La sindaca di Villa San Giovanni Giusy Caminiti ha avuto un incontro con l’amministratore delegato della Stretto di Messina SpA Pietro Ciucci al quale, è scritto in una nota della sindaca, della giunta e del gruppo consiliare “Città in Movimento”, è stato ribadito che la città “ha la sua visione e il suo futuro programmato e continua a chiedere di poter governare i cambiamenti del territorio” Ciucci ha compiuto anche una breve passeggiata nel cantiere del lungomare “per dimostrare al presidente – prosegue la nota – come purtroppo nulla sia stato fatto per riqualificare i 3 chilometri attorno all’ecomostro di Cannitello, men che meno per la mascheratura dello stesso”. “Abbiamo spiegato a Ciucci e ai suoi accompagnatori quanto il progetto di mascheratura della variante sia stato licenziato ‘al ribasso’: non è più il parco attrezzato e terrazzato di collegamento tra la via Marina e la via Nazionale presentato illo tempore da Stretto di Messina SpA, bensì una collinetta verde con il tetto della variante neppure adeguatamente riqualificato e arredato” è scritto ancora nel comunicato. “Il cantiere che tra qualche giorno verrà liberato – afferma la nota – rende al nostro lungomare una mera manutenzione ordinaria con arredi. Ma con il progetto Ponte, che a mesi, secondo quanto detto da Ciucci, dovrebbe essere presentato nella sua stesura esecutiva, tutto cambia: la variante resterà pista di cantiere e la sua mascheratura sarà quanto meno sospesa. Il lungomare va però finito e bene. L’Ad ha compreso le ragioni della richiesta e ci ha chiesto di formalizzarla nei prossimi giorni. Ha ufficialmente informato della decisione di aprire una sede della società a Villa e una nella frontistante Messina: noi abbiamo detto no ad altri fitti passivi che nulla lasciano alla città se non benefici economici ai privati; piuttosto abbiamo chiesto che venga acquistato un immobile che poi sarà donato al comune di Villa o anche che venga ristrutturato un immobile nella nostra disponibilità per poi rimanere nel nostro esclusivo utilizzo. Anche su questo l’Ad ha preso nota, rendendosi disponibile e sempre in attesa della formalizzazione di una nostra richiesta”. “Ovviamente – prosegue – si è parlato di opere legate al Ponte: opere preliminari per i servizi tutti a Villa San Giovanni (viabilità alternativa, sottoservizi, deputazione, illuminazione); opere complementari per una Città digitale, innovativa nei trasporti e nella tutela ambientale. Ci saranno tavoli per entrare nel merito di ogni singola scelta e ci dovrà essere una struttura tecnica a Villa che si occupi degli espropri anche prima dell’iter di sostenibilità del progetto, perché siano valutate le posizioni una per una”. “I cittadini – è scritto nel comunicato – da troppi anni sentono parlare di ponte senza che si discuta delle opere fondamentali che darebbero respiro alla città e che noi abbiamo denominato ‘preliminari’. Noi dobbiamo rappresentare solo ed esclusivamente gli interessi della nostra comunità, soprattutto quando si discute di un’opera di questa portata che inevitabilmente cambierebbe le sorti di Villa San Giovanni. Per questo vogliamo essere coinvolti in tutta le questioni che riguardano il futuro del nostro territorio. Abbiamo già pagato dazio con la ferita dell’ecomostro e non permetteremo che la Città venga tradita una seconda volta!”. “Non possiamo che apprezzare l’iniziativa dell’ingegnere Ciucci – conclude la nota – che, insieme all’incontro con il sindaco programmato dal governatore Occhiuto, ha avuto la sensibilità di venire in Città, rassicurandoci sulla scelta di prediligere i rapporti istituzionali con il territorio”.
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È partito l’8 luglio da Messina in sella alla sua bicicletta con destinazione il circolo polare artico (Capo nord) dove intende arrivare il 15 agosto dopo avere attraversato 10 nazioni e percorso quasi 6.000 chilometri.
È il “viaggio per la vita” intrapreso dal maggiore della Guardia di finanza Gasparino La Rosa, in servizio al Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro.
Un’impresa voluta dall’ufficiale per onorare la prematura scomparsa della sua giovane moglie, Maria, morta poco più di un anno fa dopo aver combattuto contro un tumore.
L’iniziativa è patrocinata dal Comando generale della Guardia di finanza e supportata dalla Fondazione italiana per la ricerca sul cancro.
Il viaggio, infatti, si propone come un’azione di forte sensibilizzazione e di sostegno alla ricerca sul cancro.
“Purtroppo, poco più di un anno fa, un nemico alieno e privo di emozione mi ha tolto una delle cose più belle che la vita mi aveva donato, la mia giovane e amata moglie”, scrive La Rosa sulla pagina web retedeldono.it, tramite la quale è possibile contribuire a una raccolta fondi e seguire, tappa dopo tappa il suo viaggio.
“Lei – racconta – ha affrontato a testa alta il lungo ed estenuante combattimento, senza mai buttare la spugna e cercando di volta in volta di arrivare al round successivo, pur sapendo che l’incontro si sarebbe concluso con un knockout a favore dell’avversario. Il suo più importante coach (la ricerca) le ha consentito di rimanere in piedi il più a lungo possibile e, in alcuni round, le ha dato anche la speranza di poter vincere.
Sono sicuro che le farebbe molto piacere se lo stesso allenatore, con tecniche innovative, potesse donare ad altri le speranze di vita che lei non ha avuto”.
Il maggiore La Rosa, dopo avere percorso tutto lo Stivale, raggiungerà Torino, per poi proseguire per la Svizzera, la Francia, il Belgio, l’Olanda, la Germania, la Danimarca, la Svezia, la Finlandia e la Norvegia, per finire la corsa a Capo Nord. Oggi La Rosa è in Toscana per la tappa da Orbetello a Cecina.
Catanzaro: il motociclista crotonese 15enne, rimasto ferito, non ce l’ha fatta
E’ morto stamani Karol Rizza, il ragazzo di 15 anni della frazione Papanice di Crotone che ieri era stato ricoverato in gravissime condizioni nel reparto di rianimazione dell’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro in seguito alle ferite riportate in un incidente sulla moto.
Il giovane è stato vittima di un incidente avvenuto a Papanice, in via Calabria, nei pressi dell’edificio scolastico: per cause in corso di accertamento ha perso il controllo della motocicletta finendo contro un muro.
Sulle cause sta svolgendo accertamenti la Polizia di Stato anche se, al momento dell’arrivo della squadra volanti sul luogo dell’incidente, non c’era alcun mezzo sulla strada.
L’impatto contro il muro è stato violentissimo. Il 15enne ha riportato gravissime ferite e per questo era stato trasportato prima al pronto soccorso dell’ospedale di Crotone e da qui, considerate le sue condizioni, trasferito in ambulanza nella notte al Pugliese-Ciaccio di Catanzaro.
La morte di Karol Rizza, che era figlio unico, ha lasciato sgomenta l’intera comunità: il parroco ed il consiglio pastorale hanno deciso di annullare i momenti civili della festa di San Pantaleone.
Mancuso parla della liquidazione della Fondazione Betania: “Getta una pesante ombra sul presente”
“L’apertura della liquidazione giudiziale nei confronti della Fondazione Betania getta una pesante ombra sul presente e sul futuro delle strutture socio-assistenziali che, da decenni, costituiscono un fondamentale punto di riferimento nella provincia di Catanzaro. Prescindendo dalle singole questioni giudiziarie, le Istituzioni non possono voltarsi dall’altra parte e lasciare senza risposte le famiglie dei 350 lavoratori e i circa 500 ospiti delle strutture”.
Lo afferma il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, secondo cui: “La dispersione del patrimonio di storia e professionalità della Fondazione Betania sarebbe una ferita profondissima per un settore così strategico. Le cause delle difficoltà finanziarie non esentano gli Enti pubblici, coinvolti a vari livelli nel sistema del welfare, dall’assumersi le proprie responsabilità. Ho già avvertito l’Assessore regionale alle Politiche sociali delle necessità di convocare, a strettissimo giro, un tavolo con la struttura e i competenti uffici dell’Azienda sanitaria provinciale e dei Comuni interessati, al fine di trovare adeguate soluzioni per scongiurare che la situazione sfugga di mano”.
Per il Presidente dell’Assemblea legislativa regionale: “L’incontro con i soggetti coinvolti sarà, altresì, l’occasione per mettere in evidenza, e di conseguenza affrontare, le principali criticità del sistema del welfare regionale che sono emerse dopo la riforma degli scorsi anni. Posso assicurare che il Consiglio regionale non tralascerà nulla ed è pronto ad apportare i dovuti correttivi, laddove fosse necessario, per assicurare la tutela e l’ assistenza dei pazienti ospiti delle strutture e, al contempo, la stabilità degli operatori e dei lavoratori”.
Martedì 18 luglio si terrà presso il Malavenda Cafè di via Zecca un’apericena di beneficenza organizzata dalla sezione reggina della LAV (Lega Anti Vivisezione). “E’ un momento importante per noi volontari per incontrare soci, sostenitori e simpatizzanti che supportano le battaglie della Lav”. Afferma il referente locale Davide Cartisano.
“A partire da novembre 2022 sono stati mesi intensi e ricchi di eventi ed iniziative come le giornate di microchippatura gratuita per cani e gatti, promosso in collaborazione con il Ministero della Salute e patrocinato dal Comune di Reggio Calabria, la convenzione avviata insieme a tre cliniche veterinarie di Reggio per la sterilizzazione di gatte di strada con il patrocinio della Città Metropolitana. Ma anche segnalazioni di maltrattamenti, denunce, adozioni, aiuti ai volontari locali. Abbiamo aperto un canale di comunicazione diretta con le istituzioni locali (Comune e Asp). Tutto grazie all’aiuto preziosissimo dei volontari sul territorio” continua Davide Cartisano.“Mancava un evento conviviale per conoscerci di persona, scambiare pensieri ed opinioni, trarre spunti e riflessioni per le future iniziative. Speriamo veramente ci sia una bella risposta da parte dei reggini. Vogliamo essere da supporto per un cambiamento sempre più rispettoso dell’ambiente e degli animali e per farlo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, dai volontari fino alle istituzioni”.
È stata proclamata la vincitrice della terza tappa di Miss Italia Calabria: Miss Egea è Gessica Vanzillotta. La fascia di Miss Rocchetta Bellezza è stata consegnata alla seconda classificata Francesca Mazzei. La fascia di Miss Framesi è andata alla terza classificata Jennifer Stella. La quarta classificata è Grace Melody Lento, la quinta classificata è Anna Chiappetta, la sesta classificata è Annamaria Antronache.
Le selezioni dell’ambito concorso di bellezza hanno portato le aspiranti miss e il pubblico nella pittoresca località di Rose. Un piccolo Comune immerso nelle colline della Calabria, noto per la sua bellezza incontaminata e la combinazione perfetta di natura, cultura e tradizione. Una delle attrazioni principali della città è il suo centro storico, un affascinante labirinto di stretti vicoli e antiche abitazioni in pietra. Questo borgo racconta la storia millenaria del paese e consente ai visitatori di fare un salto nel passato, ammirando l’architettura tradizionale e i dettagli artistici che caratterizzano le facciate delle case.
Ieri sera, la piazza adiacente al ristorante “Al terrazzo” è stata il palcoscenico di una competizione di grande prestigio che ha consentito alle aspiranti miss in gara di brillare in tutto il loro splendore. Bellezza, stile, grinta ed eleganza hanno fatto da sfondo alle selezioni di questa nuova tappa di Miss Italia Calabria. L’evento ha catturato l’attenzione del pubblico. Le ovazioni e gli incoraggiamenti per le concorrenti in gara, anche sui canali social della kermesse, hanno reso l’atmosfera ancora più elettrizzante. Obiettivo principale di ogni edizione di Miss Italia Calabria, organizzata con grande impegno dall’esclusivista regionale Linda Suriano, titolare della Carli Fashion Agency, è mettere in evidenza il talento delle aspiranti miss e degli ospiti, nonché valorizzare le tradizioni e i dialetti dei luoghi che ospitano le selezioni. L’intento è far sì che sempre più persone possano apprezzare l’unicità e la ricchezza della nostra splendida Regione.
In ogni serata di questa entusiasmante stagione, rivivremo la storia di Miss Italia, dal 1939 fino ai giorni nostri, attraverso coinvolgenti sketch. Sul palco, le allieve del corso teatrale della Carli Fashion Academy, guidate da Francesca Marchese, hanno dato vita a performance coinvolgenti, con testi scritti da Carola Cesario. Le raffinate coreografie del corpo di ballo, curate da Lia Molinaro, hanno aggiunto un tocco di grazia e dinamismo allo spettacolo. Tutto ciò è stato reso possibile grazie all’impeccabile direzione artistica di Linda Suriano. La serata è stata presentata con grande energia dalla stessa Suriano e da Larissa Volpintesta, che hanno saputo intrattenere il pubblico con carisma e professionalità. Lo spettacolo è stato ulteriormente impreziosito dall’interpretazione canora del cantautore Claus Laugelli che ha regalato al pubblico un momento musicale coinvolgente sulle note del suo brano “Carta straccia”, “One” degli U2 e “Mentre tutto scorre” dei Negramaro.
A proclamare la vincitrice della terza di Miss Italia Calabria è stata la giuria composta da: Eduardo Chiappetta (Polizia stradale), Roberto Barbieri (sindaco del Comune di Rose), Danny Molinaro (imprenditore), Emilio Fedele (rappresentante), Stefano Tenuta (impiegato della Prefettura), Palma Serrao (insegnante), Franco Pichierri, Daniele Spadafora (CosenzApp), Donatella Pascali (Parole di vita), Giuseppe Pirillo (in rappresentanza di Framesi).
Miss Egea ha confessato di essere: “Emozionata e felicissima. Questa è la terza tappa a cui partecipo. Voglio godermi tutte le serate di Miss Italia e vivere al meglio questa esperienza. Attualmente, lavoro in un centro di parrucchieri. Il mio sogno è aprire un salone di bellezza tutto mio”. Michele Covello, titolare dell’azienda Egea e del ristorante “Al terrazzo” che ha ospitato la terza tappa di Miss Italia Calabria nel Comune di Rose, ha dichiarato che: “Accogliere le selezioni di questo concorso di bellezza di portata nazionale offre grande visibilità alla mia attività e al mio territorio”.
Linda Suriano, esclusivista di Miss Italia Calabria, ha evidenziato che: “È stata una serata bellissima. Per il terzo anno abbiamo eletto Miss Egea. In passato, la miss Francesca Carolei che ha conquistato questa fascia, successivamente, ha vinto Miss Italia Calabria. Possiamo dire che Michele Covello è un portafortuna. Come sempre, è stato molto ospitale. Nonostante l’emozione, ciascuna concorrente ha dato il meglio di sé. Ognuna si è messa in gioco mostrando la propria personalità e grande umiltà. Dietro le quinte, ho notato che c’è una sana competizione. Le ragazze sono collaborative. È bello che nei concorsi di bellezza ci siano anche questi esempi: le concorrenti si sostengono a vicenda ed esultano per la vittoria delle proprie compagne di viaggio. Ci aspetta una stagione molto impegnativa ma emozionante. Questa sera, faremo tappa a Parenti. Le iscrizioni sono ancora aperte, quindi invito chi volesse partecipare a candidarsi sul sito ufficiale di Miss Italia“.
Cento anni fa veniva pubblicata “La Coscienza di Zeno”, terza prova narrativa dello scrittore Aron Hector Schmitz, meglio conosciuto come Italo Svevo, un’opera “rivoluzionaria” per la letteratura italiana dell’epoca ancora inebriata dalla retorica dannunziana , che passò del tutto inosservata fino a quando, qualche anno dopo, sulla scorta del clamore suscitato nei circoli letterari francesi, fu scoperta in Italia da Eugenio Montale che diede vita al “caso Svevo”. Di questo e di altro parlerà la Prof.ssa Francesca Neri giovedì 20 luglio alle ore 18,00 presso la Villetta De Nava nel corso di un incontro promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos, congiuntamente con la Biblioteca De Nava nell’ambito dell’Estate Reggina 2023. Italo Svevo, pseudonimo di Aron Hector Schmitz (Trieste 1861 – Motta di Livenza 1928), è una presenza anomala nel panorama culturale e letterario italiano. A spiegare tale “anomalia” giova ricordare la sua città di nascita, Trieste, oggi italianissima ma ancora, fino al 1918, anno in cui entrò a far parte del Regno d’Italia, principale scalo marittimo sull’Adriatico dell’Impero Austro-ungarico. L’impero della Duplice Monarchia, che univa l’Austria e l’Ungheria, era una compagine statuale multietnica, multilinguistica e, di riflesso, multiculturale.
Polacchi, Cechi, Slovacchi, Tedeschi, Ungheresi, Italiani, Croati, Sloveni e Slavi del Sud, per citare soltanto le etnie più numerose e importanti, ne costituivano la popolazione e soprattutto, negli anni a cavallo tra la fine dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento, rappresentavano un fattore di disunione e di crisi per l’insorgere del nazionalismo che aspirava, di volta in volta, all’autonomia nella cornice di uno stato unitario che aveva la massima rappresentanza nell’imperatore, dal 1848 e fino al 1916, Francesco Giuseppe, o alla piena indipendenza o, e questo è il caso degli Italiani, sudditi dell’impero, al ricongiungimento con il Regno d’Italia, del Trentino, della Venezia Giulia, dell’Istria e di Trieste stessa.
Nonostante il senso di precarietà che pervadeva l’impero e la consapevolezza di una prossima fine (dissoluzione che avvenne all’indomani della Grande Guerra) gli ultimi decenni dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento furono fecondi sul piano della ricerca scientifica, delle arti, della filosofia con risultati che influenzarono profondamente la cultura europea. In quegli anni Sigmund Freud scopriva l’inconscio e inventava la psicoanalisi; il Circolo di Vienna, sorto nel 1922, filosofico e culturale, creava il positivismo logico, sul presupposto che la filosofia dovesse aspirare al rigore della scienza e Ludwig Wittgenstein, con la sua unica opera pubblicata, Il Tractatus Logico-Philosophicus, apriva nuove vie al pensiero moderno; nel campo dell’arte figurativa e dell’architettura nasceva la Secessione Viennese che propugnava l’ideale di un’opera d’arte totale che puntava ad una fusione completa delle arti che ebbe in Gustav Klimt, che decorò il Palazzo della Secessione di Vienna, il suo artista di punta. Ma oltre a Klimt occorre ancora ricordare Egon Schiele esponente assoluto del primo espressionismo viennese insieme a Oskar Kokoschka.
E sul piano letterario la narrativa dirompente di Franz Kafka, boemo di lingua tedesca, espressione dell’angoscia dell’uomo moderno dinanzi all’esistenza e la poesia di Georg Trakl, morto suicida nel 1914, espressione in versi di questa medesima angoscia che pervade anche la musica del più grande musicista austriaco, compositore e direttore d’orchestra, Gustav Mahler. Questo rigoglio culturale, artistico e filosofico non può ovviamente nascondere le profonde contraddizioni di una società colta e prospera; le disuguaglianze sociali ed economiche sempre più accentuate, le lotte operaie per la conquista dei diritti sindacali, l’irrompere del razzismo e, soprattutto, dell’antisemitismo. A Vienna nel 1908 giungeva un giovane ancora sconosciuto che nella capitale dell’Impero sperava di realizzare i suoi obiettivi artistici. Aveva un discreto talento ma non superò l’esame per entrare all’Accademia d’Arte. Visse così nella grande città con pochi mezzi, colse la fragilità di una struttura sociale ingiusta ma soprattutto si avvicinò all’antisemitismo grazie al pubblicista Lanz Von Liebenfels e a Karl Lueger, borgomastro di Vienna. Quel giovane diciannovenne si chiamava Adolf Hitler e di lì a pochi anni, nell’aprile del 1938, sarebbe tornato da trionfatore nella Vienna in cui era vissuto quasi da derelitto e un anno dopo (il 1 settembre del 1939) avrebbe acceso la miccia della Seconda Guerra Mondiale.
Hector, figlio di un commerciante ebreo, Francesco Schmitz e di una italiana, Allegra Moravia. nacque in questa realtà, contraddittoria ma ricca di fermenti; in un contesto culturale che ben a ragione chiamiamo “mitteleuropeo”, di vasto respiro e destinato ad aprire nuovi orizzonti, di cui Trieste era parte significativa. La sua vita esteriore non presenta tratti avventurosi e degni di rilievo. Visse in una famiglia numerosa e senza particolari problemi. Studiò insieme ai fratelli Adolfo ed Elio al collegio di Segnitz, presso Wurzburg in Baviera e li si appassionò alla letteratura leggendo in lingua originale Schopenauer e Jean Paul Richter ed altri autori inglesi e russi. Completati gli studi ritornò nella città natale e seguì gli studi commerciali presso l’istituto Giuseppe Revoltella con scarso interesse perché le sua vera passione era la letteratura. Tra il 1880 e il 1890, con lo pseudonimo di Ettore Samigli, collaborò con il giornale irredentista L’indipendente e cominciò a scrivere, con scarso successo, racconti e opere teatrali. Si impiegò nel 1880 presso la succursale triestina della banca Union. Nel 1892, anno in cui morì il padre, pubblicò a proprie spese presso l’editore Vram di Trieste, il suo primo romanzo, composto tra il 1887 e il 1889, “Una Vita” il cui titolo originario era Un inetto, nel quale, per la prima volta, assunse lo pseudonimo di Italo Svevo. L’opera incontrò uno scarso successo. Nel 1896 sposò la cugina Livia Veneziani e due anni dopo, nel 1898, pubblicò il secondo romanzo Senilità che venne come il primo, ignorato dalla critica. A partire dal 1899 si occupò della gestione della Ditta Veneziani, di proprietà del suocero che produceva vernici sottomarine. Un’attività prospera in una città economicamente fiorente nella quale rivelò un notevole fiuto per gli affari. Inoltre tale sua attività gli consentiva di viaggiare all’estero e di coltivare la passione per la letteratura. Incontro fondamentale per il nostro scrittore tra il 1905 e il 1906 fu quello con James Joyce, il futuro autore dell’ Ulisse, che insegnava presso la Berlitz School di Trieste.
Tra i due si stabilì un rapporto di stima e amicizia che non mancherà di dare i suoi frutti in seguito. Svevo, che non conobbe personalmente Freud, si avvicinò intanto alla psicoanalisi di cui lesse alcune opere e che a Trieste era conosciuto e apprezzato grazie all’opera di Edoardo Weiss, psichiatra, amico e allievo di Freud che ebbe, tra l’altro, il merito di introdurre la psicoanalisi in Italia. Egli non credeva però che la psicanalisi, a causa forse della esperienza negativa del cognato, fosse utile a curare la malattia mentale quanto piuttosto un mezzo utile ad esplorare il proprio mondo interiore e quindi un tentativo di Sfuggire a quel male di vivere che permeava l’uomo moderno. Nel 1923 – cento anni fa – egli pubblicò infine il suo capolavoro, La Coscienza di Zeno a cura dell’editore Cappelli. Nella figura del protagonista, Zeno Cosini, ritrasse se stesso e insieme la tragedia di una disperata Umanità. Anche questo terzo romanzo sarebbe passato inosservato, tanto lontano era Svevo dalla narrativa italiana contemporanea, se non fosse stato per l’amico Joyce che pubblicizzò l’opera presso gli editori francesi e creò in Francia un “caso Svevo” la cui eco giunse ben presto in Italia dove Eugenio Montale, nel dicembre del 1925, pubblicava sulla rivista l’«Esame» quell’ Omaggio a Italo Svevo, che doveva costituire la rivelazione dello scrittore al pubblico e alla critica del bel Paese. Egli viene così ormai considerato uno dei più importanti scrittori europei, colui che insieme a James Joyce, Marcel Proust e Virginia Woolf, ha contribuito a rivoluzionare il romanzo europeo per la presenza, in particolare, di quel monologo interiore, flusso della coscienza, che è espressione tragica dell’uomo moderno. Nel pieno del successo, ironia beffarda, Italo Svevo morì il 13 settembre del 1928, quando si apprestava a scrivere il suo quarto romanzo, Il vecchione, a causa di un incidente stradale avvenuto a Motta di Livenza, nei pressi di Treviso.
La Città ha la sua visione e il suo futuro programmato e continua a chiedere di poter governare i cambiamenti del territorio: lo ha detto e ribadito il sindaco Giusy Caminiti sia a palazzo Campanella sia sul lungomare, durante la visita cordiale di ieri mattina da parte dell’amministratore delegato della Stretto di Messina SpA ing. Pietro Ciucci che, accompagnato dal consigliere calabrese avv. Giacomo Saccomanno e dal responsabile comunicazione della società dott. Lorenzo Falciai, è tornato dopo 10 anni sui luoghi della variante di Cannitello. Ad attenderlo il sindaco e la giunta, il presidente del consiglio con una delegazione di consiglieri di maggioranza e minoranza, tutti a rappresentare le ragioni della Città.
Una breve passeggiata nel cantiere del lungomare per dimostrare al presidente Ciucci come purtroppo nulla sia stato fatto per riqualificare i 3 km attorno all’ecomostro di Cannitello, men che meno per la mascheratura dello stesso. Da qui si è partiti per chiedere credibilità: la Città è stata illusa e poi abbandonata e questo errore non può essere ripetuto. Abbiamo spiegato all’ing. e ai suoi accompagnatori quanto il progetto di mascheratura della variante sia stato licenziato “al ribasso”: non è più il parco attrezzato e terrazzato di collegamento tra la via Marina e la via Nazionale presentato illo tempore da Stretto di Messina SpA, bensì una collinetta verde con il tetto della variante neppure adeguatamente riqualificato e arredato. La richiesta della Città su questo è chiara: la mascheratura va fatta secondo il progetto iniziale; le risorse disponibili su questo appalto vanno mantenute e spese per il lungomare. Il cantiere che tra qualche giorno verrà liberato rende al nostro lungomare una mera manutenzione ordinaria con arredi: questo era ed è; questo ci siamo battuti per far completare in parte.
Ma con il progetto Ponte, che a mesi (secondo quanto detto da Ciucci) dovrebbe essere presentato nella sua stesura esecutiva, tutto cambia: la variante resterà pista di cantiere e la sua mascheratura sarà quanto meno sospesa: il lungomare va però finito e bene, nel senso che oltre alla pista ciclabile va realizzato il manto stradale dell’intera arteria, il marciapiede lato monte, la pubblica illuminazione. L’AD ha compreso perfettamente le ragioni della richiesta e ci ha chiesto di formalizzarla nei prossimi giorni. Ha ufficialmente informato della decisione di aprire una sede della società a Villa e una nella frontistante Messina: noi abbiamo detto no ad altri fitti passivi che nulla lasciano alla Città se non benefici economici ai privati; piuttosto abbiamo chiesto che venga acquistato un immobile che poi sarà donato al comune di Villa o anche che venga ristrutturato un immobile nella nostra disponibilità per poi rimanere nel nostro esclusivo utilizzo. Anche su questo l’AD ha preso nota, rendendosi disponibile e sempre in attesa della formalizzazione di una nostra richiesta. Ovviamente si è parlato di opere legate al Ponte: opere preliminari per i servizi tutti a Villa San Giovanni (viabilità alternativa, sottoservizi, deputazione, illuminazione); opere complementari per una Città digitale, innovativa nei trasporti e nella tutela ambientale.
Ci saranno tavoli e tavoli per entrare nel merito di ogni singola scelta (a cominciare dalla relazione illustrava che presenterà in autunno il contraente generale) e ci dovrà essere (lo abbiamo richiesto espressamente) una struttura tecnica a Villa che si occupi degli espropri anche prima dell’iter di sostenibilità del progetto, perché siano valutate le posizioni una per una. Ieri è stata l’occasione per rappresentare la nostra posizione, differente nel metodo e soprattutto nelle condizioni poste rispetto alla scorsa “edizione Ponte sullo Stretto”. I cittadini da troppi anni sentono parlare di ponte senza che si discuta delle opere fondamentali che darebbero respiro alla Città e che noi abbiamo denominato “preliminari”. Noi dobbiamo rappresentare solo ed esclusivamente gli interessi della nostra comunità, soprattutto quando si discute di un’opera di questa portata che inevitabilmente cambierebbe le sorti di Villa San Giovanni. Per questo vogliamo essere coinvolti in tutta le questioni che riguardano il futuro del nostro territorio. Abbiamo già pagato dazio con la ferita dell’ecomostro e non permetteremo che la Città venga tradita una seconda volta!
Non possiamo che apprezzare l’iniziativa dell’ing. Ciucci che, insieme all’incontro con il sindaco programmato dal governatore Occhiuto, ha avuto la sensibilità di venire in Città, rassicurandoci sulla scelta di prediligere i rapporti istituzionali con il territorio. In settimana formalizzeremo queste prime nostre richiesta all’AD, in attesa di risposte concrete al nostro territorio.
“Il sindaco di Petilia Policastro dice di aver riflettuto molto su quello che è accaduto nei giorni scorsi: manifesti funebri con cui l’amministrazione comunale da lui presieduta «partecipa al dolore» della «famiglia» di Rosario Curcio, il 46enne che nei giorni scorsi si è tolto la vita impiccandosi in carcere. Curcio era detenuto poiché è uno dei quattro condannati in via definitiva all’ergastolo per l’uccisione di Lea Garofalo, testimone di giustizia assassinata, sepolta in un tombino. Ma se la lunga riflessione l’ha portato giusto a valutare il fatto inopportuno, piuttosto che a prenderne nettamente le distanze, viene da affermare che forse non ha riflettuto abbastanza”. E’ quanto afferma Enzo Scalese, segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia.
“Saporito cerca di giustificare l’ingiustificabile: richiama una prassi adottata dalla Giunta che, sin dal suo insediamento, il 5 ottobre 2021, ha dato mandato alle agenzie funebri per le pubbliche condoglianze a tutte le persone defunte del luogo – afferma ancora Scalese – condisce di superficialità e sciatteria le risposte relative ad un’affissione improponibile, perché se è vero che “siamo tutti uguali davanti alla morte”, davanti alla memoria del sacrificio di chi è morto per valori su cui la nostra società deve poggiarsi nel nome della democrazia, quali si legalità e della giustizia, un killer che ha partecipato a un delitto così efferato, resta un killer. Curcio, peraltro nipote omonimo di colui che, stando alle sentenze, è il reggente della cosca di ‘ndrangheta di Petilia Policastro, si occupò di far sparire il corpo di Lea e di distruggerne i resti. La pietas nei confronti di un uomo che muore si ferma ad una degna sepoltura e al rispetto del dolore dei familiari nella sfera privata. A questo punto servirebbe un manifesto gigante per ricordare il sacrificio di Lea Garofalo. E dato che questo fatto inquietante avviene a pochi giorni da un altro anniversario importante, vale a dire quello dell’uccisione del giudice Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta, la Giunta Saporito tappezzi Petilia Policastro di manifesti che rendano omaggio al coraggio e all’esempio di questi uomini. E infine – conclude Scalese – regali alla comunità un manifesto con cui annuncia le proprie dimissioni, chiedendo scusa”.
24 voli cancellati in Calabria: lo sciopero colpisce anche Filippo Inzaghi
Sono stati, complessivamente, 24 i voli cancellati in Calabria per lo sciopero di 8 ore del personale di terra degli aeroporti che si conclude alle 18. In nessuno dei tre scali sono stati segnalati particolari problemi. Lamezia Terme sono stati diciotto, tutti nazionali, i voli soppressi, nove in partenza ed altrettanti in arrivo. Dopo le 10, orario di inizio dello sciopero, sono comunque atterrati 10 voli, solo due dei quali nazionali, perché partiti antecedentemente all’orario di inizio dell’astensione dal lavoro. Cinque i voli decollati, quattro per l’estero ed uno, per Verona, alle 12.15.
A Reggio Calabria sono stati quattro, due in arrivo e altrettanti in partenza, i voli annullati. È regolarmente partito, invece, alle 12.05, il volo AZ1195 diretto a Milano Linate. Il chek-in iniziato in mattinata ha tenuto un po’ in ansia i passeggeri in attesa. L’aereo è arrivato alle 11.17 da Linate, da dove era partito alle 9.40, prima che scattasse lo sciopero. Le procedure di imbarco e chek-in si sono svolte con regolarità. Un uomo, in fila con moglie e figlio ha avuto la fortuna di avere il volo riprogrammato e anticipato. Sarebbe dovuto partire alle 16.30: “La paura un po’ c’è stata quando ho visto il volo annullato. Alla fine ci hanno riprotetti; è andata bene, nonostante una foratura in autostrada che rischiava di farci arrivare in ritardo”. Tra gli ultimi ad imbarcarsi il tecnico della Reggina Filippo Inzaghi con moglie e figlio: “Vado a Milano – ha detto – lì ci sono i miei genitori”. ANSA