Secondo sbarco in 24 ore al Porto di Roccella Ionica, nella Locride. Dopo l’arrivo poco prima dell’alba di ieri di 55 profughi afgani, siriani e curdi tra cui sette minori e cinque donne, anche oggi, a seguito di un’altra operazione di soccorso in mare compiuta dalla Guardia Costiera, sono approdati nello scalo marittimo reggino altri 31 migranti, tutti giovani, tutti di sesso maschile e tutti di nazionalità bengalese. Prima di essere soccorsi, trasbordati su una delle motovedette della Guardia Costiera di Roccella Ionica e condotti in sicurezza in porto, i migranti si trovavano a bordo di un malandato barcone in legno ormai alla deriva localizzato a circa 120 miglia al largo della costa della Calabria. Il barcone sarebbe partito circa tre giorni e mezzo fa dalle coste della Libia. Dopo l’arrivo a Roccella Ionica, i profughi sono stati sottoposti ad una prima visita medica e, successivamente, su disposizione della Prefettura di Reggio Calabria, momentaneamente sistemati nello stesso scalo portuale reggino all’interno della tensostruttura gestita dai volontari della Croce Rossa, della Protezione civile e da una equipe di Medici senza frontiere. Con lo sbarco di stamattina è salito a 14 il numero degli arrivi di profughi, nel solo Porto di Roccella, nel 2023, per un totale di oltre duemila migranti. (ANSA).
Home
Evadono dai domiciliari per incontrarsi e parlare. Due persone di 47 e 31 anni, entrambi soggetti all’obbligo nelle loro abitazioni, sono stati sorpresi e arrestati dai carabinieri per evasione. I militari della stazione del quartiere Santa Maria di Catanzaro, nel corso di un servizio finalizzato al controllo dei soggetti sottoposti a misure di detenzione domiciliare, non li hanno trovati nelle rispettive abitazioni avviando subito le ricerche. I due che si erano ingiustificatamente allontanati da casa, sono stati individuati nelle vie adiacenti ai loro domicili mentre erano intenti a discutere tra loro. Entrambi sono stati nuovamente arrestati e posti momentaneamente ai domiciliari in attesa del giudizio per direttissima. (ANSA).
Si è aperta la prima Masterclass intensiva dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, sui temi del progetto rigenerativo per i cambiamenti climatici, alla presenza del Rettore Giuseppe Zimbalatti, del Direttore Adolfo Santini, della delegata alla RUS di Ateneo Prof.ssa Marina Mistretta, dalla prof.ssa Consuelo Nava Direttrice della Masterclass e del Laboratorio universitario ABITAlab che ha promosso l’iniziativa di alta formazione, riconosciuta tra le esperienze avanzate di alta formazione per studenti e professionisti.
In collaborazione con il Nature-City Lab dell’Università della Basilicata e l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Reggio Calabria, intervenuti all’apertura, insieme a Pensando Meridiano e PMopenlab e con il patrocinio della RUS nell’iniziativa del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2023, ABITALab propone dal 5 maggio al 1° giugno 2023 presso la Cittadella Universitaria un’attività di “high education”/Alta Formazione sui temi del progetto ecologico avanzato, con gli strumenti del Design Rigenerativo e del suo controllo digitale, attraverso l’applicazione computazionale, con l’uso di programmi e strumenti avanzati. Sempre più le agenzie di progettazione in ambito internazionale e nazionale e gli ambiti competitivi delle opportunità del PNRR, intraprendendo attività progettuali complesse dal punto di vista della sostenibilità e della resilienza a scala locale e globale, richiedono competenze e abilità nelle strumentazioni proposte e sui temi discussi nella Masterclass.
La Masterclass ha l’obiettivo di trasferire conoscenze e skills nel campo “dell’Architettura Avanzata per la Transizione Ecologica e Digitale”, acquisendo capacità in ambito di analisi climatica e sua modellazione previsionale in scenari di cambiamento climatico e di contesto “site specific”/localizzato, ai fini di utilizzare dati e modellazione per produrre progettualità alla scala urbana, di edificio e di sistema, controllando impatti e comportamenti di tipo ambientale e energetico nel rapporto tra sistemi fisici e risorse naturali e loro effetti, nella fase di predesign e di sviluppo del progetto, per le trasformazioni dell’ambiente costruito verso la decarbonizzazione.
I docenti e i lecturers della Masterclass sono tra i riconosciuti esperti nel settore, con esperienze di sviluppo, applicazione e trasferimento al campo dell’Architettura, delle questioni scientifiche e culturali e degli strumenti del Progetto Digitale per i Cambiamenti Climatici, a livello nazionale e internazionale.
Il Rettore prof. Giuseppe Zimbalatti è intervenuto dando il benvenuto ai 66 iscritti della prima Masterclass intensiva dell’Ateneo reggino “il programma è molto inteso e da corpo in maniera sostanziale alla mission del nostro Ateneo e del sistema universitario nazionale, quello pubblico in particolare per cercare di elevare il più possibile l’asticella della formazione dei nostri giovani laureati. Inoltre trovo molto interessante e molto utile il coinvolgimento della RSU – Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile – che qui rappresentata dalla prof.ssa Mistretta, perché è un collegamento Global molto importante ”
La Direttrice della Masterclass prof.ssa Consuelo Nava dichiara “ Questa prima edizione della Masterclass ci restituisce una risposta di grande interesse, con l’anno accademico ancora in corso, nella sua forma blended abbiamo 66 partecipanti, tra i 46 in presenza studenti degli ultimi anni del Corso di Laurea in Architettura, Dottorandi della nostra Università e professionisti e poi tra i 20 a distanza ci seguono gli studenti dell’Università della Basilicata, i dottorandi ei ricercatori dell’Università di Trento, di Genova, Firenze, La Sapienza e Roma 3, Napoli. Un interesse per i temi che il nostro Laboratorio pratica ormai da anni nelle attività di ricerca, formazione e trasferimento tecnologico, con un network di ricercatori e esperti che a livello internazionale ci riconoscono un particolare modo di trasferire l’innovazione nel progetto ecologico per la transizione. Sono davvero grata per l’interesse e se tutto questo è possibile si deve certamente all’abnegazione, la passione e la serietà con cui i giovani ricercatori del laboratorio e gli studenti che lo frequentano, si impegnano quotidianamente nelle attività che conduciamo e trasferiamo. Li ringrazio di vero cuore, questa esperienza si allargherà a altri studenti e ricercatori e ci renderà un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale”
(ANSA). Secondo sbarco in 24 ore al Porto di Roccella Ionica, nella Locride. Dopo l’arrivo poco prima dell’alba di ieri di 55 profughi afgani, siriani e curdi tra cui sette minori e cinque donne, anche oggi, a seguito di un’altra operazione di soccorso in mare compiuta dalla Guardia Costiera, sono approdati nello scalo marittimo reggino altri 31 migranti; tutti giovani, tutti di sesso maschile e tutti di nazionalità bengalese. Prima di essere soccorsi, trasbordati su una delle motovedette della Guardia Costiera di Roccella Ionica e condotti in sicurezza in porto, i migranti si trovavano a bordo di un malandato barcone in legno ormai alla deriva localizzato a circa 120 miglia al largo della costa della Calabria. Il barcone sarebbe partito circa tre giorni e mezzo fa dalle coste della Libia. Dopo l’arrivo a Roccella Ionica, i profughi sono stati sottoposti ad una prima visita medica e, successivamente, su disposizione della Prefettura di Reggio Calabria, momentaneamente sistemati nello stesso scalo portuale reggino all’interno della tensostruttura gestita dai volontari della Croce Rossa, della Protezione civile e da una equipe di Medici senza frontiere. Con lo sbarco di stamattina è salito a 14 il numero degli arrivi di profughi, nel solo Porto di Roccella, nel 2023, per un totale di oltre duemila migranti. (ANSA).
Si concluderanno oggi, martedì 9 maggio, le riprese del cortometraggio Amaranta, una produzione Kama Productions con la collaborazione dei Comuni di Paola e Belmonte Calabro e con il sostegno della Calabria Film Commission. Scritta da Menotti – sceneggiatore tra i più apprezzati del cinema contemporaneo, vincitore del David di Donatello per Lo chiamavano Jeeg Robot – e diretta dal pluripremiato regista colombiano Juan Diego Puerta Lopez, l’opera è un film sulla proiezione delle paure e della coscienza di un uomo ipocondriaco ai tempi del dilagare del virus: tormenti, allucinazioni e pensieri raziocinanti girano intorno al protagonista e al suo interscambio di relazioni oramai offuscato da un isolamento forzato ma anche voluto. A far altalenare la sua mente tra delirio e preoccupazione è la notizia del contagio di Covid-19 di una presunta prostituta che gli abita accanto; attraverso la guida diretta di una psicologa ma più ancora dalla vicina mal giudicata,
Ivo riuscirà a smuovere il proprio animo di uomo bloccato, non solo metaforicamente ma anche fisicamente in una prigione che precedentemente si chiamava casa, anche molto tempo dopo la riapertura e fine del lockdown.
La sceneggiatura accarezza la realtà tanto da sembrare una fedele riproposizione del vero mischiandosi al mondo del fantastico che la sapiente penna di Menotti, anche grazie alla sua esperienza di fumettista, padroneggia in modo magistrale.
Interpreti del film sono il palermitano Francesco Guzzo (David di Donatello corale per Baaria), nel ruolo di Ivo, la cilena Carolina Patino in quello di Amaranta e l’emergente talento calabrese Francesca Ritrovato nella veste di psicologa.
Questo cortometraggio, girato tra i comuni di Paola e Belmonte dal 6 al 9 maggio, è il prologo di un lungometraggio di finzione dal titolo Tornasole in cui il personaggio di Amaranta correla tre diverse storie che hanno luogo in un piccolo e archetipico paese del sud Italia. La figura della prostituta sudamericana e il contesto epidemico diventano i poli di un dispositivo narrativo che li prevede detonatori delle psicosi pregresse e delle doppie morali annidate nelle opinione pubblica e nel privato di ogni persona o famiglia, che il contesto sociale biasima e al contempo alimenta, con dinamiche individuali e collettive che provengono da ben prima della crisi epidemica e si protraggono nel tempo presente anche dopo il suo ufficiale superamento.
“Abbiamo messo a segno un altro colpo nel grande quadro del Decreto Ponte. Con l’emendamento 4.17 approvato oggi, l’Autorità di Sistema portuale dello Stretto potrà individuare i progetti prioritari necessari all’adeguamento delle infrastrutture locali, avviando un percorso di rifunzionalizzazione, anche al fine di renderle più coerenti e funzionali con la nuova configurazione che sarà determinata dalla costruzione del Ponte. In sostanza, è un’iniziativa che dà un grande vantaggio ai territori dell’Area dello Stretto.”
Così in una nota l’Onorevole Francesco Cannizzaro, Responsabile di Forza Italia per il Sud e Vicepresidente azzurro alla Camera, questo pomeriggio primo firmatario e presentatore di un altro emendamento, approvato poche ore fa, al Decreto Legge 31 marzo 2023 n.35, “Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra Calabria e Sicilia”, quello più semplicemente ribattezzato “Decreto Ponte”.
“Con l’approvazione di questo emendamento sulla infrastrutturazione portuale nell’Area dello Stretto – spiega il Deputato reggino – si completa l’iniziativa di Forza Italia in favore delle realtà locali interessate dalla costruzione del Ponte. Assieme all’altro mio emendamento sul Piano Integrato dei Trasporti Locali, approvato settimana scorsa, adesso la realizzazione della grande opera dovrà combinarsi anche con i progetti necessari all’adeguamento delle infrastrutture portuali, sia quelle di nuova costruzione sia quelle già esistenti, per conformarle alla configurazione che verrà determinata dall’esistenza del Ponte. Da adesso, dunque, sarà demandato all’Autorità di Sistema portuale dello Stretto il compito di sviluppare ed eseguire anche progetti di miglioramento dei Porti di Reggio Calabria, Villa San Giovanni e Messina, affinché siano in grado di assicurare una maggiore funzionalità. Interventi che, tra l’altro, potranno essere identificati come d’interesse nazionale prioritario e strategico e quindi, come tali, beneficiare di appositi finanziamenti e procedure di semplificazione. In virtù di tutto ciò, l’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto potrà essere autorizzata a procedere anche in deroga alle procedure ordinarie, per un’attuazione più rapida. Il beneficio più immediato – aggiunge Francesco Cannizzaro – sarà per esempio per i cosiddetti approdi a Sud, a Villa San Giovanni, con la velocizzazione delle procedure di progettazione e realizzazione dello spostamento del porto traghetti nella nuova localizzazione a sud degli invasi; stesso dicasi per le nuove attività intraprese per il Porto di Reggio Calabria e per la rifunzionalizzazione del Porto di Saline Joniche.”
“In altre parole, si tratta di un grande risultato a sostegno soprattutto delle realtà locali, giustamente preoccupate dagli impatti di un’opera colossale, com’è appunto il Ponte sullo Stretto. Ponte che, nel frattempo, proprio in queste ore, ha incassato anche il parere favorevole per i profili finanziari in Commissione Bilancio – aggiunge l’On. Cannizzaro, che ha svolto il ruolo di relatore -.
E, a proposito di risultati positivi incassati dal Decreto, oggi a Commissioni Ambiente e Trasporti riunite sono stati approvati altri emendamenti a firma del CentroDestra, che prevedono l’investimento di 8 milioni di euro con i quali i comuni di Villa San Giovanni e Messina potranno adottare un piano per la comunicazione dedicato alla realizzazione del Ponte sullo Stretto.
“Sento il dovere di ringraziare i colleghi deputati delle Commissioni Ambiente e Trasporti, Caroppo, Tosi e Sorte, Cortellazzo, Mazzetti, i colleghi relatori del Decreto, Francesco Battistoni per Forza Italia e Domenico Furgiuele per la Lega, unitamente ai Sottosegretari Tullio Ferrante ad Infrastrutture e Trasporti e Matilde Siracusano ai Rapporti con il Parlamento; tutti incessantemente impegnati allo svolgimento dei lavori nelle Commissioni interessate, rafforzando quella che è la basilare idea di gruppo che contraddistingue il CentroDestra, seguendo quelle che sono sempre state le linee guida di Forza Italia e di Silvio Berlusconi. Andiamo avanti spediti – conclude Francesco Cannizzaro – verso la conversione del Decreto in Aula di settimana prossima.”
Per lo svolgimento delle attività in piena sicurezza, da domani e fino al 20 maggio 2023, sarà temporaneamente chiuso al transito del tratto Coccorino-Joppolo, nelle fasce orarie: 8:30 12:30 e 13:30 – 17:30 nelle giornate di Martedì, Giovedì, Venerdì e Sabato e nelle fasce orarie 8:30 – 12:30 e 13:30 – 16:00 nelle giornate di lunedì e mercoledì.
ll provvedimento si rende necessario per consentire il posizionamento, sul piano viabile, dell’automezzo con gru necessario per eseguire le chiodature e le fondazioni delle barriere paramassi.
Al di fuori delle fasce orarie di chiusura resta attivo il transito a senso unico alternato dal km 0,140 al km 0,600, secondo l’Ordinanza emessa dall’Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia.
Le attività, definite dalla convenzione siglata tra Anas, Regione Calabria e Provincia di Vibo Valentia, sono state concordate con la Provincia e con il comune di Joppolo, al fine di agevolare e limitare i disagi al traffico veicolare, in particolare dei pullman delle scuole.
Anas, società del Gruppo FS Italiane, ricorda che quando guidi, Guida e Basta! No distrazioni, no alcol, no droga per la tua sicurezza e quella degli altri (guidaebasta.it). Per una mobilità informata l’evoluzione della situazione del traffico in tempo reale è consultabile anche su tutti gli smartphone e i tablet, grazie all’applicazione “VAI” di Anas, disponibile gratuitamente in “App store” e in “Play store”. Il servizio clienti “Pronto Anas” è raggiungibile chiamando il numero verde gratuito 800.841.148.
“Hanno bloccato la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina quando costava 8,5 miliardi di euro e oggi hanno il coraggio di lamentarsi se le stime finanziarie per realizzare l’opera sono aumentate a 13,5 miliardi? È l’ennesimo paradosso dei No Ponte“. A dirlo, in una nota, il Comitato ‘Ponte Subito’ che prosegue: “In questi 12 anni tutto è aumentato, il valore del denaro è diminuito, il boom dell’inflazione esploso lo scorso anno con la fine della pandemia e lo scoppio della guerra in Ucraina ha fatto lievitare il costo della farina, del latte, delle uova, del caffè, dei carburanti, dell’energia. Come si può pensare, quindi, che costruire il Ponte oggi possa costare quanto costava 11 anni fa? Piuttosto, se davvero bisogna individuare i colpevoli di quest’aumento spropositato dei costi, sono proprio coloro che hanno bloccato l’opera nel 2011 quando a Cannitello erano già iniziati i lavori ma il ‘no’ ideologico della politica ha prevalso sulle reali esigenze del territorio. Inoltre l’insularità della Sicilia costa 6,5 miliardi di euro l’anno, per un totale di 78 miliardi di euro solo negli ultimi 12 anni: non fare il Ponte continua a costare cifre incommensurabili, superiori enormemente rispetto all’investimento necessario per realizzare la grande opera che darebbe crescita e sviluppo ripagandosi da sola in poco più di un anno di esercizio” conclude la nota del Comitato.
La Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia si prepara alla manifestazione nazionale di Napoli, il prossimo 20 maggio, con una fase di mobilitazione unitaria e una campagna di assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori finalizzate a discutere e rilanciare i grandi temi delle piattaforme unitarie avanzate nei confronti del Governo e delle Imprese al fine di ottenere un cambiamento delle politiche industriali, economiche, sociali e occupazionali. E della mobilitazione si è discusso anche nel corso dell’Assemblea Generale allargata della Cgil Area che si è tenuta questa mattina nel Salone Unioncamere Calabria a Lamezia Terme, alla presenza del segretario regionale Angelo Sposato. Ad introdurre il tema della mobilitazione è stato il segretario generale dell’Area Vasta, Enzo Scalese, dopo l’approvazione del Bilancio Preventivo 2023. Si è provveduto, inoltre, alla costituzione del Coordinamento per la contrattazione sociale e territoriale e alla costituzione delle Assemblee Territoriali con l’individuazione dei delegati. L’assemblea ha provveduto anche alla nomina dei Direttori Inca di Vibo Valentia e Crotone, rispettivamente Francesco Rombolà e Vittoria Torromino.
“Dobbiamo avere la forza di spiegare ai cittadini e alle cittadine come stanno le cose, reagendo alla demagogia di questo Governo – ha sottolineato il segretario generale Scalese -. Stiamo per affrontare una stagione molto dura che la nostra organizzazione deve affrontare in maniera unitaria: la nostra azione deve essere finalizzata alla messa in sicurezza del territorio, a salvaguardare i precari, a garantire il diritto alla salute di tutti e tutte. Sicurezza del territorio che si accompagna alla tutela dell’ambiente e alla possibilità di legare alla prevenzione il grande tema dell’occupazione: da sempre parliamo della creazione di posti di lavoro legati alla salvaguardia del territorio”
“Saremo in piazza per la tutela dei redditi dall’inflazione e per chiedere all’aumento del valore reale delle pensioni e dei salari, rinnovo dei contratti nazionali dei settori pubblici e privati, per un mercato del lavoro inclusivo e per dire no alla precarietà; per dire basta morti e infortuni sul lavoro – ha detto ancora Scalese -. Occorre ridare valore al lavoro, eliminare i subappalti a cascata e incontrollati, e portare avanti una lotta senza quartiere alle mafie e al caporalato. Sono questi alcuni dei grandi temi che dobbiamo affrontare con determinazione, pensando a come garantire i diritti di cittadinanza, che non vengono minimamente rispettati, a pensare soluzioni per bloccare l’emigrazione dei giovani che svuotano una regione dove ad oggi, come risulta da una indagine del Sole 24 ore, dove i pensionati superano di gran lunga i lavoratori. Torniamo a parlare di medicina territoriale e dell’incremento del costo dell’energia: teniamo alta l’attenzione sui diritti dei calabresi”, ha concluso il segretario generale Scalese sollecitando la presenza alla manifestazione dei Forestali, in programma per giovedì 12 alle 10 davanti alla sede della Cittadella regionale.
“Il Presidente Occhiuto dica al Presidente Meloni che in Calabria i giovani stanno andando via tutti perché manca il lavoro e il futuro, che i pensionati sono più dei lavoratori attivi, che in Calabria cadono i ponti alla prima pioggia ed il mezzogiorno è diventato uno sfasciume pendulo sul mare, come diceva Giustino Fortunato”, ha detto il segretario regionale Angelo Sposato ribadendo che la Cgil sarà unitariamente a Catanzaro il prossimo 12 maggio “per il lavoro e il territorio, il 20 a Napoli per i salari, le pensioni, per un Paese più giusto e solidale”.
Sposato rimarca la necessità di “proporre soluzioni alternative per fa cambiare le cose. Il tema della mobilitazione nazionale deve impegnare la nostra organizzazione con la massima potenza di fuoco: la buona riuscita della manifestazione permette di mantenere alta l’attenzione sui temi nazionali che noi abbiamo posto che sono quelli della lotta all’inflazione, la richiesta dell’aumento salari, la riforma dei salari. Spieghiamo ai cittadini che gli interventi preannunciati sono dei bonus camuffati, giusto per citare un esempio della comunicazione fuorviante utilizzata da questo Governo,”. “E ci dispiace – dice ancora Sposato – che Occhiuto, indossando la casacca della Autonomia Differenziata, abbia messo discussione la Vertenza Calabria; noi parlavamo di manutenzione delle infrastrutture, della messa in sicurezza delle strade, e non della realizzazione del Ponte sullo Stretto. Dopo quanto accaduto a Longobucco è ancora di più importante la mobilitazione. Dobbiamo avere coraggio di aprire quante più vertenze possibile – ha concluso Sposato – anche nella elaborazione di proposte alternative, da portare nelle assemblee nei posti di lavoro e nei territori, in maniera unitaria: proiettiamoci verso l’autunno che deve essere di mobilitazione e rinascita”.
L’associazione culturale Le Muse “Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria continua i suoi appuntamenti con cadenza settimanale e lo ha fatto, questa settimana, riunendo prestigiose personalità e noti professionisti per parlare di “Prevenzione dei fenomeni di adescamenti: bullismo e cyber – bullismo”. Il presidente prof. Giuseppe Livoti in apertura dei lavori ha ricordato come per il mese di maggio l’associazione ogni domenica metterà a fuoco argomenti di grande attualità che riguardano tutte le età dell’uomo evidenziando anche il rapporto che lega le diverse generazioni attraverso -tentazioni della contemporaneità-. Gli ospiti della conversazione Muse sono stati Antonio Luciano Battaglia esperto di Analisi Web, Cyber-Security Cyberbullismo & Cyber-Intelligence, Massimo Pirrello – avvocato e delegato Muse Cultura della Legalità e del Diritto, Dominella Quagliata – psicologa e psicoterapeuta.
Livoti ha ribadito come l’argomento delle prevenzione dei fenomeni di adescamenti ci porta ad evidenziare come occorre e conoscere i rischi, contatti con adulti sconosciuti, esposizione a contenuti violenti e/o sessuali inadeguati all’età, perdita di controllo di eventuali informazioni, foto e video condivisi, violazioni della privacy (diffusione incontrollata di informazioni riservate) e che sia necessario costruire alleanze educative con altri adulti di riferimento confrontandosi con altri genitori, amici e parenti. Antonio Luciano Battaglia esperto di Analisi Web, Cyber-Security Cyberbullismo & Cyber-Intelligence ex funzionario della polizia in quiescenza si è soffermato sul ruolo della Polizia Postale che ha avuto modo di constatare negli anni che molti adulti pedofili, dediti all’attività di scambio di materiale pedopornografico in rete, rubano foto/video di vita quotidiana pubblicate sui social dai genitori di bambini/e felici e spensierati mentre svolgono attività quotidiane. Mi muovo in questo settore da più di 15 anni e mi rivolgo a tutte le età con particolare attenzione alle scuole. Il problema è dato dal fatto continua Battaglia, che dobbiamo essere consapevoli quando ci affacciamo al mondo del web che è una piazza libera e per questo nulla è sicuro in rete. I “servizi cloud” sono risorse applicative e infrastrutturali presenti su Internet ed i provider terzi forniscono agli abbonati questi servizi, consentendo ai clienti di sfruttare potenti risorse di elaborazione senza dover acquistare o mantenere hardware e software. Da tutto ciò emerge che i dispositivi sanno tutto di noi, appena accendiamo un computer o un cellulare e la mente artificiale ha un algoritmo che si modifica in base alle nostre pianificazioni on line.
Dominella Quagliata – psicologa e psicoterapeuta si è soffermata sul senso della famiglia oggi. Le offese, dice nel tempo, gli atti di bullismo ci sono sempre stati, il mondo cyber li ha amplificati. Dietro un computer dunque si rischia, essendo schermati, di aggredire non verbalmente ma con commenti ed interazioni scrittografiche. Per le famiglie sarebbe utile ed occorre definire insieme a bambini/e il tempo che possono trascorrere online, scegliere insieme le app da scaricare, prestando attenzione ai limiti di età prevista. Il “cyberbullismo” è la manifestazione in Rete di un fenomeno più ampio e meglio conosciuto come “bullismo” continua la Quagliata, il tutto, caratterizzato da azioni violente e intimidatorie esercitate da un bullo, o un gruppo di bulli, su una vittima. Le azioni possono riguardare molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, generalmente attuate in ambiente scolastico. Oggi la tecnologia consente ai bulli di infiltrarsi nelle case delle vittime, di materializzarsi in ogni momento della loro vita, perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite smartphone o pubblicati sui siti web tramite Internet. Il bullismo diventa quindi cyberbullismo. Il cyberbullismo definisce un insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo, realizzate mediante strumenti elettronici (sms, mms, foto, video, email, chat rooms, instant messaging, siti web, telefonate), il cui obiettivo è quello di provocare danni ad un coetaneo incapace di difendersi. Storie che hanno in comune non una età. Ma che in realtà evidenzia l’aggressività della società attuale, sinonimo di frustrazioni, poiché, dietro lo schermo non ci riconosce e l’interazione non si umanizza dietro lo schermo stesso. Massimo Pirrello, avvocato e delegato Muse Cultura della Legalità e del Diritto si è soffermato su un punto di vista strettamente normativo dove non vi è una legge specifica sul bullismo; vi è però la Legge n. 71/2017 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”. Questa fornisce una definizione di cyberbullismo: «qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito dei dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti online aventi a oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore, il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori, ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso o la loro messa in ridicolo». Stabilisce che il minore ultraquattordicenne, vittima di episodi di cyberbullismo, possa richiedere l’oscuramento, la rimozione o il blocco dei contenuti diffusi in rete inviando un’istanza al titolare del trattamento o al gestore del sito del social network. Il gestore ha 24 ore di tempo per provvedere; in caso negativo, l’interessato potrà rivolgersi al Garante per la protezione dei dati personali, che procederà a rimuovere i contenuti entro 48 ore. Coinvolge sia il Consiglio dei Ministri nella redazione di un piano annuale di contrasto e di prevenzione al cyberbullismo, sia il Ministero dell’Istruzione nell’adozione di linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del fenomeno nelle scuole, in collaborazione con la Polizia Postale. Prevede che sia il dirigente scolastico a informare tempestivamente i genitori della vittima e del cyberbullo, una volta venuto a conoscenza di atti di violenza e prevaricazione. Ogni regolamento scolastico dovrà prevedere una serie di misure disciplinari commisurate alla gravità degli atti posti in essere. Ed infine, ribadisce l’avvocato Pirrello, contempla l’ammonimento per il cyberbullo infra diciottenne da parte del Questore, il quale interverrà convocando il minore e la sua famiglia.
Il nostro legislatore ma anche la recente giurisprudenza è sempre più attenta e sensibile al fenomeno. Difatti, l’attenzione non solo legislativa e giurisprudenziale ma anche politica e mediatica è in prima linea contro la svalutazione dei sentimenti e delle sensibilità delle vittime, rendendo protagoniste le emozioni negative e le paure. Solo noi cittadini, associazioni come Le Muse, club service possiamo davvero azionare un vero e proprio cambiamento improntato al rispetto della dignità e dei sentimenti dei soggetti fragili. Un invito dunque dalle Muse a conoscere ed a continuare a creare eventi sugli strumenti digitali, informandosi sulle impostazioni di privacy di strumenti, app e servizi; attivare il parental control e i filtri con password per monitorare contenuti consultati e ambienti digitali. Condividere le password o i PIN di accesso a smartphone e profili social e considerarla una regola di ingaggio necessaria per poter vivere meglio e liberi da problemi che potrebbero ripercuotersi nella vita di ogni giorno.