Si terrà venerdì 26 maggio 2023 alle ore 17,30 presso il Salone del DI.GI.ES. (Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Scienze Umane) in Via dei Bianchi, il secondo degli incontri del ciclo “I Venerdì della Bellezza” promossi congiuntamente dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria (Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Scienze Umane (Di.Gi.Es.), dalla Deputazione di Storia Patria per la Calabria, dall’ AIParC – Associazione Italiana Parchi Culturali, dal Club di Territorio di Reggio Calabria del Touring Club Italiano e dall’ Associazione Culturale Anassilaos, frutto di sinergia tra Istituzioni (Università e Deputazione) e associazioni che operano attivamente sul territorio al fine di approfondire aspetti e temi dedicati alla bellezza artistica nonché all’archeologia e alla storia. A portare i saluti saranno Daniele Cananzi, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Scienze Umane (Di.Gi.Es.) Università Mediterranea di Reggio Calabria; Giuseppe Caridi, Presidente Deputazione di Storia Patria per la Calabria; Maria Luisa Neri, Vice Presidente Nazionale AIParC; Domenico Cappellano, Console Club di Territorio di Reggio Calabria del Touring Club Italiano; Stefano Iorfida, Presidente Associazione Culturale Anassilaos. Al centro del secondo evento “Locri Epizefiri, una cultura senza tempo” una conversazione di Rossella Agostino, archeologa, già direttore del Museo di Locri, che prendendo spunto dalle testimonianze archeologiche come da quelle letterarie e storiche tramandateci, documentate a Locri, vuole ricordare quale importanza il mondo antico rivesta ancora, nonostante siano passati tanti secoli dalla fondazione delle poleis coloniali ad opera di Greci venuti dalla madrepatria. Testimonianze che molto spesso seppure con forme diverse, adeguate ai gusti del tempo, riportano a gesti della quotidianità contemporanea, a tradizioni mantenute ancora anche in molti dei piccoli centri del territorio calabrese poiché Le culture del mondo antico sono culture…senza tempo. A introdurre l’incontro Salvatore Timpano, Esperto d’Arte, Vicepresidente del Comitato Scientifico AIparC, Direttore del Dipartimento Arte e Patrimonio Materiale e Immateriale AIparC
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Il 23 maggio 1992, Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo, di ritorno da Roma, atterrano a Palermo con un jet del Sisde, un aereo dei servizi segreti partito dall’aeroporto romano di Ciampino alle ore 16,40.
Tre auto blindate li aspettano. È la scorta di Giovanni, la squadra che ha il compito di sorvegliarlo, dopo il fallito attentato del 1989 dell’Addaura.
Dopo aver imboccato l’autostrada che porta a Palermo, all’altezza dello svincolo di Capaci, una terrificante esplosione disintegra il corteo di auto e uccide Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.
Quando parliamo di Giovanni Falcone, il rischio di cadere in ricostruzioni epiche sulla sua figura, è abbastanza elevato.
Era un essere umano, come tutti noi, impegnato a svolgere correttamente il suo lavoro, quello di magistrato. Lo svolse talmente bene da inimicarsi molte persone, alcune delle quali provenienti dalle file stesse dello Stato.
Giovanni Falcone va ricordato perché, grazie alla sua sapiente attività investigativa e al suo metodo riuscì a portare i vertici di Cosa Nostra in tribunale, ed a ottenere pesanti condanne nei loro confronti, cosa mai accaduta prima. Già all’inizio degli
anni’ 70, vi erano stato importanti processi per mafia portati avanti dal giudice Terranova (pure lui ucciso da Cosa Nostra il 25 settembre 1979 ). Essi, però, si concludevano con assoluzioni per insufficienze di prove o lievi pene. In quegli anni
– nonostante l’impegno profuso da magistrati come Terranova – mancava ancora una visione globale del fenomeno mafioso.
Giovanni Falcone era un uomo molto intelligente, probo, equilibrato, e, nello stesso tempo, determinato e tenace.
Amava profondamente la sua Sicilia, e vedendola sottomessa, insanguinata, e corrotta dalla mafia, si impegnò, con tutta la sua energia intellettuale e morale, e con tutte le sue capacità professionali, per liberarla dal suo male.
Non fu folgorato all’improvviso sulla via di Damasco: si immerse nel lavoro, e di esso ne fece una missione professionale.
Ascoltava, osservava, indagava e verificava, e poiché lo faceva con scrupolo ed era dotato di un’intelligenza analitica fuori dal comune, sempre attenta ai dettagli e alle connessioni, ogni giorno faceva un passo in avanti.
Giovanni Falcone non si è mai sentito un eroe, ma solo un uomo dello Stato chiamato a fare il proprio dovere. Contro il mito negativo dell’invincibilità di Cosa nostra diceva: “la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni
umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà una fine”.
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Tra i primi a comprendere la struttura unitaria e verticistica di Cosa Nostra, ha creato un metodo investigativo diventato modello nel mondo.
Rigorosa ricerca della prova, indagini patrimoniali e bancarie, ostinata caccia alle tracce lasciate dal denaro e lavoro di squadra sono stati i suoi fari, le armi con le quali, insieme al pool antimafia, ha istruito il primo maxiprocesso a Cosa
nostra, il suo capolavoro. L’eccezionale impegno di un manipolo di magistrati guidati da Falcone dopo anni di assoluzioni per insufficienza di prove portò alla sbarra 475 tra boss e gregari di Cosa nostra e si concluse con 19 ergastoli e
condanne a 2665 anni di carcere.
Con questa disciplina, giunse a forgiare un metodo investigativo rigoroso perché fattuale, lontano mille miglia dalle suggestioni di teoremi, nutrito in partenza di un modo di lavorare collegiale, paziente e prudente. Un’attitudine a connettere indagini sino ad allora spezzettate, giungendo alla convergenza del molteplice.
Il suo motto era “specializzazione, coordinamento e collaborazione”.
Creò un patrimonio di conoscenze e relazioni internazionali; con il senno di poi sembra fin troppo ovvio che a una mafia trans atlantica, a una criminalità organizzata e internazionale, si dovesse contrapporre una giustizia altrettanto se non più
organizzata e internazionalizzata. Eppure senza Falcone non ci si sarebbe arrivati, e a Falcone fu rimproverato anche questo: che la troppa confidenza e collaborazione con l’FBI e la DEA lo avessero spinto “a voler fare l’americano”.
Falcone definiva la Mafia non come un anti Stato ma uno stato parallelo: lo Statomafia che non è solo mafia e non è solo Stato.
“Un’organizzazione parallela che vuole approfittare delle storture dello sviluppo economico, agendo nell’illegalità … La mafia si alimenta dello Stato e adatta il proprio comportamento al suo … E quanto più lo Stato si disinteresserà della mafia e
le istituzioni faranno marcia indietro, tanto più aumenterà il potere dell’organizzazione”.
La mafia è la patologia del potere; sa adattarsi, trasformarsi, mimetizzarsi, imparando a sfruttare le nuove opportunità criminali offerte per esempio dalla globalizzazione dei mercati finanziari e dalle innovazioni tecnologiche.
Giovanni Falcone osservando la “straordinaria contiguità economica, ideologica, morale tra mafia e non mafia, e l’inevitabile commistione tra valori siciliani e valori mafiosi” ne trasse una considerazione più generale che fa ancora oggi riflettere:
“ Gli uomini d’onore non sono né diabolici né schizofrenici. La tendenza del mondo occidentale, europeo in particolare, è quello di esorcizzare il male proiettandolo su etnie e comportamenti che ci appaiono diversi dai nostri. Ma se vogliamo combattere
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efficacemente la mafia, non dobbiamo trasformarla in un mostro, né pensare che sia una piovra o un cancro. Dobbiamo riconoscere che ci rassomiglia”.
“La cosa più difficile da combattere è proprio questa contiguità, soprattutto quando diventa rapporto di interesse o di potere”.
L’idea di Falcone sulla Mafia nasce sulla scia della precedente opera di un altro grande Uomo e Magistrato, Rocco Chinnici, Capo dell’Ufficio Istruzione di Palermo, il quale dichiarò che: “ … la mafia non recluta solo nelle carceri ma ovunque si
ponga ai giovani la scelta tra l’emarginazione e il prestigio, il ruolo sociale, il denaro facile, le carriere e il successo del mafioso. Tagliare le basi sociali del reclutamento significa recidere le radici stesse dell’organizzazione”.
Siamo vicino all’idea che Falcone svilupperà sulla mafia dispensatrice di vantaggi sociali e amministratrice di giustizia che colma le assenze e gli errori dello Stato.
Venerdì 29 luglio 1983, una Fiat 126 parcheggiata sotto la casa di Rocco Chinnici esploderà, con 75 chili di tritolo uccidendo lui, i due carabinieri di scorta e il portiere dello stabile.
E’ il primo magistrato ammazzato col tritolo; dopo di lui ce ne saranno solo altri due, Falcone e Borsellino.
Ricordare oggi Falcone vuol dire: mantenere vivo il suo esempio, il suo senso del dovere, elevato a senso dello Stato; ribadire che “Chi ha coraggio muore una volta sola, chi ha paura muore tutti i giorni”; capire cosa è il coraggio:
“L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza”.
Falcone vive, continua a vivere tra noi grazie ai risultati della sua opera, per quel che ha fatto, detto, scritto; l’impronta che ha lasciato non si cancella, si trasmette e rinasce.
E’ compito di ciascuno di noi mantenere in vita le sue idee, perché, come Lui ci ha insegnato: “Gli uomini passano, le idee restano. Ma servono nuove gambe per farle camminare”.
Ecco perché è importante ricordare.
Dopo aver liberato la Calabria da 20.850 chilogrammi di plastica e rifiuti dispersi nell’ambiente in ben 23 appuntamenti di clean up tenutisi in contemporanea durante il weekend per la Terra lo scorso aprile, gli oltre 1.000 volontari calabresi di Plastic Free Onlus, l’organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica, tornano in azione. Da venerdì 26 a domenica 28 maggio, si terranno ben 11 appuntamenti in tutte le province per cavalcare l’onda positiva post evento nazionale e continuare a sensibilizzare e bonificare i singoli territori della Calabria. Si tratta del secondo evento regionale dopo quello realizzato nel 2021.
“Sono molto entusiasta di questo rinnovato impegno in simultanea – dichiara Alberto Fio, referente regionale Calabria Plastic Free Onlus – Undici appuntamenti che rappresentano una ulteriore tappa verso un percorso di sensibilizzazione che ci sta dando molte soddisfazioni sia in termini di risposta da parte dei volontari sia da parte delle Istituzioni locali. Saremo in tutte le province della nostra regione. Invitiamo tutti coloro che hanno a cuore l’ambiente e la Calabria a farsi avanti: trascorreremo ore all’aria aperta, operando con il sorriso per un territorio più pulito”, conclude Fio (Plastic Free Onlus).
Si parte venerdì 26 maggio da Casabona in provincia di Crotone. Sabato 27 al mattino a Melito di Porto Salvo (Reggio Calabria) e Zumpano (Cosenza) mentre nel pomeriggio alle 15 l’onda blu Plastic Free Onlus sarà in azione a Parenti (Cosenza). Ben sette appuntamenti domenica 28: al mattino a Palmi (Reggio Calabria), San Giovanni in Fiore (Cosenza), Lamezia Terme (Catanzaro), San Pietro in Guarano (Cosenza) e Reggio Calabria. Nel pomeriggio, infine, Montepaone (Catanzaro) e Bianco (Reggio Calabria).
E’ previsto intorno alle 15 di oggi l’arrivo nel porto di Reggio Calabria della nave “Diciotti” della guardia costiera con a bordo 671 migranti soccorsi nelle ultime ore in mare. Si tratta di 613 uomini, 6 donne, 41 minori e 11 minori non accompagnati. L’attracco sarà sul molo di ponente. Le procedure saranno coordinate dalla prefettura di Reggio Calabria. Dopo lo sbarco, i migranti saranno condotti al centro di prima accoglienza allestito nella palestra dell’ex scuola “Boccioni”, a Gallico, nella periferia nord della città dove i profughi saranno identificati dalla polizia in attesa di essere trasferiti in altre regioni d’Italia secondo il piano di riparto stabilito dal ministero dell’Interno. (ANSA).
L’ex primaria del reparto di dermatologia del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabriaa Giovanna Malara ha impugnato il licenziamento disposto dall’azienda ospedaliera per avere presentato documenti ritenuti falsi per poter partecipare al concorso per primario. Su questa vicenda la professionista è coinvolta in una inchiesta della Procura di Reggio Calabria in cui è indagata per falso, in relazione alla documentazione presentata, e per abuso d’ufficio, insieme ad altre 4 persone, per presunte irregolarità nel concorso a primario vinto. A dare notizia dell’impugnazione del licenziamento sono i suoi difensori, gli avvocati Aurora Notarianni e Oreste Romeo, i quali, in una nota, scrivono che “a seguito di indagine difensiva, è venuta meno l’incerta e precaria ‘base’ del licenziamento senza preavviso, essendo stata acquisita prova certa ed incontrovertibile della perfetta identità tra le certificazioni rilasciate dall’ospedale messinese ‘Papardo’ e quelle depositate dalla dottoressa Giovanna Malara al Gom di Reggio Calabria per corredare la domanda di partecipazione alla selezione al cui esito le è stato conferito l’incarico quinquennale di primaria di dermatologia”. “Peraltro – scrivono sempre i due legali – a mente del cosiddetto ‘bando’ pubblicato dal Gom di Reggio Calabria il 13 gennaio 2017, i certificati in questione non erano neppure richiesti tra i requisiti generali o specifici di ammissione alla procedura selettiva. Stante il deposito nella procedura selettiva indetta dal Gom degli stessi, veritieri dati forniti e trasmessi alla dottoressa Malara dall’Azienda ospedaliera messinese Papardo, è stata proposta formale impugnazione dell’illegittimo provvedimento disciplinare di massimo rigore, del tutto arbitrario nel merito ed atipico sotto il profilo procedimentale seguito dal collegio di disciplina”.
Presente il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Dai banchi del centrodestra e’ partito un applauso.
Il provvedimento, che era stato approvato alla Camera lo scorso 16 maggio, definisce, tra l’altro, l’assetto della società Stretto di Messina Spa e riavvia le attività di programmazione e progettazione.
“E’ una decisione storica, definitiva, attesa da più di 50 anni”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, in conferenza stampa dopo il voto finale sul Decreto Ponte in Senato ribadendo che sarà un’opera green, che darà 100.000 posti di lavoro. “Non è il ponte di Messina, è il ponte degli italiani”, ha sottolineato il ministro. “Nel Def la cifra” per il Ponte “è intorno ai 14 miliardi, ovviamente sono in corso gli studi aggiornati da parte di società”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, in conferenza stampa dopo il voto finale sul Decreto Ponte in Senato
“Dunque è fatta: il Decreto è stato approvato anche in Senato, quindi il Ponte finalmente è legge! E con esso anche tutti i nostri emendamenti mirati a migliori ricadute sul nostro territorio. Grazie a Forza Italia ed al CentroDestra il Ponte sullo Stretto, fortemente voluto dal Presidente Berlusconi, presto sarà realtà. Voglio ringraziare il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che hanno fatto propria questa battaglia e combattendo insieme a noi per raggiungere questo traguardo importante. È una grande conquista per tutto il Paese, ma soprattutto per Calabria e Sicilia!”
Così in una nota Francesco Cannizzaro, Vicepresidente del Gruppo di Forza Italia alla Camera e Responsabile per il Sud del partito.
“Dopo vent’anni – aggiunge il parlamentare reggino – siamo riusciti a sconfiggere il partito dei no, i veti ideologici, i pregiudizi, la paura, il disfattismo. La costruzione di quest’opera strategica porterà anche investimenti nella rete stradale, autostradale, ferroviaria, portando l’alta velocità e l’alta capacità. Il Ponte porta in dote tanto altro, dunque, con importanti ricadute sul territorio anche in termini di servizi. Con miei due emendamenti al Decreto, infatti, sono state previste iniziative in favore delle realtà locali, giustamente preoccupate dagli impatti di un’opera grandiosa, ma altamente impattante. Anzitutto, la realizzazione del Piano integrato di trasporto, con l’obiettivo di adeguare il sistema del trasporto pubblico locale nell’area dello Stretto (sia terrestre che marittimo) alle esigenze di mobilità delle aree rivierasche, tanto durante la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria, quanto successivamente. In secondo luogo, l’adeguamento di porti ed infrastrutture portuali, sia esistenti sia di nuova realizzazione, alla nascente configurazione che deriverà dalla costruzione del Ponte. I porti saranno quindi tutti potenziati, in particolare quello di Villa San Giovanni, con l’approdo a sud, e quello di Tremestieri, che insieme rappresenteranno la svolta per la portualità dello Stretto.”
“Finalmente, il Sud, e di conseguenza l’Italia, saranno dotati di una infrastruttura indispensabile ed efficiente e diventeranno l’hub per eccellenza del Mediterraneo, con Calabria e Sicilia protagoniste di uno sviluppo economico e sociale senza precedenti. È una vittoria soprattutto di Forza Italia e del Presidente Berlusconi – conclude l’Onorevole Cannizzaro – ma anche di tutto il CentroDestra, dei cittadini del Mezzogiorno, di chi ci ha creduto sempre. Avanti tutta!”
Corigliano-Rossano: Saccomanno presente all’evento “Politiche per un Mondo Nuovo”
“È stata scelta la Calabria e la città di Corigliano–Rossano per un approfondimento reale sulla effettiva situazione in cui vive l’economia in Italia ed in Europa. Un’analisi profonda sulle politiche per un mondo nuovo che sono la base per una corretta crescita culturale, sociale ed economica. Alla base dello sviluppo dell’odierna società vi è un necessario equilibrio tra innovazione, sostenibilità e copertura finanziaria. Senza questi fondamentali elementi non vi potrà mai essere un investimento produttivo e di concreta crescita. Venerdì, pertanto, presso il Castello Ducale, Salone degli Specchi, interverranno i maggiori esponenti economici che potranno tracciare una linea reale delle future possibilità e di concrete previsioni dello scenario che attraverserà la nostra Nazione e l’Europa intera. Lectio magistralis dettata dall’On. Antonio Maria Rinaldi (europarlamentare e membro commissione per i problemi economici e monetari), dall’On. Alberto Bagnai (vicepresidente commissione finanze) e dal Sen. Claudio Borghi (membro commissione bilancio). Parteciperanno all’iniziativa anche l’On. Domenico Furgiuele (vice capogruppo alla camera e segretario commissione trasporti), l’avv. Giacomo Saccomanno (commissario regionale Lega Calabria) e l’avv. Maria Carmela Iannini (responsabile regionale Dipartimento Economia). Un momento di necessaria verifica delle effettive condizioni in cui versa l’UE e, conseguentemente, l’Italia. Si parte, a quasi un anno dall’inizio della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina, da un ingresso migliore dell’economia UE nel 2023 da quanto previsto in autunno, con prospettive di crescita per quest’anno dell’o,8% nell’UE e allo 0,9% nella zona euro. Dagli studi eseguiti sembra che la recessione tecnica annunciata in autunno dovrebbe essere scongiurata, con possibile leggera riduzione dell’inflazione sia per il 2013 che per il 2014. E, quindi, risulta evidente che gli sviluppi favorevoli rispetto alle previsioni di autunno hanno migliorato le prospettive di crescita per quest’anno. Domani gli esperti ci diranno come stanno effettivamente le cose e come bisognerà operare. Continua l’attività concreta della Lega, tendente ad affrontare seriamente le tante problematiche che attanagliano la regione e l’Italia, evitando inutili e sterili annunci”.
Lo dichiara Giacomo Francesco Saccomanno, Commissario Regionale della Lega Calabria.
Villa San Giovanni: il resoconto il servizio idrico cittadino da parte del Sindaco Caminiti
Sono in corso attività di controllo e monitoraggio degli allacci idrici di Villa San Giovanni per rilevare anomalie e irregolarità. I controlli, partiti dalla zona di Santa Trada, si estenderanno nelle prossime settimane a tutto il territorio comunale su indirizzo politico dell’amministrazione comunale. Il responsabile del settore dei lavori pubblici e della qualità ambientale arch. Salvatore Foti, sta coordinando gli operai del settore idrico affinché si ponga fine agli usi impropri del prezioso liquido, specie ora che l’estate è alle porte. I primi rilievi hanno permesso di individuare numerose irregolarità sul territorio di Santa Trada. In particolar modo, è emerso che le pratiche scorrette di pochi finiscono per penalizzare i cittadini onesti, la maggior parte, che abitano il territorio tutto l’anno e che in determinati periodi dell’anno sono privati di una risorsa fondamentale come l’acqua. “Ci preme ringraziare – evidenzia l’assessore al ramo Ruggero Marra – i tantissimi cittadini che in queste settimane ci stanno segnalando anomalie di varia natura, a riprova che la nostra comunità vuole respingere odiose prassi di appropriazione indebita dell’acqua che danneggiano la collettività”.
Le attività di controllo sono supportate dal settore economico-finanziario al fine di verificare la regolarità contrattuale e lo stato dei pagamenti, non solo dei privati ma anche di attività commerciali che fanno registrare un consumo importante di acqua. Si sta procedendo con la segnalazione alle autorità competenti degli abusi riscontrati, così da mettere la parola fine a pratiche illegali che oggi, più di ieri, sono intollerabili.
“In questi mesi i nostri operai – continua l’assessore Marra – nonostante i pochi mezzi a disposizione, hanno svolto un lavoro eccellente su tutto il territorio riparando numerose perdite e sostituendo interi tratti di condotta idrica. Abbiamo deciso di adottare nuove modalità che ci consentano di affiancare al nostro personale interno altre risorse nelle prossime settimane e nei mesi estivi, dal momento che l’Ente causa dissesto non può assumere né internalizzare il servizio”. Ad oggi possiamo dire di aver migliorato notevolmente, in soli 11 mesi, la situazione ereditata: i serbatoi non subiscono chiusure da mesi perché i livelli sono ottimali e laddove tali chiusure vengono effettuate – come nel caso del serbatoio “Tecnico” (che serve la parte centrale e il quartiere Pezzo) – queste non avvengono più nelle ore serali ma solo dopo le 00.30 e per massimo quattro ore a notte. Siamo a lavoro per efficientare anche questo serbatoio e speriamo di poterlo fare nel più breve tempo possibile per alleviare anche questi piccoli disagi alla nostra comunità.
Lo abbiamo detto sin dal nostro insediamento: lavoriamo su due linee direttrici, l’ordinario e la programmazione futura. Sulla prima abbiamo già detto; quanto alla seconda, dopo aver rescisso il contratto con Telereading abbiamo dotato l’ente di elettrovalvole di proprietà comunale che oltre a migliorare il servizio dal punto di vista qualitativo ci stanno permettendo di abbattere i costi della reperibilità notturna che l’ente doveva riconoscere al personale addetto alle manovre di apertura e chiusura dei serbatoi. Questo ci permette di investire le stesse risorse in lavoro straordinario per interventi importanti su tutto il territorio. Inoltre, abbiamo modificato il regolamento comunale chiamando alla responsabilità quanti hanno perdite private, causate cioè dai propri impianti, che fino a qualche mese addietro venivano prese in carico dai nostri operai con un aggravio sia economico che di forza lavoro che quest’ente, in dissesto, non può certo permettersi. Questa modifica ha fino ad oggi garantito all’ente un risparmio considerevole.
Siamo in attesa di sapere se ci verranno finanziate due proposte progettuali per il “CIS Acqua bene comune” a cui abbiamo partecipato e che rivoluzionerebbero completamente la nostra rete idrica, che ad oggi resta purtroppo un colabrodo nonostante gli importanti interventi realizzati in questo primo anno di attività amministrativa. Viviamo in un’epoca in cui i cambiamenti climatici stanno mettendo a serio rischio risorse fondamentali come l’acqua. Per questo sentiamo il peso di mettere in campo scelte dure e a volte impopolari che hanno l’obiettivo di migliorare il servizio a garanzia della stragrande maggioranza di noi che rispetta le buone prassi. Continueremo senza soste nelle attività di verifica ed efficientamento della rete, comunicando passo dopo passo alla cittadinanza i risultati ottenuti.
Il sindaco, la giunta, il gruppo consiliare “Città in Movimento”
Mario Occhiuto sul decreto per il riparto del Fondo ordinario: “Ha il merito di sostenere la crescita diffusa”
“Il decreto per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l’anno 2023, proposto dal ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha il merito di sostenere la crescita diffusa e inclusiva del sistema della ricerca, consolidare la ricerca fondamentale e rafforzare quella interdisciplinare, valorizzare la circolazione di conoscenza e competenze tra ricerca e sistema produttivo. Il decreto inoltre accompagna lo sviluppo di una nuova generazione di ricercatori, promuove la dimensione internazionale dell’alta formazione e della ricerca e assicura il coordinamento della ricerca nazionale, europea e internazionale”. Lo dichiara il senatore di Forza Italia, Mario Occhiuto, relatore in Commissione Cultura dello Schema di decreto per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l’anno 2023. “Auspico che da oggi in poi si imprima un’accelerazione per l’adozione del decreto ministeriale di riparto del Foe in tempi idonei, in modo da assicurare l’erogazione delle risorse entro i primi mesi dell’anno e non più nei mesi finali dell’esercizio finanziario, come accaduto finora. Solo in questo modo si potrà garantire l’ottimale raggiungimento degli obiettivi prefissati nei progetti di ricerca” conclude.