Cosa caratterizza società ed economia del terzo millennio? Il cambiamento. Ad un livello di complessità e ad una velocità mai visti prima. Bisogna preoccuparsi di perseguire la sostenibilità ambientale, adattarsi alla giungla economico-culturale della globalizzazione, all’irruenza delle nuove tecnologie. E poi fare i conti con nuovi modelli, stili di vita e possibilità. Tutto questo, quando ci si trova a dover mandare avanti un’impresa, può spaventare. Ma se ci fosse un metodo per non farsi trovare impreparati? Una “ricetta” che permetta all’imprenditore di accogliere e gestire al meglio tutta quella fluidità ed incertezza? Secondo Roberto Lorusso – fondatore e CEO della Società Benefit “Duc in altum srl”, ed autore di diverse pubblicazioni sull’innovazione d’impresa e sulla motivazione al cambiamento – c’è ed è possibile trarla dal Vangelo. Non in quanto testo religioso, ma come strumento pratico. Lo spiegherà nel dettaglio alle ore 17.30, di sabato 13 gennaio 2024, presentando nella sala di Confindustria-Reggio Calabria, il suo libro “Il Vangelo del Change Management: cambiare il modello di business con l’aiuto del Vangelo”. Ad aprire i lavori il presidente di Confindustria Giovani-Reggio Calabria, Salvatore Presentino e il presidente dei Giovani Commercialisti-Reggio Calabria, Mauro Iemma. All’incontro, moderato dalla giornalista Luisa Lombardo, interverrà anche Massimo Baccillieri, medico odontoiatra nonché vicepresidente dell’Associazione Nazionale Medici Cattolici.
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Mozione di sfiducia, il centrodestra unito: “Azione unitaria per spingere i gruppi Pd, DP e IV a mettere la parola fine a questa Amministrazione”
“È doveroso mettere al centro il bene della città: serve un punto che sancisca la fine di quest’ Amministrazione agonizzante, le cui scelte insensate mostrano le ripercussioni sui cittadini e sull’ intera città”.
Un’azione unitaria quella dei capigruppo del centrodestra, che questa mattina si sono riuniti per discutere sulle azioni da intraprendere. Unica strada percorribile, la mozione di sfiducia, spingendo i gruppi di maggioranza PD, Democratici e Progressisti ed Italia Viva, oltre chiaramente a tutte le altre forze politiche della minoranza, ad una presa di coscienza sulla situazione politica.Italia
“Dobbiamo accelerare i tempi di conclusione di questa consiliatura, che non consente più una governabilità alla città” concludono i capigruppo.
“RaccontArti”: chiusa la 2° edizione del Festival delle “Arti e dei Mestieri”
Chiude i battenti la seconda edizione di “RaccontArti”, il festival delle arti e dei mestieri che ha come obiettivo quello di raccontare al territorio le arti manuali, e il territorio attraverso l’artigianato locale. Per quasi un mese, nella sede della ex Stac di Piazza Matteotti di Catanzaro, gli artigiani – colonna portante di tessuto economico di piccole e medie imprese – sono stati protagonisti indiscussi di eventi, laboratori, occasioni di incontro finalizzati a far conoscere alla comunità le eccellenze e la passione di un settore fondamentale per la promozione culturale e anche turistica della nostra terra.
La manifestazione è stata organizzata da Confartigianato Imprese Calabria, in collaborazione con il Movimento Donne Impresa e le strutture territoriali di Confartigianato, il sostegno economico di Ancos di Confartigianato Persone, e il patrocinio del Comune di Catanzaro.
La serata finale si è svolta venerdì 5 gennaio, alla presenza tra gli altri del presidente nazionale di Ancos Persone, Enrico Inferrera; il coordinatore regionale di Ancos Persone, Francesco Filice; il segretario regionale di Confartigianato Imprese Calabria, Silvano Barbalace.
A tirare le somme della seconda edizione di RaccontArti la direttrice artistica, Giuliana Furrer, ha prima di tutto voluto ringraziare i vertici di ANCOS per “il sostegno materiale ed emotivo che ci hanno offerto, rendendo possibile la realizzazione di questa manifestazione”.
“Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti e entusiasti di poter condividere le nostre idee e attività non solo con la città, ma con l’intera regione – ha affermato la direttrice artistica, Giuliana Furrer -. Abbiamo ampliato la partecipazione di aziende provenienti da tutta la regione, e l’obiettivo è di estenderci sempre di più, coinvolgendo l’intero Sud Italia e, perché no, andare oltre. Abbiamo organizzato laboratori coinvolgenti per i bambini, coprendo una vasta gamma di attività artistiche, dal laboratorio di pittura a quelli di cioccolata, ceramica, pelletteria, e gioielli. Una novità di quest’anno è stata la presenza di un pianoforte a coda prodotto in Calabria, a Luzzi, una delle tre fabbriche in Italia a realizzare pianoforti artigianali. Grazie a tutti per essere per aver reso questo festival così speciale”.
L’ultima giornata di festival è stata dedicata ai bambini che hanno partecipato al corso di pittura sotto la guida esperta della maestra Carmen Abbatino. I lavori dei piccoli artisti sono stati esposti nella sala esposizioni. Premiati con l’attestato di partecipazione ed un piccolo dono: Luigi Capellupo, Matilde Tolomeo, Emanuele Guglielmini, Marcello Furriolo, Gianfranco Colosimo, Elisa Colosimo, Sara Barbalace, Miriam Girimonte, Azzurra Urso, Alessandro Capellupo, Matteo Capellupo, Aurora Tolomeo, Giuseppe Petitto, Sara Mangiafave, Sergio Mangiafave, Sara Amico, Margherita Curcio.
Ma prima ancora, tornano ad essere protagonisti due giovani e appassionati talenti artigiani della nostra regione, che – come ha sottolineato la direttrice artistica – sono “straordinari non solo per le loro abilità artigianali, ma anche per la loro tenacia nel portare avanti la passione e il mestiere nella nostra terra nonostante le sfide che tutti conosciamo”.
Al maestro d’arte Rocco Vitaliano, tessitore di Girifalco, e Martina Sicilia, stilista di Petilia Policastro (che hanno rispettivamente 19 e 22 anni) è stata consegnata una targa come “segno di incoraggiamento ad andare avanti”, un “in bocca al lupo per continuare nel percorso con la passione che li contraddistingue”.
Rocco e Martina hanno ringraziato Confartigianato Calabria per la vicinanza e il supporto sempre dimostrato soprattutto ai giovani, sottolineando quanto sia importante avere vicino questa organizzazione soprattutto nel difficile intento di trasmettere le tradizioni e, quindi, le radici di una storia artigiana che deve essere tramandata, senza perdere di vista la necessità di essere innovativi.
“Questa iniziativa è davvero bellissima, e credo che possa essere un esempio importante da esportare in altri luoghi d’Italia – ha affermato il presidente nazionale Inferrera -. ANCOS è presente in tutta Italia ed è un’associazione di promozione sociale. Non dovete ringraziare me, in quanto Presidente nazionale, ma chi utilizza nella dichiarazione dei redditi e destina il 5 per 1000 a questa associazione riconosciuta dal Ministero. Attualmente, ANCOS sta realizzando 25 progetti simili a questo in tutto il paese. Questi progetti spaziano dalla solidarietà – abbiamo regalato due volte 20 ecografi in cliniche, ospedali e altro, che sono stati utilizzati per salvare dei bambini. Questo ci dà una grande soddisfazione. Questa iniziativa è una delle più importanti, in quanto unisce arte, cultura, artigianato e le cose più significative, come la bellezza, di cui parlavi tu. Pertanto, sono particolarmente felice di essere qui con voi e di suggellare questa iniziativa molto importante”. Il coordinatore regionale Filice ha voluto ringraziare il presidente nazionale per aver scelto di partecipare alla chiusura della manifestazione “e spero che possiamo ripetere questa bellissima esperienza anche il prossimo anno”, ha aggiunto Filice.
L’ultima serata del Festival è stata una occasione per stare insieme, assistere alla presentazione del libro del presidente Inferrera – che si intitola “Idia Ascoltami” – oltre che al concerto di Francesca Lupis e Antonio Politano, voce e pianoforte.
Il Festival è stato, infatti, caratterizzato da tanta musica e tanti laboratori: giovedì 4 gennaio ad intrattenere i visitatori nel Complesso Monumentale San Giovanni anche i Sabatum Quartet. Un gruppo originale che vive l’esperienza della musica etnica – popolare, senza alcun dogma, la interpreta, la arrangia e la espone al pubblico, “traviandola” ma nello stesso tempo lasciando le caratteristiche originali del pezzo, qualora si trattasse di un brano tradizionale. Questa particolarità è data dalla provenienza e dalle esperienze musicali di ogni singolo artista. La seconda caratteristica è l’apertura artistica della band, i membri, infatti,in poco tempo sono passati da quattro a sette, a testimonianza dell’evoluzione del progetto.
Lo spettacolo del Sabatum Quartet, per le caratteristiche sopra citate, è fuori dal comune, originale e di sicuro impatto emotivo sull’uditore. Si spazia dalla tipica tarantella calabrese, a canti di repertorio tradizionale, a pezzi di contenuto socio-politico (brigantaggio, questione meridionale ecc.), a brani inediti, composti dalla band. In tutti le composizioni, originali e non, la caratteristica che contraddistingue il gruppo, è l’innovazione negli arrangiamenti, la polifonia vocale ed i ritmi, che non si soffermano solo ai tipici “grooves” utilizzati nella nostra tradizione, ma spaziano, toccando il tango, il flamenco il rock ed altri generi, espressi in precedenza dai vari componenti del gruppo.
Il giorno prima, il Festival ha ospitato un interessante dibattito sul tema “Il made in Calabria. Riscoprire e valorizzare l’identità dei luoghi attraverso le arti manuali” con l’imprenditore “eretico” Massimiliano Capalbo che ha raccontato la propria esperienza: una fotografia delle possibilità e delle difficoltà di come fare imprenditoria valorizzando le risorse della nostra terra, sfruttando le risorse del territorio in maniera ecosostenibile.
La giornata conclusiva del Festival, venerdì 5 gennaio, si apre con il laboratorio “La fabbrica del cioccolato”, a cura della maître chocolatier Giuliana Paonessa: i partecipanti creeranno fantastiche e gustose praline di cioccolato da mettere nella calza della Befana.
Alle 15.30 con partenza dall’ex Stac il Tour guidato a cura di Artemide un itinerario esclusivo alla ricerca di antichi mestieri e di oggetti sapientemente foggiati a mano dai maestri artigiani: nel dedalo di vicoli del centro storico e le vie “Fora” e “Porti”, passeggiando per le strade che conservano il ricordo degli artigiani e dei venditori che, anticamente, definivano gli spazi urbani del territorio cittadino con le loro botteghe, gli artigiani hanno accolto i visitatori nelle loro botteghe per raccontare le loro storie.
UniRC: il 10 gennaio convegno “Palermo/Helsinki: il corridoio con il Ponte sullo Stretto per lo sviluppo sostenibile del Mezzogiorno d’Europa”
L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Reggio Calabria e l’Università Mediterranea di Reggio Calabria con il Dipartimento di Ingegneria Civile, dell’Energia, dell’Ambiente e dei Materiali organizzano, mercoledì 10 gennaio alle ore 09,00 nell’Aula Magna “Italo Falcomatà“, Plesso di Ingegneria – Cittadella Universitaria si svolgerà il convegno dal titolo: “Palermo/Helsinki: il corridoio con il Ponte sullo Stretto per lo sviluppo sostenibile del Mezzogiorno d’Europa” presenti il Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti on. Edoardo Rixi, il Presidente di RFI prof. Dario Lo Bosco, l’Amministratore Delegato della società Stretto di Messina dott. Pietro Ciucci e altri Relatori di caratura internazionale. Il convegno rappresenta un importante momento di approfondimento sulle prospettive di sviluppo delle infrastrutture di trasporto nel contesto nazionale, regionale e dell’area dello Stretto di Messina. Lo sviluppo infrastrutturale è, infatti, uno dei temi centrali per il rilancio dell’economia dei nostri territori e l’accessibilità di un’area incide significativamente sulla sua competitività.
Teatro Manfroce: la prestigiosa Orchestra Sinfonica di Odessa apre il concerto con il pianista Giuseppe Albanese
«Grandi emozioni con l’orchestra sinfonica di Odessa e il prossimo 20 gennaio l’incanto del Lago dei Cigni del Russian Classical Ballet. L’arte e la cultura non danno spazio alla guerra ma diffondono speranza e bellezza». Così Antonio Gargano, presidente dell’associazione culturale Nicola Antonio Manfroce, ha commentato lo straordinario ritorno a Palmi dell’Orchestra Sinfonica di Odessa, popolosa città ucraina e perla del Mar Nero, nota per il suo porto e per il suo antico teatro nazionale, bersaglio di violenti bombardamenti durante la guerra ancora in atto in Ucraina. L’orchestra è nuovamente in tour e torna per la prima volta in Calabria dopo l’inizio del conflitto russo-ucraino. Un concerto di Capodanno al teatro Manfroce di Palmi, dunque, all’insegna della pace e della condivisione, apertosi con la sublime partecipazione del grande pianista di origini palmesi Giuseppe Albanese. Un grande evento ha aperto così il 2024 nell’ambito della rassegna Synergia 48, organizzata dell’associazione culturale Nicola Antonio Manfroce e finanziata con l’avviso pubblico Promozione Eventi Culturali 2022 della Regione Calabria. Evento promosso in collaborazione con Ama Calabria.
Il Concerto per Pianoforte e orchestra di Schumann con il pianista Giuseppe Albanese ha aperto lo spettacolo poi affidato alle sapienti note eseguite dall’Orchestra Sinfonica di Odessa guidata dal direttore Hobart Earle. Semiramide – Sinfonia di Rossini e un viaggio tra le note di Strauss e Strauss Jr hanno preceduto la vibrante esecuzione di Pomp and circumstance di Elgar. Ancora Strauss Jr e Strauss II fino alla strepitosa Ouverture di Strauss. Applausi che hanno assunto la forza di abbracci verso un popolo in questo momento messo a durissima prova dalla guerra. I colori della bandiera sono stati portati ai lati del palco alla fine del concerto e nel fiocco sul petto, dai 50 orchestranti provenienti da una della città ucraine più colpite dalla guerra. A Odessa, l’antico e storico teatro nazionale dove la stessa orchestra tornerà ad esibirsi già dal prossimo 13 gennaio, è divenuto un simbolo di resistenza e di speranza.
«La musica e l’arte – ha raccontato ancora il direttore della storica orchestra ucraina, Hobart Earle – placano l’animo soprattutto nei momenti di prova come quello che stiamo attraversando. La guerra è una cosa orribile sempre, in ogni tempo. L’arte riveste un grande ruolo nella vita delle persone, soprattutto quando i tempi sono duri come quello attuale, sopratutto quando tutto vacilla. L’animo deve resistere e deve essere sostenuto. La musica e la cultura costituiscono proprio un rifugio. Il popolo ucraino ha bisogno di speranza, per questo i nostri concerti svoltisi il 22 e il 26 dicembre, prima di questo tour in Italia e in Calabria, sono stati molto partecipati. Lo saranno anche i prossimi al nostro rientro, già a partire dal 13 gennaio, poco dopo il Natale secondo il nostro calendario giuliano», ha raccontato ancora il direttore della storica orchestra ucraina, Hobart Earle.
«Sono particolarmente emozionato. Non solo perché suono a Palmi, che resterà sempre la città delle mie radici e del mio cuore, e perché qui è sempre bello tornare. In particolare – ha spiegato il pianista Giuseppe Albanese – questa sera l’emozione si moltiplica per il grande significato che assume il concerto dell’orchestra di Odessa e per il messaggio universale di cui è portatore. La musica resiste e si oppone alla violenza e alla guerra. Gli strumenti musicali sono come prolungamenti dell’anima e testimoniano, questa sera più che mai, quanto sia necessario suonare nonostante tutto, nonostante ciò che di terribile continua ad accadere», ha concluso il pianista Giuseppe Albanese.
Infermiere in Guardia medica aggredito a Soriano, Garante Stanganelli chiede “Tavoli per la sicurezza” a Prefetti
Tragico incidente a Montauro: 4 morti in uno scontro frontale. Rabbia rabbia di “Basta Vittime sulla SS 106”: “La strage di oggi non è la prima e non sarà l’ultima”
Non ci sono dubbi, anche se la dinamica è ancora in fase di ricostruzione, che sia stato uno scontro frontale quello tra le due auto coinvolte nell’incidente, avvenuto nel primo pomeriggio del 6 gennaio lungo la statale 106 ionica, nel territorio del comune di Montauro, che ha provocato la morte di quattro persone ed il ferimento di una quinta.
Secondo quanto è emerso dai rilievi effettuati dai carabinieri della Compagnia di Soverato, la vettura (una Fiat “Panda”) a bordo della quale viaggiavano le quattro vittime, Domenico e Antonella Romeo, di 27 e 18 anni, Teresa Giorgi, di 34, ed Elisa Pelle, di 24, stesse procedendo in direzione sud, mentre l’altra automobile coinvolta nello scontro (una Fiat “Idea”) viaggiava verso nord.
Il dato che ne consegue è che le quattro persone che sono decedute stessero facendo rientro a San Luca, il centro del Reggino dove risiedevano, dopo un colloquio nel carcere di Catanzaro con un loro congiunto.
Occorrerà anche stabilire se una delle auto stesse effettuando, nel momento dell’incidente, un sorpasso, con conseguente invasione della corsia opposta e, nel caso, quale delle due.
I corpi delle vittime si trovano ancora nella sala mortuaria del Policlinico di Catanzaro in attesa delle decisioni del magistrato che coordina l’attività investigativa, il sostituto procuratore della Repubblica Stefania Caldarelli, che deve stabilire, in primo luogo, se debbano essere sottoposti ad autopsia. Soltanto dopo il magistrato deciderà quando restituire le salme ai familiari per consentire la celebrazione dei funerali a San Luca.
Si é in attesa, inoltre, dell’esito dell’alcol test cui è stato sottoposto il cinquantaduenne rimasto ferito nell’incidente.
La rabbia di “Basta Vittime sulla SS 106”: “La strage di oggi non è la prima e non sarà l’ultima”
L’Organizzazione di Volontariato “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” comunica con dolore l’ennesimo tragico scontro stradale avvenuto oggi sulla famigerata e tristemente nota “strada della morte” in Calabria, nel quale hanno perso la vita quattro giovani. Si tratta di Antonella Romeo (18 anni), Elisa Pelle (24 anni), Teresa Giorgi (34 anni) e Domenico Romeo (27 anni), tutti di San Luca, comunità a cui ci stringiamo idealmente con sentimenti di solidarietà e cordoglio.
Queste, purtroppo, le prime 4 vittime del 2024 sulla Statale 106, (228 le vittime dall’1 gennaio 2013 al 31 dicembre 2023), la seconda più importante arteria viaria della Calabria che da sempre è costituita da una corsia per senso di marcia e che oggi versa in uno stato comatoso, inadatta a gestire gli attuali volumi di traffico.
«È necessario un piano urgente e massiccio di investimenti per l’ordinaria e la straordinaria manutenzione e la messa in sicurezza urgente dei punti più pericolosi sul tracciato esistente della Statale 106 in Calabria. Quello di oggi non è il primo tragico incidente stradale sulla Statale 106 e, purtroppo, non sarà l’ultimo se non si deciderà di intervenire con urgenza sull’attuale tracciato e se non verrà previsto al più presto l’ammodernamento a 4 corsie con spartitraffico centrale dell’intera Statale 106 da Sibari fino a Reggio Calabria. L’ennesima tragedia stradale avvenuta sulla Statale 106 apre una riflessione su quali sono le vere priorità infrastrutturali per la Calabria. Nessuno vuole esprimere contrarietà sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto che merita di essere realizzato. Tuttavia, è innegabile che l’urgenza assoluta sia rappresentata dall’ammodernamento a 4 corsie con spartitraffico centrale della famigerata e tristemente nota “strada della morte” in Calabria. Sfuggire da questa realtà e non capire questo fatto ovvio significa inevitabilmente assumersi la responsabilità di essere moralmente complici di tante tragedie che purtroppo verranno. Sulla Statale 106 inizia l’anno nel peggiore dei modi…» – è quanto dichiarato dall’Ing. Fabio Pugliese, Direttore Operativo dell’Organizzazione di Volontariato “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”.
Bruzzese su Galleria Limina: “Occhiuto attui soluzioni in tempi rapidi”
“Quella del valico della Limina è certamente un’Odissea che riguarda il viaggio dei tanti Ulisse che abitano una regione che cerca disperatamente la propria statura territoriale. Solo pochi giorni fa il crollo di alcuni calcinacci ha reso necessaria la chiusura temporanea della galleria, riportando in auge la paura di una tragedia sfiorata, nonché il senso di una eterna caducità. Non si tratta di farne una bandierina politica, di cucire addosso alla questione un colore politico, bensì di una battaglia di civiltà e sicurezza. E’ quanto mai noto che l’arteria riveste un’importanza socio-economica , un’infrastruttura il cui collegamento riversa le fondamenta su bisogni di una intera collettività che vive in un territorio di estrema fragilità: una mobilità obbligatoria, perché di questo si tratta. Mesi fa il dibattito si era infuocato, complice un comunicato inerente la chiusura permanente per almeno 24 mesi e, dopo un lungo e tira e molla durante il quale nel frattempo gli operatori economici della jonica hanno visto sfumare piani lavorativi confermati a causa di un potenziale isolamento, si era giunti ad una conclusione secondo la quale gli interventi sarebbero stati fatti ugualmente nella galleria esclusivamente in orario notturno – modificando l’intervento originale -, conciliando così le esigenze di messa in sicurezza con quelle del bisogno di mobilità.
Ebbene, dopo il crollo dei calcinacci Anas rassicurava i cittadini che in seguito ad un sopralluogo effettuato in data 27 dicembre la situazione non presentava pericoli circa la stabilità della struttura, ma il comunicato Anas annunciava altresì un intervento “da realizzarsi prevalentemente nelle ore notturne” a partire dal prossimo mese di marzo. La domanda sorge a questo punto spontanea: l’annuncio di qualche mese fa della Regione Calabria era concordato con la società di manutenzione stradale o si è trattato di un intervallo musicale non accordato con lo scopo di sedare gli animi dei cittadini?
Non si può certo rimanere indifferenti ed allora corre l’obbligo di chiedere alla Regione Calabria, al Presidente Occhiuto, di conoscere la reale situazione e di attuare soluzioni che non abbiano scopo propagandistico ma che siano in grado di tutelare tutti gli aspetti di questo territorio estremamente fragile, soluzioni concrete e fattibili da mettere in atto in tempi celeri: che fine ha fatto ad esempio oltre l’intervento di restyling la proposta della viabilità alternativa?
La galleria della Limina, se chiusa all’italiana – cioè a tempo indefinito – , sarà il vaso di Pandora della Locride, un prezzo altissimo che questo lembo di terra non può permettersi neanche di immaginare, figuriamoci di pagare, motivo per cui si chiede di unire le intelligenze e fare degli sforzi per dare riscontri prima che sia troppo tardi, prima che accada l’irreparabile, prima che una doccia fredda faccia inghiottire il territorio dalle sabbie mobili socio-economiche provocando così la fine di un territorio che in fondo non ha mai iniziato e che è ostaggio di logiche che ne condizionano terribilmente lo sviluppo.”
Sicuramente positivo è il bilancio delle attività svolte dal Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria negli ultimi dodici mesi a dimostrazione della costante operosità dei Carabinieri di questa provincia. La costanza dell’impegno dell’istituzione è rappresentata non solo sul piano della repressione dei fenomeni criminali, ma anche sul fronte della prevenzione.
Quando parliamo di sicurezza facciamo riferimento ad un concetto complesso che sottende una varietà di espressioni: dal furto in abitazione, alla rapina, dalla pedofilia e lo stupro, all’omicidio, fino alla criminalità mafiosa che gestisce i grandi traffici transnazionali (droga, armi, immigrazione clandestina) e che reinveste e ricicla enormi quantità di denaro alterando le regole del libero mercato. La “criminalità diffusa” e la “criminalità predatoria” di questa provincia, seppur costituiscano apparentemente una minaccia di minore entità rispetto a quella organizzata, hanno in loro stesse la caratteristica dell’aggressività che le connota come le espressioni criminali più temute dalla collettività.
L’elevato numero dei servizi esterni, dei controlli su strada, degli arresti in flagranza, sono il segno di un’opera che si sostanzia in fatti concreti ad esclusivo vantaggio della tranquillità delle popolazioni che sono state a noi affidate. L’Arma garantisce un servizio di “pronto intervento”, in grado di gestire le ben 150 mila chiamate pervenute nel 2023 al numero di emergenza 112, senza considera i contatti stretti con i presidi periferici, alle quali sono conseguiti interventi realizzati attraverso tutte le componenti operative dell’Arma dislocate sul territorio: dalle pattuglie delle Stazioni alle “Gazzelle” dei Nuclei Radiomobili. Queste componenti sono anche chiamate a svolgere un delicato compito di prevenzione, attraverso un costante controllo del territorio e della circolazione stradale (nel 2023 sono state controllate circa 200 mila persone e oltre 145 mila mezzi). Particolarmente intense sono state le verifiche nel fine settimana, sulle principali arterie di circolazione e in prossimità di locali notturni, al fine di ridurre gli incidenti e il numero delle vittime della strada.
Numeri eloquenti quelli dell’Arma reggina: i Carabinieri, unico presidio di polizia sul 90% del territorio della provincia, hanno proceduto per più del 75 % dei reati commessi nell’intera provincia e, unitamente alle altre Forze di Polizia, hanno permesso di registrare una diminuzione di quasi il 6% dei delitti.
La capillarità e la prossimità costituiscono l’“anima” dell’Arma, poiché garantiscono, al tempo stesso, sia una presenza effettiva, costante e percepibile dal cittadino, con le sue 9 Compagnie, una Tenenza e le 89 Stazioni Carabinieri distribuite in tutto il territorio della Provincia, sia uno strumento imprescindibile per il contrasto alla criminalità organizzata e alla ‘ndrangheta.
Nell’ambito alla prevenzione molta attenzione è stata riposta all’odioso fenomeno delle truffe agli anziani, questo Comando Provinciale ha infatti organizzato quasi 100 incontri presso parrocchie e centri anziani, al fine di dare informazioni utili per difendersi dai raggiri, illustrando le principali tipologie e strategie utilizzate dai truffatori per carpire la fiducia delle vittime e raccomandando sempre di contattare il 112 in caso di necessità.
Sempre maggiore è l’impegno che anno dopo anno l’Arma dei Carabinieri pone nel contrasto alle violenze di genere e a tutti quegli eventi classificabili come “codice rosso”. L’obiettivo è quello di contenere il numero dei reati sommersi, ovvero tutti quei comportamenti che, concretizzandosi molto spesso all’interno delle mura domestiche, sono difficilmente individuabili. Quest’anno, le attivazioni del c.d. “Codice rosso” sono state oltre 300 a riprova che tutti i militari dell’Arma reggina, come nel resto d’Italia, sono quotidianamente impegnati a fornire coraggio a tutte quelle persone che si trovano in difficoltà, cercando di trasmettere loro la consapevolezza che insieme si può uscire da situazioni di violenza.
Sotto il punto di vista della tutela del lavoro, i militari di questo Comando Provinciale, insieme ai colleghi del Nucleo Ispettorato del lavoro dei Carabinieri, hanno eseguito quasi 140 controlli denunciando circa 60 persone. I controlli continueranno incessantemente al fine di minimizzare i rischi per i lavoratori.
Poderosa è stata anche la campagna di controlli ambientali in tutta la provincia reggina, dove i Carabinieri hanno condotto unitamente ai colleghi del comparto forestale e del Nucleo Operativo Ecologico oltre 80 servizi coordinati mirati alla prevenzione dell’ecosistema provinciale. Durante i predetti controlli sono state deferite quasi una cinquantina di persone.
Infine, non sono mancati controlli sulla sicurezza sanitaria e alimentare. Durante l’anno appena trascorso, i militari di questo Comando Provinciale unitamente ai colleghi del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Reggio Calabria hanno eseguito quasi 50 controlli deferendo all’autorità giudiziaria reggina circa 50 persone.
Sul versante del contrasto alla criminalità organizzata il Comando Provinciale, come già ampiamente illustrato dalla Procura della Repubblica, ha svolto attività investigativa con tutte le componenti operative dipendenti, opportunamente coordinate dall’Autorità Giudiziaria e sinergicamente orientate a operare in stretta intesa e collaborazione con i reparti speciali tra cui il Raggruppamento Operativo Speciale, i Cacciatori di Calabria, il Nucleo Anti sofisticazioni, il Nucleo Operativo Ecologico, il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, il Nucleo Ispettorato del Lavoro e il Comparto Forestale.
Al riguardo, significativi sono stati i risultati ottenuti con le indagini denominate “HYBRIS – EUREKA – FAKE FARM – PAREPIDEMOS – AETERNUM – SMART DELIVERY”. Qualsiasi sforzo organizzativo sarebbe tuttavia stato vano se non fosse stato valorizzato dal fattore umano, ovvero da tutti quegli operatori che – a vario titolo – sono poi chiamati a dare attuazione pratica alle direttive operative.
Roccella Jonica : due giovani ucraini investiti da un treno, non sono gravi
Due minorenni di nazionalità ucraina sono stati investiti da un treno regionale e sono rimasti feriti in modo non grave.
Nel momento dell’incidente, avvenuto tra le stazioni di Marina di Gioiosa Ionica e Roccella Ionica, i due giovani stavano camminando lungo la linea ferrata.
Accortisi in tempo dell’arrivo del convoglio, i due minori si sono allontanati dai binari ma non hanno potuto evitare di essere investiti, sia pure di striscio, dal treno, riportando entrambi lesioni lievi.
Uno, in particolare, ha subito alcune fratture agli arti inferiori, mentre l’altro ha riportato soltanto qualche contusione.
I due feriti sono stati soccorsi dal personale del 118 e portati entrambi nell’ospedale di Locri.
Sul luogo dell’incidente, per i rilievi e la ricostruzione della dinamica, si sono recati anche i carabinieri di Roccella Ionica.
A causa dell’incidente il traffico lungo la tratta ferroviaria ionica è rimasto bloccato per circa un’ora e mezza.