Presentata ufficialmente la programmazione estiva 2023 del Teatro dei Ruderi di Cirella – Diamante (CS). A darne l’annuncio è il direttore artistico Alfredo De Luca insieme all’amministrazione comunale di Diamante, fresca di rinnovo di Bandiera Blu e adesso pronta ad ospitare una delle stagioni estive più attese degli ultimi 15 anni. Tanti gli spettacoli dal vivo in programma, da diversi mesi si parla tanto degli eventi che saranno ospitati nell’area archeologica di Cirella Antica, che da anni programma concerti e spettacoli teatrali di caratura nazionale ed internazionale. Si parte il 6 Agosto, per il Tirreno Festival con Panariello VS Masini – Lo strano incontro, due colossi dello show dal vivo, uno per la comicità e l’altro per la musica d’autore italiana, che daranno vita ad un mix perfetto di leggerezza, evento promosso ed organizzato da Dedo Eventi in collaborazione con Publiepa Srl ed E20. Si prosegue con il concerto, sicuramente il più atteso, di Geolier il prossimo 8 agosto, artista che presenta già record di biglietti venduti nella storia del Teatro dei Ruderi, data organizzata dalla Show Net di Ruggero Pegna e dalla Dedo Eventi di Alfredo De Luca rientrante nel festival Fatti di Musica. A seguire una kermesse di artisti di prima fascia assoluta nell’ambito teatrale, tutti presenti nel Tirreno Festival con la direzione artistica di Alfredo De Luca, il 9 Agosto andrà in scena Angelo Duro con il nuovo spettacolo estivo, pronto a stupire il pubblico con la sua comicità irriverente, l’11 agosto lo spettacolo “Stasera, punto e a capo!” di e con Massimiliano Gallo, artista che vanta innumerevoli sold out nei maggiori teatri italiani, il 12 Agosto con Pucci, uno dei comici più attesi della programmazione, nel nuovo spettacolo “Pucci Summer Show” e il 13 agosto con il fenomeno Francesco Cicchella in “Bis Summer Tour” (co-organizzato insieme a Ventidieci, Top Agency e Stefano Francioni Produzioni). Subito dopo la pausa di ferragosto si prosegue con un tris d’eccellenza per Fatti di Musica, il 16 agosto con Carl Brave, che presenterà al pubblico il suo nuovo progetto discografico, il 18 agosto Mannarino in “Corde 2023” con un concept esclusivo dove saranno protagonisti gli strumenti a corda ed il 19 Agosto con il ritorno di Aiello nella sua città in “Romantico Tour 2023” fresco di uscita del suo nuovo album. Altro ritorno atteso, dopo il grande successo dello scorso anno, quello di Nino D’Angelo il prossimo 20 agosto in “Il poeta che non sa parlare 2023” prodotto da Stefano Francioni Produzioni e organizzato da Anni 60 produzioni in collaborazione con GF Entertainment e Dedo Eventi. Il 21 Agosto sarà l’ora di Rocco Hunt nel Summer Tour 2023, concerto che rispecchia a pieno le hit estive con le melodie del cantautore partenopeo, data organizzata da GF Entertainment e Dedo Eventi in collaborazione con Esse Concerti. In chiusura, il 22 Agosto il live di Madame, la rapper e cantautrice dei record, la donna più ascoltata degli ultimi 10 anni (dato Spotify) che darà vita ad un concerto unico nel suo genere presentando sul palco dei Ruderi anche i suoi nuovi brani, data organizzata dalla Dedo Eventi in collaborazione con Publiepa Srl ed E20 rientrante nel progetto Tirreno Festival . In conclusione il direttore artistico De Luca, al suo quarto anno consecutivo al timone del Teatro dei Ruderi, aggiunge: “La sinergia tra i vari promotori dello spettacolo dal vivo della nostra regione è stata la chiave di questa programmazione, fiero di aver coinvolto i migliori festival all’interno del Teatro dei Ruderi. Questo servirà a migliorare sempre di più l’offerta artistico-culturale con spettacoli dal vivo che fanno parte di un circuito nazionale ampio e che valorizza a pieno il nostro territorio. Tutta la Riviera dei Cedri sarà coinvolta nella promozione della stagione estiva, siamo già a lavoro da mesi con l’amministrazione comunale e con le produzioni degli spettacoli per garantire il meglio al pubblico che sarà ospitato nell’area archeologica che da anni rappresenta la perla del Tirreno per gli eventi estivi”. Iniziano così i preparativi per l’ampia e lunga stagione estiva 2023 del Teatro dei Ruderi di Cirella – Diamante (CS), già annunciata come una delle più attese di sempre. Tutti i biglietti degli spettacoli in programma possono essere acquistati su www.ticketone.it e nei punti vendita autorizzati.
Sebastiano Plutino
Sopralluogo del Garante della Salute della Regione Calabria, Anna Maria Stanganelli, ieri mattina all’ Ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, a seguito delle segnalazioni pervenute nei giorni scorsi da comitati e cittadini del territorio che lamentavano alcune criticità e disservizi.
La visita è stata preceduta da un tavolo di lavoro all’interno dello stesso nosocomio con il Commissario Straordinario dell’ Asp di Catanzaro, Generale Antonio Battistini, il Direttore Sanitario del Presidio, Dott. Antonio Gallucci ed altri dirigenti medici per focalizzare l’attenzione sulle problematiche ma anche sui tanti punti di forza del presidio; nel corso del confronto il Commissario ha illustrato le linee guida su cui impronterà il proprio agire per ottimizzare i servizi e dare risposte adeguate all’utenza. A margine della riunione la Garante e il Commissario hanno anche incontrato i rappresentanti di alcuni comitati, ascoltando le loro istanze con l’impegno a istituire un tavolo periodico di confronto. La Garante ha poi visitato, accompagnata dal Direttore Sanitario Gallucci i vari reparti del Presidio Ospedaliero. Il sopralluogo è iniziato dal CUP e dal Pronto Soccorso, dove è stata constatata un’alta affluenza gestita comunque in modo ottimale dal personale medico e infermieristico che con abnegazione e spirito di servizio riesce a gestire le emergenze. Si è poi proseguito con la visita dei reparti di Pediatria, guidato dalla Dott.ssa Mimma Caloiero, Capo del Dipartimento materno infantile dell’azienda, dove è stato verificato il grande lavoro del reparto, di Cardiologia con annessa UTIC, soffermandosi con il Direttore Dott. Roberto Ceravolo, che ha sottolineato l’importanza di promuovere all’esterno esempi virtuosi di buona sanità e infine di Medicina, diretta dal Dott. Gerardo Mancuso, in grado di assicurare la presa in carico di pazienti affetti da varie patologie. Successivamente, assieme all’impresa che sta eseguendo i lavori, è stato effettuato un sopralluogo nei locali dove verrà collocata la TAC adiacente al Pronto Soccorso e proseguendo verso l’esterno della struttura è stata fatta una ricognizione della pista di atterraggio dell’Elisoccorso e degli spazi verdi. A tal proposito la Garante ha rilevato alcune criticità che presto sottoporrà all’attenzione del Sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro.
“Ritengo fondamentale verificare personalmente le criticità che vengono rappresentate all’ Ufficio del Garante – ha evidenziato Anna Maria Stanganelli – che ho sottoposto punto per punto al Commissario e alla Direzione Sanitaria. Da parte loro il Commissario e il Dott. Gallucci, hanno dimostrato sensibilità e attenzione prendendo in carico le legittime istanze dei cittadini. Ho potuto altresì constatare una realtà con grandi potenzialità e grandi eccellenze che lavorando sulla strada intrapresa potrà fornire al cittadino le risposte che merita.”
“È necessario operare in sinergia – ha concluso la Garante- istituzioni, medici, associazioni e cittadini, nella stessa direzione, per rispondere in modo efficace ed efficiente ai bisogni dell’utenza.”
Aeroporto, Ripepi: “Brunetti come Eva difende il peccato originale di Falcomatà”.
“Il peccato originale: tutti sanno a Reggio Calabria che Giuseppe Falcomatà ha svenduto l’aeroporto dello Stretto, gioiello della Città, per interessi di partito e di carriera. Dopo la mia prima conferenza stampa fatta in solitaria otto anni fa, nell’aula del Consiglio Comunale, nonché mesi di sit-in all’interno dell’aerostazione, tutta la cittadinanza seppe che fu Renzi, Presidente del Consiglio dei Ministri e segretario del Partito Democratico, ad annunciare, per bocca del suo fedelissimo parlamentare calabrese Ernesto Carbone, che in Calabria sarebbe bastato un solo aeroporto: quello di Lamezia.” – lo dice il Presidente della Commissione di Controllo e Garanzia Massimo Ripepi – “Giuseppe Falcomatà senza battere ciglio, pensando solo a se stesso, nel silenzio assoluto di tutta la classe dirigente reggina, permise al Presidente Oliverio di annettere l’infrastruttura più importante della Città al nostro primo competitor fisiologico, la Sacal di Lamezia Terme, governata da una compagine sociale (Comune di Lamezia, Comune e provincia di Catanzaro, soci privati di Lamezia) che ha come unica mission statutaria lo sviluppo del loro territorio, ovvero Lamezia Terme e Catanzaro.”
“Oggi, che lo spirito di Giuseppe Falcomatà vive dentro il Sindaco facente funzioni Paolo Brunetti, si cerca di capovolgere gli eventi e da carnefici si tenta di trasformarsi in vittime.” – ha continuato Massimo Ripepi – “Ieri, infatti, Paolo Brunetti senza vergogna e pudore, infischiandosene della solennità della seduta del Consiglio Comunale e vestendo i panni di Eva di fronte alla forza della verità dei fatti realmente accaduti otto anni fa, ha cercato di difendere il suo mentore Giuseppe Falcomatà e il suo peccato originale dichiarando che c’è in corso una strategia per affossare il Tito Minniti.”
“Brunetti sa, ma fa finta di non sapere, che il Sindaco Falcomatà non solo ha ceduto per interessi personali il gioiello di famiglia rendendolo lo zerbino del competitor lametino, ma non ha mai avuto una vera strategia per poter contrastare il collasso di questo vitale servizio: non ha chiesto come doveva la cessione del ramo di azienda per riportare la stanza dei bottoni in una società a guida reggina e messinese e non ha voluto comprare le quote messe in vendita dalla Sacal per entrare nel consiglio di Amministrazione. Bensì l’unica cosa che ha fatto, è stata quella di regalare soldi alla Sacal compiendo la più imbarazzante campagna pubblicitaria della Storia: ossia prevedendo cartelloni pubblicitari della Città Metropolitana di Reggio, piuttosto che negli altri aeroporti del mondo, nel nostro stesso aeroporto. Sono riusciti a realizzare, pagandola a caro prezzo (25.000 euro al mese), la pubblicità di Reggio nell’aeroporto di Reggio: una follia!” – ha rincarato il Consigliere Ripepi.
“Come ho sempre con forza dichiarato, la soluzione al problema era e rimane una sola: staccarsi prima possibile dalla Sacal e gestire con una nuova società composta dal Comune, Città Metropolitana e Camera di Commercio di Reggio e Messina, Autorità portuale dello Stretto e compagini private nazionali (Ferrovie dello Stato, Società Ponte sullo Stretto) e società legate al territorio (come per esempio MSC e Caronte). Bisogna costruire un nuovo Aeroporto dello Stretto nell’ottica di infrastruttura del Ponte sullo Stretto.” – ha continuato Ripepi – “La notizia delle 16 nuove rotte Ryanair concentrate solo sull’Aeroporto di Lamezia è una cattivissima notizia che conferma le nostre antiche convinzioni che avrebbero portato il nostro scalo a divenire lo zerbino di lusso dell’aeroporto lametino.”
“Questa storia va risolta alla radice, non esistono soluzioni tampone. Faccio appello alla deputazione nazionale e regionale reggina e a tutti i rappresentanti delle Istituzioni locali, affinché il nostro aeroporto venga immediatamente liberato dal cappio mortale in cui Giuseppe Falcomatà lo ha introdotto otto anni fa.” – ha concluso il Consigliere Massimo Ripepi – “La politica può fare e disfare tutto. È sovrana. Il Presidente Occhiuto deve aiutarci ad essere liberi di determinare il nostro futuro. Lo può fare solo staccando il nostro aeroporto da quello di Lamezia. L’interesse di Reggio e dei suoi cittadini viene prima di ogni cosa, io ho aspettato ma il tempo è finito.”
Battaglia: “Su Aeroporto ricostruzioni faziose, Ripepi abbandoni diktat di partito”
«Sull’aeroporto dello Stretto bisogna smettere i perenni toni da campagna elettorale e concentrarsi, se davvero si vuole bene al territorio ed al suo sviluppo, su serie e proficue politiche di rilancio analizzando i fatti per quelli che sono, senza eludere la verità o confondere i cittadini in un momento in cui serve la massima compattezza per una comunità che può, realmente, svolgere un ruolo decisivo per le sorti del “Tito Minniti”». L’assessore comunale ai Trasporti, Domenico Battaglia, stigmatizza le recenti dichiarazioni del consigliere di minoranza Massimo Ripepi invitandolo «a posare, per qualche minuto, lo smartphone e ad assumere un atteggiamento propositivo e scevro dai diktat di partito».
«Ripepi sbaglia – ha affermato Battaglia – sapendo di sbagliare, quando parla della svendita dello scalo a Sacal. Bisogna contestualizzare i fatti, mantenere la mente lucida e ricordare come, all’epoca, l’adesione al gestore unico, avvenuta peraltro a seguito di un bando pubblico e non per scelta di qualcuno come vorrebbe far sembrare Ripepi, fu la conseguenza del tremendo fallimento di Sogas, l’ex società di gestione piombata nel baratro per circostanze che, almeno per affinità politiche, il consigliere Ripepi non può dimenticare». «Come non può dimenticare – ha incalzato l’assessore – che il sindaco Giuseppe Falcomatà è stato il primo, una volta appurata la piega che stava prendendo Sacal, ad invocare la costituzione di una società indipendente, da realizzare insieme alle Città Metropolitane di Reggio Calabria e Messina ed al Comune peloritano. Vani, infatti, fino a quel momento, si erano rivelati i tentativi di provare ad incidere all’interno di una compagine societaria che, a più riprese, ha respinto l’ipotesi di ingresso degli enti reggini nella propria governance. Soltanto la pubblicazione del Piano industriale, a lungo tenuto nascosto nei cassetti di Sacal nonostante le nostre ripetute rimostranze, ha spinto il sindaco Giuseppe Falcomatà e tutta la maggioranza ad invocare la fuoriuscita del “Tito Minniti” dall’organismo unico. Fa, dunque, piacere riconoscere come lo stesso Ripepi si sia accodato a questa richiesta».
«Il consigliere di opposizione – ha continuato Battaglia – nelle sue ricostruzioni fantasiose e faziose, non può far finta di non avere contezza di come sul “Tito Minniti” si stia giocando una partita impari dove, da un lato, ci sono una classe dirigente ed una città che invocano rispetto, trasparenza e strategie di sviluppo, dall’altro, invece, una flotta di manipolatori seriali che, a suon di post social, conferenze stampa spot e fumosi finanziamenti sta scrivendo una narrazione artefatta e deleteria».
«I responsabili del declino dell’aeroporto dello Stretto – ha aggiunto – hanno connotati precisi ed anche Ripepi lo sa. Sono quelli che hanno venduto la maggioranza delle quote di Sacal ai privati per poi riacquistarle in tutta fretta, con ingente sperpero di denaro pubblico, una volta scoppiato lo scandalo. Sono gli stessi che, da anni, vanno promettendo piani di sviluppo soltanto sulla carta, che sbandierano emendamenti scritti sul ghiaccio e che a Ravagnese stanno lasciando desolazione, polvere e sconforto. Massimo Ripepi, abbia il coraggio, così come tutti i cerberi e i pretoriani di questo governo regionale, di ammettere che c’è la volontà, ormai palese, di affossare l’aeroporto di Reggio e chiudere ogni possibilità di crescita ad un’area che si estende da Reggio fino a Messina, relegata all’isolamento per chiara ed espressa volontà di una parte politica».
«A Reggio – ha proseguito Battaglia – non è più il tempo di divisioni, di guerre fra bande o di corse a chi la spara più grossa. E’ il tempo della responsabilità. La città non può più vivere questo stato di emarginazione ed il suo aeroporto, che è al tempo stesso l’aerostazione di tutta l’area dello Stretto, non può morire per l’assenza di coraggio di chi scodinzola al primo cenno del proprio padrone. Di padroni, la nostra città, non ne ha mai avuti. Ripepi deve uscire dal tunnel della faziosità e porsi al fianco di Reggio e dei reggini. Il Comune su questo ha sempre assunto un atteggiamento propositivo, come in occasione dell’ultima conferenza dei servizi che puntava all’individuazione delle tre nuove rotte. Ma di certo non ce ne facciamo nulla della propaganda di chi colleziona una sequela di bandi per l’arrivo di nuove compagnie aeree che, sistematicamente, vanno deserti per la totale assenza di programmazione».
«Sull’aeroporto “Tito Minniti” – ha concluso il delegato ai Trasporti – si sta giocando la partita più importante, ma è difficile vincerla se si continua ad indossare la casacca di quelli che remano contro Reggio e per la chiusura definitiva del suo scalo. Almeno per una volta, Massimo Ripepi metta da parte le mistificazioni e si impegni, insieme a noi, a ribaltare un risultato che, da Lamezia in su, danno già per scontato».
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Un ergastolo e due condanne a 30 e 27 anni. Sono le condanne inflitte dalla Corte di assise di Catanzaro agli imputati per l’omicidio di Rosario e Salvatore Manfreda, padre e figlio di 69 e 35 anni, avvenuto a Mesoraca, in provincia di Crotone, nell’aprile del 2019. La sentenza della Corte di assise presieduta dal giudice Alessandro Bravin ha disposto l’ergastolo per Pasquale Buonvicino, di 55 anni; una condanna a 30 anni per Salvatore Emanuel Buonvicino (23), e 27 anni per Pietro Lavigna (53). Tutti sono accusati di duplice omicidio e occultamento di cadavere. L’omicidio, che il procuratore di Crotone, Giuseppe Capoccia definì “in stile mafioso per motivi banali” è avvenuto il 21 aprile 2019, giorno di Pasqua, quando padre e figlio, dopo essere andati a dare da mangiare agli animali della loro azienda nel comune di Mesoraca, non erano più tornati a casa. Dopo due mesi di indagini furono effettuati i fermi dei tre indagati e si scoprì che il duplice omicidio era avvenuto per uno sconfinamento di capi di bestiame nei terreni dei vicini e per la contesa su un’eredità. I tre imputati sono, infatti, parenti dei due scomparsi. Un omicidio brutale compiuto, secondo le indagini svolte dalla Procura di Crotone, con violenza inaudita. I cadaveri delle due vittime furono ritrovati il 4 settembre 2019, in un profondo burrone nelle campagne di Mesoraca. Servì l’esame del dna per avere certezza che fossero i corpi di Rosario e Salvatore Manfreda. Nel corso del processo il sostituto procuratore di Crotone, Alessandro Rho, aveva chiesto tre ergastoli. Per la parte civile, rappresentata dagli avvocati Piero Pitari, Giovanbattista Scordamaglia e Walter Parise, la corte ha condannato gli imputati al risarcimento danni da quantificare in sede civile oltre ancora alla rifusione delle spese legali. Gli imputati sono stati difesi dagli avvocati Saverio Loiero, Sergio Rotundo e Francesca Buonopane. (ANSA).
Settantotto migranti che erano a bordo di una barca a vela di circa 15 metri di lunghezza sono stati soccorsi in mare, nella notte, dopo che il loro natante si era incagliato, nel tentativo di raggiungere la spiaggia, in una secca di sabbia a circa 100 metri dalla riva a Brancaleone, in Calabria. I profughi sono stati raggiunti dai militari della Guardia Costiera di Roccella Ionica e della Guardia di Finanza e trasferiti sulla motovedetta CP 326 della Capitaneria di Porto che li ha condotti e condotti in sicurezza nel porto della cittadina della Locride. Tra le persone soccorse, di nazionalità afghana, pakistana e iraniana, figurano una ventina di donne, tra cui due in avanzato stato di gravidanza e due diabetiche e una quindicina di bambini, tra cui due neonati. Il natante con a bordo i 78 migranti sarebbe partito nella notte tra sabato e domenica scorsi dalle coste della Turchia. Dopo lo sbarco a Roccella, i profughi sono stati sottoposti ad una prima visita medica e successivamente, su disposizione della Prefettura di Reggio Calabria, momentaneamente sistemati, nello stesso scalo portuale reggino, nella tensostruttura gestita dai volontari della Croce Rossa, della Protezione Civile e da una equipe di Medici senza frontiere. Da lunedì scorso a oggi nello scalo marittimo reggino si sono verificati già tre arrivi di profughi di varie nazionalità per un totale di circa 250 persone. Con lo sbarco di oggi è salito a 18 il numero degli approdi nel solo Porto di Roccella Ionica, nel 2023, per un totale di quasi 3 mila migranti.
“È uno dei contributi che vogliamo dare alla ripresa socio-culturale ed economico-occupazionale che la nostra regione deve sviluppare per arginare una crisi che investe svariati suoi settori produttivi e ambiti sociali, accentuata della pandemia e dalla guerra in Europa. Lo dobbiamo, soprattutto, alle giovani generazioni che rappresentano il nostro futuro, in particolare ai giovani che non vogliono emigrare, viatico principale all’emorragia demografica che stiamo vivendo”. Così il presidente dell’Associazione fra ex consiglieri regionali della Calabria, Stefano Arturo Priolo, nell’annunciare il convegno “Programmazione, sviluppo e territorio per la fertilizzazione del sistema Calabria”, in calendario martedì 13 giugno (ore 10-13), presso la “Sala Stampa” dell’Università della Calabria (UniCal) in Arcavacata di Rende (Cs).
Il convegno vede la collaborazione, oltre dell’UniCal, di SVIMEZ, Confindustria e Ordine degli Ingegneri della provincia di Cosenza. Quest’ultimo ha concesso il patrocinio e ai suoi iscritti saranno riconosciuti crediti formativi. È il primo di una serie di convegni territoriali rientranti nelle finalità dell’Associazione: mantenere il vincolo che ha visto i consiglieri operare per l’affermazione ed il consolidamento dell’Istituto regionale, valorizzare i compiti e le funzioni del Consiglio regionale mediante attività di servizio, studio, divulgazione, conferenze, convegni, manifestazioni e pubblicazioni.
Quest’anno ricorre il 35° anniversario della nascita di quest’associazione (nata il 6 maggio 1988 e riconosciuta dalla Regione con la L.R. 3/2001), che conta oltre cento soci. In sette lustri ha curato più di cinquanta lavori tra documenti, studi, pubblicazioni e report sulle riforme istituzionali regionali e nazionali, su tematiche come il Mediterraneo e i flussi migratori, sul futuro delle politiche di coesione territoriale e sociale, sulla valorizzazione della montagna e delle aree protette, sulla tutela dei beni culturali avvalendosi anche della collaborazione del CENSIS. E quest’ultimo convegno è un’occasione per fare memoria di questi 35 anni di attività, ma il suo fine non è celebrativo perché riguarda il presente e il futuro della Calabria partendo dall’analisi dei fenomeni che rischiano di accentuare il processo di desertificazione, soprattutto demografica e culturale, già in atto. Basti pensare ai recenti indicatori su giovani e povertà che inducono a mettere in campo ogni strategia possibile per superare le criticità.
Per questo l’Associazione ha chiamato a convegno, per stimolare riflessioni e proposte sul PNRR e non solo, esperti e studiosi come Adriano Giannola, presidente SVIMEZ, Vincenzo Carrieri, ordinario di Scienze politiche e sociali dell’UniCal, Vittorio Cirò Candiano, già direttore generale del Dipartimento Bilancio della Regione e docente universitario, Vincenzo Falcone, già segretario generale presso il Comitato delle Regioni dell’UE a Bruxelles. Quest’ultimo è socio dell’Associazione ed autore del volume Calabria, bagliori oltre la siepe da cui è stato preso anche lo spunto per progettare una serie di incontri per contribuire alla “fertilizzazione” della Calabria, ad iniziare dal convegno del 13 giugno.
Convegno che si aprirà con i saluti istituzionali del presidente dell’Associazione, Stefano Arturo Priolo, del pro-rettore dell’UniCal, Patrizia Piro, e del presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso. Seguiranno gli interventi di Giannola (Opportunità e prospettive attraverso il PNRR), Carrieri (Perché la Calabria non ha partecipato alla grande fuga? Una rilettura di Angus Deaton), Cirò Candiano (Bilanci della Regione Calabria e degli Enti territoriali: vincoli e criticità) e Falcone (Calabria: cosa c’è oltre la siepe?). Al termine delle relazioni sono stati invitati ad intervenire i presidenti della Regione, Roberto Occhiuto, di Confindustria, Fortunato Amarelli, e dell’Ordine degli Ingegneri, Marco Saverio Ghionna. Concluderà i lavori il vice presidente dell’Associazione, l’ex consigliere regionale Ernesto Funaro, moderati da Riccardo Liguori, giornalista professionista, direttore di “Opinioni Calabria” (il periodico dell’Associazione), nonché figlio del primo consigliere regionale deceduto nell’adempimento del mandato, Giorgio Liguori, membro della Commissione Statuto della I Legislatura.
Il gup del Tribunale dei minorenni di Catanzaro Emanuela Folino, ha disposto in 2 anni e 6 mesi la durata della messa alla prova per la ragazza – 17enne all’epoca dei fatti – accusata di concorso anomalo nel tentato omicidio di Davide Ferrerio, il 22enne bolognese, aggredito l’11 agosto 2022 a Crotone e ora ricoverato in coma irreversibile nel capoluogo emiliano.
La giovane è all’origine dell’aggressione compiuta da Nicolò Passalacqua, di 22 anni, che colpì Davide scambiandolo per uno spasimante dell’allora 17enne.
All’origine dell’aggressione, infatti, c’è stato un assurdo scambio di persona nato da una relazione social tra la ragazza, alla quale era interessato Passalacqua, ed un 32enne che si celava sotto un profilo falso con il nome di un ex fidanzato. Per questo la mamma della giovane, di 42 anni, aveva organizzato un appuntamento per scoprire chi fosse l’uomo. La ragazza, insieme ad un gruppo di parenti e a Passalacqua si era recata davanti al Tribunale. Qui hanno incrociato il 32enne che, capito che l’appuntamento poteva essere una trappola, si è defilato e, dopo aver raggiunto l’auto, ha inviato un messaggio alla ragazza dicendo di avere “una camicia bianca”. In quel momento passava Davide, del tutto estraneo alla vicenda, che è stato puntato da Passalacqua ed aggredito con un calcio alle costole ed un pugno alla testa proprio perché indossava una camicia bianca.
La ragazza, difesa dall’avvocato Aldo Truncé, è stata processata davanti al Tribunale dei Minorenni di Catanzaro e si è avvalsa del rito abbreviato; nei suoi confronti era stato già disposta la messa alla prova il 5 aprile scorso. Questa mattina il gup, dopo aver ascoltato il programma proposto dalle assistenti sociali, nonostante la contrarietà del procuratore dei Minorenni Maria Alessandra Ruberto, ha determinato in 2 anni e 6 mesi (questi ultimi già scontati) la durata della messa alla prova. Inoltre ha revocato la misura degli arresti domiciliari e disposto la scarcerazione. La giovane, che si trova ora in una casa protetta a Messina, svolgerà lì l’attività a favore di persone disabili con l’obbligo anche di terminare gli studi e seguire alcuni progetti di recupero proposti dalle assistenti sociali. (ANSA).
Avrebbero comunicato in due circostanze alla regione Calabria un numero non rispondente al vero di posti letto Covid-19 attivabili in 48 ore in area medica nel campus universitario di Germaneto di Catanzaro e nel presidio “ex Villa Bianca”.
Per questo motivo l’ex commissario dell’Azienda ospedaliera universitaria “Mater Domini” e attuale commissario straordinario dell’Asp di Vibo Giuseppe Giuliano e l’ex direttore sanitario della stessa azienda e ora direttore sanitario del Policlinico Umberto I di Roma Matteo Galletta, sono stati interdetti per un anno dall’esercizio di pubblici uffici e da qualsiasi carica pubblica.
Il provvedimento è stato emesso dal gip nell’ambito di una inchiesta coordinata dalla Procura catanzarese e notificato dai finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro. I due sono indagati per falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
Nella stessa inchiesta sarebbero indagati anche, ma senza misura interdittiva, il rettore dell’Università Magna Graecia Giovanbattista De Sarro e il direttore sanitario del Policlinico Mater Domini Caterina De Filippo.
Secondo quanto emerso dalle indagini, durante l’emergenza epidemiologica, Giuliano e Galletta avrebbero comunicato un numero non rispondente al vero di posti letto Covid-19 attivabili in 48 ore, dato che, invece, sarebbe rimasto invariato fino alla cessazione dell’emergenza. Lo stesso dato, successivamente comunicato al ministero della Salute, integrato con altri valori, costituiva il parametro di riferimento per l’attribuzione del “colore di rischio” alla regione finalizzato a contenere la diffusione del virus.
Dalle indagini condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria di Catanzaro, anche attraverso accertamenti sul posto e verifiche documentali, il numero dei posti letto segnalato era superiore a quello materialmente ed effettivamente realizzabile nel termine previsto, a causa della carenza di personale sanitario e delle relative dotazioni strumentali e logistiche. (ANSA).
Condanne per migliaia di anni di carcere sono state chieste dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri a conclusione della requisitoria nel processo Rinascita Scott contro presunti capi e gregari delle cosche di ‘ndrangheta del Vibonese e colletti bianchi, politici, imprenditori, accusati di avere favorito le ‘ndrine.
Per il principale imputato, l’avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia Giancarlo Pittelli, la richiesta di condanna è stata di 17 anni di reclusione.
Gratteri ha chiesto, tra l’altro, la condanna a 1 anno e 6 mesi per l’ex assessore regionale Luigi Incarnato, presidente del Consiglio nazionale del Psi; a 20 anni per l’ex consigliere regionale della Calabria Pietro Giamborino, considerato dalla Dda di Catanzaro un componente a pieno titolo del clan di Piscopio; a 17 anni per Michele Marinaro, ex finanziere in servizio alla Dia di Catanzaro; a 8 anni per il colonnello dei carabinieri Giorgio Naselli. Gratteri ha anche chiesto la condanna dell’ex sindaco di Pizzo Gianluca Callipo a 18 anni e per l’ex comandante della Polizia municipale di Pizzo Filippo Nesci a 6 anni.
Le condanne più pesanti, 30 anni, sono state chieste, tra gli altri, per i boss Domenico e Pasquale Bonavota, quest’ultimo catturato poche settimane fa da latitante a Genova, per il boss di San Gregorio d’Ippona Saverio Razionale e per il presunto boss di Vibo Valentia Paolino Lo Bianco.
“In pochi avevano creduto in questo processo, per la mole degli imputati, per il collegio dalla giovane età. C’è stata una sorta di tifo perché questo processo non si celebrasse, ma si è svolto con serenità e se ci sono stati momenti di tensione è normale, è il sale del processo”. A dirlo è stato il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri iniziando a parlare a conclusione della requisitoria condotta per circa 3 settimane dai pm della Dda di Catanzaro Annamaria Frustaci, Antonio De Bernardo e Andrea Mancuso. Il procuratore ha quindi iniziato la lettura dei capi di imputazione con le richieste per i 343 imputati.
Sono complessivamente 4744 anni e 10 mesi gli anni di carcere chiesti dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri a conclusione della requisitoria del processo Rinascita Scott. La pena massima richiesta è stata 30 anni, mentre la minima 1 anno.
In totale sono 322 le richieste di condanna rispetto ai 338 imputati oltre a 13 assoluzioni e 3 nullità del decreto che dispone il giudizio o prescrizione.
