Maurizio Coppola, responsabile Direzione territoriale imprese e private Sicilia e Calabria di Banca Monte dei Paschi di Siena, è il nuovo presidente della Commissione regionale Abi della Calabria. La nomina è stata deliberata dal Comitato esecutivo dell’Abi. Nel corso della riunione di insediamento, è scritto in una nota, si è fatto il punto sull’attuale situazione locale e, in particolare, Coppola ha dichiarato che “l’attività economica della Calabria ha registrato segnali di ripresa dopo la crisi pandemica, ma sta risentendo del contesto di crisi internazionale e delle incertezze che ne derivano. Il nostro ruolo di rappresentanza del settore – ha aggiunto – attraverso anche un costante dialogo con Istituzioni, soggetti economici e sociali, mira a rafforzare ulteriormente il sostegno a famiglie e imprese stimolando ogni possibile fattore di crescita”. Relativamente al mercato del credito, sulla base dei dati locali più aggiornati, prosegue la nota, “in Calabria si è registrato a fine 2022 un totale prestiti per oltre 18,5 miliardi di euro in crescita dell’1,3% sull’anno precedente. In particolare, il credito concesso alle imprese ha superato i 5,8 miliardi (+2,3 sul 2021) e oltre 9,1 miliardi alle famiglie (in aumento del 2,8%). Nonostante la complessa congiuntura economica sul territorio il rapporto sofferenze/impieghi è sceso al 3,8%, con sofferenze per 711 milioni. Superiori a 31 miliardi i depositi da parte della clientela (in crescita dello 0,8%) segno di una costante fiducia dei risparmiatori”. Le Commissioni regionali, è scritto nella nota, rappresentano l’Associazione nell’attività di relazione con le autorità e gli uffici della Regione e con le organizzazioni imprenditoriali locali e seguono l’attività normativa delle Regioni per le materie di interesse del mondo bancario. (ANSA)
Sebastiano Plutino
Un pitone bianco di oltre 50 centimetri è stato visto per le vie di Serra San Bruno, nel vibonese. La comunicazione è stata diffusa dal sindaco Alfredo Barillari tramite i social. “Siamo sul posto con i carabinieri e i carabinieri forestali – ha scritto il sindaco – per le ricerche di quello che sembrerebbe essere un pitone bianco di oltre mezzo metro. L’avvistamento risale alle 15,30 del pomeriggio di mercoledì, subito dopo sono intervenuti i vigili del fuoco senza però trovare il serpente. Si prega di prestare la massima attenzione e di segnalare alle istituzioni eventuali avvistamenti”. Secondo il naturalista del Wwf Vibonese Pino Paolillo, si tratterebbe di un “pitone delle rocce indiano albino”, una di quelle più frequentemente allevate dagli appassionati di serpenti. Paolillo ha fatto sapere, poi, che la specie, come tutti “i serpenti appartenenti alla famiglia che comprende boa e pitoni non è assolutamente velenosa e il pitone moluro, normalmente alimentato, non è aggressivo ed è abituato alla presenza dell’uomo”, raccomandando, nel caso in cui venisse nuovamente avvistato, “di non ucciderlo, di mantenere una distanza di sicurezza, e di contattare subito i carabinieri forestali e i vigili del fuoco”. Paolillo ha aggiunto che, “date le temperature, soprattutto notturne, che si registrano a Serra in questo periodo, i movimenti del serpente vengono rallentati: chi lo deteneva in casa di sicuro avrà allestito un terrario riscaldato a 25-30 gradi, molto più alti dei 6-7 gradi di minima che si registreranno a Serra in questi giorni. I carabinieri forestali sono già all’opera per cercare di individuare il proprietario del serpente responsabile di una spiacevole ‘distrazione’. Non foss’altro che per lo stesso pitone”. (ANSA).
La polizia ha rintracciato nel Vibonese una 17enne che si era allontanata da casa, nel Modenese, dal 22 aprile scorso. I genitori avevano denunciato la sua scomparsa dopo che, uscita per andare a scuola, non aveva fatto rientro a casa. Gli investigatori della Squadra mobile di Vibo Valentia hanno accertato che la giovane si è allontanata per seguire un maggiorenne al quale è legata sentimentalmente. L’uomo è stato denunciato per sottrazione di minore, mentre la giovane è stata affidata ai genitori che, dopo lo sconforto e la paura hanno potuto riabbracciarla, ringraziando la Polizia. Dopo la scomparsa, in base ai primi accertamenti, era emerso che la ragazza non era andata a scuola e che, dai dati del suo cellulare riscontrati prima che lo spegnesse, potesse trovarsi nel Vibonese. Personale della Sezione reati contro le persone e la tutela delle fasce deboli della Squadra mobile di Vibo Valentia ha così avviato le indagini con la visione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza e verificando le celle telefoniche, oltre a dislocare pattuglie su tutto il territorio. Dalle indagini è quindi emerso che la 17enne si era allontanata insieme al maggiorenne che da poco si era trasferito in provincia di Vibo Valentia per motivi di lavoro. Per mantenere saldo il rapporto sentimentale, contrastato dalla famiglia, la ragazza ha quindi deciso di trasferirsi. (ANSA).
“Gli psicoterapeuti calabresi hanno il diritto ad essere retribuiti per le prestazioni offerte attraverso il “bonus psicologo”. L’inerzia della Regione è inescusabile”. Lo afferma la deputata pentastellata Elisa Scutellà. “Il motivo – prosegue – risiede nel fatto che la regione Calabria non ha ancora trasferito i fondi all’Inps come previsto dall’articolo 8 del decreto interministeriale del 31 maggio 2022 che prevede che la Regione, con propria deliberazione, provveda ad autorizzare l’Inps a corrispondere gli importi relativi al beneficio e che nei successivi, perentori 15 giorni, disponga il trasferimento degli stessi all’Istituto di previdenza sociale. In particolare, alla regione Calabria è stata assegnata da parte del ministero della Salute di concerto col ministero dell’Economia e delle finanze la somma di 785.945 euro, tuttavia, ad oggi, gli psicoterapeuti calabresi che hanno aderito al ‘bonus psicologo’ non hanno ricevuto quando dovuto a seguito delle sedute di psicoterapia offerte. Nonostante la delibera del commissario ad acta Roberto Occhiuto, del 10 marzo scorso, che autorizzava l’Inps a corrispondere gli importi dovuti alla stessa non ha fatto seguito il trasferimento effettivo dei fondi dalla Regione all’Istituto di previdenza sociale che si è visto impossibilitato a procedere al pagamento delle prestazioni elargite dai tanti psicoterapeuti calabresi che hanno aderito al bonus e che attendono ancora che la regione si attivi. L’inerzia del commissario ad acta Occhiuto questa volta va a discapito di una categoria di professionisti che con diligenza hanno eseguito prestazioni a favore di tanti cittadini calabresi che hanno potuto beneficiare gratuitamente di sedute di psicoterapia”. “Ho chiesto così al ministro della Salute di intervenire per sollecitare con urgenza il trasferimento immediato delle risorse deliberate da parte della regione Calabria a favore dell’Inps così da permettere – conclude Scutellà – che a professionisti del settore che abbiano effettuato prestazioni attraverso il ‘bonus psicologo’ venga riconosciuto quando dovuto”. (ANSA).
Si è concluso con una sentenza di assoluzione il processo per la morte di cinque ragazzi avvenuta in due differenti momenti a seguito di altrettanti distinti incidenti stradali lungo la autostrada A2 Del Mediterraneo nel tratto compreso tra gli svincoli di Serre e Mileto, nel Vibonese. Le vittime si chiamavano Domenico Napoli, 19enne di Cinquefrondi, deceduto il 22 novembre del 2015, e Fortunato Calderazzo (22 anni), Marzio Canerossi (22), Giuseppe Speranza (24) e Francesco Carrozza (22), tutti di Gioia Tauro, spirati la notte dell’1 marzo dell’anno successivo. Il tribunale monocratico di Vibo Valentia ha assolto i sette imputati, sei dei quali dirigenti dell’Anas, accusati a vario titolo di non avere predisposto idonei presidi di protezione di un montante della galleria San Rocco in prossimità dello sbocco di Mileto necessari alla protezione dei veicoli che uscivano dalla strada. Per il conducente del camion che investì l’auto con le quattro vittime a bordo dopo che questa si scontrò contro il muro della galleria, accusato di omicidio colposo, la procura di Vibo aveva chiesto l’assoluzione. Per gli altri invece erano state formulate le richieste di pena, tutte della stessa entità: 5 anni a testa. Si trattava di Giovanni Fiordaliso (44 anni, di Reggio Calabria), dirigente Anas e direttore del centro manutenzione; l’omonimo Giovanni Fiordaliso (53 anni, di Reggio Calabria), dirigente Anas e direttore dei lavori del lotto di ammodernamento in questione compreso tra lo svincolo di Serre e quello di Mileto; Franco Forni (65 anni, di Napoli), Salvatore Scoppetta (67 anni, di Roma), Antonio Grimaldi (77 anni, di Roma) e Salvatore Esposito (62 anni, di Roma), progettisti del tunnel artificiale (per conto della società “Progin Spa” di Roma). L’unica richiesta assolutoria ha riguardato invece il conducente del camion che investì l’auto dei quattro ragazzi di Gioia Tauro dopo che la loro macchina, una Fiat 500 L, andò ad impattare contro una parete di una galleria: Antonio Capomolla, 56 anni, di Soriano Calabro.
A seguire vi erano stati gli interventi delle parti civili ma solo nell’interesse di Napoli in quanto per gli altri deceduti i familiari hanno trovato un accordo stragiudiziale con il responsabile civile dell’Anas solo ai fini risarcitori che ha discusso, anche lui, soltanto per l’incidente del 19enne. E così a parlare erano stati i legali che rappresentano i familiari del giovane di Melicucco, gli avvocati Giuseppe Spinelli, Giudo Contestabile, Pietro Antonio Corsaro, Daniele Esposito, Gianluca Sollazzo e Federica Bellamela, i quali avevano evidenziato “l’esistenza del nesso di causalità tra la condotta omissiva degli imputati e l’evento morte consistente nella mancata apposizione del montante di protezione posto all’ingresso della galleria in cui avvenne l’incidente facendo leva sulla circostanza che queste misure di sicurezza, segnatamente barriere, sono previste dalla legge, subito dopo i fatti apposte”. Nel collegio di difesa gli avvocati: Antonio Managò, Marco Gemelli del Foro di Reggio Calabria, Umberto Abate Gaetano e Domenico Servello, Bernardo Ceravolo, Alfonso e Annalisa Stile, Concetta Grillo, Giuseppe De Napoli, Giandomenico Caiazza, Gino Sepe, Filippo Dinacci, Rossana Orecchio. Soddisfazione è stata espressa dai difensori, in particolare gli avvocati Managò e Gemelli difensori del dirigente dell’Area esercizio e manutenzione della autostrada con competenza da Reggio a Falerna, i quali hanno precisato “che il processo, dopo un’attività istruttoria che ha coinvolto alcuni tra i migliori consulenti tecnici in campo nazionale in materia, ovvero l’ingegnere Fabrizio Coscarelli, l’ex parlamentare Domenico Basile, esperti in appalti pubblici, il prof. Filippo Praticò, il prof. Fabrizio Lo Farò, tutti consulenti del nostro assistito precisano i legali, ha restituito la verità su questa triste vicenda che ha visto coinvolte delle povere giovanissime vittime”.
Due persone, rispettivamente di 41 e 31 anni, sono state arrestate e poste ai domiciliari dai carabinieri a Squillace con l’accusa di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I due, durante una perquisizione personale e domiciliare, sono stati trovati in possesso di circa 30 grammi di cocaina, un bilancino e materiale per la pesatura e il confezionamento delle dosi. La sostanza stupefacente e tutto il materiale trovato sono stati posti sotto sequestro. (ANSA).
Si chiama Salvatore Zito ed è un commerciante di 41 anni l’uomo che il 25 aprile, a bordo di un traghetto proveniente dalla Sicilia, ha aggredito e minacciato l’ammiraglio Andrea Agostinelli, presidente dell’Autorità di sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio. Lo scrive la Gazzetta del sud. Il fatto è avvenuto a bordo di un traghetto che collega la Calabria e la Sicilia. Zito, cognato di Agostino Filandro, l’imprenditore morto il 21 giugno 2019 dopo essere stato travolto dal cedimento del braccio di una gru nello spazio antistante la banchina di ponente del Porto di Gioia Tauro, si è presentato spontaneamente ai carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro assumendosi le proprie responsabilità. Per il decesso dell’imprenditore, recentemente, sono stati rinviati a giudizio recentemente per concorso in omicidio colposo lo stesso Agostinelli, il responsabile del settore “Vigilanza e sicurezza” dell’Authority, Mario Piromalli; l’amministratore unico della “Port security”, Marcello Filocamo e due guardie giurate di servizio al gate d’ingresso. Salvatore Zito, secondo quanto riporta il giornale, avrebbe reagito dopo che il presidente dell’Authority si era detto “sconcertato”, a seguito della decisione del rinvio a giudizio disposta dal gup del Tribunale di Palmi. Il caso ha voluto che lo scorso 25 aprile, i due si incontrassero casualmente su quel traghetto. Zito, a quel punto, avrebbe perso la testa afferrando Agostinelli per il collo e intimandogli di “smettere di nominare sempre mio cognato e la mia famiglia”. Dopo l’aggressione Zito ha detto di essere pronto ad assumersi tutte le sue responsabilità ammettendo di avere perso il controllo. (ANSA).
Si è riunito ieri il CDA dell’Università per Stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria per l’accettazione delle dimissioni del Magnifico Rettore prof. Zumbo e dei suoi prorettori . L’assemblea del massimo organo collegiale ha accettato e ratificato la volontà manifestata dalle cariche apicali dell’Ateneo e li ha ringraziati per il lavoro svolto fino ad oggi. Il presidente Aloi, nel sottolineare la delicatezza della seduta, che segna un passaggio delicato ma allo stesso tempo decisivo per il futuro dell’ateneo, comunica che il Cda ha contestualmente messo in sicurezza l’operatività degli organi accademici al fine di scongiurare un’interruzione del servizio pubblico . Inoltre il presidente ha ringraziato i consiglieri e i rappresentanti di tutti gli enti presenti, in particolare i sindaci Versace e Brunetti, per il sostegno ricevuto nel condurre l’ateneo in questa fase complessa che richiede un comune senso di responsabilità per il raggiungimento del traguardo di federazione con l’università mediterranea. Si apre ora una nuova fase per l’università che richiederà l’impegno e la sensibilità di tutti coloro che hanno a cuore il futuro dell’ateneo e della città.
La notizia della psichiatra uccisa da un paziente ha lasciato sgomenti tutti, creando nell’opinione pubblica un forte senso di angoscia e impotenza. Nel periodo attuale vince sempre più una visione riduttiva e poco chiara della complessità umana, conducendo la dolorosa vicenda in questione verso la ricerca spasmodica di un qualcosa che potesse giustificare l’utilizzo della giustizia e della legge come atto di vendetta o per lavarsi la coscienza. Con questo, sia chiaro, non voglio giustificare chi deve essere punito per i suoi crimini, ma ritengo seriamente poco reale e inopportuno stigmatizzare, ulteriormente, i molti pazienti che soffrono di disagio psichico e che poco centrano con quanto successo. Il rischio di generalizzare e di confondere le idee per coprire le carenze strutturali di base e le responsabilità della politica sono evidenti. Il tutto si può ricondurre, se ricordano bene i nostri cari politici, alla famigerata e spasmodica ricerca del risparmio a tutti costi che ha reso la sanità un cumulo di macerie, a danno di cittadini e operatori che si sentono sempre più abbandonati a sé stessi. La violenza, che non ha colore, ceto sociale o altra conformazione che la possa rinchiudere in un determinato involucro predefinito, è parte integrante e recondita dell’animo umano e in un passato lontano ci era anche servita per sopravvivere dagli attacchi delle belve feroci. Oggi, per scatenare le masse verso chi non centra o per trovare un alibi che distolga l’attenzione sui reali problemi, si usa la propaganda come richiamo nei vari incontri politici per incantare l’esiguo numero degli utili idioti presenti. La verità è che sono anni che ripetiamo che il settore psichiatrico necessita di maggiori risorse e invece di ascoltarci lo si impoverisce sempre di più, fin quando, sulla pelle di un’onesta professionista, si è arrivati, miracolosamente, alla deduzione che bisogna interrogarsi nei tavoli istituzionali, non per capire la profondità del problema, ma per cercare sempre di demandare le proprie responsabilità su qualcosa o su qualcun altro. Si sono scomodati in tanti (solo ora e non si sa se concretamente) e tutti concordi che bisogna intervenire al più presto. Ma mi chiedo, e vi chiedo, ma prima dove eravate quando noi operatori denunciavamo pubblicamente che la situazione era critica e ingestibile?
Noi operatori, quelli delle così infangate e denigrate strutture residenziali, quelli che si sono fatti carico da sempre di tutte le carenze sanitarie pubbliche e nello stesso tempo cercando di dare un servizio dignitoso ai nostri pazienti.
Le lotte fatte, ancora oggi in atto, non hanno mai registrato la presenza di nessuno di quelli che, del settore e non, gridano alla vergogna e cercano di portare avanti degli argomenti senza senso, solo per proprio vantaggio. Siamo soli, consapevoli di esserlo da tempo, e nel leggere nelle testate nazionali che si chiedono, come volendoci prendere in giro, nuovi strumenti sia dal lato sanitario che della giustizia…La cosa mi lascia seriamente perplesso, amareggiato e tanto arrabbiato.
Le parole scorrono come fiumi nella mia testa e si vorrebbero infrangere come onde di uno tsunami contro la parete della vostra indolenza e falso perbenismo che porta la psichiatria verso il baratro e hanno portato alla fine di una vita umana, che poteva essere salvata se solo fosse stati attenti ad ascoltarla. Affrontare le gravi criticità psichiatriche e permettersi di parlare della legge Basaglia vuol dire che almeno una volta nella vita, per capire in fondo la problematica, ci si è “sporcati le mani” scendendo dal vostro piedistallo e uscendo dalla sicurezza dai vostri patinati uffici per recarvi nelle trincee, dove quotidianamente si consuma il dolore oscuro dell’anima che affligge migliaia di utenti che cercano solo conforto e aiuto. La nostra regione, nello specifico, è povera di servizi perché avete promesso tanto e mantenuto poco, anzi niente, perché il disagio mentale non interessa e non porta voti. Aspettiamo da tempo gli accreditamenti delle strutture residenziali del territorio, baluardo, nel bene e nel male, di chi cerca comprensione e riparo da una società che se produci vali e vai avanti, altrimenti verrai smaltito come spazzatura. Lo sblocco dei ricoveri, altra prepotenza incostituzionale, ha creato ulteriori disagi a famiglie e utenti e il tutto nel silenzio assordante della politica che si distraeva per non sentire per poi piangere per chi perisce per la loro precedente incuria, promettendo mari e monti come da copione. Non cercheremo più di comprendere perché siamo seriamente stanchi e pretendiamo risposte celeri, non si gioca sulla pelle delle persone e sulla sofferenza e va ricordato che tra le malattie incurabili che l’uomo ha generato e che vanno debellate c’è… L’INDIFFERENZA!!!
Ѐ iniziata con una grande partecipazione di professionisti del settore la XIII Edizione il Corso di Aggiornamento in Odontoiatria “Gli Odontoiatri al Servizio delle Famiglie”, organizzato dalla Commissione Albo Odontoiatri di Catanzaro presieduta dal dottor Salvatore De Filippo.
Sabato scorso, nella sala “C. Catuogno” dell’Ordine dei Medici del capoluogo, si è tenuto il secondo di otto incontri multidisciplinari – finalizzati all’aggiornamento professione innovativo in campo odontoiatrico, per lo spessore scientifico sono stati attribuiti 48 crediti formativi.
Il primo appuntamento nel mese di marzo è stato condotto dal professor Andrea Pilloni – titolare di Parodontologia, Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche Sapienza Università di Roma – che ha relazionato sul tema “La guarigione della ferita parodontale in terapia chirurgica: dal primo giorno in poi”. mentre il 22 aprile il Angelo Cardarelli, Consulente Scientifico della Dental Clinic presso l’Unità Operativa di Odontoiatria dell’IRCCS San Raffaele ha approfondito il tema innovativo su chirurgia piezoelettrica dei denti inclusi.
“Questa tredicesima edizione si conferma come un momento formativo importante per tutti gli iscritti all’Albo degli odontoiatri – ha esordito il dottor De Filippo -. Parliamo del servizio rivolto alle famiglie perché confermiamo anche il ruolo sociale che i titolari di studi odontoiatrici hanno nell’assistenza odontoiatrica e quindi nella cura della salute del cavo orale dei cittadini”.
Il presidente della Commissione Albo Odontoiatri di Catanzaro ha voluto rimarcare come “questo corso di aggiornamento si caratterizza anche per essere organizzato senza il sostegno di alcuno sponsor e quindi, libero da qualsiasi tipo di condizionamento. Si svolge con il contributo dei colleghi e con le risorse stanziate dal consiglio direttivo dell’Ordine dei medici, e quindi ringrazia anche il presidente Ciconte per aver contribuito alla realizzazione. Un ringraziamento sentito va anche componenti la commissione Albo Odontoiatri: Nicola Rocca, Giuliana Menniti, Michele De masi e Giuliana Truglia”.
“La prevenzione è uno dei compiti istituzionali del sistema sanitario nazionale, nel nostro territorio non mancano criticità che sono manifeste sia per le fasce deboli che per quanto riguarda l’età evolutiva. Su questo – sottolinea De Filippo – bisognerebbe investire delle risorse per fare in modo che questo tipo di assistenza venga svolto in maniera corretta. Se è vero che l’indice di carie è diminuito in maniera importante, tutto questo lo dobbiamo al grande lavoro dei professionisti e titolari degli studi odontoiatrici. L’azione politica della nostra Commissione, ma devo dire più in generale in Calabria, va nella direzione della massima attenzione al futuro alla professione, per dare certezze ai nostri colleghi permettendo loro di attivate in giovane età un proprio studio odontoiatrico anche subito dopo la formazione universitaria. In questo modo interpretiamo al meglio la nostra funzione di organo sussidiario”.
“Tornare alla formazione in presenza è molto importante per trasmettere le proprie esperienze cliniche, rispetto alle lezioni on line e ai webinar, l’approccio è completamente diverso: sono davvero lieto di partecipare a questo evento meritorio e che merita di essere ripetuto”, afferma il dottor Angelo Cardarelli, Condividere esperienze e realtà cliniche, questo è il punto di partenza: “Soprattutto in questo momento in cui la parte odontoiatrica ha assunto un aspetto puramente commerciale: trasmettere in questi corsi un protocollo, ripetibile e imprescindibile, che ha lo scopo di mettere al centro il paziente, e ha lo scopo di garantire al paziente prestazioni che siano qualitativamente elevate e soprattutto che abbiano dei costi biologici contenuti, è davvero importante”. Cardarelli ha voluto sottolineare a che “purtroppo spesso la professione odontoiatrica è diventata una mercificazione, non si parla di sanità quanto di un aspetto puramente commerciale, e questo è sbagliato. Ecco, quindi che qualità e formazione diventano fondamentali”.