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‘Ndrangheta in Toscana: sequestrati 600 mila€ ad un prestanome legato ai Tegano De Stefano
Sequestrati dalla guardia di finanza in collaborazione con la polizia beni per 600mila euro ad un imprenditore calabrese, residente in provincia di Siena, ritenuto prestanome della ‘ndrangheta.
L’imprenditore, attraverso una sua società nel settore edile, era già stato oggetto di un provvedimento interdittivo antimafia emesso nel 2003 dalla prefettura di Reggio-Calabria, ed è stato ritenuto dalla Direzione distrettuale antimafia reggina, anche sulla base di riscontrate dichiarazioni di collaboratori di giustizia, portatore di “pericolosità sociale”.
L’uomo, fungeva da “prestanome” e curava gli interessi della cosca “Tegano-De Stefano”, originaria di Reggio Calabria, occultando, attraverso fittizie intestazioni societarie, l’effettivo gestore della società: un componente di spicco della stessa ‘ndrina.
Dalle analisi, il valore del patrimonio, direttamente e indirettamente nella disponibilità dell’imprenditore, è risultato sproporzionato (nell’arco di quasi 30 anni per circa 800.000 euro) rispetto alla capacità reddituale manifestata.
Il Tribunale di Reggio-Calabria ha disposto il sequestro, tra Siena, Sovicille e Monteroni d’Arbia, nel Senese, del patrimonio intestato ai familiari dell’uomo: una villa con relative pertinenze, due appezzamenti di terreno, un locale adibito ad autorimessa, un B&b/affittacamere, oltre a conti correnti e disponibilità finanziarie, per un valore complessivamente stimato in oltre 600.000 euro. I beni saranno gestiti da un amministratore giudiziario.
“Per mantenere positive le performance del porto di Gioia Tauro si punta, anche, all’efficienza dei suoi servizi interni. Sono stati appena completati i lavori di realizzazione della Struttura polifunzionale di controllo frontaliera Pcf – Punto Ped/Pdi, che permetterà la centralità dei controlli e delle relative analisi in un’unica area all’interno dello scalo portuale“. Lo rende noto ‘Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio.
“In attuazione al Regolamento Ue 2017/625, relativo ai controlli sugli alimenti e sui mangimi, alle norme nazionali sulla salute e sul benessere degli animali nonché ai regolamenti sulle ispezioni dei prodotti fitosanitari – è detto in una nota – l’Ente, guidato dal presidente Andrea Agostinelli, ha pianificato, nella propria politica di sviluppo dello scalo, la costruzione di un’area specifica strutturata, affinché sia garantito in modo organico un servizio necessario alla sicurezza pubblica. In base a quanto disposto dalla normativa vigente in materia, l’attività di controllo sanitario sugli animali e sulle merci alimentari, in ingresso nel territorio dell’Unione Europea, viene affidata al Servizio sanitario nell’ambito delle strutture periferiche del Ministero della Salute. Considerata la centralità dello scalo nel circuito dei traffici internazionali e la natura delle merci in transito nel porto di Gioia Tauro, il presidio della salute pubblica sulle merci destinate all’alimentazione e di origine animale competono al servizio veterinario presente nell’infrastruttura portuale calabrese”.
“Al fine, quindi, di dotare lo scalo di un’attività essenziale e per favorire l’organizzazione delle relative ispezioni di laboratorio – è detto ancora nella nota – l’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio ha centralizzato in un’unica struttura lo svolgimento delle operazioni di analisi e controlli delle merci al fine di prevenire eventuali contaminazioni o l’immissione al consumo di prodotti non igienicamente a norma. Ubicata in un’area di 4000 metri quadri, la struttura è organizzata in tre capannoni articolati in 34 moduli prefabbricati. Di questi, ventidue saranno dedicati al servizio del posto di controllo frontaliero PCF, altri sei moduli saranno destinati alle attività del servizio fitosanitario regionale, tre all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e altre tre al servizio della Guardia di Finanza.
Per un valore complessivo di 2,7 milioni di euro, i lavori sono stati eseguiti dalla ditta F.M.B. Tubes srl, che è capo gruppo di un consorzio d’imprese.
Per dare atto, quindi, alla normativa vigente in materia, che affida in capo al Ministro della Salute la gestione del servizio, l’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio, a giorni, sottoscriverà un protocollo d’intesa che darà in comodato d’uso al Ministero competente, attraverso le sue strutture periferiche, la gestione del centro polifunzionale di controllo frontaliera Pcf – Punto Ped/Pdi del porto di Gioia Tauro”, conclude la nota.
Giovedì 10 aprile 2025, alle ore 17.30, l’Hotel San Francesco di Rende ospiterà il convegno dal titolo provocatorio “Mi mangio la Terra!”, un’opportunità di riflessione sulle scelte alimentari e sul loro impatto sull’ambiente. Organizzato in collaborazione dalla Fidapa BPW Italy (Federazione italiana donne arti professioni e affari) e da AMI (Ambiente Mare Italia), l’incontro si inserisce nella Settimana Verde, promossa da AMI, con l’obiettivo di sensibilizzare la comunità sulla necessità di adottare scelte alimentari consapevoli e responsabili, fondamentali per la tutela dell’ambiente e per combattere il cambiamento climatico.
L’evento vedrà la partecipazione di esperti che affronteranno il tema della sostenibilità alimentare da diverse prospettive. Interverranno il professor Giuseppe Mendicino, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente dell’Università della Calabria, che approfondirà le strategie per una gestione responsabile di cibo e acqua; il dottor Pietro Leo, specialista in Malattie dell’Apparato Digerente e già primario di Gastroenterologia dell’Ospedale Annunziata di Cosenza, che esplorerà l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi; e l’architetto Marisa Raffaella Gigliotti, referente delle Comunità Slow Food della Calabria e past presidente Fidapa sezione di Soverato, che discuterà dell’importanza delle Terre Alte nella protezione del territorio e nella promozione di pratiche agricole sostenibili. La tavola rotonda sarà moderata da Elena Pistilli, presidente di AMI Cosenza-Tropea e past presidente Fidapa sezione di Cosenza, e da Lucia Nicosia, presidente in carica Fidapa sezione di Cosenza.
Elena Pistilli, presidente di AMI Cosenza-Tropea e past presidente Fidapa di Cosenza, afferma che: «Il titolo ‘Mi mangio la Terra!’ è volutamente polemico. Questo incontro ha una funzione divulgativa e mira a stimolare la riflessione, a formare cittadini consapevoli e a spingerli a un cambiamento delle loro abitudini, spesso dannose per l’ambiente, che abbiamo ricevuto in eredità e che dobbiamo restituire intatto alle future generazioni. L’associazionismo può fare molto per promuovere una corretta cultura ecologica». Con lo slogan «Proteggi oggi ciò che appartiene al domani. La Terra è nelle nostre mani», l’obiettivo è chiaro: promuovere un cambiamento culturale attraverso l’azione collettiva. L’AMI invita la comunità a considerare il futuro del nostro pianeta come una priorità, sottolineando l’importanza di agire ora per fermare il degrado ambientale.
Lucia Nicosia, presidente Fidapa sezione di Cosenza, esprime entusiasmo per l’incontro, sottolineando: «Siamo felici di celebrare il terzo anno di collaborazione con AMI, un’opportunità per unire le forze nella protezione dell’ambiente. L’evento si inserisce nel tema internazionale Fidapa BpW Italy “Ispirare, innovare, potenziare, trasformare: insieme, plasmiamo un futuro sostenibile”. La Settimana Verde AMI è un impegno concreto che va oltre gli eventi: è un momento per coinvolgere la comunità e promuovere un cambiamento culturale che possa garantire un futuro più sostenibile». La partnership tra Fidapa e AMI ha già dato vita a numerose azioni concrete, come attività educative e laboratori, che puntano a sensibilizzare la popolazione sul tema della sostenibilità.
Il professor Giuseppe Mendicino, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente all’Università della Calabria, osserva: «Il cibo e l’acqua sono risorse fondamentali, ma devono essere gestite in modo responsabile per garantire la sostenibilità del nostro ambiente. Ogni fase della produzione alimentare ha un impatto, e dobbiamo lavorare per ridurre il consumo di queste risorse e migliorare l’efficienza dei nostri sistemi alimentari».
Il dottor Pietro Leo, specialista in Malattie dell’Apparato Digerente, aggiunge: «La produzione agricola e zootecnica impiega risorse vitali come acqua e suolo, mentre inquina con l’uso di fertilizzanti e pesticidi e contribuisce alle emissioni di gas serra, tra cui metano e CO₂. La lavorazione degli alimenti richiede energia e acqua, generando rifiuti e imballaggi, e la distribuzione comporta trasporti inquinanti e sprechi. Inoltre, il consumo domestico spesso comporta sprechi, e lo smaltimento dei rifiuti, come scarti e imballaggi, genera ulteriori inquinamenti e gas serra». Il dottor Leo mette in evidenza il ruolo cruciale del metano, un potente gas serra che proviene in gran parte dagli allevamenti intensivi. «Gli animali, in particolare ovini e suini, producono metano durante la digestione, un gas che viene rilasciato nell’aria. Inoltre, gli escrementi di questi animali, quando accumulati in grandi quantità, fermentano e rilasciano ancora più metano». Questo gas, più potente della CO₂ nel trattenere il calore nell’atmosfera, contribuisce in modo significativo al riscaldamento globale e agli eventi meteorologici estremi, con gravi conseguenze per la salute umana e per la natura. Il metano ha anche un effetto negativo sulla qualità dell’aria, favorendo la formazione di ozono a livello del suolo, un inquinante che aggrava i problemi respiratori e danneggia le piante. Per ridurre gli effetti del cambiamento climatico, è quindi fondamentale diminuire le emissioni di metano, in particolare da parte degli allevamenti intensivi.
L’architetto Marisa Raffaella Gigliotti, referente delle Comunità Slow Food della Calabria e past presidente Fidapa sezione di Soverato, precisa: «Le terre alte, che coprono l’80% del nostro Paese, sono spesso sottovalutate, ma offrono risorse eccezionali. La biodiversità, l’aria pulita e l’acqua che le caratterizzano sono risorse che possiamo proteggere solo attraverso pratiche agricole sostenibili. Queste terre offrono opportunità anche ai giovani, che possono riscoprire mestieri legati alla pastorizia e all’agricoltura ecologica. Slow Food promuove la gestione di questi territori, difendendo la biodiversità e favorendo lo sviluppo di pratiche agricole che rispettano l’ambiente».
L’appuntamento del 10 aprile non è solo un invito alla riflessione, ma un invito all’azione. È un’occasione per lanciare un appello a tutti i partecipanti: è necessario adottare scelte consapevoli e responsabili nella vita quotidiana. Ogni scelta, anche quella apparentemente più piccola, può fare la differenza. Con il supporto di esperti, associazioni e istituzioni, il convegno si propone di avviare un percorso di cambiamento che parta dalla consapevolezza e arrivi a comportamenti concreti, per proteggere la Terra e garantirne la salute per le generazioni future.
Chiusura col botto al “Premio Cultura Cinematografica Città di Polistena 2025”
Simona Loizzo é stata eletta nel Direttivo federale della Lega. L’elezione é avvenuta a conclusione del congresso del partito, svoltosi a Firenze.
A darne notizia, con una dichiarazione, é la stessa parlamentare, dicendosi “orgogliosa” per l’elezione.
“Ringrazio tutti i delegati – afferma Simona Loizzo – per la fiducia accordatami. Il Direttivo, composto da 22 persone, sarà al fianco del segretario nazionale Matteo Salvini. Il congresso di Firenze ci rafforza e ci porta in una dimensione politica che sarà fondamentale per ricostruire i rapporti con gli Stati Uniti e creare le condizioni per una nuova Europa”.
“Fare parte di un organismo così importante – dice ancora Loizzo – è un riconoscimento non per me stessa ma per la Calabria, terra nella quale il nostro partito vuole aggregare consensi e ampliare la partecipazione”.
Le congratulazioni del Presidente Mancuso
“All’on. Simona Loizzo – eletta tra i 22 componenti del direttivo federale della Lega al congresso di Firenze – il commissario della Lega-Calabria Filippo Mancuso, assieme ai commissari provinciali del partito, augurano “buon lavoro e in bocca al lupo, per questo nuovo e delicato impegno politico”. Dal canto loro, il capogruppo della Lega a Palazzo Campanella Giuseppe Gelardi e i consiglieri regionali Giuseppe Mattiani, Katya Gentile e Pietro Raso si congratulano con l’on. Loizzo “sicuri che saprà svolgere l’importante incarico nazionale, come sempre, con impegno e dedizione”, scrive in una nota il Presidente del Consiglio Regionale, Filippo Mancuso.
Comune di Reggio: ecco Open Day Carta d’identità elettronica. Tutte le info
Il Settore Risorse Umane ed Anagrafe del Comune di Reggio Calabria organizza l’Open Day Carta d’identità elettronica.
L’iniziativa mira a soddisfare le richieste di carta d’identità elettronica in giornate di apertura straordinaria degli uffici comunali dell’anagrafe secondo il seguente calendario :
OPEN DAY SABATO 3 MAGGIO 2025 dalle ore 8:30 alle 14:30 presso gli uffici di Santa Caterina via Montello 10- tel. 0965 47966 e Centro civico di Ravagnese, via Ravagnese superiore- tel. 0965/3624660.
OPEN DAY SABATO 10 MAGGIO 2025 dalle ore 8:30 alle 14:30 presso gli uffici di Catona/Gallico p.zza
Matteotti – tel. 0965 301817 e Sbarre/Gebbione, via Graziella n.5- tel. 0965/3625009.
OPEN DAY SABATO 17 MAGGIO 2025 dalle ore 8: 30 alle 14:30 presso gli uffici della Sede centrale, Via N. Calipari 2/n- 0965/3622448 e Centro civico di Pellaro – tel. 0965/359175.
Sulla base delle unità di personale disponibili, potranno essere rilasciate un numero massimo di 40 carte d’identità, pertanto, in ogni giornata saranno distribuiti i numeretti per la prenotazione secondo l’ordine di arrivo degli utenti presso gli uffici.
Si ricorda che, comunque, è assicurata la priorità assoluta le donne in stato di gravidanza, persone diversamente abili, anziani ultrasettantenni.
IL COSTO DA SOSTENERE
Il costo della carta d’identità elettronica è di 22,20 euro, da pagare esclusivamente utilizzando la
piattaforma MyPay aderente al circuito nazionale pagoPA (sistema di pagamenti elettronici).
Quando si parla di donne in architettura non si può non mettere a fuoco la figura di Jolanda Milano, matricola n.10 dell’OAPPC di Reggio Calabria e tutt’oggi, alle soglie dei suoi 91 anni, professionista ancora attiva.
A Jolanda Milano si deve l’istituzione ordinistica degli Architetti in Calabria, all’epoca ancora affiliata a quella di Napoli. Assieme al marito, l’architetto Elio Prestipino e un gruppo di giovani colleghi, dopo aver istituito gli Ordini di Catanzaro e Cosenza, tra il 1970 e il 1971 si attivò per dar vita all’istituzione reggina.
Il presidente dell’OAPPC di Reggio Calabria ne ricorda la figura anche il riferimento al centenario dell’Istituzione degli Ordini Professionali e ai quasi cinquant’anni della fondazione dell’ordine Reggino: “L’istituzione ordinistica di Architetti e ingegneri ha da poco compiuto cento anni in cui la professione di architetto si è radicalmente trasformata richiedendo sempre più competenze specialistiche e necessità di alta formazione per far fronte anche all’innovazione tecnologica e al processo di digitalizzazione del mondo delle costruzioni. L’ordine degli architetti PPC di Reggio Calabria tra meno di tre anni compirà 50 anni. In questo importante processo di trasformazione della professione che guarda verso il futuro proiettandosi verso l’ormai in atto rivoluzione innescata dall’intelligenza artificiale non possiamo dimenticare le nostre origini, la storia da cui proveniamo. Ricordando il passato e guardando al futuro non possiamo non citare la collega Jolanda Milano il cui operato in sinergia con Prestipino, Quistelli, Borrelli e Fattinnanzi ha contribuito a tracciare i primi passi del nostro ordine professionale e ad affermare il ruolo dell’architetto in un territorio e in un contesto storico complesso e difficile. Un percorso faticoso anche all’insegna dell’affermazione del ruolo delle donne in architettura, all’epoca le donne Architetto erano pochissime. Oggi la percentuale di donne, nella libera professione supera quelle degli uomini. L’Ordine degli Architetti Reggino registra che il 53% degli iscritti che esercitano la libera professione è donna. Una percentuale importante che rende onore alla categoria di Architetto e raccoglie i frutti dello straordinario impegno sociale e professionale di chi come l’architetto Milano ha dedicato un’intera vita all’architettura”.
La lunga carriera di Jolanda Milano cammina di pari passo con quella del marito. Jolanda ed Elio si conobbero durante il loro percorso di studi presso la Facoltà di Architettura dell’Università “Federico II” di Napoli. Una volta laureati, nel 1960 si trasferirono a Reggio Calabria, città natale di Elio, per avviare il loro studio di progettazione architettonica “Prestipino – Milano”. Il loro modo di concepire la professione come mezzo per creare bellezza ha fatto parte della quotidianità della coppia tracciandone uno stile di vita che, trasmesso alle due figlie, ha accompagnato Sabrina a seguire le orme dei genitori, laureandosi in architettura e affiancandoli fin dagli esordi della sua carriera, e Simona ad affermarsi come Graphic Designer.
Colleghi, fin dagli studi universitari, di Antonio Quistelli, Flora Borrelli e Enrico Fattinnanzi, con questi e tanti altri, Jolanda e Elio portarono avanti le battaglie di affermazione della figura dell’architetto negli anni in cui l’Italia era in pieno fermento innovativo, gli anni del boom economico, della diffusione dell’architettura post-moderna e neo-razionalista.
“Nascere e vivere a Napoli ha sicuramente influenzato la mia grande passione per l’architettura. Poi in tante occasioni, vedendo Roma e Venezia, ho iniziato a osservare la bellezza dei monumenti che mi circondavano” Jolanda Milano spiega che in un territorio difficilissimo, in un’epoca di transizione, la figura femminile dell’architetto faticava a farsi riconoscere “Dopo la laurea ho intrapreso la mia battaglia personale, perché non c’erano ancora molte donne architetto a quel tempo. Volevo far parte di questo mondo per riuscire a realizzare dei progetti e dire qualcosa anch’io”.
Ricorda le lotte affrontate senza mai arrendersi e di come la sua professione, in 61 anni di attività, le ha dato soddisfazioni nel riuscire a realizzare il suo sogno.
Presto si distingue come figura di spicco per la sua attività professionale nel panorama reggino. Il suo modo di fare architettura, vissuta con passione e dedizione, ha generato progetti che spaziano dalla pianificazione territoriale e urbanistica all’edilizia pubblica e privata, fino allo studio del dettaglio e degli elementi di design, il cui stile morbido e fluente è ancora riconoscibile nelle linee armoniche della balaustra della “fossa orchestrale” del teatro Cilea, così come nella riproposizione delle conchiglie in tutti i livelli dei palchetti e gli arredi del teatro, del foyer e della hall di ingresso, ancora oggi visibili nella loro elegante forma messa in risalto dalle luci diffuse attraverso i lampadari in stile.
Tra i più prestigiosi interventi progettuali firmati da Jolanda Milano, non si possono non menzionare il progetto di riqualificazione della Villa Comunale di Reggio Calabria, il restauro e la valorizzazione del Castello Ruffo di Scilla, il progetto di restauro e riqualificazione del Teatro Comunale “F. Cilea”, il progetto del Lido Comunale “Zerbi” e, ancora, la redazione di numerosi Piani Urbanistici. Si contano anche numerosissime progettazioni private come ville, palazzi, alberghi, ristoranti e locali pubblici, tra i quali spiccano l’hotel “Fata Morgana”, il “Limoneto”, il ristorante-pizzeria “Conti”, il “Cenacolo”.
Jolanda Milano ha progettato con cura ogni dettaglio delle sue opere, con schizzi e disegni necessari per la corretta redazione dei disegni esecutivi. “Il lavoro più importante, al quale mi sono dedicata moltissimo è senza dubbio il restauro del Teatro Cilea. Il teatro, trasformato in cinema, si trovava in uno stato che non consentiva di riconoscerne il grande valore architettonico. Erano presenti sovrastrutture che impedivano la lettura della vera essenza di teatro. Per questo una delle principali attività ha riguardato lo studio dei vecchi disegni per risalire alla sua identità”.
La “reggina” Jolanda Milano, insignita alla carriera con premi e onorificenze in diverse occasioni culturali, nel 2024 ha tagliato il traguardo dei Cent’anni dall’istituzione degli Ordini professionali, riaffermandosi artefice e promotrice dell’attivazione ordinistica reggina che ha visto passare intere generazioni di architetti della Città Metropolitana di Reggio Calabria.
A Villa San Giovanni il salotto culturale “Le donne nell’Architettura”
In un mondo afflitto da persistenti divari, raggiungere l’uguaglianza per tutte le donne e le ragazze rimane una convinzione fondamentale e una sfida duratura.
A sostegno di questo presupposto, durante il salotto culturale “Le donne nell’Architettura”, organizzato dall’arch. Cinzia Basile referente della Task Force “Arte e Cultura” – Sezione FIDAPA-BPW di Villa San Giovanni, in collaborazione con l’OAPPC di Reggio Calabria, si è avviata una riflessione sulle donne che hanno fatto la storia dell’Architettura, evidenziando le sfide ancora esistenti e promuovendo azioni concrete per la parità di genere.
L’iniziativa, patrocinata della Sezione reggina di A.I.D.I.A. – Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti – ha consegnato valore simbolico all’importante lavoro svolto dalle donne architetto e al contributo da queste offerto, in modo sostanziale, allo sviluppo dell’architettura.
L’evento, ospitato presso l’Auditorium “Emanuela Loi” dell’IPALB TUR “Giovanni Trecroci”, le cui attività di regia sono state curate dalle stesse organizzatrici coadiuvate dal tecnico Saverio Verduci, è stato moderato dall’avv. Carmela Infortuna, Segretaria della Sezione FIDAPA-BPW, che ha aperto il dibattito sulla necessità di una narrazione storica, accendendo i riflettori sul rapporto tra donne e architettura in diversi contesti sociali e culturali.
A ricevere in sala le relatrici, e gli ospiti tutti, sono stati gli studenti del corso serale di “Accoglienza Turistica, Sala e Pasticceria” dell’IPALB TUR, diretto dal prof. Pontieri, accompagnati dalla prof.ssa Camilla Alampi.
Nel porgere i saluti l’avv. Michela Catanese, Presidente della Sezione villese FIDAPA-BPW, ha rimarcato “Non si possono certo dimenticare le difficoltà affrontate dal genere femminile in questo ambito professionale, nonostante la naturale propensione delle donne per il senso del bello e dell’estetica in genere… ed è proprio alla forza, alla tenacia di queste donne che hanno combattuto l’arcaismo dei due sessi forte/debole che ci siamo ispirati proponendo questo evento”.
La padrona di casa prof.ssa Enza Loiero, DS dell’istituto, sottolinea “Le donne grazie alla loro resilienza sono capaci di realizzare tantissime cose eleganti anche in circostanze poco favorevoli proprio per la loro propensione alla vita. Siamo in un auditorium intitolato ad Emanuela Loi che ha dato la vita per difendere i valori di giustizia e legalità”.
Nel suo intervento l’ing. Margherita Tripodi, Presidente di AIDIA, specificando il ruolo dell’associazione ha riportato il pensiero di Oriana Fallaci, abbinando alla figura della donna le tre parole: avventura, coraggio e sfida “Tutti concetti che le donne architetto di un tempo, di oggi e di domani, abbracciano pienamente”.
L’arch. Cinzia Basile, nell’esporre un’approfondita ricerca da lei stessa curata e nel dettaglio espletata con la proiezione di un documentario, ha spiegato che “Per molti secoli l’architettura e l’ingegneria sono rimaste strettamente legate al mondo maschile, resistendo all’avanzata delle donne e alla loro progressiva conquista. Dopo qualche tentativo pionieristico nella prima metà del Novecento, oggi le donne architetto sono molte e negli ultimi anni hanno cominciato finalmente a veder riconosciuto il proprio lavoro. Il genere femminile, nella pratica dell’architettura, di cui ad oggi possiamo vantare eccellenti esponenti, non ha certo avuto vita facile, come in tutti i campi professionali tecnici. Esplorando i risultati ottenuti dalle donne architetto, possiamo comprendere meglio il loro impatto sul settore e ispirare le generazioni future a intraprendere una carriera in architettura”.
Con il suo intervento la Basile ha reso protagoniste del salotto alcune tra le maggiori esponenti che hanno segnato la storia dell’architettura, dalle archistar alle architette, urbaniste, designer, docenti e ricercatrici.
Promotrice del cambiamento è Plautilla Bricci, la prima a affermarsi in Italia, nel ‘600 barocco di Bernini e Borromini. La Bricci venne definita “l’architettrice”, in mancanza, prima di allora, di un nome femminile che potesse definire una donna architetto.
Sarà tra la fine dell’800 e tutto il ‘900, con l’avvento delle nuove tecnologie, le avanguardie e le nuove contaminazioni, che la figura della donna “architetto” prenderà forma. Pioniera dell’estetica dell’International Style, l’irlandese Eileen Grey, rimasta folgorata dall’esposizione Universale di Parigi, nel primo dopoguerra decise di specializzarsi in architettura d’interni e design, affiancando colleghi come Le Corbusier. Parliamo di tempi in cui alla donna non è ancora dato ricoprire ruoli tipicamente maschili, basti ricordare che lo stesso Le Corbusier quando bussò alla porta del suo studio la giovane Charlotte Perriand, sorridendo le disse “Qui non ricamiamo cuscini”, ma nonostante tutto nel 1927 con lei avviò una collaborazione per l’arredamento di interni con pezzi moderni. Indicata fra i fondatori del design contemporaneo, le creazioni della Perriand sono tuttora in produzione da Cassina.
Nel 1991 sarà grazie all’architetto e urbanista statunitense Denise Scott Brown, coautrice della bibbia del Post Modern “Learning from Las Vegas”, se il premio Pritzker, il più alto riconoscimento mondiale in architettura, può essere oggi assegnato anche alle donne.
Alla carrellata di fautrici del cambiamento non può mancare l’italiana Gae Aulenti, classe ‘27. A sua firma sono pezzi iconici come la lampada da tavolo “Pipistrello”, disegnata per gli showroom di Olivetti a Parigi e Buenos Aires, successivamente prodotta in serie e oggi esposta al MoMA di New York.
Negli stessi anni Lina Bo Bardi, una delle figure più rivoluzionarie nell’architettura del ‘900, oltre a collaborare con lo studio di Gio Ponti, assunse la vicedirezione della rivista Domus e fondò il magazine Habitat. Grazie a edifici come “La Casa de Vidro”, oggi sede della fondazione a lei dedicata, l’apporto di Bo Bardi sarà fondamentale allo sviluppo dell’architettura brasiliana.
Sulla scia delle donne che l’hanno preceduta, l’architetto e designer irachena di Zaha Hadid è la prima donna nella storia a vincere il Premio Pritzker 2004 e la medaglia d’oro del Royal Institute of British Architects 2016. Lo stile inconfondibile, basato su prospettive ardite e forme sinuose, è riconoscibile nel Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma, nella Stazione Marittima di Salerno e nel costruendo Museo del Mediterraneo nel Waterfront di Reggio Calabria.
Nello stesso scenario le irlandesi Shelley McNamara e Yvonne Farrel, attive fin dagli anni ’70, hanno vinto il World Building of the Year 2008 per l’estensione dell’Università Bocconi e il Leone d’Argento alla Biennale 2012 con il progetto del campus UTEC per l’Università di Lima. Nel 2018 curano la Biennale di Archittetura a Venezia nel 2018.
A soli 21 anni, nel 1981, è ancora una studentessa universitaria, Maya Lin, americana di origini cinesi, quando esordisce con il progetto vincitore al concorso di idee del Vietnam Veterans Memorial a Washington, monumento dedicato ai 58.000 soldati americani caduti durante la guerra del Vietnam eretto al Cimitero di Arlington.
Infine, ma non ultima, tra le pioniere dell’architettura del passato e del presente, l’italiana Jolanda Milano, special guest all’evento. La Milano oltre a essere una delle prime tre donne iscritte all’Ordine di Reggio Calabria, ha lasciato alla città, con le sue progettazioni che spaziano dall’architettura al design, traccia tangibile del suo stile ricercato, visibile nei dettagli come nelle balaustre della fossa orchestrale del Teatro Francesco Cilea del quale ne ha curato il restauro.
Sulla figura di Jolanda Milano è intervenuta l’arch. Sabrina Prestipino. Il suo contributo ha ripercorso, attraverso le emozioni, il lavoro della madre architetta e gli effetti prodotti indirettamente nella formazione della figlia.
La Milano visibilmente emozionata, nel ricevere la targa in riconoscimento della sua carriera, ha ringraziato tutti i presenti.
Nel corso della cerimonia di premiazione è intervenuta l’avv. Giusy Caminiti, Sindaco della Città di Villa San Giovanni, esprimendo grande soddisfazione per il taglio dato all’evento e per la testimonianza di Jolanda Milano.
Il dibattito è proseguito con l’arch. Giovanna Caminiti, Presidente della Commissione “Pari Opportunità” dell’OAPPC di Reggio Calabria, con una dedica alla Bricci “Palutilla non è solo un esempio per le donne che voglio diventare architetto e che da lei raccolgono questa preziosa eredità, ma un modello per chiunque, donna o uomo, volesse intraprendere il percorso per diventare ciò che desidera, credendo nel proprio talento, forte del proprio coraggio”.
Ha chiuso gli interventi l’arch. Silvia Lottero che, tracciando vecchie e nuove sfide, dichiara “Ogni giorno siamo impegnate ad affrontare sfide nella nostra professione che si occupa di architettura e non solo, essa è al confine tra l’arte e la scienza, tra la cultura e la tecnica. A cento anni dalla fondazione degli ordini professionali per la tutela del titolo e dell’esercizio professionale degli Ingegneri e Architetti, i numeri restituiscono una situazione incoraggiante in quanto evidenziano una crescita costante sia di iscrizioni che di partecipazione all’interno dei Consigli dell’Ordine, tuttavia nell’immaginario collettivo quello dell’architetto è ancora considerato un lavoro maschile. Le donne architetto, a fronte di un divario retributivo di genere che resiste ma che si sta man mano riducendo, non demordono e da sempre instillano nuova linfa nella rivoluzione silenziosa iniziata da Plautilla Bricci. La storia è certamente corredata di esempi di donne illustri che sono riuscite a distinguersi ma accanto a queste eccellenze vi sono tante professioniste derubate dei loro meriti”.
Il salotto culturale “Le donne nell’Architettura” è stato arricchito dagli eleganti intermezzi di danza eseguiti delle giovani allieve della scuola ASD Divina, dirette da Mariarosa Verduci in collaborazione con la maestra del corso di danza classica Fatima Ranieri.
Nel corso dell’evento gli ospiti hanno potuto gustare le pietanze preparate dallo Chef Francesco Figliomeni.
L’evento curato dalla Task Force “Arte e Cultura”, composta anche da Rina Morabito, Maria Cantarella, Nuccia Cardile, Isabella Iracà, Silvia Lottero, Anna Stajano, Rosy Ussia, Nuccia Ferrante e Tiziana Pansera, ha contribuito a far riflettere sul contributo che ogni donna può offrire alla società. Le socie, coadiuvate dalle allieve della “Scuola Divina”, hanno consegnato gli attestati e omaggi floreali realizzati da “Riviera dei fiori” di Francesco Giuffrè.