I grandi nomi come Sfera Ebbasta, Ernia e Finesse, ma anche i giovani progetti musicali del territorio: sarà Kento, veterano della scena rap italiana, a condurre il Sud Sound Festival, serata speciale in programma al PalaCalafiore di Reggio Calabria venerdì 8 dicembre.
E c’è un’opportunità in più per gli artisti emergenti: è stato infatti lanciato un contest online che dà modo a tutti di proporsi e cercare la propria opportunità di esibirsi su un palco così grande e prestigioso insieme ai BIG. Sarà proprio Kento, con l’aiuto degli organizzatori e i partner dell’evento (FutureRC, 89100 Familia e Fade Studio), a scegliere i tre artisti più meritevoli e ad introdurli dal vivo in occasione del Festival. Ma il tempo è limitatissimo e bisogna fare presto: dopo il 27 novembre non sarà infatti più possibile candidarsi.
Dopo più di vent’anni di carriera alle spalle, Kento torna a Reggio Calabria con un grande evento live a supporto della scena musicale della propria città. “Spesso i ragazzi che vengono dai contesti difficili come il nostro Sud, hanno molte cose da dire in più rispetto a chi vive un mondo più finto e patinato -commenta Kento-. Mi aspetto tanto dai più giovani. Per questo credo molto in questo contest e in questo evento: premierò le voci Più innovative, particolari, ricche di stile e contenuto”.
Tutti i dettagli per partecipare al contest e, più in generale, sull’evento, sono già disponibili sul sito ufficiale sudsoundfestival.it.
Sebastiano Plutino
Falcomatà: “Sicurezza, protezione e prevenzione dei rischi sono aspetti indispensabili sui luoghi del lavoro”
Si è svolto presso il Museo Archeologico Nazionale il convegno dal titolo “Sistema gestione sicurezza sul lavoro- Modelli Organizzativi Gestionali”. L’iniziativa, promossa da Formazienda, Sistema Impresa Reggio Calabria ed Ebiten ha previsto un’articolata scaletta di interventi con la partecipazione, nella prima fase dedicata ai saluti istituzionali ed alla presentazione, del Sindaco Giuseppe Falcomatà, di Berlino Tazza (Presidente Sistema Impresa), di Andrea Bignami (Presidente Fondo Formazienda), di Rossella Spada (Direttore Fono Formazienda), e di Vittorio Basso Ricci (Presidente Sistema Formazione).
La seconda fase, riservata invece al Laboratorio Tecnico, è stata caratterizzata dagli interventi di Fabrizio Benedetti (Coordinatore generale consulenza tecnica salute e sicurezza Inail), di Edoardo Delirio ( Giurista specializzato applicazione D.Lgs.231 e O.d.V.), di Matteo Pariscenti ( Direttore Ebiten), di Giovanni Luciano ( Componente CIV INAIL), del Dr. Vincenzo Musolino ( Ispettore del Lavoro a RC), della Dr.ssa Carmelinda Gentile (Psicoterapeuta, specialista valutazioni stress da lavoro correlato) e da Rossana Costantino ( Vice Presidente Sistema Impresa RC, specialista valutazioni stress da lavoro correlato).
Il Sindaco Falcomatà, rivolgendo il suo saluto alla platea di operatori del settore dell’impresa ha sottolineato che “Il mondo sta andando incontro a cambiamenti straordinari da leggere ed interpretare in ogni settore. Quindi proprio il mondo del lavoro, da protagonista di questi cambiamenti, non può rimanere certo indietro. Dalla pandemia in poi – ha continuato – si è sviluppata la consapevolezza che non solo la sicurezza nel mondo del lavoro ma la gestione degli spazi e l’organizzazione stessa del lavoro debbano tendere sempre più ai profili della protezione del lavoratore e della prevenzione dei rischi connessi all’esercizio dell’attività lavorativa”.
L’impegno e la chiara presa di posizione del Sindaco rispetto al tema nell’intervento conclusivo “Sia come Comune che come Città Metropolitana siamo qui oggi a testimoniare piena disponibilità e sostegno a realtà virtuose come Formazienda e Sistema Impresa, che si adoperano ad attuare pratiche fattive in questa direzione, ritenendole interlocutrici qualificate di questo processo di innovazione che ormai da qualche anno sta investendo il campo del lavoro e dell’impresa”.
Caos Oncologia GOM: avvocati Primario Correale e vice Giannicola chiariscono posizione assistiti
Il presente comunicato stampa ha il solo fine di fare chiarezza in relazione al contenuto di diversi articoli di stampa pubblicati in merito al provvedimento cautelare di natura interdittiva emesso dal GIP di Reggio Calabria nei confronti dei dottori CORREALE e GIANNICOLA, avuto riguardo al procedimento penale che attualmente li vede indagati.
Ciò soprattutto in relazione all’evidente allarme sociale che il contenuto di detti articoli ha sicuramente diffuso nei confronti dei pazienti oncologici (e dei relativi familiari) che sono stati in cura presso il reparto di oncologia del GOM negli anni di interesse, nonché nei confronti della collettività, diffondendo l’idea che il dottore CORREALE abbia gestito il reparto di oncologia del GOM di Reggio Calabria come una sorta di laboratorio di sperimentazione fuori legge di terapie oncologiche sperimentali.
In primo luogo, va evidenziato come in relazione alla contestazione di omicidio colposo di un paziente, che l’Ufficio di Procura ipotizza essere stato effetto di una erronea diagnosi terapeutica del dottor CORREALE e, successivamente, di tutti gli altri medici del reparto (per come evidenziato dallo stesso GIP nel corpo dell’ordinanza), il Giudice abbia escluso la fondatezza della ipotesi di accusa poiché la presunta erronea diagnosi terapeutica NON ha in alcun modo inciso sul successivo decesso del paziente, poiché la presenza di gravissime metastasi celebrali e polmonari avrebbe reso comunque del tutto inutile anche l’eventuale terapia ritenuta corretta. Anzi, secondo lo stesso Giudice, proprio la presenza di gravissime metastasi celebrali ha giustificato la somministrazione di quella diversa opzione terapeutica.
Il giudice ha altresì ritenuto del tutto insussistente la condotta di sottrazione ovvero distruzione di una lettera di dimissioni del paziente suddetto, poiché la Difesa ha documentalmente dimostrato che in realtà tale documento non venne mai sottratto da CORREALE ovvero da GIANNICOLA come invece i denuncianti (altri medici del medesimo reparto di oncologia) avevano perentoriamente sostenuto.
Il Giudice ha invece ritenuto la sussistenza (in termini di gravi indizi di colpevolezza, cosa ben diversa dalla certezza della responsabilità penale che giustifica una condanna) in merito alla imputazione di somministrazione di “farmaci imperfetti” contestata ai dottori CORREALE e GIANNICOLA.
A tal riguardo, giova fare chiarezza soprattutto per la evidente confusione che potrebbe essere generata per effetto degli articoli di stampa in cui si scrive di somministrazione ai pazienti di “farmaci guasti” ovvero di “farmaci scaduti”, nonché per il fatto che la genericità con la quale vengono riportati alcuni passaggi dell’ordinanza emessa dal GIP trasmette ai lettori l’erroneo convincimento che l’uso di tali farmaci avvenisse in maniera indiscriminata nei confronti di tutti i pazienti oncologici in cura al reparto di oncologia del GOM ed in maniera del tutto fuori controllo. Peraltro, negli articoli di stampa vengono riportati quasi esclusivamente i contenuti delle denunce ovvero delle dichiarazioni dei medici denuncianti, senza dare alcuno spazio agli elementi contrari offerti dagli indagati i quali hanno risposto ciascuno per ben 8/9 ore al Giudice depositato una notevole mole di documenti difensivi.
Infatti, in molti articoli si scrive esplicitamente di “sperimentazione fraudolenta su tutti i pazienti”, di pazienti trattati “come numeri” che “morivano dopo 3, 10 giorni” dalla somministrazione di tali terapie che sarebbero il frutto di “protocolli terapeutici di loro elaborazione” somministrati ai pazienti in “dispregio delle normative di settore e delle linee guida terapeutiche”. In sostanza, gli articoli di stampa sembrano volere descrivere alla attenzione del lettore l’esistenza di una sorta di “lager” presso il reparto di oncologia del GOM in cui i pazienti oncologici venivano utilizzati per delle sperimentazioni terapeutiche fraudolente che avrebbero comportato delle conseguenze dannose nei confronti degli stessi.
Sul punto, appare indispensabile chiarire che: 1) tali “fraudolente” terapie sarebbero state somministrate soltanto nell’arco temporale tra il marzo 2017 e il maggio 2018; 2) in tale arco temporale di più di un anno, a fronte di un numero di pazienti pari a circa 900 trattati presso il reparto di oncologia del GOM, i casi di presunta somministrazione di “farmaci imperfetti” sono soltanto 13; 3) il riferimento a “farmaci imperfetti” non equivale a farmaco guasto ovvero scaduto; piuttosto, l’ipotesi dell’accusa è che per quei 13 pazienti su 900 il protocollo terapeutico sia stato somministrato: a] per “indicazioni terapeutiche non previste ovvero con posologia diversa dall’Autorizzazione alla immissione in commercio degli stessi”, b] in assenza dei presupposti normativi per la somministrazione in regime di off label (utilizzo di un farmaco per impiego diverso da quello per il quale è stato autorizzato) ovvero per “uso compassionevole” (uso terapeutico di farmaci sperimentali al di fuori degli studi clinici), c] in assenza di protocolli clinici sperimentali autorizzati.
Sicché, appare evidente che l’ipotesi di accusa non riguardi certo l’utilizzo di farmaci “guasti” o “scaduti”, ma ben altro.
Ovviamente, nel corso dei corposi interrogatori resi al Giudice dai dottori CORREALE e GIANNICOLA, entrambi hanno fornito tutti gli elementi documentali per dimostrare la assoluta correttezza del loro operato medico e soprattutto il fatto che l’utilizzo di quel protocollo terapeutico fosse corretto e frutto di numerosi studi scientifici che ne acclaravano la bontà terapeutica, che però il Giudice ha ritenuto di non condividere. Ovviamente, la Difesa provvederà a proporre appello dinanzi al Tribunale della Libertà al fine di dimostrare la fondatezza della tesi difensiva che in sostanza ritiene di essere in grado di dimostrare documentalmente che le ragioni dell’utilizzo di quella terapia ritenuta “imperfetta” (nei termini precisati) erano dovute al fatto che quei 13 pazienti fossero purtroppo malati molto avanzati e ampiamente “pretrattati” secondo linee guida, i quali spontaneamente hanno dato il consenso a sottoporsi – in fase terminale – ad una terapia salvavita che prevedeva l’uso combinato di farmaci, tutti approvati e quindi non sperimentali, né tantomeno di personale elaborazione di CORREALE o GIANNICOLA, in regime di “off label”, per cui l’alternativa terapeutica per quei poveri pazienti e per i loro familiari rimaneva il “non curare” in mancanza di alternative terapeutiche. Anzi, nel corso degli interrogatori, nonché attraverso una corposa memoria difensiva, i dottori CORREALE e GIANNICOLA hanno dimostrato che per effetto della somministrazione di quella terapia quei pazienti hanno conseguito un sicuro beneficio clinico in termini di sopravvivenza.
Da ultimo, appare rilevante evidenziare il fatto che nonostante l’analisi di tutti i 900 casi, nonché in dettaglio di ben 300 cartelle cliniche, i consulenti tecnici (specialisti in oncologia) del pubblico ministero non hanno ravvisato alcuna conseguenza dannosa in termini di lesioni colpose nei confronti dei pazienti, né tantomeno hanno segnalato che il decesso di qualcuno dei suddetti pazienti oncologici fosse stato dovuto alla somministrazione di quella terapia qualificata in termini di “farmaco imperfetto”, tanto è vero che in relazione ai suddetti 13 pazienti, il Pubblico Ministero non ha mai contestato alcuna ipotesi di lesioni colpose ovvero di omicidio colposo
Il Giudice ha inoltre ritenuto sussistente la contestazione di falso materiale ed ideologico in quanto gli indagati avrebbero inserito nel registro AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) di monitoraggio di somministrazione dei farmaci oncologici i dosaggi prescritti e somministrati, indicando dosaggi superiori a quelli realmente somministrati ai pazienti inseriti in registro, indicando patologie diverse da quelle reali al fine di consentire la somministrazione di quello specifico farmaco oncologico.
Ciò, al fine di somministrare la quota di farmaco in eccedenza ad altri pazienti che non ne avrebbero avuto diritto con rimborso a carico del SSN, in quanto non affetti da quella specifica patologia tumorale (cancro al polmone) per la quale quello specifico farmaco era indicato dall’AIFA come rimborsabile.
Anche in questo caso, appare opportuno evidenziare: 1) che in un arco temporale di ben 4 anni (2017-2021) ai quali si riferisce l’imputazione, i pazienti che avrebbero usufruito di questo trattamento favorevole sarebbero stati 20 su un numero di circa 3.000; 2) che in ogni caso, per come i dottori CORREALE e GIANNICOLA hanno documentato al Giudice in sede di interrogatorio, si trattava di pazienti che avevano i requisiti per ricevere la somministrazione di quel farmaco con inserimento in registro AIFA e che comunque la somministrazione dello stesso ha prodotto effetti benefici bei confronti dei medesimi; 3) che la ritenuta discrasia viene dedotta dal semplice confronto tra i registri AIFA acquisiti presso la farmacia ospedaliera del GOM e i soli frontespizi delle cartelle cliniche dei pazienti, non già dalla analisi delle cartelle cliniche nella loro interezza che nella quasi totalità non sono state acquisite nel corso delle indagini; 4) che l’affermazione che il presunto sovradosaggio fosse finalizzato a somministrare la quota di farmaco in eccedenza ad altri pazienti che non ne avrebbero avuto diritto con rimborso a carico del SSN, in quanto non affetti da quella specifica patologia tumorale costituisce una mera ipotesi considerato che, da un lato tale prospettazione appare oggettivamente non realizzabile in quanto non si comprende come il farmaco che porta un’etichetta prescrittiva con nome cognome del paziente e del medico prescrittore possa essere somministrato ad altro paziente per la presunta quota di sovradosaggio che non è nemmeno concretamente ottenibile, dall’altro il fatto che non sono stati individuati i pazienti a quali la quota di farmaco in sovradosaggio sarebbe stato poi somministrato e sulla base di quale criterio così strettamente iper-selettivo (20 su circa 3.000); 5) che le suddette schede AIFA venivano compilate e registrate anche da altri medici del reparto di oncologia [tra i quali gli stessi denuncianti: Dr.ssa Agostino (con ben 418 prescrizioni, benché sprovvista di autorizzazione AIFA ad effettuarle per come dimostrato dagli indagati), Dr. Maisano, Dr. Mafodda).
Fatte le suddette opportune precisazioni, pur rispettando la decisione allo stato adottata dal GIP, i dottori CORREALE e GIANNICOLA ribadiscono l’infondatezza dei fatti allo stato loro contestati e confermano la loro assoluta fiducia nell’operato della magistratura e confidano nella giustizia.
Palazzo San Giorgio: riunione per nuova attività pulizia straordinaria caditoie stradali
In vista dell’approssimarsi della stagione invernale, il vicesindaco Paolo Brunetti, insieme ai tecnici delle società Tekonoservice e Castore, ha tenuto una riunione operativa straordinaria per l’organizzazione di nuove attività di pulizia delle caditoie stradali e dei tombini.
«Negli ultimi anni – ha spiegato Brunetti a margine dell’incontro – il nostro territorio ha sofferto gli effetti delle forti piogge che, copiose, hanno spesso assunto le dimensioni di veri e propri acquazzoni in grado di provocare allagamenti e disagi. Segno, evidente, del cambiamento climatico che sta modificando anche il corso delle stagioni in territori che, come il nostro, si è trovato a dover fare i conti con delle precipitazioni tropicali: poche, brevi, intense e con un carico di acqua impossibile da calcolare».
«Ecco perché – ha aggiunto il vicesindaco con delega all’Ambiente – diventa fondamentale e importante intervenire per manutenere le caditoie stradali ed i tombini. La loro pulizia da foglie e detriti, infatti, potrebbe evitare quegli intasamenti che sono causa di allagamenti in zone particolarmente sensibili e fragili per sopportare piogge forti o continue».
«La riunione con Teknoservice e Castore – ha proseguito Brunetti – ha avuto lo scopo di individuare le aree cittadine che, sotto questo profilo, appaiono più delicate. In questo modo, proviamo ad aggredire, tempestivamente, il problema per evitare il ripetersi di situazioni spiacevoli. Dunque, dobbiamo metterci in linea con fenomeni fino ad oggi imprevedibili. Nei prossimi giorni, partiranno le attività di pulizia dei sistemi di drenaggio delle acque meteoriche».
«E’ stato un confronto senza dubbio costruttivo – ha concluso il vicesindaco – e che ha messo in evidenza la preparazione dei tecnici delle due società, cui va il mio personale ringraziamento e quello dell’intera amministrazione comunale. Bisogna giocare d’anticipo prevenendo possibili rischi per le persone o le cose».
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Giornata mondiale della sindrome Lennoux Gasteau, Zimbalatti: “Scardinare pregiudizi e stereotipi che offuscano la conoscenza delle malattie mentali”
In occasione della “Giornata mondiale della sindrome Lennoux Gasteau”, il consigliere metropolitano e comunale delegato alla Sanità, Antonino Zimbalatti, ha preso parte ad un convegno organizzato dalla “Alario srl” per accendere i riflettori su una disabilità intellettiva e psichica che condiziona fortemente la vita dei malati e delle loro famiglie.
«Affrontare un simile dibattito – ha spiegato Zimbalatti – è sempre molto utile perché aiuta a scardinare pregiudizi e stereotipi che, troppo spesso, offuscano la conoscenza delle malattie mentali. Per questo, è indispensabile parlarne, offrendo alla società gli approfondimenti necessari ad avere un approccio sereno e maturo rispetto a sindromi come quella di Lennoux Gasteau. E’ indispensabile, dunque, attivare una rete in grado di unire la medicina del territorio e tutte le entità multifattoriali, come psicologi e famiglie, tale da fornire servizi specifici a supporto dei malati e dei loro cari».
«In un contesto simile – ha proseguito – la politica deve e può svolgere un ruolo decisivo. Tuttavia, la spinta che sta portando il Paese verso l’approvazione di una riforma scriteriata come l’Autonomia differenziata rischia, seriamente, di amplificare disuguaglianze inaccettabili e dannose che colpiscono, prima di tutto, quanti sono costretti in condizioni di particolare fragilità e disagio».
Secondo il consigliere metropolitano, infatti, «l’idea incarnata dal disegno di legge Calderoli di poter distribuire risorse minori alle regioni meridionali, come la Calabria, non farà altro che allargare la forbice delle differenze sul trattamento dei pazienti». «In questo quadro – ha continuato Zimbalatti – lo stesso governatore Roberto Occhiuto, dapprima incline all’approvazione di quella che è stata definita la “secessione dei ricchi”, è stato costretto a ravvedersi, parlando dell’opportunità di discutere i Livelli essenziali delle prestazioni ancor prima di licenziare qualsiasi norma di questo tipo. Ne abbiamo preso atto, continuando a sostenere la linea del sindaco Giuseppe Falcomatà che, come ogni persona di buon senso, riconosce la sanità ed il libero accesso alla salute quale diritto inalienabile sancito dalla nostra costituzione».
«E’ un bene – ha concluso il consigliere delegato alla Sanità – che anche nella nostra città si discuta su temi così delicati e complessi che interessano numerose famiglie. Lo sforzo di tutti, quindi, deve essere quello di costruire un progetto di vita sostenibile. L’effettiva integrazione sanitaria in un quadro di sviluppo delle cure primarie sul territorio che, tra l’altro, rappresenta lo spirito che anima questo prestigioso convegno, è indispensabile a garantire il diritto alla salute di ogni cittadino che, una volta dimesso da un ospedale, potrà contare anche sul supporto presso il proprio domicilio. E’ questa la sanità che ognuno di noi auspica e che nessun Governo dovrà mai mettere in discussione».
Firmato Protocollo Legalità per progetto “Nuova Linea Alta Velocità SA – RC”
Firmato il Protocollo di legalità tra le Prefetture di Salerno, Potenza, Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria, Rete Ferroviaria Italiana (società capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane) e le Organizzazioni sindacali di categoria per la “Nuova Linea Alta Velocità Salerno – Reggio Calabria” con lo scopo di prevenire e contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata in materia di appalti, servizi e forniture pubbliche.
Il progetto prevede la realizzazione di una nuova linea ferroviaria con caratteristiche di “Alta Velocità”, sulla direttrice Salerno-Reggio Calabria che costituisce un itinerario strategico, passeggeri e merci, per la connessione tra il nord e il sud del Paese.
È prevista inoltre la realizzazione di alcune fermate sulla nuova linea e il raddoppio della tratta Paola-Cosenza tramite la nuova galleria “Santomarco”, che servirà anche per potenziare l’itinerario delle merci per il Porto di Gioia Tauro. Gli interventi garantiranno una maggiore accessibilità al sistema ferroviario e la possibilità di sviluppare nuove linee per i viaggiatori lungo l’asse nord-sud della penisola, a beneficio anche dei collegamenti da e per la Sicilia.
L’intesa, che ricalca lo schema tipo di Protocollo deliberato dal CIPE per le infrastrutture prioritarie del Paese, si propone di innalzare il livello di efficacia dell’attività di prevenzione amministrativa a fini antimafia, prevedendo ulteriori e più ampie forme di verifica, monitoraggio e controllo volte a contrastare il pericolo di infiltrazioni criminali nella realizzazione dell’opera pubblica, focalizzandosi sulla parte esecutiva del contratto, per la quale i rischi di condizionamento della criminalità organizzata si esprimono con maggiore forza e frequenza.
Sono previste anche clausole contrattuali per la prevenzione di interferenze illecite a scopo corruttivo, che impegnano l’Ente aggiudicatore (Rete Ferroviaria Italiana), l’affidatario e tutte le imprese della filiera a segnalare alla Prefettura eventuali tentativi di condizionamento criminale.
Il Protocollo prevede la collaborazione tra le Prefetture e RFI per vigilare sul pieno rispetto della legalità nei contratti pubblici, sviluppando, in aggiunta agli standard richiesti dalla normativa, ulteriori forme di controllo, scambio di informazioni e procedure che ne garantiscano la trasparenza. I documenti sottoscritti riguarderanno tutta la filiera delle imprese affidatarie dei lavori che a qualunque titolo saranno impegnate nella realizzazione delle opere.
L’accordo contiene la previsione di una banca dati informatica, costituita e gestita dall’ente aggiudicatore, nella quale saranno raccolti tutti i dati relativi ai soggetti che, a qualunque titolo, interverranno nella progettazione e/o realizzazione dell’opera e le informazioni riguardanti l’attività svolta nei cantieri settimanalmente, in modo da consentire un costante monitoraggio.
Nella banca dati che sarà a disposizione dei gruppi interforze antimafia operativi in tutte le Prefetture confluiranno informazioni su tutti i soggetti coinvolti, sia nella progettazione sia nella realizzazione dell’opera, comprese quelle contenute nell’anagrafe degli esecutori e nel settimanale di cantiere.
Saranno “sotto osservazione” anche regolarità e sicurezza dei lavoratori impiegati dalle ditte coinvolte. L’accordo prevede, infatti, anche l’istituzione di un Tavolo di monitoraggio per il tracciamento dei flussi di manodopera, e per questo è sottoscritto anche dalle Direzioni Territoriali del Lavoro e dalle organizzazioni sindacali di categoria.
L’intervento è finanziato anche con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e l’attivazione è prevista per fasi a partire dal 2026.
Martedì sera a Reggio Calabria, i Carabinieri hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, un 28enne di Udine intento a rubare un quad. Tutto nasce dalla segnalazione di un Carabinieri libero dal servizio che, notando una persona armeggiare furtivamente sul veicolo, ha immediatamente contattato la Centrale Operativa per richiedere l’intervento dei propri colleghi in servizio. I militari, giunti rapidamente sul posto, hanno sorpreso il 28enne che tentava manomettere l’impianto di accensione del mezzo mediante l’utilizzo di appositi strumenti da elettricista. Una volta bloccato e dichiarato in stato d’arresto e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Perseverante è l’impegno profuso dai Carabinieri di Reggio Calabria nel contrasto dei reati predatori che non sfuggono nemmeno alla vista di quanti di loro, liberi dal servizio, con profondo senso del dovere e vicinanza alla popolazione, segnalano tempestivamente quanto accade sul territorio, incrementando la sicurezza dei cittadini.
Lamezia Terme: progetto contro dispersione scolastica diventa tesi di laurea
E’ diventata una tesi specialistica sperimentale sulla povertà educativa di una studentessa all’Unical, l’esperienza di “R-Edu: Rete Educativa”, un progetto di Open Space Aps, co-finanziato dalla Regione Calabria e dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali a valere sui fondi Adp 2019-2021.
Si tratta di un progetto che mira a ridurre la dispersione scolastica e la povertà educativa sul territorio di Lamezia Terme e suo comprensorio.
R-Edu si rivolge a stranieri di ogni età fornendo lezioni di alfabetizzazione, a studenti di ogni ordine e grado anche con disturbi dell’apprendimento mediante doposcuola gestiti da specialisti, a famiglie bisognose mediante l’erogazione di voucher per l’acquisto dei libri di testo, a studenti e cittadini tutti con difficoltà di tipo relazionale mediante lo sportello d’ascolto psicologico per prevenire il fenomeno Hikikomori che significa letteralmente “stare in disparte” ed è usato in gergo per indicare coloro che decidono di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi.
Il successo dell’iniziativa in questi primi dieci mesi di percorso è stato “palpabile”.
Tutte le attività sono gratuite e ad oggi R-Edu, ha contribuito con 8.000 euro, all’acquisto dei libri di testo per famiglie bisognose, con decine di volontari, con competenze certificate, che hanno sposato la causa e hanno deciso di collaborare attivamente alle attività di progetto.
Il successo ed i risultati ottenuti sono diventati motivo di interesse, per una tesi di laurea della ormai dottoressa magistrale Clarissa Cerra, assistente sociale specialista che ha conosciuto il progetto e ha voluto strutturare la sua tesi specialistica sperimentale sulla povertà educativa prendendo proprio in esame il progetto R-Edu e la sua incidenza sul territorio.
Nella tesi, Cerra -che ha ottenuto 110 e lode – ha strutturato il percorso incentrandosi anche su interviste a Elisa Marsico, responsabile progetto R-Edu, e a Rosetta Gamberani, in qualità di responsabile dei bisogni educativi dell’ I.C. Ardito Don Bosco, istituto che collabora attivamente con il progetto.
La Protezione civile della Calabria ha diffuso un’allerta meteo per domani prevedendo il livello arancione su tutta la fascia ionica della regione e gialla su quella tirrenica.
In particolare, rileva la Protezione civile, “sono possibili fenomeni temporaleschi che potrebbero evolvere in nubifragi anche persistenti con conseguenze rilevanti” con la possibilità, in particolare, di “esondazione in corrispondenza dei fiumi con bacino idrografico di rilevanti dimensioni”.
Previsti anche venti “da forti a burrasca dai quadranti orientali” con “possibili mareggiate sulle coste esposte”.
In seguito all’allerta, il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita ha disposto per domani la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado statali e paritarie, compresi i servizi educativi per l’infanzia e per la scuola dell’infanzia pubblici e privati, asili nido pubblici e privati e ludoteche, comprese le attività scolastiche ed extrascolastiche ricadenti nel territorio di Catanzaro, consigliando la massima prudenza negli spostamenti.
“In relazione alla segnalazione pervenutami da una mamma che lamenta essere rimasto solo in classe il proprio bambino, per responsabilità da accertare, comunico di essermi già attivato con le autorità scolastiche preposte al fine di verificare gli accadimenti”: è quanto dichiara il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale.
“Ho ricevuto stamane la segnalazione, registrando una serie concatenata di soprusi, che qualora acclarati risulterebbero davvero pesanti per un bambino e non devono rimanere impuniti – continua il Garante – perché la scuola è luogo di accoglienza ed integrazione e non già di emarginazione”.
“La madre del piccolino ha redatto ed inviato alla mia attenzione una relazione circostanziata e carica di accadimenti che a scuola non dovrebbero trovare cittadinanza – conclude Marziale – pertanto rimango in attesa che l’autorità scolastica faccia immediatamente luce e mi renda edotto”.
