Su richiesta della Prefettura di Reggio Calabria, Anas ha inviato due spazzatrici stradali all’aeroporto “Tito Minniti” di Reggio Calabria. La richiesta è stata dettata in seguito all’attività dell’Etna avvenuta nelle ultime ore che, anche a causa dei venti provenienti da sud, ha coperto di cenere la pista dell’aeroporto, precludendone l’operatività. Dopo l’invito della Prefettura, Anas si è immediatamente attivata e i propri mezzi hanno operato per tutta la notte per garantire il ripristino delle condizioni di esercizio dello scalo. Lo spazzamento della pista è già terminato e l’aeroporto tornerà operativo con il volo delle 10:30
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Alle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro, con il supporto operativo di personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria e di unità cinofile, hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti soggetti – padre e figlio -, ritenuti inseriti nel contesto di ‘ndrangheta del centro medmeo, ed in particolare vicini al contesto criminale rosarnese della cosca Pesce.
Il padre risulta anche gravato da due precedenti condanne passate in giudicato. Le persone arrestate sono Domenico Arena, di 69 anni, già condannato in via definitiva per associazione mafiosa, e suo figlio Rosario, di 44, ritenuti vicini alla cosca di ‘ndrangheta Pesce di Rosarno.
Le indagini da cui scaturiscono i provvedimenti restrittivi, emessi dal gip del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, diretta da Giovanni Bombardieri, hanno consentito di attribuire agli indagati, allo stato degli atti gravi condotte estorsive – perpetratesi per lungo tempo- e violenze private, tutte aggravate dalle finalità mafiose, avvenute a Rosarno e Cinquefrondi.
Le attività svolte dai Carabinieri di Gioia Tauro, e testimonianze di diversi collaboratori di giustizia, hanno permesso di evidenziare l‘elevata capacità criminale degli arrestati, espressa in molteplici occasioni con metodologie tipiche degli aggregati mafiosi, imponendo il proprio volere, tramite una generale condizione di assoggettamento ambientale, su individui ed attività commerciali piegati alle loro esigenze ed oppressi dalla loro ingerenza. Il loro modus operandi, affiancato al ripetuto ricorso ad intimidazioni – di natura fisica e verbale – si è sostanziato in una perdurante sopraffazione ed interferenza in un’attività economica nella Piana di Gioia Tauro, nonché nella limitazione della libertà di autodeterminarsi di più persone.
Dalle indagini è emerso che un medico è stato costretto, sotto minacce, a redigere un falso certificato medico per consentire ad un indagato di eludere il carcere e una cooperativa che per 18 anni è stata costretta a pagare quello che era diventato, di fatto, uno stipendio mensile pur in assenza di un rapporto di lavoro.
Sono due episodi contestati dalla Dda di Reggio Calabria a Domenico e Rosario Arena. Per entrambi l’accusa è estorsione e violenza privata, aggravati dalle modalità mafiose. Nell’inchiesta sono indagati altri due soggetti dello stesso nucleo familiare: la figlia e sorella degli arrestati, Angela Arena (46) e il marito di lei Giuseppe Valenzise (53).
Secondo gli inquirenti, tutti avrebbero imposto il proprio volere tramite una generale condizione di assoggettamento ambientale. Le indagini dei carabinieri, che riscontrano tra l’altro le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno consentito ai pm di fare luce su alcune estorsioni consumate tra Rosarno e Cinquefrondi. Come quella ai danni della cooperativa agricola “Fattoria della Piana” di Candidoni e che, nel tempo, secondo gli investigatori, è diventata una vera e propria fonte di reddito illecito della famiglia. Negli ultimi 18 anni, infatti, i due arrestati avrebbero imposto all’amministratore della cooperativa, il pagamento di somme periodiche “come prezzo della possibilità di svolgere l’attività di impresa”.
Il titolare della “Fattoria della Piana”, in sostanza, doveva consegnare a Rosario Arena una sorta di stipendio mensile comprensivo di tredicesima nel periodo delle festività natalizie. Una parte dei guadagni dell’attività di ristorazione e della produzione di biogas, invece, sarebbero stati versati agli altri figli di Domenico Arena che avrebbe ottenuto pure un paio di assunzioni di persone che godevano della sua protezione.
Grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali, la Dda ha scoperto anche le numerose minacce subite dal medico con lo scopo di ottenere un certificato che sarebbe servito per eludere il carcere e usufruire del beneficio degli arresti domiciliari. Alla vittima era stato chiesto di redigere una relazione che attestasse l’impellente necessità per Domenico Arena, all’epoca detenuto, di effettuare un intervento chirurgico ed il successivo trattamento di riabilitazione neuro-motoria.
Altre minacce sono state rivolte all’ex moglie di Rosario Arena. La donna avrebbe subito pressioni ed angherie finalizzate, tra l’altro, ad indurla sia a riavvicinarsi al contesto familiare, dal quale si era discostata con la separazione, sia a partecipare alle attività criminali della famiglia. “Le condotte e la personalità mafiosa degli Arena in uno alla loro elevatissima pericolosità sociale non lasciano dubbi sulla necessità cogente dell’applicazione ai predetti della massima misura custodiale” ha scritto il gip per motivare l’arresto di Domenico e Rosario Arena.
Mancuso ribadisce: “Giunta e Consiglio regionale sono impegnati nella promozione dei prodotti calabresi”
“Sono convinto che occorra incentivare le proposte del ‘mangiar bene’, partendo dalla dieta mediterranea. Occorre, visto il ruolo che gioca la tipicità, implementare la strategia di valorizzazione dei prodotti gastronomici dei nostri territori, puntando su storytelling, cultura e consapevolezza”. L’ha detto il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, intervenendo alla tavola rotonda organizzata dall’ “Associazione di Dietetica e nutrizione clinica” a Catanzaro. Ha aggiunto: “Giunta e Consiglio regionale sono impegnati nella promozione dei prodotti calabresi, attraverso interventi mirati. Il Consiglio regionale ha, ad esempio, istituito da poco l’ Osservatorio sullo sport e approvato la legge sui ‘Cammini’ che la Calabria ancora non aveva, con l’obiettivo di sviluppare l’offerta culturale, enogastronomica e di accoglienza turistica. Abbinando il ‘mangiare sano’ con l’attività motoria, per infondere la cultura del benessere. Un benessere individuale che passa necessariamente da una corretta alimentazione e dal frequente esercizio fisico. Condotte da incentivare, perché non solo portano ‘salute’, ma consentono di prevenire patologie che altrimenti si scaricherebbero sul Servizio sanitario che sicuramente ha bisogno di essere sgravato laddove possibile”.
Reggio: sequestrata per smaltimento illecito di rifiuti speciali la clinica “Villa Aurora”
La squadra Mobile di Reggio Calabria ha sequestrato la clinica “Villa Aurora” per smaltimento illecito di rifiuti speciali.
Il provvedimento d’urgenza è stato emesso dal procuratore Giovanni Bombardieri e dall’aggiunto Stefano Musolino ed è stato già convalidato dal gip Antonino Foti.
L’indagine è partita mesi fa quando gli agenti di una volante, intervenuta il 19 febbraio durante un casuale incendio di rifiuti nelle vicinanze della struttura sanitaria, si sono accorti della presenza di materiale sanitario.
Segnalato l’episodio alla Procura, gli ulteriori accertamenti, eseguiti dalla Squadra mobile diretta da Alfonso Iadevaia, avrebbero svelato una sistematica violazione delle norme circa la gestione dei rifiuti speciali.
Nell’inchiesta sono indagati l’amministratore della casa di cura “Villa Aurora” Giorgio Crispino, di 59 anni di Cosenza, sua moglie Bruna Scornaienchi (59), di Cosenza, direttrice responsabile, e il responsabile amministrativo Maria Grazia Germanò (64), di Reggio Calabria.
Tutti e tre, si legge nel capo di imputazione: “Davano disposizioni affinché il personale dipendente effettuasse, in modo sistematico e continuativo, attività di abbandono e deposito incontrollato di rifiuti sanitari pericolosi (anche a rischio infettivo) che erano mescolati (al fine di occultarli) a quelli non pericolosi prodotti ordinariamente alla casa di cura, destinandoli alla raccolta ordinaria posta in essere dall’impresa che operava per conto del Comune di Reggio, all’interno dei mastelli e dei sacchi riposti lungo via Petrara, retrostante l’accesso principale della struttura”.
“Ritenendo inverosimile che gli operatori della struttura potessero autonomamente decidere di effettuare l’abbandono dei rifiuti, anche pericolosi”, i responsabili di Villa Aurora avrebbero gestito l’invio e lo smaltimento degli stessi “in sistematica violazione delle norme penali”. Per la Procura, decidere di effettuare in questo modo l’abbandono dei rifiuti, anche pericolosi, sarebbe stata “una scelta imprenditoriale strutturale”.
Accogliendo la richiesta di sequestro avanzata da Musolino, infine, il gip ha nominato due amministratori giudiziari, gli avvocati Francesco Aricò e Giovanni Melissari.
Giornata internazionale delle persone con disabilità : l’ACI presenta la campagna #tuttonormale
Il 3 dicembre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale delle persone con disabilità e in questa occasione ACI ha deciso di riproporre – con una declinazione differente rispetto alla precedente – una nuova campagna social destinata promuovere l’inclusione nella mobilità sicura e sostenibile. La campagna, sviluppata attraverso immagini di mobilità quotidiana di facile comprensione e di sicuro impatto, si intitola #tuttonormale ed è stata studiata per illustrare come chi si trova a vivere una situazione di disabilità affronta comunque gli stessi problemi, anche piccoli, che tutti fronteggiano ogni giorno. Questa campagna conferma l’impegno dell’Automobile Club d’Italia a fianco delle persone con disabilità in continuità con la precedente attività a livello mondiale, condivisa e promossa con la FIA, focalizzata sul principio universale di “tutti uguali nella mobilità”. L’accessibilità e l’inclusività nella mobilità è infatti un tema sociale attuale di primaria importanza, basti pensare che solo in Italia – secondo i dati ufficiali Istat – le persone che soffrono di disabilità sono circa 3,1 milioni ovvero il 5,2% della popolazione nazionale. Quasi la metà, un milione e mezzo, ha più di 75 anni.
Il Presidente dell’Automobile Club di Reggio Calabria Giuseppe Martorano condivide pienamente il pensiero del Presidente nazionale Angelo Sticchi Damiani, “La disabilità non deve significare esclusione. L’impegno delle donne e degli uomini che lavorano per ACI è proprio quello di garantire accessibilità e inclusione anche a chi si trovi in questa delicata condizione, con particolare riguardo al versante che l’Automobile Club presidia, quello della mobilità che deve essere un diritto per chiunque. Campagne come #tuttonornale costituiscono una parte fondamentale del nostro contributo per una società, anche in questo senso, più giusta e accogliente”.
A Roma sarà presentato il Comitato Difesa Diritto alla Salute Calabria
“Mercoledì 13 dicembre alle ore 14 presso la Sala Nassirya del Senato della Repubblica si terrà la conferenza stampa di presentazione del Comitato per la Tutela del Diritto alla Salute Calabria. All’iniziativa parteciperanno parlamentari, amministratori pubblici e rappresentanti dei vari comitati territoriali”. A renderlo noto i rappresentanti del comitato per la difesa del diritto alla salute di Paola, con l’intento di, come annunciato nei mesi scorsi, rendere tale comitato come Regionale.
“Nel luglio scorso, difatti – continuano – a seguito della pubblicazione del Piano di Riordino della Rete Ospedaliera, in Calabria, erano nati movimenti popolari per richiedere servizi più efficienti in ambito sanitario e per promuovere iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su un tema fondamentale quale è il diritto alla salute. Ora la nascita di un Comitato regionale che metterà insieme le varie realtà territoriali con lo scopo di difesa e promozione del diritto alla salute in Calabria. A breve -annunciano- verrà reso noto il programma dell’iniziativa con interventi e testimonianze di quanti vivono ogni giorno il dramma della inefficienza dei servizi sanitari in una Regione, come la Calabria, che neanche riesce a spendere le risorse stanziate dal governo centrale”. Il promotore dell’iniziativa l’ex consigliere regionale Graziano di Natale ha dichiarato: “nel luglio scorso avevamo annunciato la nascita del Comitato Regionale per la Difesa della Salute oggi compiamo questo primo passo sicuri che il tema del diritto alla salute sia una priorità da affrontare. È una opportunità per quanti, come me , credono ancora che si possa cambiare lo stato delle cose anche in una terra difficile come la Calabria”.
Si è fatta attendere, ma ora si fa sentire anche in Italia con già 375 mila casi stimati, per un totale di circa 1.264.000 a partire dall’inizio della sorveglianza ministeriale dei primi giorni de mese di ottobre. L’influenza stagionale decolla notevolmente non risparmiando la nostra regione, con un sostanziale aumento dei casi di raffreddamento e dei malanni da virus parainfluenzali, con l’influenza vera e propria che, pur non essendo ancora in fase epidemica, comincia a correre con una curva simile a quella dell’anno scorso quando ci fu il boom di casi. Le previsioni ministeriali ci dicono che potrebbe diventare prevalente già fra un paio di settimane. Per cercare di contrastare i virus antinfluenzali in Calabria dai primi giorni del mese di Novembre si è ufficialmente aperta la campagna vaccinale antinfluenzale 2023-2024; l’influenza infatti rappresenta un serio problema di Sanità Pubblica e una rilevante fonte di costi diretti e indiretti per la gestione dei casi e delle complicanze della malattia, ed è tra le poche malattie infettive che di fatto ogni individuo sperimenta più volte nel corso della propria esistenza. Rappresenta una malattia respiratoria che può manifestarsi in forme di diversa gravità che in alcuni casi, possono comportare il ricovero in ospedale e anche la morte.
Alcune fasce di popolazione, come i bambini piccoli e gli anziani possono essere maggiormente a rischio di gravi complicanze influenzali come polmonite virale, polmonite batterica secondaria e peggioramento delle condizioni mediche
pregresse. Il presidente regionale Calabria della Società italiana di Promozione della Salute Giuseppe Furgiuele interviene così sulla campagna vaccinale antinfluenzale 2023-2024: “Le previsioni sull’andamento dell’epidemia stagionale di influenza danno segnali di rialzo nell’incidenza per cui è importante sottoporsi alla somministrazione del vaccino antinfluenzale” L’influenza è molto contagiosa, la trasmissione del virus è infatti piuttosto veloce tra gli individui, si trasmette soprattutto per via aerea attraverso le particelle respiratorie che emettiamo quando parliamo, starnutiamo o tossiamo.
La Circolare del Ministero della Salute raccomanda di effettuare la vaccinazione antinfluenzale a tutti i soggetti nella fascia di età 6 mesi-6 anni, alle persone di età maggiore o uguale a 6 anni e minore di 60 anni con malattie croniche, alle persone oltre 60 anni, alle donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano in gravidanza e nel periodo “post partum”, ai familiari e contatti (adulti e bambini) di soggetti ad alto rischio, a coloro che svolgono professioni sanitarie e al personale delle forze dell’ordine. A tutte queste persone viene offerto gratuitamente. Si ricorda che il vaccino antinfluenzale può essere erogato dai medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e i centri vaccinali delle Asp. “A sostegno di una corretta somministrazione del vaccino” conclude Furgiuele – si evidenzia che i vaccini inducono lo sviluppo di anticorpi circa due settimane dopo la loro somministrazione (10-14 giorni secondo l’ECDC) a tal fine idealmente la somministrazione del vaccino in queste settimane permetterebbe l’immunizzazione prima dell’arrivo delle festività periodo comunemente associato all’inizio della fase epidemica.
Reggio Calabria: partita l’organizzazione della Maxi Tombolata Benefica
“Come non ricordare” dichiara il Presidente di Incontriamoci Sempre Pino Strati “l’edizione del 2008, con la commemorazione delle vittime del tragico evento del terremoto del 1908, in occasione del centenario, con la presenza del Rettore Don Bruno Fraulin. In queste ore, tantissime Aziende Calabresi stanno aderendo all’iniziativa, attraverso la donazione di loro prodotti e merce di grande pregio e valore, al fine di per arricchire il montepremi di una delle Tombolate più importanti del Centro Sud Italia.” Si prevede, come ogni anno, il pubblico delle grandi occasioni, per un evento che rappresenta un momento particolare di aggregazione di tanti cittadini e di parrocchiani di S.Antonio. “La conduzione e la regia” conclude Strati “saranno affidati a Marco Mauro e Marco Strati. Non mancheranno le esilianti scenette brevi teatrali del duo Cambera Festa. Naturalmente come da tradizione, il nostro Don Graziano, Rettore, porterà i saluti a nome della Comunità.”
Rosarno: arrestati due esponenti di spicco della criminalità organizzata
Alle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro, con il supporto operativo di personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria e di unità cinofile, hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti soggetti – padre e figlio -, ritenuti inserita nel contesto di ‘ndrangheta del centro medmeo, ed in particolare vicini al contesto criminale rosarnese della cosca Pesce. Peraltro il padre risulta gravato da due precedenti condanne passate in giudicato per il reato di cui all’art. 416 bis c.p., quale intraneo alla citata articolazione di ‘ndrangheta.
Le indagini da cui scaturiscono gli odierni provvedimenti restrittivi, emessi dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Dott. Giovanni Bombardieri, consentivano di attribuire agli indagati, allo stato degli atti e salve le successive valutazioni di merito, gravi condotte estorsive – perpetratesi per lungo tempo- e violenze private, tutte aggravate dalle finalità mafiose, avvenute in Rosarno e Cinquefrondi. Le attività svolte dai Carabinieri di Gioia Tauro, corroborate da propalazioni di diversi collaboratori di giustizia, hanno permesso di evidenziare l’elevatissima capacità criminale degli arrestati, espressa in molteplici occasioni con metodologie tipiche degli aggregati mafiosi, imponendo il proprio volere, tramite una generale condizione di assoggettamento ambientale, su individui ed attività commerciali piegati alle loro esigenze ed oppressi dalla loro ingerenza.
Tale modus operandi, affiancato al ripetuto ricorso ad intimidazioni – di natura fisica e verbale – si sostanziava in una perdurante sopraffazione ed interferenza in un’attività economica sita nella Piana di Gioia Tauro, nonché nella limitazione della libertà di autodeterminarsi di più individui. Le molteplici e difformi fonti di prova raccolte hanno quindi contribuito a restituire un’immagine complessa dell’aggregato criminale, disvelandone gerarchie ed operatività, delimitandone la sfera di influenza illecita e gli equilibri esterni nel confronto con paritetiche o “superiori” organizzazioni di tipo ‘ndranghetistico.
L’indagine, tra l’altro e sempre allo stato degli atti, ha dunque permesso di accertare:
– l’esistenza di una perdurante attività estorsiva ai danni di una cooperativa agricola sita in Candidoni, divenuta nel tempo vera e propria fonte di reddito illecito dei componenti l’aggregato familiare. L’ingerenza sull’attività commerciale, oltre che con l’indebita appropriazione mensile di parte degli utili, si sostanziava nell’esercizio di un controllo diretto de facto, che spaziava dal deciderne le assunzioni e la politica aziendale e gestionale, arrivando financo a regolare contrasti tra i dipendenti. Tale illecito impossessamento, che nella sostanza privava i reali rappresentanti la cooperativa della libertà di autodeterminarsi in ordine all’esercizio dell’attività, si protraeva per circa diciotto anni, a testimonianza di come, l’assoggettamento di imprese, ottenuto mediante minacce ed imposizioni mafiose, sia tutt’ora business di primaria rilevanza per organizzazioni di tipo ‘ndranghetistico;
– la realizzazione di reiterate minacce nei confronti di un medico, effettuate da più soggetti riconducibili al contesto familiare. Tali comportamenti erano finalizzati ad ottenere un certificato che attestasse l’impellente necessità di effettuare un intervento chirurgico ed il successivo trattamento di riabilitazione neuro-motoria da parte di uno dei componenti della famiglia, in quel momento in carcere. Il professionista, raggiunto anche mediante l’intercessione di un compagno di cella del detenuto e della rispettiva consorte, veniva più volte ingaggiato, sia telefonicamente che di presenza, affinché realizzasse, in tempi brevi e con modalità pedissequamente definite dal congiunto ristretto, l’attestazione a questi funzionale per eludere la restrizione inframuraria ed ottenere una misura alternativa alla detenzione in carcere;
– la reiterata compromissione della libertà di autodeterminarsi dell’ex moglie di uno degli indagati compressa nella propria sfera privata e costretta, lungo tutto il corso della sua relazione coniugale (già originariamente indotta dalla famiglia del marito), e successivamente al termine della stessa, a subire pressioni ed angherie finalizzate, tra l’altro, ad indurla sia a riavvicinarsi al contesto familiare dal quale si era discostata con la separazione sia a porre in essere condotte delittuose per favorire i traffici illeciti del contesto familiare degli arrestati.
Al termine delle formalità di rito, gli arrestati sono stati tradotti in carcere, come disposto dall’Autorità Giudiziaria. In capo agli indagati e nel rispetto dei loro diritti, si specifica che questi sono ancora da doversi ritenere soggetti alla presunzione di innocenza attesa l’attuale fase del procedimento, la cui colpevolezza potrà essere acclarata solo attraverso una sentenza irrevocabile.
Reggio Calabria: Vito Teti e le sue nuvole racconteranno la Resistenza
Il 3 dicembre a Reggio Calabria un evento culturale di straordinario livello. Alle ore 16.30 presso lo spazio “Elle interni” in via Torrione 75, si terrà un incontro con il celebre antropologo Vito Teti. Proprio pochi giorni fa il termine Restanza, da lui coniato per definire il sentimento di chi resta nella propria terra d’origine con intenti propositivi e iniziative di rinnovamento, è entrato nel vocabolario Treccani. Con Vito Teti cambia il linguaggio del restare, assume nuovo significato il legame con la propria terra. L’incontro del 3 dicembre sarà un vero omaggio alla sua opera, con la proiezione di due corti e la mostra fotografica Homeland, con foto di Salvatore Piermarini e Vito Teti. Il filo conduttore dell’iniziativa è quello delle nuvole di Calabria, intorno a cui Vito Teti discuterà con i contributi – fra gli altri – di Domenico Minuto, Anna Mallamo, Alfonso Picone Chiodo, Anna Foti, Giuseppe Smorto, Nino Mallamaci, Salvino Nucera, insieme a tanti altri amici. Inoltre, sarà l’occasione per ammirare una selezione di foto da ‘spremunti di Fabio Itri, il progetto fotografico che ha accompagnato gli incontri di “Restate in Strada” e di assistere alla premiazione del concorso “Restanza ed erranza”. Con il contributo del Circolo del cinema Zavattini, del Centro di medicina solidale Ace, del Touring Club sezione di RC, La Strada è felice di invitare tutte e tutti alla partecipazione. Restare, costruire un presente diverso. Vito Teti, con la sua opera, con il suo pensiero, dimostra che è possibile.