi 600 euro a famiglia, l’equivalente di circa 6 mesi di luce o 4 mesi di gas.
Sono questi i numeri del progetto “Energia in Periferia” a Reggio che Banco dell’energia ha realizzato in collaborazione con Edison e grazie anche al contributo di Signify, Adiconsum Calabria, Rete Assist, Associazione Asha Fatima, Associazione Socio-Culturale Nuova Solidarietà e Centro di Solidarietà Alberto Marvelli.
L’iniziativa, la prima della Fondazione nel Sud Italia, è stata lanciata a dicembre 2022 ed è terminata a novembre 2023 in un territorio, quello reggino, particolarmente vulnerabile.
In termini di povertà energetica, secondo il rapporto Oipe 2023, la Calabria è la regione più colpita dal fenomeno con un valore del 16,7% a fronte di una media nazionale pari all’8,5%, dati che rendono improrogabile un intervento che possa mitigare l’incidenza della problematica.
Obiettivo del progetto è stato quello di supportare le famiglie in condizione di difficoltà economica e sociale che rischiano di non poter accedere a un paniere minimo di beni e servizi energetici. Non solo. Oltre al pagamento delle bollette, il progetto ha coinvolto gli operatori delle associazioni e le famiglie beneficiarie in incontri di formazione. Gli eventi formativi sono stati gestiti dalla rete dei Tutor per l’Energia Domestica (Ted), professionisti con competenze sulle tematiche dell’efficienza energetica e del risparmio energetico. Nel corso del progetto sono inoltre state previste visite di monitoraggio periodiche per affiancare e supportare nel loro percorso verso l’adozione di comportamenti sostenibili.
Gli interventi in Calabria con due progetti: verrà consolidata l’attività di sostegno alle famiglie, coinvolgendo nuovi beneficiari a Catanzaro e verrà avviato un progetto pilota a Reggio per l’efficientamento energetico delle abitazioni di nuclei familiari particolarmente vulnerabili, attraverso la sostituzione degli elettrodomestici più energivori.
Cittanova, Galluccio (Noi Moderati): “Ascoltare il grido d’allarme del settore agricolo”
“Vogliamo esprimere la nostra convinta solidarietà per chi sta manifestando, con pesanti sacrifici e sofferenze personali per le temperature assai rigide delle notti invernali, per riaffermare i diritti di quanti lavorano e vivono di agricoltura. Le politiche agricole dell’Unione Europea debbono essere profondamente riviste, perché queste tensioni non sono frutto di una disputa economica o ideologica, bensì una questione culturale e di enorme stampo sociale”. Con queste parole i componenti di Noi Moderati Cittanova hanno espresso solidarietà agli agricoltori che in questi giorni stanno manifestando a tutela del loro settore.
Una protesta pacifica, nel pieno rispetto di tutti, che vede in Calabria diversi presidi permanenti come quello di Rosarno, ma che si è anche materializzata davanti all’Ariston di Sanremo, senza eclatanti interruzioni o proteste con violenza. Atteggiamento ragionevole che è continuato anche dopo la lettura da parte del presentatore Amadeus, tra l’altro in orario criticabile, solo di una sintesi di quello più lungo inviato dagli agricoltori.
Il Commissario cittadino di Noi Moderati Rosario Galluccio, componente anche del direttivo provinciale, ha voluto sottolineare anche che “il comparto agricolo con tutte le sue eccellenze, ha sul PIL regionale un’incidenza di notevole rilevanza dando occupazione a molte famiglie calabresi e contribuendo a limitare la migrazione di tanti giovani che vedono in questo settore un senso di rivalsa. Per questo la politica europea ed italiana non possono non ascoltare il grido del settore, ormai stremato e vittima di scelte inopportune”.
Da Noi Moderati Cittanova arriva anche il monito diretto al presidente della Regione Calabria, ai politici calabresi e ai propri rappresentanti regionali e parlamentari “a tenere in considerazione tutta la situazione per non penalizzare in futuro la nostra agricoltura, avvantaggiando addirittura mercati paralleli a quello italiano”
“I lavoratori – concludono i rappresentanti del partito guidato da Maurizio Lupi e Giovanni Toti – di questo comparto chiedono maggiori tutele affinché non si aggiunga, alle molteplici e conosciute difficoltà, nessun fattore esterno che possa incidere in modo negativo. Esprimiamo solidarietà e chiediamo alle istituzioni di vigilare per non impoverire ulteriormente il nostro territorio. Il nostro partito sarà sempre al fianco di tutti coloro che protestano per difendere il proprio diritto al lavoro in condizioni economiche adeguate”.
Un simposio di archeologia, con l’autorevole contributo degli Accademici dei Lincei Pietro Giovanni Guzzo e Paola Pelagatti, per ricordare e onorare la figura del soprintendente, studioso, ricercatore Giuseppe Foti, l’iniziativa è promossa dalla delegazione FAI di Reggio Calabria, insieme a Touring Club RC, Italia Nostra RC e Amici del Museo Archeologico Nazionale RC, per rendere il giusto omaggio a una indimenticabile figura che tanto si è prodigata per la cultura e per la Calabria.
L’incontro “Giuseppe Foti – Dall’Etruria alla Magna Grecia. Storia di un archeologo reggino” si terrà Venerdì 16 febbraio 2024 alle ore 9,30 presso la Sala conferenze del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.
Coordina i lavori Rocco Gangemi – direzione regionale FAI Calabria.
I saluti istituzionali saranno affidati al Sindaco della Città Metropolitana e della Città di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, al Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria Fabrizio Sudano e per la Soprintendenza ABAP della Città Metropolitana di Reggio Calabria e della Provincia di Vibo Valentia all’architetto Roberta Filocamo.
Seguiranno gli interventi delle associazioni: Fulvio Rizzo (Amici del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria), Domenica Porpiglia (FAI – Delegazione di Reggio Calabria), Rossella Agostino (Italia Nostra – sezione di Reggio Calabria) e Francesco Zuccarello Cimino (TCI – Club di territorio di Reggio Calabria).
Un incontro che conterà su figure di primissimo piano del mondo istituzionale e della ricerca: Pietro Giovanni Guzzo, Accademia Nazionale dei Lincei; Elena Lattanzi, già Soprintendente ai Beni archeologici della Calabria, e Paola Pelagatti (da remoto), Accademia Nazionale dei Lincei.
Per la famiglia Foti, interverrà il figlio Alessandro.
La straordinaria rilevanza degli studi condotti da Foti e le sue azioni costanti a beneficio del patrimonio culturale – anche grazie ai numerosi incarichi istituzionali ricoperti – costituiscono, insieme al lodevole impegno profuso nel valorizzare la Calabria e i suoi beni culturali, una eredità di cui conservare memoria.
Le testimonianze di Claudio Sabbione e Roberto Spadea, già Direttori archeologi della soprintendenza archeologica della Calabria, offriranno un contributo ricco di ricordi e aneddoti su una personalità eccelsa di cui è arduo sintetizzare l’opera: basti ricordare che nel 1961 Foti si trasferisce a Reggio Calabria come Soprintendente alle Antichità della Calabria e direttore del Museo archeologico nazionale, dove svolgerà l’incarico fino alla sua scomparsa il 30 giugno 1981.
Promuoverà scavi e ricerche in tutta la regione, con la collaborazione di studiosi di grande fama e professionalità. Da ricordare l’avanzamento della ricerca preistorica con il rinvenimento del Bos primigenius, risalente al Paleolitico superiore, nella Grotta del Romito, o lo scavo della Grotta della Madonna di Praia a Mare. Nel territorio di Sibari avvierà campagne di scavo a Francavilla Marittima, affidate alla direzione della mitica Paola Zancani con la collaborazione della Società Magna Grecia di Paolo Orsi e Umberto Zanotti Bianco.
Negli anni Sessanta promuoverà le ricerche di Amendolara e negli anni Settanta del secolo scorso scavi a Crotone, Gioia Tauro, Vibo Valentia e, successivamente, a Locri Epizephiri.
Istituirà i Musei di Locri, Vibo Valentia, Amendolara, la prima esposizione a Sibari e – non ultimo – allestirà il Museo Nazionale di Reggio Calabria.
Per l’archeologia subacquea affiderà lo scavo del relitto di Porticello alla direzione del prof. D. I. Owen del Museo dell’Università di Pennsylvania. Uno scavo che, con il rinvenimento della Testa del cosiddetto Filosofo, segna l’inizio della ricerca archeologica subacquea in Calabria.
Solo una sintesi sommaria, di quanto realizzato dal Soprintendente Giuseppe Foti, per arrivare alla scoperta più famosa: le statue di Riace.
Da qui la volontà di realizzare una iniziativa che ne mettesse in luce la vita e le opere, con rigore scientifico.
L’evento conta sui patrocini di: Città Metropolitana di Reggio Calabria e Comune di Reggio Calabria
Nota biografica integrale Giuseppe Foti
Giuseppe Foti nasce il 10 luglio 1922 a Reggio Calabria e si laurea all’Università di Palermo nel 1944. Viene assunto alla Soprintendenza calabrese con funzioni di ispettore nel 1945 e insegna come assistente alla cattedra di Storia antica presso l’università di Messina.
Nel 1946 si trasferisce alla Soprintendenza di Bologna e quindi a Roma alla Soprintendenza per l’Etruria meridionale di Roma II, con sede a Villa Giulia dove opererà fino al 1955. Qui curerà l’archeologia del territorio della provincia di Viterbo e l’allestimento di alcune sezioni del Museo Nazionale di Villa Giulia.
Nel 1961 si trasferisce a Reggio Calabria come Soprintendente alle Antichità della Calabria e direttore del Museo archeologico nazionale, dove svolgerà l’incarico fino alla sua scomparsa il 30 giugno 1981.
Promuove scavi e ricerche in tutta la regione con la collaborazione di studiosi di grande fama e professionalità. Basta ricordare l’avanzamento della ricerca preistorica con il rinvenimento del Bos primigenius, risalente al Paleolitico superiore, nella Grotta del Romito, affidata a Paolo Graziosi, massimo esperto del settore, e al suo team dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria di Firenze; o lo scavo della Grotta della Madonna di Praia a Mare affidato all’Istituto di paletnologia di Roma, diretto da Luigi Cardini.
Nel territorio di Sibari avvia campagne di scavo a Francavilla Marittima, che affida alla direzione della mitica Paola Zancani con la collaborazione della Società Magna Grecia di Paolo Orsi e Umberto Zanotti Bianco; vengono così alla luce sia la necropoli enotria di Macchiabate sia il santuario di frontiera sibarita del Timpone della Motta. Ed ancora negli anni Sessanta promuove le ricerche di Amendolara centro indigeno sottoposto al dominio politico e culturale di Sibari, affidate a Juliette de la Genière. Negli anni Settanta del secolo scorso effettua scavi a Crotone, a Gioia Tauro a Vibo Valentia, centri presi d’assalto dalla speculazione edilizia. A partire dagli anni Settanta assicura scavi continui e regolari a Locri Epizephiri nella zona di Centocamere con la collaborazione dell’Università di Torino del prof. Gullini che dà un fondamentale contributo alla conoscenza dell’urbanistica e dell’edilizia privata della colonia. Istituisce i Musei di Locri, Vibo Valentia, Amendolara, la prima esposizione a Sibari, e non ultimo allestisce il Museo Nazionale di Reggio Calabria.
La sua attività si distingue per la particolare attenzione all’archeologia subacquea tanto che affida alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, lo scavo del relitto di Porticello alla direzione del prof. D. I. Owen del Museo dell’Università di Pennsylvania (una delle istituzioni all’avanguardia per quel tempo); scavo che con il rinvenimento della Testa del cosiddetto filosofo, segna l’inizio della ricerca archeologica subacquea in Calabria.
La scoperta più famosa, quella delle due statue di Riace, risale all’agosto del 1972, quando Foti, dopo avere incontrato lo scopritore Stefano Mariottini, ne organizza il recupero chiedendo la collaborazione del Nucleo Sommozzatori dei Carabinieri di Messina ed in procinto di partire per un breve viaggio in sua assenza, incarica delle attività di recupero, il funzionario più alto in grado Piero Giovanni Guzzo.
Al ritorno si mette subito al lavoro con la consapevolezza che il restauro dei due “eroi venuti dal mare” sarebbe stato un impegno notevole e delicato. Riconosce le due statue come creazioni della bronzistica greca da ascriversi alla grande tradizione artistica del V sec. a.C. e dopo il primo intervento per la desalinizzazione presso la Soprintendenza calabrese, per il loro restauro che allora immaginò essere quello definitivo, sceglie il laboratorio della Soprintendenza archeologica della Toscana guidata da Francesco Nicosia, all’epoca il più attrezzato in campo nazionale per la conservazione dei reperti metallici.
Come ha previsto, le attività di restauro sono complesse, durano otto anni e si concludono con una prima esposizione dei due eroi a Firenze (dicembre 1980-gennaio 1981) e poi a Roma al Quirinale (giugno-luglio 1981). Per l’esposizione delle due statue al Museo nazionale di Reggio Calabria, Foti concepisce l’allestimento di un ampio salone che avrebbe ospitato tutti i reperti subacquei rinvenuti fino ad allora nella regione, contestualizzando il rinvenimento degli eroi di Riace che sarebbero stati esposti insieme alla testa del Filosofo rinvenuta nelle acque calabresi dello Stretto di Messina. Tanto impegno e determinazione portano all’ inaugurazione della nuova esposizione del Museo Nazionale di Reggio Calabria che purtroppo non riesce a vedere completata perché viene a mancare circa un anno prima.
Bollette Calabria: da analisi di Facile.it nel 2023, -34% elettricità e -27% gas per famiglie calabresi
Nel 2023 le famiglie calabresi con un contratto di fornitura nel mercato tutelato hanno speso, in media, circa 740 euro per la bolletta della luce e 673 euro per quella del gas: rispettivamente, il 34% ed il 27% in meno rispetto all’anno precedente.
E’ quanto emerge da un’analisi di Facile.it secondo cui i calabresi hanno pagato, mediamente, 1.413 euro a famiglia (erano 2.044 nel 2022).
Secondo quanto rileva lo studio,in materia di consumo di energia elettrica è la provincia di Reggio quella con le bollette risultate più pesanti.
In quell’area territoriale, infatti, il consumo medio a famiglia rilevato è stato di 2.563 kWh che, considerando le tariffe dello scorso anno in regime di tutela, corrisponde ad un costo di 827 euro. Seguono Crotone (820 euro, 2.543 kWh) e Catanzaro (744 euro, 2.307 kWh). Chiudono la graduatoria Cosenza (682 euro, 2.115 kWh) e Vibo, provincia che, nel 2023, ha rilevato i consumi più bassi della regione (2.060 kWh) e quindi la bolletta più “leggera” (664 euro).
Per il gas sono stati gli abitanti di Cosenza a sostenere il conto più salato. Lo scorso anno l’esborso medio è stato di 745 euro a fronte di un consumo di 801 smc. Seguono Catanzaro (699 euro, 751 smc) e Vibo Valentia (638 euro, 686 smc). Ci sono poi Crotone (592 euro, 636 smc) e Reggio dove sono stati messi a budget per il gas “solo” 534 euro (574 smc).
“Nel 2023 abbiamo fatto i conti con bollette meno salate – afferma Mario Rasimelli, managing director utilities di Facile.it – e con l’arrivo del 2024 assistiamo a buoni segnali sul fronte del costo delle materie prime, ma questo non significa che automaticamente le bollette caleranno. Il consiglio è di continuare a monitorare i propri consumi, verificando periodicamente se sul mercato esistano offerte in grado di farci risparmiare”.
Reggio, ‘Ndrangheta: confiscati beni per 3 milioni all’imprenditore Domenico Franco
Beni mobili e immobili per un totale di 3 milioni di euro sono stati confiscati all’ imprenditore Domenico Franco, di 66 anni, di Rizziconi, coinvolto nell’inchiesta “Porto Franco” che nel 2014 aveva portato all’arresto di 13 persone e al sequestro di società e beni per 56 milioni di euro.
Il provvedimento, emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale reggino su richiesta della Dda diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, è stato eseguito dai finanzieri del Nucleo speciale polizia valutaria della Guardia di finanza di Reggio Calabria.
La confisca riguarda diversi compendi aziendali, quote societarie, terreni, fabbricati e numerosi rapporti e strumenti finanziari.
L’indagine del 2014 riguardava un’associazione di stampo mafioso composta da imprenditori considerati affiliati alle più importanti cosche di ‘ndrangheta della Piana, come i Pesce che si sarebbero infiltrati nel tessuto economico del porto di Gioia Tauro.
La confisca dei beni riconducibili a Franco fa seguito al sequestro disposto nel gennaio 2023 nei confronti dello stesso imprenditore, attivo nel settore degli autotrasporti, sulla base delle risultanze delle attività investigative della guardia di finanza. Partendo dall’analisi dei rapporti finanziari intrattenuti da diversi gruppi societari con un istituto di credito operante nel territorio calabrese, infatti, gli accertamenti delle fiamme gialle hanno evidenziato come l’imprenditore di Rizziconi, ritenuto appartenente a una cosca di ‘ndrangheta, a partire dagli anni ’90 avrebbe attuato condotte illecite che gli avrebbero permesso di accumulare un patrimonio nettamente sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.
Gallico Superiore: domani torna a sfilare il Carro allegorico di Carnevale “La Pace supposta”
Un forte e sentito messaggio di pace e di contrasto a tutte le guerre nel mondo è stato lanciato a Reggio Calabria, con un tocco di creatività e ironia, in occasione del Carnevale 2024. Protagonista dell’iniziativa, dopo il grande successo dello scorso anno, la Comunità Parrocchiale “San Biagio Vescovo e Martire” e “San Nicola di Bari” di Gallico Superiore riunita nel LHubOratorio, che ha allestito un significativo carro allegorico dal tema “La Pace supposta: una cura potente… per i potenti della terra”.
Il carro – accompagnato e animato dai bambini, dai giovani e dagli adulti della Comunità – ha sfilato nel pomeriggio di domenica 11 febbraio per le vie di Gallico, fino a raggiungere il centralissimo Corso Garibaldi di Reggio Calabria, dove è stato accolto, con stupore e meraviglia, da una vera e propria marea di persone.
Non sono mancati canti, balli, sorrisi, ma soprattutto tanti spunti di riflessione su un tema così attuale come quello della pace, in un momento storico particolarmente delicato e condizionato da numerosi conflitti. Un messaggio indirizzato sotto forma di “supposta” ai potenti della terra, “presenti” sul carro e riprodotti da sagome e caricature, affinché possano al più presto mettere da parte egoismi e interessi di parte, fermare le guerre e fare del mondo un’unica grande famiglia.
Il carro sfilerà ancora nel pomeriggio di martedì 13 febbraio a partire dalle ore 15.00 per le vie di Gallico e raggiungerà nuovamente il corso Garibaldi di Reggio Calabria intorno alle 17.30 per un nuovo bagno di folla per dire “no alle guerre”.
E’ stato firmato l’ 8 febbraio un nuovo Accordo tra sindacati della medicina generale e l’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria con l’obiettivo di implementare l’attenzione al territorio, agli anziani, alle persone con polipatologie, in una parola ai pazienti “fragili”.
È quanto si afferma, in una nota, dell’Azienda sanitaria provinciale reggina.
“L’intesa, riporta la nota, è stata sottoscritta tra i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e il direttore generale dell’Asp reggina Lucia Di Furia, presente anche la responsabile delle cure primarie Gabriella Eburnea, la dirigente della medicina convenzionata Antonella Roso, e tutti i rappresentanti sindacali dei medici di medicina generale.L’ obiettivo è quello di attivare presso le aggregazioni funzionali territoriali (Aft) dove i medici di medicina generale lavorano h12, punti prelievo in via sperimentale. In poche parole: essere sempre più attivi nella presa in carico del paziente con polipatologie, avendo la gestione dei prelievi e dei risultati degli esami in tempo reale”.
“Ai pazienti ‘fragili’ – sottolinea Lucia Di Furia – verrà data la possibilità di fare prelievi ematochimici direttamente nello studio delle Aft, i risultati arriveranno direttamente ai medici. Esami km 0 perché il paziente non andrà in laboratorio né per il prelievo né per il ritiro del referto”.
In questa ottica di gestione del territorio, è stato spiegato, presto verranno attivate altre Aft su tutto il territorio provinciale per rendere più capillare la presenza del medico di famiglia. “Nella nostra provincia con l’inserimento nell’ultimo anno di 80 medici – afferma Francesco Biasi, segretario provinciale medici di medicina generale della Fimmg – si è provveduto a coprire le carenze che si erano create negli ultimi 6 anni. Esami km 0, si chiama così il nuovo progetto di prelievi – è detto ancora nella nota – e sarà attivo a breve senza alcun aggravio delle tasche del cittadino e senza alcuna remunerazione per i medici delle Aft”.