Un 26enne, Simone Furci, è deceduto stamani in un incidente stradale a Joppolo, piccolo borgo costiero della provincia di Vibo Valentia. La vittima, si trovava a bordo della sua autovettura, una Fiat Punto, quando, per cause in corso di accertamento, ha perso il controllo del mezzo andando a sbattere violentemente contro il muro di recinzione di un campeggio in via San Bruno Melia, lungo la strada comunale che porta dalla frazione Oliveto al capoluogo. Inutili si sono rivelati i tentativi di soccorso del personale del 118 allertato dal titolare della struttura ricettiva svegliato, alle 5.45, dal rumore dello scontro. Sul posto sono intervenuti i carabinieri per accertare la dinamica e i vigili del fuoco. Furci da qualche tempo era rientrato a Joppolo dopo aver vissuto con i genitori, originari del paese del Vibonese, in provincia di Varese, e dove svolgeva l’attività di panettiere in località Monteporo. (ANSA).
Sebastiano Plutino
“Oggi, 25 Aprile 2023, è la Festa di Liberazione. Per l’Italia è una data storica, dove si ricorda, la Liberazione dall’occupazione nazista e la lotta della Resistenza italiana contro il governo fascista di Mussolini. Il 25 aprile 1945 venne proclamata l’insurrezione in tutti i territori occupati dai nazifascisti e i partigiani si attivarono liberando l’Italia dando il potere ‘al popolo'”. E’ quanto si legge in una nota del Nuovo Sindacato Carabinieri Calabria. “La Festa della Liberazione per noi sindacalisti dei carabinieri – afferma la segreteria del Nsc – è anche una giornata della memoria – per ricordare alle nuove generazioni le gesta eroiche dei carabinieri che si opposero al regime nazi-fascista”. “E’ nostro dovere ricordare la deportazione di circa 2.500 carabinieri romani – afferma il segretario regionale Luca Spagnolo – sfuggiti al controllo dei fascisti in quanto avevano dimostrato di non voler attuare le leggi razziali emanate dal governo di Mussolini. I carabinieri erano armati, organizzati e avevano ricevuto da Badoglio l’ordine di difendere la popolazione, ritenuti troppo pericolosi per i piani dei nazi-fascisti”. “Avvenne così il disarmo e la consegna di tutti i carabinieri in servizio a Roma, i quali – prosegue la nota – vennero catturati dai paracadutisti tedeschi e dalle camicie nere fasciste, per essere poi deportati nei lager nazisti. Pochissimi torneranno. Quella dei carabinieri fu la prima grande deportazione nazista, alla quale ne seguiranno purtroppo molte altre. La memoria va ai carabinieri caduti nell’eccidio delle Fosse Ardeatine: tra le vittime ben dodici militari dell’Arma, tutti appartenenti al Fronte Clandestino della Resistenza e già arrestati dalle SS germaniche, che invano li avevano torturati perché rivelassero i piani ed i nomi dell’organizzazione partigiana dei Carabinieri. Il contributo degli uomini dell’Arma nella Resistenza e nella guerra di Liberazione è stato fondamentale, come gli oltre 700 militari dell’Arma che costituirono una formazione partigiana comandata dal maggiore Giovanni Rusconi, la ‘Banda Gerolamo’ che svolse intensa e rischiosa attività operativa, oltre che preziosa opera informativa, diretta anche all’individuazione degli obiettivi militari tedeschi da parte dell’aviazione alleata”. “Tra i molti carabinieri che hanno lottato per la Liberazione dell’Italia ricordiamo il coraggio del giovane ufficiale Carlo Alberto Dalla Chiesa – afferma il segretario generale regionale Christian Bellè – il quale dopo la firma dell’armistizio, rimase al comando di una tenenza isolata e organizzò di propria iniziativa la resistenza di civili e militari, recuperando uomini, armi, munizioni che impiegò per costituire nuclei partigiani che guidava personalmente, oltre a diventare il responsabile delle trasmissioni radio clandestine”. “Un sindacato di carabinieri come Nsc Calabria – conclude la nota – ricorda infine tutti i sindacalisti che hanno perso la vita perché si opposero alla dittatura fascista, una tirannia che aveva limitato la libertà di espressione dei sindacalisti tra i lavoratori italiani, costretti ad operare in clandestinità. Tra questi è doveroso ricordare Bruno Buozzi, l’allora segretario generale della Fiom, arrestato e ucciso in quanto antifascista”. (ANSA).
Sono 40 i migranti tratti in salvo dalla Guardia costiera di Crotone e fatti sbarcare stamattina al porto della città calabrese. Erano a bordo di una imbarcazione a vela che è stata intercettata dalla Guardia di finanza a circa 20 miglia dalla costa. Successivamente è arrivata una motovedetta della Capitaneria di porto di Crotone che ha rimorchiato la barca fino al porto. A terra sono sbarcati 35 afgani, due iraniani, tre pakistani. A bordo anche otto donne e un minore accompagnato. La barca sarebbe partita dalla Turchia ed ha attraversato lo Ionio dopo un viaggio di 5 giorni con condizioni di mare difficili negli ultimi due. Le operazioni di sbarco sono state coordinate dalla prefettura di Crotone e gestite sul porto dall’ufficio immigrazione della questura di Crotone. I migranti, tutti in buone condizioni, sono stati condotti al Cara di Isola Capo Rizzuto dalla Croce Rossa Italiana. (ANSA).
Il Circolo Culturale “L’Agorà” presenta il romanzo storico “Il Gran Capitàn e il mistero della Madonna nera”
Venerdì 28 aprile il Circolo Culturale “L’Agorà” organizza la presentazione del romanzo “Il Gran Capitàn e il mistero della Madonna nera”, opera letteraria del medico scrittore calabrese Santo Gioffré. Si tratta di un romanzo ambientato in una Calabria rinascimentale resa ancora più misteriosa per l’intreccio sapiente di miti e leggende che l’autore mescola agli eventi storici realmente accaduti. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020, la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da venerdì 28 aprile.
Nel corso delle Celebrazioni del 78° Anniversario della Liberazione, svolte a Reggio Calabria presso la Villa Comunale Stele del Partigiano, si è proceduto alla proclamazione dei vincitori del “Concorso per le Scuole secondarie di primo e secondo grado della Città Metropolitana di Reggio Calabria” organizzato da Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Sezione “Ruggero Condò” di Reggio Calabria, in sinergia con la Città Metropolitana di Reggio Calabria ed il Comune di Reggio Calabria, in collaborazione con l’Associazione Culturale Rhegion di Reggio Calabria. Al concorso hanno partecipato diverse scuole reggine. La Commissione istituita dagli organizzatori del concorso, nei giorni scorsi dopo approfondito confronto ed esame dei lavori ricevuti, ha scelto tre lavori realizzati da due classi dell’indirizzo Arti Figurative, Plastico e Scultoreo, seguiti dalle professoresse Eleonora Pesaro, Ines Cutellè e Loredana Scopazzo del Liceo Artistico “Preti-Frangipane di Reggio Calabria presieduto dalla Dirigente scolastica prof.ssa Catena Giovanna Moschella.
“Il Ventre della Guerra”
Video realizzato attraverso immagini, musica e opere artistiche che trasmettono pathos interiore in riferimento agli orrori della guerra, sia di un tempo sia di oggi. Opera emotiva, che suscita riflessioni sui temi della guerra. Molto attuale come tema.
“Book Le guerre”
Un racconto realizzato attraverso immagini di testi e opere artistiche, che attraverso la multimedialità descrivono l’interiorità dei sentimenti che suscita nell’uomo la guerra. Particolare l’espressione artistica che ne viene fuori attraverso lo scorrere delle immagini.
“Non sei davvero tu”
Un video racconto della realizzazione di una vera e propria opera artistica che mette in risalto attraverso l’arte l’alienazione dell’uomo nei campi di campi di concentramento. Nella semplicità apparente dell’opera, si celano tutte le contraddizioni del secolo breve: dittature, guerra, genocidi e annullamento della diversità.
Oggi alla Villa Comunale la Proclamazione dei vincitori, effettuata da Elisabetta Tripodi, presidente dell’ANPI Metropolitana e da Filippo Sorgonà, giornalista e presidente della Commissione giudicatrice del Concorso, ha segnato questa graduatoria di merito:
1. “Non sei davvero tu” realizzato dalla classe III^ C
2. Ex a equo “Book le Guerre” e “Il Ventre della Guerra” realizzati dalla V^ F divisa in due gruppi.
Nei prossimi giorni la Sezione ANPI “Ruggero Condò”, in accordo con la Città Metropolitana di Reggio Calabria, il Comune di Reggio Calabria e l’Associazione Rhegion, organizzerà una manifestazione per la premiazione ufficiale dei Vincitori del concorso. Alla Scuola, e agli studenti dei tre lavori portati in finale sarà data una pergamena a ricordo dell’avvenimento. Per i vincitori del concorso è previsto un viaggio d’istruzione, da realizzarsi nel mese di maggio 2023, a Ferramonti di Tarsia per visitare il più grande campo di concentramento realizzato dal regime fascista in Italia.
È stato il film più visto della settimana su Prime Video, “Io e mio fratello”, del regista Luca Lucini, prodotto da Agostino Saccà per Pepito Produzioni, Giuseppe Saccà per 302 Original Content e da Vision Distribution, con il sostegno della Calabria Film Commission. Un risultato importante che sottolinea la qualità del film e funge da efficace strumento per la promozione del territorio e delle sue bellezze storico paesaggistiche.
Le riprese, infatti, si sono svolte in Calabria, in gran parte nel suggestivo borgo medievale di Altomonte, con scene anche a San Nicola Arcella, Civita, Ciro’ Marina e a Milano.
La commedia propone un cast di livello come Cristiano Caccamo, Denise Tantucci, Claudio Colica, Teresa Mannino, Greta Ferro, Paola Lavini, Marcello Arnone e la straordinaria presenza di Nino Frassica, Ninni Bruschetta, Lunetta Savino e Marco Leonardi.
Luca Lucini, tornato al cinema con questa nuova commedia romantica, descrive una storia ricca di intrighi, fresca e leggera che racconta l’inquieta generazione dei trentenni. La Calabria, le sue location e i suoi professionisti sono stati i protagonisti, la scorsa settimana, del film più apprezzato e visto su Prime Video.
L’incontro, moderato dalla Professoressa Roberta Macrì, si è aperto con il saluto del sindaco di Bagnara Calabra, Adone Pistolesi. E’ stato il suo commosso ricordo della figura di Italo Falcomatà ad aprire il dibattito a più voci segnato dagli interventi del Consigliere comunale con delega alla Cultura Rocco Fedele, dell’Assessore bagnarese Paolo Gramuglia e del già assessore della Giunta comunale reggina Professor Franco Le Pera. A chiudere l’incontro l’intervento dell’autore del libro Giuseppe Falcomatà.
“E’ stato un momento di confronto interessante ed a tratti emozionante – ha affermato Giuseppe Falcomatà a margine della presentazione – ancora una volta abbiamo avuto modo di toccare con mano il grande affetto e la riconoscenza che la comunità reggina, anche al di fuori dai confini comunali, nutre tuttora nei confronti della figura di Italo. Le lettere a lui indirizzate sono una testimonianza di quel ruolo di guida assunto da ogni Sindaco, che svolge il proprio compito con passione e spirito di servizio, ben al di là delle proprie competenze. Ci sono poi diversi spunti di strettissima attualità, che riguardano ad esempio il ruolo del Mezzogiorno, connesso all’idea nefasta di autonomia differenziata, intesa quasi fosse una sorta di secessione delle aree più ricche del Paese”.
“Ci tengo a ringraziare il sindaco Pistolesi e l’intera amministrazione comunale di Bagnara, l’Assessore Gramuglia, il Consigliere Fedele, ed il Professor Le Pera, per aver voluto, attraverso i loro interventi, contribuire al recupero della memoria e alla riattualizzazione dell’eredità politica ed umana che Italo Falcomatà ha lasciato. Non solo in ambito cittadino, ma anche al di fuori dei confini regionali. Le attività che la Fondazione sta portando avanti in questi mesi, con la pubblicazione dei libri e le tante iniziative ad essi correlate, vanno esattamente in questa direzione”.
Già nei prossimi giorni sono previste altre presentazioni di “Caro Professore”. Mercoledì 26 aprile sarà infatti la volta di Brancaleone, con un interessante dibattito previsto nella Biblioteca Comunale, poi a Mendicino, in provincia di Cosenza, il 3 maggio, ed ancora nei giorni a seguire a Melito Porto Salvo e a Sant’Alessio. Procede intanto il lancio del nuovo libro, “Un visionario inaspettato”, la biografia autorizzata di Italo Falcomatà, scritta da Michele Caccamo ed edita da Castelvecchi. Dopo la prima assoluta tenutasi al Teatro Cilea a Reggio Calabria, alla presenza del Presidente nazionale Anci Antonio Decaro e del già Sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, nelle prossime settimane il libro sarà presentato al livello nazionale a Roma a Palazzo Madama.
“L’importante operazione – denominata “Clan degli Zingari” – che ha disarticolato nei giorni scorsi una organizzazione criminale composta in particolare da soggetti di etnia rom, porta di nuovo sotto i riflettori la condizione di molti minori che vivono nella periferia sud del Capoluogo di Regione”. E’ quanto afferma il segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese.
“L’attenta attività organizzativa coordinata dal Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, al quale rinnoviamo i nostri complimenti, che estendiamo ovviamente alla Polizia di Stato, agli inquirenti e alla magistratura, ha portato a 62 arresti nel fortino dei rom, dediti a svariati reati tra i quali estorsione spaccio di stupefacenti, furti, aggravati dal vincolo associativo di stampo mafioso – afferma ancora Scalese -. Ma nello stesso tempo apre uno squarcio su una realtà tanto inquietante quanto drammaticamente nota: ragazzini, ma anche bambini di pochi anni, usati come sentinelle, corrieri o scudi per evitare perquisizioni delle forze dell’ordine. In molti casi il confezionamento, l’occultamento e la cessione della droga avveniva davanti ai figli minorenni dei pusher. In qualche intercettazione ambientale si lascia chiaramente intendere che pusher e ragazzini minori di 14 anni, tutti presenti nella medesima abitazione, erano intenti a confezionare la droga in “palline”. Questo è lo stesso quartiere in un cui lo scorso mese di ottobre un incendio ha distrutto l’abitazione della famiglia Corasoniti che ha perso tra le fiamme tre figli, e ha dovuto lottare per avere un alloggio prontamente occupato abusivamente. Periferie abbandonate, quartieri dormitorio, considerati bacini di voti a cui attingere in periodo elettorale in maniera disinvolta per poi archiviare istanze e servizi. In questo contesto i minori sono vittime due volte, compromessi nella serenità della crescita e soggetti all’impoverimento del diritto ad apprendere, formarsi, sviluppare capacità e competenze, coltivare le proprie aspirazioni e talenti è privato o compromesso. Parliamo di contesti sociali svantaggiati, caratterizzati da disagio familiare, precarietà occupazionale e deprivazione materiale: non si tratta quindi di una lesione del solo diritto allo studio, ma della mancanza di opportunità educative a tutto campo, da quelle connesse con la fruizione culturale al diritto al gioco e alle attività sportive. Minori opportunità che incidono negativamente sulla crescita del minore”.
“Come ampiamente approfondito nel corso della prima Giornata dedicata al tema dal Corecom Calabria, povertà economica e povertà educativa si alimentano a vicenda, perché la carenza di mezzi culturali e di reti sociali riduce anche le opportunità occupazionali e rende questa fascia di popolazione soggetta alle influenze criminali che sopperiscono alle carenze di offerta e di servizi – scrive ancora Scalese -. Le ristrettezze economiche limitano l’accesso alle risorse culturali e educative, costituendo un ostacolo oggettivo per i bambini e i ragazzi che provengono da famiglie svantaggiate: nel lungo periodo, riduce la stessa probabilità che da adulto riesca a sottrarsi da una condizione di disagio economico. Per questa ragione, oltre al grande operato della magistratura e delle forze dell’ordine, le istituzioni sono chiamate ad investire seriamente sulle politiche per l’infanzia e adolescenza e nella lotta alla povertà educativa, per sottrare i minori e le famiglie che son radicate nel contesto dell’illegalità, dall’influenza criminale. Si tratta di un investimento di lungo periodo su cui far confluire risorse importanti, a partire da quelle del Pnrr”, conclude Scalese.
“Dovrei unirmi ai cori di sdegno, ed ovviamente mi unisco. Dovrei parlare di reato esecrabile e la pedofilia, l’abuso di una bambina, è il reato più turpe che un cosiddetto uomo possa perpetrare. Ma ho fatto di più, in questi anni in cui sono chiamato a presiedere l’Ufficio di Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, ho denunciato ed ho urlato a squarciagola che il sistema di accoglienza è approssimativo, insicuro e indegno”: è quanto dichiara Antonio Marziale, sociologo, al suo secondo mandato di Garante dei minori in terra calabra.
“Sarebbe indegno da parte mia anche non individuare responsabilità, ascrivibili all’Unione Europea e non già ad altre istituzioni – va giù duro Marziale – che pretende di emanare decreti privi di consistenza e soluzioni delegate a Stati membri e, di conseguenza regioni, che come la Calabria ed altre sono carenti di strutture di accoglienza, ma obbligate a provvedere. E la Calabria provvede come meglio può, in termini non solo istituzionali, ma soprattutto di sensibilità verso chi arriva in condizioni disperate, soprattutto i bambini. Sono stato il Garante che ha formato tra il 2016 e il 2020 il maggior numero di tutori per minori stranieri non accompagnati e proprio nei giorni scorsi ho emanato un nuovo bando, con l’aiuto di organizzazioni volontarie che non finirò mai di ringraziare. Ma, anche sul piano dei tutori nessun rispetto, chiamati ad assumersi responsabilità in termini volontariato e basta, quando questi impegnano la loro specializzazione, la loro professionalità, il loro tempo e la loro umanità. E questa gratuità per indisponibilità di fondi la dice lunga sulla scarsa o nulla importanza che si conferisce al problema, salvo poi issare vessilli a “babbo morto”.
“Al Cara di Crotone sovente si sono manifestate situazioni di promiscuità tra bambini e adulti – evidenzia il Garante – ma non è colpa del Comune, ne della Regione ne del Governo nazionale. È responsabilità di chi non è in condizione di progettare una politica di accoglienza, verso un fenomeno irreversibile qual è l’immigrazione, cioè dell’Unione Europea. Il dato è inconfutabile e sfido chiunque a dimostrare il contrario. Non si risolvono i problemi mandando due lire e imponendo “vedetevela voi”.
Da parte del Garante, infine: “Il più sentito ringraziamento alle forze dell’ordine ed alla magistratura per avere immediatamente individuato il pedofilo e la speranza che la giustizia voglia comminargli il massimo della pena prevista”.