“Sono davanti al computer e osservo i dati di queste elezioni. Ormai è certo, la Destra governerà l’Italia, la peggiore destra di questi anni”. È quanto afferma, a caldo, l’ex consigliere regionale del Gruppo “La Sinistra”, ed attuale dirigente del Partito Democratico.
“Si poteva evitare? – si chiede Nucera – A caldo la risposta che mi viene è sì. Sì poteva evitare.Sarebbe bastato che il segretario Letta avesse ascoltato la base del Partito che chiedeva l’accordo con il Movimento 5 Stelle”.
“La matematica non è opinione, – argomenta Giovanni Nucera – quell’accordo anche solo tecnico, avrebbe portato la coalizione così costituita a vincere un numero sufficiente di Collegi, tale da evitare l’odierna maggioranza schiacciante della destra. Avrebbero forse vinto lo stesso – aggiunge l’esponente Pd – ma avremmo dimostrato capacità di coesione e responsabilità, di fronte ad una destra pericolosa. e li avremmo ridimensionati nel numero”.
“La responsabilità di questa scelta, cioè di non fare l’accordo con chi aveva condiviso con noi un percorso politico, non è solo nei riguardi del PD, che scende ai minimi storici, ma soprattutto nei confronti dell‘Italia che si troverà oggi ad essere governata da una destra che toglierà il reddito minimo, farà la flat tax, con quello che ne conseguirà per i ceti più deboli e cambierà la Costituzione. I padri costituenti si rivolteranno dalle loro tombe. Una responsabilità storica!”
“Ma non dobbiamo abbatterci – conclude Giovanni Nucera – adesso i veri democratici devono ritornare a fare politica, scendere nelle piazze e nelle strade e, i partiti, il PD in testa, devono capire che non si possono gestire i territori e la politica da Roma. Questo metodo ha prodotto l’allontanamento dalla politica della gente, che non crede più nella sua forza rinnovatrice, perché le decisioni vengono prese ‘dai poteri forti e dalle guerre tribali’, come ribadito dal nostro segretario regionale. Torniamo a contare per salvare l’Italia.
Come disse il grande Gramsci “loro rovineranno L’Italia, toccherà a noi salvarla”. Al lavoro, dunque!”