Audizione stamani davanti alle Commissioni VIII e IX della Camera per Anci Calabria e Sicilia. Il presidente di Anci Calabria Marcello Manna ha partecipato da remoto alla iniziativa promossa dalla VIII Commissione (Ambiente, territorio e lavori pubblici), presieduta da Mauro Rotelli, oltre che dalla IX Commissione (Trasporti, poste e telecomunicazioni), guidata da Salvatore Deidda. “L’incontro – è scritto in una nota – è stata occasione per discutere intorno al disegno di legge C. 1067 Governo recante Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria”. “La realizzazione del ponte sullo Stretto – ha dichiarato Manna – potrebbe essere opera strategica che deve presupporre, però, quale condicio sine qua non, un intervento massiccio sulla mobilità regionale: si dovrebbe far divenire questa una occasione imperdibile per porre il problema della carenza di un settore, quello dei trasporti, da sempre sofferente nonostante la sua importanza. Abbiamo ancora ad oggi uno scarso sistema viario: i collegamenti tra città, zone d’interesse turistico marino e montano sono pressoché inesistenti, con un sistema di trasporti spesso risalente al dopoguerra. É stato per altro posto espressamente un intervento adeguato sul versante ionico con le gravi carenze che presenta la statale 106. Abbiamo una ricchezza territoriale che si scontra con una programmazione sulla mobilità sostenibile e a lungo termine. Per questo ho registrato da parte di molti sindaci e amministratori comunali scetticismo dinanzi tale opera che non appare prioritaria rispetto ad altre stringenti necessità. Il ponte deve essere strumento trainante per lo sviluppo delle infrastrutture e, altresì strumento per far ripartire la nostra regione”. Anci Calabria, prosegue la nota, “ha offerto la disponibilità ad organizzare un incontro con le commissioni Trasporti e Ambiente per affrontare le criticità”: “di cui ciascun ambito territoriale è portatore. Noi sindaci – ha sottolineato Manna che ha chiesto, per tutte le fasi che ci saranno di organizzazione e progettazione dell’opera, che vengano coinvolti i sindaci di Villa San Giovanni e dei comuni limitrofi, così come del sindaco di Reggio Calabria e della città metropolitana – siamo aperti a un confronto con le commissioni, così da programmare il rilancio della Calabria attraverso il riequilibrio della mobilità e ritornare ad essere così di pari passo con le altre regioni che non presentano le gravissime criticità che ha la nostra regione”. “La riunione – è scritto infine nella nota – si è conclusa ricevendo da parte dei presidenti la promessa di operare in tal senso. Il presidente Anci Calabria ha infine annunciato la pubblicazione di un documento formale da parte dell’ente”.
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Un murale dedicato alle vittime della tragedia di Steccato di Cutro: a realizzarlo, a Crotone, sarà Jorit, uno dei più famosi street artist italiano nel mondo. Con questo nuovo lavoro ispirato al naufragio dei migranti, Jorit torna a Crotone dove ha già realizzato un murale che ritrae il cantautore crotonese Rino Gaetano, diventata già una icona della città. Lo street artist napoletano inizierà a lavorare al nuovo murale, che sarà realizzato su un edificio del quartiere popolare Fondo Gesù, all’ingresso della città, la prossima estate e quindi sarà l’occasione per i turisti oltre che per i crotonesi per vederlo all’opera dal vivo. L’iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa durante la quale è stato proiettato un video nel quale Jorit si è detto felice di tornare a Crotone e soprattutto di riprendere un tema fondamentale come quello dell’accoglienza auspicando che la sua opera possa contribuire ad alimentare una profonda riflessione sul tema non solo in città ma in tutto il paese. Il sindaco di Crotone Vincenzo Voce ha evidenziato che “l’opera di Jorit vuole essere un omaggio alla memoria delle vittime di Steccato di Cutro ma anche un ringraziamento alla comunità che nella tragedia ha dimostrato solidarietà ed unità”. Il vice sindaco Sandro Cretella ha ricordato che “l’azione rientra in un piano più ampio, riveniente dall’accordo con Eni, che prevede azioni di riqualificazione nei quartieri periferici della città”. (ANSA).
“E’ straordinario quando Isola Capo Rizzuto primeggia fuori dal contesto locale e in questo la Judo Calabro Loprete è una di quelle associazioni che ci danno maggiori soddisfazioni, sia in ambito regionale che nazionale”. Ad affermarlo è l’Assessore allo Sport Gaetano Muto che continua: “Parlo anche a nome del Sindaco e della Giunta, siamo felici per questi successi e ci complimentiamo in primis con Teresa Loprete, judoka professionista che con amore e passione trasmette ai più giovani le emozioni e la lealtà di questo sport; poi con i giovani Mattia Gallo e Antonio Pio Lequoque che hanno ottenuto l’accesso alla finale, ma anche con chi non ce l’ha fatta e con gli undici atleti vittoriosi del Gran Prix Castrovillari. Ancora una volta Teresa si mostra, oltre che grande professionista, anche meritevole insegnante, sia nella vita che nello sport”. Lo stesso assessore passa poi al calcio: “Allarghiamo i complimenti anche ai calciatori dell’Isola Capo Rizzuto Luigi Lettieri ed Eugenio D’Andrea convocati nella rappresentativa che rappresenterà la Calabria al Torneo delle Regioni che si svolgerà in Piemonte; oltre alla formazione Le Castella Amatori che salutano il campionato di Seconda Categoria a testa alta uscendo ai play off.”
Abbandonare temporaneamente in mare un carico così rilevante comporta meno rischi e ogni volta che la cocaina arriva nei porti le organizzazioni criminali che controllano quello scalo percepiscono una tangente pari al 20% del valore del carico”. Così alla Stampa il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, in merito al sequestro di un maxicarico di cocaina ieri al largo di Catania. Quanto a un possibile ruolo della ‘ndrangheta, Gratteri risponde: “Il mercato della droga è aperto, non direttamente vincolato a un’organizzazione mafiosa anche se in questo caso si può propendere per questo”. In ogni caso la mafia calabrese “è ancora leader, lo dicono tutti i rapporti pubblicati nel mondo”. E’ in Olanda, adesso, una sorta di crocevia del narcotraffico mondiale: “Lì si ritrovano con tre mafie ormai strutturate – spiega il procuratore di Catanzaro – la ‘ndrangheta, la mafia albanese e la ‘Maffia’, terza generazione di un’organizzazione nordafricana. Hanno stanziato 100 milioni per costruire nuove carceri, sono pronti a copiare la legislazione antimafia italiana, ma ormai è tardi”. Nuova protagonista del narcotraffico, intanto, è “la mafia albanese, ma non in ottica di concorrenza” con i calabresi, “semmai di joint venture tra le due organizzazioni che cominciamo a vedere in Colombia”. (ANSA).
La cocaina veniva stoccata in Calabria e portata da corrieri in Sicilia. I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza cautelare in carcere emessa dal gip su richiesta della Dda, diretta dal procuratore Maurizio de Lucia, nei confronti di ventuno persone. I reti ipotizzati, a vario titolo, sono associazione per delinquere, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Da indagini del nucleo di Pef di Palermo- Gico sarebbe emersa la presenza di un gruppo, con base a Palermo, che sarebbe stato diretto da due fratelli, figli di uno storico esponente del mandamento mafioso di Villagrazia e Santa Maria di Gesù. L’accordo per la fornitura costante di grossi quantitativi di droga sarebbe stato siglato dai due fratelli in affari da anni con una famiglia calabrese, coinvolta nella gestione del narcotraffico nella provincia di Reggio Calabria e legata da vincoli di parentela con esponenti di della ‘ndrina di San Luca. L’attività investigativa avrebbe, infatti, consentito di ricostruire accordi per la fornitura di almeno dieci chilogrammi di cocaina al mese, destinata al mercato palermitano, per un giro d’affari che avrebbe generato per l’organizzazione un giro d’affari illecito stimabile in circa dieci milioni di euro all’anno. La sostanza stupefacente, stoccata in depositi dislocati in provincia di Reggio Calabria, veniva trasportata su gomma lungo la tratta Reggio Calabria-Messina-Palermo, nascosta con diversi carichi di copertura o all’interno di sofisticati doppi fondi creati nelle autovetture dei corrieri, accessibili mediante aperture elettro-meccaniche. Nel corso delle indagini sono stati tratti in arresto sei corrieri di droga, operanti anche nel pieno del periodo pandemico sfruttando le proprie attività lavorative e due basisti che custodivano parte dello stupefacente a Palermo, con il sequestro di circa cinquanta chilogrammi di cocaina, che se immessa nel mercato avrebbe fruttato profitti illeciti per oltre quattro milioni di euro. Nell’ambito dell’operazione della Guardia di finanza su un traffico di cocaina tra la Calabria e Palermo, che ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per ventuno indagati, il gip ha disposto il sequestro preventivo di società, beni immobili e mobili riconducibili agli indagati per un milione di euro. Attraverso gli elementi acquisiti nel corso delle indagini, attraverso l’esame, il confronto e l’incrocio di informazioni estratte dalle diverse banche dati dei finanzieri è emerso l’assoluta sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e i redditi dichiarati, facendo scattare le misure cautelari patrimoniali. Dalle indagini delle Fiamme gialle è inoltre emerso che sei dei destinatari delle misure cautelari percepivano il Reddito di cittadinanza. E’ stata eseguita la comunicazione all’Inps per sospendere il beneficio. Alcuni degli indagati percepivano il sussidio direttamente, ad altri il reddito era stato concesso a un familiare che faceva parte dello stesso nucleo. Gli arrestati nell’operazione antidroga tra la Calabria e Palermo sono: Giuseppe Barbaro, 43 anni di Platì (Rc), Pasquale Barbaro, 23 33 anni di Platì (Rc), Giuseppe Fascella, 51 anni di Palermo, Salvatore Fascella, 51 anni di Palermo, Veronica Cusimano, 43 anni di Palermo, Salvatore Orlando, 60 anni di Palermo, Denise Vincenza Bonanno, 33 anni di Palermo, Antonino Pilo, 32 anni di Palermo, Enzo Logioia, 53 anni, Castelnuovo Scrivia (Al), Rocco Pizzinga, 48 anni di Casignana (Rc), Francesco Reitano, 47 anni di Catania, Gaetano Capizzi, 53 anni di Palermo, Maria Rosa Cardinale, 45 anni di Palermo, Giuseppe Cusmano, 53 anni di Palermo, Mariella Di Majo, 47 anni, di Mazara del Vallo, Maddalena Fascella, 57 anni di Palermo, Alessandro Genuardi, 44 anni di Palermo, Giovanni Mirabella, 43 anni di Catania, Mario Vito Orlando, 58 anni di Palermo, Gaspare Sanseverino, 50 anni di Villabate (Pa). Uno degli indagati non è stato rintracciato. Sono state sequestrate la ditta indoviduale Eurocaffè di Giuseppe Barbaro con sede a Platì (Rc), la dolciaria pasticceria e gelateria Marconi srls con sede a Platì (Rc) intestata a Pasquale e Giuseppe Barbaro, Sava Fruits srls con sede a Melicusso (Rc), 11 veicoli, 12 terreni nel comune di Bovalino (Rc) e un appartamento a Palermo. I percettori del reddito di cittadinanza sono Giuseppe Fascella, Salvatore Fascella, Veronica Cusimano, Giuseppe Cusimano, Mariella Di Majo, Maddalena Fascella.
La Polizia ha eseguito stamani, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, un’ordinanza cautelare emessa dal Gip nei confronti di 62 indagati. Le accuse contestate, a vario titolo, sono associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, ricettazione, furto, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, per la maggior parte sono aggravati dal metodo mafioso, ed altri gravi reati, avvenuti nel capoluogo di regione. Gli arresti sono stati eseguiti nella zona sud di Catanzaro a carico di esponenti della comunità rom.
L’indagine, complessa, ha degli aspetti di novità laddove ha messo in evidenza la sorprendente capacità della ‘ndrangheta isolitana di gestire un pericolosissimo conflitto con gli odierni indagati, giungendo a una soluzione salomonica che ha consentito, in parte, alle ‘ndrine cutresi e catanzaresi coinvolte di mantenere la leadership criminale sull’agguerrita organizzazione mafiosa colpita dalle indagini della Polizia di Stato, coordinata dalla Dda di Catanzaro”. Lo ha detto il prefetto Francesco Messina, Direttore centrale anticrimine in relazione all’operazione di oggi della Polizia di Stato che ha portato all’esecuzione di 62 arresti per accuse, contestate a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, ricettazione, furto, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, per la maggior parte aggravati dal metodo mafioso, ed altri gravi reati, avvenuti nel capoluogo di regione. “E, d’altro canto, le investigazioni – ha aggiunto Messina – hanno finalmente dato atto, fortunatamente, della capacità e del coraggio di una parte degli imprenditori estorti di reagire alle imposizioni estorsive dei clan investigati, sottraendosi e reagendo, in modo virtuoso, alle consuete logiche omertose”.
“Rivolgo le mie congratulazioni alla Polizia di Stato di Catanzaro che all’alba di oggi, con una vasta operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia guidata dal procuratore Nicola Gratteri, ha sferrato un duro colpo alla criminalità rom che opera nei quartieri sud di Catanzaro, eseguendo oltre 60 misure cautelari in cui vengono contestati i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, ricettazione, furto, detenzione di armi”. È quanto afferma, in una dichiarazione, il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro (Fdi). “L’indagine, come ha spiegato il direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato prefetto Francesco Messina – aggiunge Ferro – ha evidenziato la leadership criminale delle cosche del Crotonese sulle consorterie del capoluogo, ma soprattutto il coraggio di alcuni imprenditori di rompere il muro di omertà, denunciando le richieste estorsive e affiancandosi allo Stato. Un segno della grande fiducia di cui godono la magistratura inquirente e le forze dell’ordine che operano nel distretto, ma anche della volontà dei cittadini di ribellarsi alla cappa criminale che tenta di soffocare le attività economiche e condizionare la vita della comunità”.
“Non esistono fortini inespugnabili, avevo scritto un anno fa riferendomi agli insediamenti criminali nella zona sud della città, e il procuratore Gratteri e le forze di polizia lo stanno dimostrando con i fatti. Siamo grati alla magistratura, al questore, agli uomini della Polizia di Stato per il nuovo colpo inferto al sistema dell’illegalità che da troppi anni costituisce un elemento di forte preoccupazione per i cittadini e la loro sicurezza”. Lo afferma il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita commentando gli esiti dell’operazione della Polizia di Stato che ha portato all’arresto di 62 persone nel capoluogo. “Impressiona molto – aggiunge Fiorita – la metodologia di stampo mafioso che è stata rilevata dagli inquirenti e la stretta relazione con il mercato della droga. Desidero esprimere al procuratore Gratteri e ai suoi collaboratori, a tutte le forze dell’ordine, dalla Polizia di Stato ai carabinieri alla guardia di finanza, il ringraziamento di tutta la città che si ritrova al loro fianco in questa delicata lotta all’illegalità e al crimine. Resto sempre fortemente convinto che all’indispensabile azione di repressione dei reati occorra affiancare una politica di riscatto sociale nei quartieri a rischio, togliendo dalla strada i ragazzi e strappandoli alla tentazione del facile guadagno con le armi della cultura, dell’istruzione, dello sport”. “In questa ottica, abbiamo voluto potenziare – sottolinea il sindaco di Catanzaro – la disponibilità di impianti sportivi, prevedendo una struttura polivalente accanto al PalaGallo. Questo compito tocca a noi, garantendo a questi quartieri, abitati in grandissima parte da gente onesta e laboriosa, tutti i servizi di una città civile, con in testa le scuole, i centri di inclusione sociale, l’impiantistica sportiva. E’ una sfida che tutti assieme possiamo vincere”.
E’ la prima volta che a Catanzaro viene contestata l’associazione mafiosa ad un gruppo di etnia rom del quale l’inchiesta ha ricostruito l’organigramma con i ruoli dei vari associati, nonché le varie attività illecite poste in essere e i vari settori di operatività capaci di condizionare le attività economiche delle vittime. L’inchiesta, infatti, avrebbe evidenziato che l’organizzazione riconducibile a soggetti della comunità rom ha acquisito nel tempo un’operatività autonoma per la gestione delle attività criminali, affrancandosi dal ruolo, ricoperto in passato, di terminale operativo delle cosche di ‘ndrangheta del crotonese, ottenendo così la gestione indipendente delle attività estorsive, oltre che delle attività di spaccio di sostanza stupefacente sul territorio di Catanzaro. In tale contesto, nell’ordinanza cautelare è stata ritenuta la gravità indiziaria, tra l’altro, per reati contro il patrimonio, tra i quali furti propedeutici alle attività estorsive, estorsione, oltre che spaccio e traffico di sostanze stupefacenti. L’inchiesta ha anche portato alla luce l’esistenza di altre due organizzazioni finalizzate al traffico di droga di vari tipi, principalmente cocaina. In particolare, una delle due, con canali di approvvigionamento dello stupefacente da fornitori della provincia di Reggio Calabria e di Crotone, gestiva lo spaccio dall’interno dell’abitazione – continuamente presidiata e resa sicura da sistemi di videosorveglianza – individuata dal sodalizio come base operativa per la detenzione, l’occultamento, la preparazione, il confezionamento e lo smercio della sostanza stupefacente. La seconda associazione, caratterizzata da una struttura a base familiare, sarebbe stata operante tra le province di Catanzaro e Crotone, nel comprensorio ricadente tra la zona sud est della provincia di Catanzaro e quello confinante crotonese, comprensivo dei comuni di Steccato di Cutro e Cutro.
Arriva la 13° edizione del Mediterraneo Festival Corto, in programma dal 5 al 9 luglio 2023. La madrina del festival, come già annunciato, sarà Anna Bonaiuto.
Il 19 aprile alle 18:00 si terrà, nella Biblioteca comunale di Piazza Maggiore De Palma, Scalea, la conferenza stampa che renderà note le caratteristiche dell’evento. Il 31 marzo si sono chiuse le iscrizioni, e sono tantissimi i film in gara.
Di seguito elencate le Nazioni partecipanti: Albania, Belgio, Brasile, Canada, Cina, Corea del sud, Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Grecia, Guatemala, India, Iran, Irlanda, Italia, Malta, Messico, Nuova Zelanda, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Stati uniti, Svezia, Svizzera, Turchia, U.K., Ungheria.

Un flusso continuo quello di domenica 16 aprile al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. Il maltempo non ha scoraggiato i tanti turisti presenti in città anche per il Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria, la corsa ciclistica che da Riace si è mossa verso lo Stretto. Un omaggio al Cinquantesimo anniversario della scoperta dei Bronzi di Riace, testimoniato dalla presenza dei volti delle due statue sulla maglietta creata per il vincitore. Gli 894 ingressi registrati confermano l’andamento positivo del MArRC che conta oltre novecento ingressi anche nella scorsa settimana.
«I Bronzi di Riace si confermano grandi attrattori per tutto il territorio – commenta il direttore del Museo, Carmelo Malacrino. Le due statue, capolavori indiscussi della bronzistica del V secolo a.C., sono diventati un’icona per tutta la Calabria, trasformandosi in una grande opportunità di promozione culturale. Ringrazio il Sindaco f.f. della Città Metropolitana Carmelo Versace e il Consigliere delegato allo sport Giovanni Latella per aver voluto collegare, nel nome dei Bronzi, i centri di Riace e di Reggio Calabria. Ricevere qualche giorno fa dalle sue mani la maglietta creata appositamente per l’evento è stata una grande emozione. Questo è anche il periodo di grande affluenza delle scuole, che scelgono di visitare il MArRC per far scoprire ai tanti giovani studenti la straordinaria ricchezza culturale della Calabria antica».
Al MArRC si accede senza prenotazione, anche per gruppi organizzati e scolaresche, dal martedì alla domenica con orario continuato, dalle ore 9:00 alle ore 20:00 (ultimo ingresso ore 19:30).
In occasione dei Ponti del 25 aprile e della Festa dei lavoratori, il Museo sarà aperto, in via eccezionale, anche lunedì 24 aprile e il 1° maggio. Martedì 25 aprile, ricorrenza della Liberazione, per iniziativa voluta dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, l’ingresso sarà gratuito per tutti.
Lo scorso 13 aprile, nel corso di un’udienza privata, all’interno del Palazzo Apostolico Vaticano, Sua Santità ha incontrato i soci ARIS, (associazione religiosa degli istituti socio-sanitari), di cui la Piccola Opera Papa Giovanni fa parte e presiede il coordinamento regionale. Sua Santità ha salutato personalmente tutti i partecipanti. Un incontro importante, racchiuso nelle parole del Papa, nella raccomandazione di accompagnare le persone accolte con particolare cura, non trascurando nessuno, perché nessuno deve sentirsi solo nella malattia. Al contrario, ciascuno sia sostenuto nelle sue domande di senso e aiutato a percorrere con speranza cristiana la strada, a volte lunga e faticosa, dell’infermità.