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I Walk The Line nel cuore dell’Aspromonte. Malara: “Rispettare la natura significa proteggere il prossimo”
La linea di ‘I Walk The Line’ continua a tracciare il proprio solco lungo i sentieri dell’Aspromonte tra i boschi di Gambarie.
Dopo la visita al borgo incantato di Gerace, la nota località montana del Comune di Santo Stefano in Aspromonte ha accolto questa mattina numerosi studenti reggini ammaliati dai colori straordinari dell’autunno e dai maestosi faggeti.
Sono le parole dell’amministratore unico Michele Rizzo che invita gli studenti a reagire, ad essere protagonisti e allo stesso tempo ad approfondire le potenzialità del territorio metropolitano e a coglierne ogni opportunità.
Oltre 40 studenti dell’istituto scolastico ‘Istituto tecnico commerciale ‘Raffaele Piria’ e dell’istituto tecnico tecnologico ‘Panella-Vallauri’ hanno partecipato attivamente al secondo appuntamento del ciclo dedicato al ‘Territorio’. Nella giornata di domani 23 novembre, si terrà l’incontro a Cittanova, alla scoperta della villa comunale ‘Carlo Ruggiero’.
‘I Walk The Line’ è il progetto di inclusione promosso dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria nell’ambito del Pon Legalità 2014-2020.
Parola infine, prima di indossare lo zaino in spalla, alle immagini realizzate dal video Maker Pietro Vizzari. In un emozionante video si sono alternati decine e decine di panorami mozzafiato, dal mare alla montagna, dai borghi antichi della provincia al lungomare di Reggio Calabria, dalle innumerevoli bellezze architettoniche dei 97 comuni della Città Metropolitana, ai prodotti tipici della nostra terra.‘I Walk The Line’ terminerà il suo viaggio con l’ultimo ciclo finale di incontri dedicati alle tradizioni, alla valorizzazione degli strumenti musicali, come la zampogna, l’organetto o il tamburello.
Reggio: 6 nuove piante sul Ponte della Libertà per Giornata nazionale dell’albero
Nello stile dell’antica Legge delle 12 tavole di antica romana memoria, gli alunni dell’Istituto Comprensivo “Radice-Alighieri” del quartiere di Catona, di Reggio Calabria, da oggi potranno leggere il nuovo articolo 9 della Costituzione scolpito su una targa in legno donata dai Carabinieri Forestali insieme a delle piante autoctone (genere farnia), a simboleggiare “L’ALBERO DI CITTÀ”.
E’ in questa Scuola, infatti, che si svolge quest’anno la tradizionale “GIORNATA NAZIONALE DEGLI ALBERI”, celebrata ogni anno dall’Arma dei Carabinieri in tutto il Paese, che è stata preceduta, ieri, 21 novembre, dagli interventi di educazione alla legalità ambientale nelle scuole, curati dai Nuclei Carabinieri Forestali in ogni provincia della Regione, così come in tutto il Paese, con la messa a dimora, anche lì, di piante autoctone.
Anche la manifestazione di quest’anno si colloca nel progetto nazionale “UN ALBERO PER IL FUTURO”, promosso dal Ministero della Transizione Ecologica e dal Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri, ed ha a tema l’importanza del “VERDE URBANO” per il recupero delle aree più degradate delle nostre città, il tutto nel segno del novellato articolo 9 della Costituzione che, come è ormai noto, ha promosso l’ambiente, la biodiversità, lo sviluppo sostenibile, la tutela degli animali, a beni costituzionali, al cui rispetto deve orientarsi anche l’attività economica pubblica e privata.
Diverse e numerose, dunque, le iniziative organizzate dai Carabinieri Forestali in tutta la Regione, volte a sensibilizzare le comunità verso il rispetto dell’albero e del verde cittadino, come strumento di progresso civile, sociale, ecologico ed economico della società nonché per il contenimento dei cambiamenti climatici, oltre che a suscitare maggiore consapevolezza verso la tutela e la conservazione della natura, dell’ambiente, della biodiversità e del patrimonio forestale.
Tali iniziative culminano in Calabria, oggi 22 novembre, nella Città Metropolitana di Reggio Calabria, con la cerimonia della messa a dimora di una collezione di essenze forestali autoctone, prodotte dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Pieve S. Stefano (AR).
La manifestazione, che è svolta a partire dalle ore 11:00, e ha visto la presenza delle Autorità Civili e Militari, regionali e locali, nonché di circa 150 alunni, accompagnati dalla Dirigente dell’Istituto, Simonetta Sapone, e dagli insegnanti, accolti dal Comandante della Regione Carabinieri Forestale “Calabria”, Colonnello Giovanni Misceo.
Hanno parte all’iniziativa il Comandante della Legione Carabinieri “Calabria”, Generale di Divisione, Pietro Salsano, ed il Comandante Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, Colonnello Cesario Totaro.
L’evento è culminato con la benedizione dell’ultima delle piante messe a dimora, alla presenza di Don Francesco Siclari in rappresentanza di S.E. Mons. Fortunato Morrone, Arcivesco di Reggio Calabria-Bova. Nel corso della stessa c’è stata una diretta streaming con l’Aula Magna del Complesso di Scampia dell’Università FEDERICO II di Napoli, ove si è tenuto un Convegno nazionale finalizzato a presentare il progetto “L’ALBERO CITTADINO”, cui si collegheranno anche altri Capoluoghi di Regione.
La giornata odierna, è stata preceduta ieri martedì 21 novembre, da una diffusa serie di interventi di educazione ambientale nei plessi scolastici della Regione, con la partecipazione di circa 6000 studenti appartenenti a 76 scuole.
Nel corso di tali incontri sono state messe a dimora oltre 150 essenze forestali autoctone, fornite dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Pieve S. Stefano (AR), finalizzate, si è detto, a costituire un bosco diffuso su tutto il territorio nazionale, il tutto, si è detto, nell’ambito del progetto “Un albero per il futuro”.
Nella nostra Regione e nel resto d’Italia, è stato così possibile coinvolgere migliaia di cittadini nonché di studenti e rappresentanti del mondo della Scuola, con il quale l’Arma dei Carabinieri e, nello specifico, i Carabinieri Forestali, hanno da tempo un solido e proficuo rapporto di collaborazione nel campo dell’educazione ambientale, finalizzato a mettere in relazione le persone con l’ambiente, con l’obiettivo di sviluppare comportamenti positivi per la conservazione del patrimonio ambientale e forestale, per così salvaguardare le prospettive di vita ed orientare lo sviluppo sostenibile delle attuali e future generazioni, conformemente al processo in atto di transizione ecologica.
Sei nuovi alberi sono stati messi a dimora lungo il viale della Libertà, tra via Manfroce ed il vico I di via Lia a San Brunello. «E’ stato un bel modo per celebrare la “Giornata nazionale dell’albero”», ha commentato il consigliere delegato al decoro urbano, Massimiliano Merenda, ringraziando «i dipendenti del servizio comunale per l’“Agricoltura ed il verde pubblico”, i lavoratori della società “in house” Castore e l’azienda che ha fornito le piante».
«Nello specifico – ha continuato Merenda – si tratta di “Cercis Siliquastrum”, una specie arborea ornamentale, dai colori particolarmente vivaci e molto affascinante nel periodo di fioritura. Si può ammirare nei giardini pubblici e per le strade proprio per la sua grande capacità di resistere all’inquinamento».
«In questa circostanza – ha concluso il consigliere comunale – vorrei anche sottolineare l’attenzione mostrata dal sindaco Giuseppe Falcomatà e dal vicesindaco, delegato all’Ambiente, Paolo Brunetti, rispetto ad un settore importante per la comunità e per i cittadini che possono vivere spazi decisamente più armonici».
E proprio in occasione della “Giornata nazionale dell’albero”, stamane il vicesindaco Paolo Brunetti ha preso parte all’evento organizzato dall’istituto comprensivo “Radice-Alighieri” di Catona, presso il cortile della scuola secondaria di primo grado, sottolineando «La bontà dell’iniziativa ed il grande impegno mostrato dagli alunni e dalle alunne sui temi legati al rispetto dell’ambiente e dell’ecologia». Un pensiero lo ha quindi rivolto alla memoria del capitano Natale De Grazia, cui la scuola ha dedicato una targa commemorativa.
L’Ite Piria-Ferraris-DaEmpoli a Palazzo Alvaro contro la violenza sulle donne
«Cerchiamo di seguire i buoni esempi e cogliere gli insegnamenti che arrivano dalle nostre esperienze negative. Non trasformiamole in violenza. Tramutiamole, piuttosto, in qualcosa di proattivo perché ciò che oggi ci appare come la cosa peggiore del mondo, un domani sarà servita a costruire qualcosa di bello. E alla bellezza non si arriva facilmente. Richiede tempo, sacrificio, forza e coraggio. Diamoci il tempo che questo vostro è il tempo più bello». Così, il sindaco Giuseppe Falcomatà, si è rivolto alle ragazze ed ai ragazzi dell’Istituto “Raffaele Piria” nel corso del convegno “Le mani sul volto. Conoscere per agire, educare per prevenire”, un momento di riflessione organizzato dalla scuola tecnica, nei saloni di Palazzo Alvaro, che insieme alla Dirigente scolastica Anna Rita Galletta, ha coinvolto il giudice Roberto Di Palma, procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minori di Reggio Calabria, Francesca Stellitano e Francesca Mallamaci, rispettivamente legale e coordinatrice dei centri antiviolenza.
«Reggio – ha detto Falcomatà – è una città che vive di segnali, di messaggi e di fotografie. Rispetto alla violenza sulle donne, in questi anni, come amministrazione abbiamo lanciato dei messaggi forti e precisi. Penso alle cosiddette “panchine parlanti”. Quelle rosse non sono soltanto una scelta cromatica, ma simbolo di attenzione nei confronti di un argomento. Tra qualche giorno verranno ultimati i lavori del Primo centro per le donne vittime di violenza, un sostegno a chi ha subito un trauma dal quale non può uscirne da sola. Sabato prossimo nella galleria di Palazzo San Giorgio, verrà apposta una targa che ci ricorda quanto la violenza sulle donne e su ogni persona sia abominevole, da tenere lontana, da evitare che possa ripetersi, da contrastare con le armi della politica. Ho citato tre esempi non per dire quante cose abbia fatto l’amministrazione, ma per provare a trasmetterne il giusto senso».
«Che senso ha – ha precisato – avere messo una panchina rossa se poi ci si siede senza comprendere appieno il posto in cui ci si trova? Se su quella panchina non si scrivono storie d’amore e di amicizia. Che senso ha avere fatto il Centro antiviolenza se, nella società, non frutta quel sogno nato per contrastare un male. Che senso ha avere apposto una targa se non la si guarda neanche? Questo, credo, sia il nostro compito: mettere insieme le esperienze, gli esempi e farli patrimonio culturale collettivo, identitario, personale comune ad ognuno di noi. Farlo nostro, avere la consapevolezza di dove siamo e di cosa rappresentino quei simboli, quelle testimonianze. E non avere paura se, nel corso della nostra vita, ci succede qualcosa di brutto e negativo». Citando Fabrizio De Andrè e Fabri Fibra, il sindaco Giuseppe Falcomatà ha ricordato come «anche da storie d’amore finite o da sentimenti non ricambiati possa nascere qualcosa di positivo».
«Cerchiamo di vivere la città comprendendo i segnali – ha concluso – proviamo a trasformare in qualcosa di proattivo esperienze negative che, oggi, ci sembrano enormi. Non traduciamole in violenza, facciamole nostre e magari, fra qualche anno, vedremo quell’inciampo come un passaggio dal quale abbiamo costruito qualcosa di bello».
Continuano i controlli dei Carabinieri di Gioia Tauro, nei confronti delle persone che detengono legalmente delle armi: nell’ultima settimana, due persone sono state deferite in stato di libertà per detenzione abusiva di arma o parte di essa a seguito di verifiche volte ad assicurare il rispetto della normativa sulle armi.
Nello specifico, veniva denunciato un cittadino residente a Rizziconi che, all’atto del controllo da parte della locale Stazione, veniva trovato in possesso di una parte di arma -la canna- non regolarmente dichiarata, mentre non risultava in possesso di una diversa parte di arma che aveva denunciato regolarmente.
Analoga la situazione riscontrata dai Carabinieri della Stazione Carabinieri di Feroleto della Chiesa che, all’atto di un medesimo controllo sulle armi nel proprio territorio, hanno deferito all’Autorità Giudiziaria un uomo che pur essendo legale detentore di armi, veniva colto in possesso di numerose cartucce a palla per fucile da caccia calibro 12 non denunciate.
Entrambi i soggetti sono stati segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi.
Si ricorda che nella normativa riguardante le armi, vi è anche una regolamentazione specifica, prevista da leggi speciali, che disciplina come “la custodia delle armi deve essere assicurata con ogni diligenza nell’interesse della sicurezza pubblica” e che “dello smarrimento o del furto di armi o di parti di esse o di esplosivi di qualunque natura deve essere fatta immediata denunzia all’ufficio locale di pubblica sicurezza o, se questo manchi, al più vicino comando dei Carabinieri”.
Continueranno, da parte dei carabinieri di Gioia Tauro, i controlli periodici a tutti i detentori di armi, sia per verificarne la corretta custodia, sia l’effettiva presenza.
Si è spacciato per un assessore comunale ed ha chiesto ad un sacerdote una somma di denaro per aiutare un giovane in difficoltà con l’impegno dell’Amministrazione a restituire alla Curia quanto ricevuto.
La truffa, però, non è andata a buon fine e l’autore, un 36enne già noto alle forze dell’ordine e sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di dimora è stato arrestato dai carabinieri di Cariati, nel cosentino, e portato nel carcere di Castrovillari.
Il fatto è accaduto il 20 novembre.
Un sacerdote di una parrocchie di Cariati ha ricevuto una richiesta insolita, che lo ha portato subito a dubitare delle reali intenzioni del suo interlocutore. In una telefonata ricevuta, un uomo, che si è presentato come un assessore comunale, lo ha invitato ad elargire un contributo in favore di un ragazzo della comunità che si trovava all’estero e che aveva bisogno di soldi per rientrare. Il tutto con la garanzia che l’Amministrazione comunale avrebbe poi provveduto a risarcire alla Curia l’intera somma, specificando che la cifra poteva essere messa subito a disposizione versandola su un conto corrente del quale ha fornito l’Iban.
Il sacerdote, però, si è rivolto ai carabinieri di Cariati che, insieme a quelli del Reparto territoriale di Corigliano Rossano, con il coordinamento della Procura di Castrovillari diretta da Alessandro D’Alessio, hanno accertato che il vero assessore non aveva preso alcuna iniziativa per chiedere denaro.
I carabinieri sono quindi intervenuti ed hanno fermato il 36enne che materialmente si è presentato a Cariati ed ha ritirato la somma concordata. L’uomo, tra l’altro, risiedendo in un altro comune del Cosentino ed essendo sottoposto all’obbligo di dimora non avrebbe potuto neanche raggiungere Cariati. Il 36enne si è reso protagonista di una vicenda analoga qualche mese fa in Trentino Alto Adige.
I servizi di Hermes varcano i confini comunali: in corso attività di supporto al Comune di Taormina
Nello specifico, il contratto sottoscritto dalla Società reggina, prevede l’erogazione dei servizi di supporto al contenzioso, le attività di front-office e la gestione istanze telematiche, le attività di bonifica delle banche dati, l’elaborazione dei modelli di avviso, e la riorganizzazione dei processi di emissione, che costituiscono il nucleo dell’affidamento alla società, con fasi progettuali che si svolgono sia in presenza che in remoto.
Dopo la fase di analisi, è stato predisposto, con il Comune, un piano degli obiettivi che mira ad incrementare, nei prossimi mesi, la riscossione e ad avviare un percorso finalizzato all’efficientamento dei processi.
Il progetto per il Comune di Taormina terminerà il 31 dicembre 2023. Ma l’esperienza attivata dalla società in house del Comune, guidata dall’Amministratore delegato Giuseppe Mazzotta, costituisce un segnale di piena operatività e di buona pratica amministrativa che può rappresentare un esempio positivo nel campo degli Enti Locali.
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Il progetto oPed (orientamento e partecipazione per l’educazione) è stato realizzato da Action Aid la cui organizzazione è stata effettuata dai dottori Fanelli, Altomonte, Scrivo in sinergia con le scuole d’istruzione secondaria di I grado di Catona e di Pellaro.
L’approvazione e la collaborazione delle Dirigenti scolastiche, prof.sse Cama, Nicolò e Sapone, sono state il valore aggiunto per tutte le attività progettuali, dai laboratori interattivi alle uscite didattiche ai diversi incontri nei rispettivi istituti. Il progetto ha avuto il plauso anche dei docenti che sono stati formati per un’organica attività di orientamento in entrata e in uscita. Queste iniziative convalidano la reale collaborazione che c’è tra le scuole secondarie di I e II grado
Ripepi: “Qualcuno dica a Salvini che l’aeroporto di Lamezia ha inghiottito il nostro scalo”
Abbiamo appreso, in questi giorni, che il ministro Salvini, sul tema dell’Aeroporto dello Stretto, è pervaso da una preoccupazione che lo attanaglia: vorrebbe che lo scalo reggino crescesse – come e quando non si sa – ma, per carità, non a discapito di quello di Lamezia!
Sulla questione, negli anni, ne abbiamo sentite tante di supercazzole, ma questa è fra le meno potabili.
Questo Ministro del Nord è stato edotto che la Sacal di Lamezia, con la complicità di traditori fuori e dentro le mura cittadine, ha distrutto la nostra struttura aeroportuale in modo cinico e brutale, riducendo l’attività volitiva al limite della sopravvivenza?
Gli hanno spiegato, i vecchi e i nuovi militanti reggini, che è stata devastata, all’interno ed all’esterno dello scalo, ogni minima attività commerciale?
Quale progresso immagina il Ministro per il nostro scalo, che non penalizzi quello lamentino se le due realtà non sono minimamente equiparabili? Un moribondo pronto ad esalare l’ultimo respiro abbisogna dello stesso aiuto di uno sano e vegeto?
Qualcuno ha spiegato al buon Salvini che il piano nazionale degli aeroporti prevede uno sviluppo per il 2035 di 800.000 passeggeri per il nostro aeroporto e di 4.650.000 per quello di Lamezia?
Ministro, si occupi del Ponte, del porto di Gioia Tauro e della statale 106 e si documenti meglio sulle politiche scellerate della Sacal che, di fatto, hanno sacrificato lo scalo dello stretto a discapito di quello di Lamezia.
Se realmente tiene al miglioramento di questo aeroporto che ci aiuti a liberarci della gestione della Sacal, consentendo così una autonomia gestionale su un territorio che comprende due città Metropolitane dirimpettaie, con un bacino di utenza di oltre un milione e mezzo di potenziali utenti.
Lo chiediamo, pertanto, a lui personalmente sapendo che i nostri rappresentanti, di ogni livello istituzionale, sono proni agli interessi personali, di partito e di coalizione e non farebbero mai nulla che potesse mettere a rischio la loro carriera politica.
Il nostro deve diventare l’Aeroporto del Ponte che sia fulcro delle attività economiche e produttive dell’intera area dello Stretto ovvero, della più ampia e complessa area nord mediterranea.
Chiedo al gruppo comunale della Lega, che oggi è il più importante del centro destra, di farsi parte attiva con gli importanti organi decisori appartenenti allo stesso partito, affinchè il nostro importantissimo scalo diventi autonomo rispetto a quello lametino e sia libero di svilupparsi sotto il pieno controllo della politica locale; solo così saremo responsabili del nostro destino e non dipenderemo più dai nostri competitor fisiologici che ci hanno ridotto in misero stato.
Basta supercazzole obnubilatrici, utili solo a confondere i cittadini, ignari delle gravi decisioni che la politica sta prendendo nel silenzio dei venduti e dei traditori seriali.
