Alcuni naufraghi che si trovavano sul caicco che lo scorso 26 febbraio si è schiantato a ridosso della spiaggia di Steccato di Cutro, provocando la morte di almeno 94 persone di cui 35 bambini, hanno riferito di aver visto un elicottero bianco diverse ore prima dell’incidente. Lo riferiscono diversi media, secondo i quali di fronte a delle immagini gli stessi testimoni avrebbe indicato il velivolo nell’elicottero della Guardia costiera italiana. Su questi aspetti – sempre secondo quanto scrivono i media – sarebbero in corso degli accertamenti legati all’inchiesta della Procura di Crotone, che punta ad accertare eventuali responsabilità sul mancato intervento di soccorso al barcone naufragato sulla costa jonica, nell’ambito della quale sono indagate sei persone, tra cui tre ufficiali della Guardia di finanza. L’altra inchiesta riguarda quella sui quattro scafisti. Una delle tre testimonianze, tutte rese attraverso dichiarazioni videoregistrate nel giugno scorso in due diversi campi di accoglienza nella Germania settentrionale, parlerebbe di un elicottero (“tutto bianco con una coda rossa e insegne rosse”) che alle 19 e poi alle 22 del 25 febbraio, quindi diverse ore prima dello schianto, avrebbe sorvolato l’imbarcazione per poi andare via. Una tesi che troverebbe quindi conferma da almeno tre persone. (ANSA).
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Un uomo di 44 anni con precedenti, di Corigliano Rossano (Cosenza), ex sorvegliato speciale di pubblica sicurezza, è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di tentato omicidio. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, lo scorso 9 giugno un commerciante del posto si è presentato al Pronto soccorso con delle lesioni gravissime e diffuse in tutto il corpo, dicendo di essere caduto. Una versione che non ha convinto i sanitari e gli investigatori. Nei giorni successivi le condizioni dell’uomo si sono poi aggravate, tanto che alle fratture sono conseguiti gli scompensi causati dalle lesioni interne, che hanno determinato un quadro clinico drammatico. Per questa ragione il commerciante è entrato in coma ed è stato ricoverato, in prognosi riservata, nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Cosenza. Le condizioni generali della parte lesa solo di recente sembra abbiano avuto un miglioramento, ma le conseguenze delle lesioni subite potranno essere valutate solo dopo un complesso percorso riabilitativo. Dagli accertamenti svolti, i carabinieri hannocomme individuato nel 44enne l’autore delle lesioni che hanno ridotto in fin di vita la vittima. (ANSA)
È stato necessario l’intervento di carabinieri, vigili del fuoco e 118 per fermare la furia di un cittadino straniero di 26 anni che, dopo un litigio con un’altra persona, ha danneggiato un’auto e salito sul tetto di un camioncino in evidente stato di alterazione. È accaduto a Lamezia Terme nel quartiere scalo di Santa Eufemia. Il giovane con un masso avrebbe sfondato il parabrezza dell’auto parcheggiata e con fatica è stato fermato dalle forze dell’ordine. Militari dell’Arma, sanitari e vigili del fuoco lo hanno neutralizzato e convinto a scendere dal camioncino per poi condurlo in ospedale per gli accertamenti e le cure del caso. Sull’episodio sono in corso indagini. (ANSA).
“Settimane fa, attraverso le testimonianze raccolte dai nostri referenti locali, siamo stati tra i primi a denunciare, a livello nazionale, l’emergenza legata alla carenza di personale sanitario nell’Azienda ospedaliera di Cosenza, mettendo in guardia collettività e la classe politica nazionale e regionale che, andando incontro al protrarsi dell’estate, si sarebbe corso il reale rischio di vedere esplodere, nel vero senso della parola, una situazione già di per se a prova di bomba. Avevamo fatto presente che la scellerata politica di razionalizzazione che ha caratterizzato, paradossalmente, gli ultimi anni della sanità calabrese, oggi ha contribuito a disegnare il desolante quadro di una realtà sanitaria, quale in particolare quella della provincia di Cosenza, e non è certo la sola, che è letteralmente in ginocchio. Ebbene quello che temevamo è accaduto”. E” quanto afferma in una nota Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato infermieri Nursing Up che parla di “situazione intollerabile, bel nota ai veryici della Regione”. “Non sono solo i pazienti a pagare ogni giorno – aggiunge De Palma – nei reparti nevralgici, la carenza di personale, arrivato letteralmente allo stremo e non in grado di supportare il surplus di pazienti estivi, ma soprattutto si verificano situazioni paradossali e pericolose per l’incolumità psico-fisica degli stessi malati e anche del personale sanitario. Lo scorso 24 luglio, un infermiere del 118 di Cosenza, a quanto ci dicono a bordo di un’ambulanza che oltre tutto non era neanche di proprietà dell’azienda sanitaria, avrebbe salvato la vita a un operaio caduto da una impalcatura, e lo avrebbe stabilizzato in attesa dell’arrivo dell’eliambulanza, poi , dopo ore ed ore di servizio, allo stremo delle forze, sarebbe letteralmente collassato. Un episodio che non può passare inosservato: la politica locale non può continuare a nascondere la testa sotto la sabbia. Non è solo la situazione dell’ospedale di Cosenza, che è un hub di secondo livello e di conseguenza copre un bacino di utenza enorme, ma sono tutte le strutture dell’azienda sanitaria cosentina a vivere una situazione che non più tollerabile, per i professionisti e per i pazienti, perché ci sono anche altri ospedali della provincia dove si verificano situazioni scabrose, come al ‘Nicola Giannettasio’ di Corigliano-Rossano. Qui, ci dicono i nostri referenti, siamo arrivati al punto di una carenza di personale talmente grave che diventa praticamente impossibile sostituire gli infermieri che sono in ferie e quelli che sono in malattia. Sul pronto soccorso, infatti, non gravita solo il bacino d’utenza della Sibaritide, oltre duecentomila abitanti, ma anche il surplus turistico”. “Siamo di fronte a lacune strutturali gravissime che, oggettivamente– sostiene ancora De Palma – non mettono nella condizione i nostri professionisti di esprimere al meglio le proprie competenze, creando situazioni di rischio anche per i pazienti. Occorre un massiccio piano di assunzioni per garantire un indispensabile ricambio di personale, con una conseguente turnazione equilibrata che consenta, come in questo caso, ad un infermiere del 118 di recuperare le energie dopo ore e ore di servizio, e naturalmente un doveroso aumento degli investimenti sul personale, alzando il tetto di spesa, perché gli infermieri non possono e non debbono lavorare per un tozzo di pane”.
E’ arrivato a destinazione il satellite europeo Euclid, destinato a scoprire i segreti della materia oscura e dell’energia oscura, che insieme occupano il 95% dell’universo e che attualmente costituiscono un mistero.
Dal momento del lancio, avvenuto il primo luglio, il satellite dell’Agenzia Spaziale Europea ha percorso 1,5 milioni di chilometri e ha raggiunto il punto di Lagrange 2, ossia il punto di equilibrio nel quale l’influenza di Terra e Sole si equilibrano e il telescopio spaziale potra’ lavorare indisturbato, come stanno facendo i suoi colleghi, i telescopi spaziali Gaia e James Webb.
Intorno al punto L2 i tre satelliti percorrono orbite molto ampie, senza alcun rischio di collisione.
Ognuno di essi puo’ cosi’ osservare lo spazio profondo senza interferenze, continuando a puntare verso la Terra la sua antenna per le comunicazioni.
Alla missione del satellite da 1,4 miliardi di euro, partecipa anche la Nasa. Insieme a Francia e Gran Bretagna, l’Italia e’ tra i protagonisti, con Agenzia Spaziale Italiana, Istituto Nazionale di Astrofisica, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e un nutrito gruppo di universita’ e aziende.
È morto a Brembio, nel lodigiano, il suo paese d’origine e in cui ha passato la vita, l’uomo che ispirò il volto del personaggio dei fumetti Diabolik.
Si chiamava Angelo Polenghi (Gino per gli amici) e aveva 83 anni.
A immortalare il suo viso come quello del noto re del crimine fu un altro lodigiano, sempre di Brembio: Luigi Marchesi, classe 1939, fumettista italiano famoso per aver disegnato alcune delle prime storie di Diabolik.
Si narra che l’idea gli venne una sera tornando, insieme, da una pista di ballo. E subito buttò giù il bozzetto.
L’ex sindaco Giuseppe Sozzi fa sapere, tra l’altro, che ci fu una grande mostra organizzata nel 2009 dedicata a Marchesi nella quale tutti scoprirono che il volto a Diabolik l’aveva dato un lodigiano che faceva il barista.
Galeotto il naso di Polenghi, insieme alla sua espressione: rari quanto giudicati perfetti allo scopo.
E si prevede che la prossima mostra ricordi non solo Marchesi ma, con lui, anche Polenghi, ormai legati per sempre nel fantastico mondo dei fumetti che non tramontano.
Dopo la presentazione della ricca kermesse, con madrina speciale Ornella Muti, verranno aperte le sale del Castello nelle quali sarà possibile visitare le mostre permanenti dedicate al cinema. A partire dalla mostra fotografica “17 anni di Reggio Calabria FilmFest”, che con un rapido excursus narra i momenti salienti della storia della rassegna reggina, seguiranno la mostra fotografica: «Donne, madri nelle carceri Italiane», a cura di Giampiero Corelli, realizzata nell’ambito della sezione “Cinema dentro e fuori le mura”, la mostra filatelica «La storia del cinema nazionale e internazionale nei francobolli» a cura dell’Associazione Culturale Anassilaos, la mostra itinerante «Architettura & Cinema: Percorsi Cineturistici nell’Area dello Stretto. MOVIE induced TOURISM», progetto dell’OAPPC di RC, a cura di Santina Dattola, Salvatore Greco, Lorenzo Pio Massimo Martino, Antonella Postorino, Mariella Siclari in collaborazione con i registi Maurizio Paparazzo e Giovanni Scarfò, la mostra «A Girls’Eye View: generazioni di giovani donne a confronto», a cura del Team di Ricerca delle Università̀ di Exeter e La Sapienza ̀ di Roma, l’installazione Scenografica «La Scena come Arte della Visione», a cura di Francesca Nocito, Antonella Postorino, Filippo Malice e Giuseppe Lococo e l’installazione artistica «Apsia – Rhegion», sintesi della fondazione della città di Reggio con l’arrivo dei Calcidesi, a cura del collettivo artistico L.A.B. 1 (Filippo Malice, Giuseppe Lococo, Nadia Riotto, Enzo Cimino).
Nel pomeriggio alle ore 18.30, presso la Sala Pietro da Toledo, la sezione “Un Libro per il Cinema”, ospiterà il regista Marco Risi che, in dialogo con Antonella Postorino, presenterà il suo libro “Forte respiro rapido. La mia vita con Dino Risi” edito da Mondadori. L’autore, attraverso aneddoti e ricordi, descrive il rapporto con il padre Dino la condivisione della grande passione per il cinema, il differente e personale modo di viverla e esercitarla. Ciascuno segue il rispettivo temperamento più che una distinta scuola di pensiero, non mancando, tuttavia, di incontrarsi lungo il cammino, come evidenzia il racconto stesso.
In prima serata, alle 19.30, presso la Scalinata del Waterfront, la presentatrice Sabina Stilo aprirà ufficialmente la rassegna cinematografica con il Concorso “Bergamotto d’Argento” e la proiezione del film “999: the other soul of football”, prodotto da Oblivion Production Srl, con la regia di Federico Rizzo. Il film narra la storia di Lorenzo, un attaccante piacentino di sedici anni, che gioca nelle giovanili di una prestigiosa squadra di calcio. Il ragazzo, nel corso della vicenda che lo riguarda personalmente dovrà affrontare una serie di difficili prove che lo porteranno a maturare come professionista e come uomo. Interviste a veri campioni e campioni mancati che si alterneranno alla storia di Lorenzo racconteranno un’altra storia di calcio, ovvero la storia di chi ha lottato per farcela senza riuscirci.
Alle ore 21.00 si accenderanno le luci del Red Carpet, dove giungerà Marco Risi che riceverà il premio alla carriera realizzato dall’orafo Gerardo Sacco, conosciuto e apprezzato nel mondo del cinema per aver creato gioielli per Liz Taylor, Glenn Close, Isabella Rossellini, Monica Bellucci ed Elena Sofia Ricci, ma soprattutto per aver collaborato con registi formidabili da Zeffirelli a Virzì, da Bernard Rose a Pasquale Festa Campanile e tanti altri.
La serata si concluderà e alle 22.00 con la proiezione del film inchiesta “Muro di gomma” (1991), di Marco Risi dedicato all’incidente aereo di Ustica del 1980, magistralmente interpretato da Corso Salani e Angela Finocchiaro.
Destra reggina chiede intitolazione via o piazza a Giuseppe Santostefano, a 50 anni dalla scomparsa
Il 31 luglio 1973, durante un comizio del partito comunista in piazza Duomo, l’oratore Giuseppe Comerci pronuncia il nome di Giorgio Almirante, storico e compianto segretario del Movimento Sociale Italiano, da un gruppo di persone presenti ai margini della piazza parte subito un applauso spontaneo. Immediata la reazione di un gruppo di attivisti di sinistra, che esce dal perimetro ed aggredisce il commerciante Giuseppe Santostefano che muore, a causa delle ferite e dei traumi subiti, poche ore dopo il ricovero in ospedale senza mai riprendere conoscenza. Aveva solo 50 anni.
Nonostante le indagini abbiano ricondotto all’identificazione degli aggressori e, fra essi, Antonio Rossi quale responsabile dell’accaduto, nessuno dei colpevoli pagò il suo debito con la giustizia per questo vile assassinio.
Erano gli anni in cui ancora bruciavano le ferite dei “moti di Reggio” e la sinistra reggina politicamente all’angolo, cercava di riaffacciarsi nelle piazze dopo un lungo periodo di vergognoso abbandono voluto dai vertici romani perché ritenevano Reggio una città fascista.
Almirante fu molto turbato da questa triste vicenda e ogni qualvolta veniva in città per i suoi comizi incontrava sempre la vedova Santostefano, alla quale inviava personalmente un suo aiuto.
Aggressioni del genere in Italia erano una costante in quel periodo storico: anni di forti sentimenti ideali, di tragiche tensioni sociali e di repentini stravolgimenti culturali, non a caso denominati “anni di piombo”. Anni in cui si gridava nei comizi e nei cortei della sinistra e si scriveva in determinati giornali che “uccidere un fascista non è reato”, dove per “fascista” si individuavano tutti coloro che avevano scelto di fare politica non a sinistra. Anni in cui impunemente si potevano bruciare vivi in casa nel quartiere romano di Primavalle i fratelli Stefano e Virgilio Mattei, si poteva sprangare a morte Sergio Ramelli a Milano, si poteva sparare per uccidere Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta davanti la sede del MSI di Acca Larentia, si poteva pestare a morte Giuseppe Santostefano a Reggio Calabria. Anni che hanno insanguinato le città italiane, lasciando sulle strade i corpi innocenti di decine e decine di giovani che avevano deciso di militare a destra.
Pertanto, nel 50° anniversario dell’uccisione di Giuseppe Santostefano, il Circolo di Fratelli d’Italia “Antonio e Ciccio Franco”, il Centro Studi Tradizione Partecipazione e Reggio Futura, intendono rendere omaggio alla figura di questo nostro concittadino, ucciso soltanto per aver espresso pacificamente e democraticamente il suo sincero riconoscimento ad uno dei leader politici più apprezzati dell’Italia repubblicana, si stringono nel commosso ricordo ai figli Franco e Bianca, ai nipoti e ai familiari, chiedendo all’Amministrazione comunale di volergli dedicare una via o una piazza della città e apponendo anche una targa-ricordo nell’area adiacente dove avvenne l’aggressione mortale.
“Stand-up Omero”: lo spettacolo di Paolo Rossi, stasera in scena a Catona
Oggi è il grande giorno: all’Arena ex Jardin di Catona arriva Paolo Rossi con una tappa del suo spettacolo “Stand-up Omero”.
Alle 21:30 il celebre attore milanese, noto al grande pubblico per le sue innumerevoli apparizioni sul piccolo schermo sin dal leggendario programma TV “Su la testa!” (1992), sarà di scena all’Arena ex Jardin, accompagnato da Emanuele Dell’Aquila alla chitarra.
Prendendo spunto dalle avventure di Ulisse, Rossi racconterà le sue odissee di attore in tournée.
“In questo momento” – ha dichiarato – “voglio tornare a raccontare storie dal vivo. L’importanza di raccontare storie è fondamentale per portare un conforto laico alle persone. Per me Omero forse non è mai esistito, era il nome di una cooperativa di cantastorie. Forse tutta la storia dell’Odissea è Ulisse che l’ha commissionata ad Omero, perché non sapeva cosa dire a sua moglie dopo avere impiegato dieci anni per tornare a casa”. Un grande racconto e un grande attore dalla straordinaria intelligenza comica.
Lo spettacolo fa parte degli eventi EPIC (Esperienze Performative di Impegno Civile) di Mana Chuma Teatro nell’ambito del progetto “ReggioFest2023: Cultura Diffusa”, un’iniziativa promossa dal Comune di Reggio Calabria e finanziata a valere sul Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura.
L’obiettivo del progetto è rilanciare gli eventi e le attività socio-culturali ed economiche sul territorio cittadino con particolare attenzione alle periferie, puntando con decisione sul modello di animazione territoriale inteso come servizio pubblico. In questo quadro Mana Chuma Teatro ha avviato da tempo un percorso di riqualificazione dell’area ex Jardin di Catona con l’ambizione far diventare lo spazio un polo di attrazione culturale nell’area nord della città.
L’Arena ex Jardin si trova in Via Nazionale 200 (uscita Gallico, 400 m. direzione Catona)
Partito del Sud lancia appello per fronte unitario della Sinistra, in vista delle Europee
Il Consiglio Direttivo Nazionale del Partito del Sud-Meridionalisti Progressisti ribadendo la necessità di una non più procrastinabile costituzione d’un soggetto politico unitario di Sinistra, al fine di costruire l’alternativa antiliberista, ambientalista, femminista, antifascista, pacifista, anticapitalista e meridionalista, utile a formare una fronte popolare per opporsi con forza alle destre fasciste, razziste, secessioniste e liberiste oggi al governo in Italia e in forte avanzata in tutta Europa, prende atto con rammarico che ancora in troppi, anche nella sinistra d’alternativa, paiono non essere consapevoli che il Mezzogiorno non solo è il territorio più povero d’Europa, ma soffre di discriminazioni e di un razzismo di Stato che addirittura penalizza volutamente anche la durata di vita dei suoi abitanti e quindi ha bisogno di un richiamo e di una sua specificità riconoscibile e riconducibile. Bisogna unirsi tutti su più battaglie, in questo caso sul Mezzogiorno dandogli voce e rappresentanza mettendolo fra i temi fondanti della agenda politica, già a partire dalle prossime elezioni europee. Impossibile procedere ancora a fari spenti mentre fra poco meno di un anno si svolgeranno elezioni decisive per le sorti del Paese tutto e del Mezzogiorno in particolare, con precise scadenze da rispettare. Bisogna sempre ricordare che anche “quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio” (Antonio Gramsci).
Per tutti questi motivi il Consiglio Direttivo ha deciso all’unanimità di raccogliere l’appello del Partito Comunista Italiano, con cui da tempo sono attive positive interlocuzioni, per la costituzione di una lista plurale. Appello di cui condividiamo i temi, a partire dalla ricerca di una soluzione di pace in Ucraina e nel Mondo e contro ogni deriva bellicista, dalla critica all’Unione Europea delle banche e delle lobby che con le sue politiche ordoliberiste e di austerità alimenta nuovi fascismi in Europa, come dimostrato anche dalla vergognosa equiparazione fra nazismo e comunismo ad opera del Parlamento europeo nel 2019, e dal contrasto all’Autonomia Differenziata. Accogliamo inoltre molto favorevolmente il richiamo alla Questione Meridionale, senza approfondire la quale non è possibile capire, tantomeno spiegare compiutamente ai cittadini, a cosa mira veramente l’Autonomia Differenziata.
Resta inteso che, come sempre, siamo disponibili a formare una FRONTE POPOLARE UNITARIO più ampio e coeso possibile, ma sempre nel reale rispetto delle pari condizioni, anche di visibilità e dignità, di tutte le componenti e nella assoluta condivisione dei temi in forma non settaria, per creare una piattaforma comune con tutte quelle soggettività che condividono l’urgenza di lavorare in forma aperta alla costruzione di un percorso plurale per l’alternativa sociale, culturale e politica ai poli e agli schieramenti politici oggi esistenti al fine di lavorare unitariamente, pur nel rispetto delle singole identità, per saldare e dare visibilità a tutte le lotte, al fine di portare nel prossimo Parlamento Europeo una voce di contrasto alle politiche antipopolari fino ad oggi perseguite dall’Unione, ben rappresentate in Italia dal Governo Meloni con il recente attacco alle classi più deboli tramite la cancellazione del Reddito di Cittadinanza.
Siamo infine pronti ad accogliere e a collaborare con tutti quei meridionalisti progressisti che vogliano procedere senza ricercare facili scorciatoie sulla strada di un reale cambiamento, partendo dalla riscossa del Sud.