Siglato il protocollo d’intesa tra la Commissione regionale per l’uguaglianza dei diritti e delle pari opportunità fra uomo e donna (CRPO), guidata dalla Presidente Anna De Gaio, l’Azienda Calabria Lavoro (ACL), nella persona dell’avv. Elena Maria Latella ed Anpal Servizi S.p.A., rappresentata dal dott. Michele Raccuglia, Responsabile della macroarea sud jonica – Regioni Campania e Calabria.
Il protocollo nasce dall’impegno e dall’azione sinergica tra la coordinatrice d’area – provincia Catanzaro – della Commissione, dott.ssa Daniela De Blasio e la Responsabile Osservatori, Ricerche e Statistiche di Azienda Calabria Lavoro, dott.ssa Simona Caracciolo.
In particolare, l’Osservatorio sul lavoro femminile istituito in seno ad ACL, in virtù dei compiti di documentazione, ricerca, studio sulle questioni relative al lavoro delle donne in Calabria nonché delle attività di verifica ed elaborazione di proposte idonee a favorire l’inserimento lavorativo, l’autoimprenditorialità e la creazione di imprese a beneficio delle donne, condivide tematiche convergenti con le attività istituzionali della CRPO, tanto da indurre il Commissario straordinario a sostenere la sottoscrizione del protocollo.
In tale contesto un ruolo di fondamentale importanza riveste Anpal Servizi, che sarà in grado di mettere a punto strumenti e metodologie a supporto delle esigenze e delle azioni programmate per le finalità del suddetto protocollo.
Il Protocollo d’Intesa ribadisce il rapporto di collaborazione consolidato tra istituzioni e associazioni e intende rilanciare azioni mirate a creare migliori condizioni di lavoro per le lavoratrici nella nostra Regione. In tal senso, le parti firmatarie si impegnano a promuovere l’adozione di politiche a favore della parità di genere e delle pari opportunità nel mondo del lavoro e al contrasto dei fenomeni di molestie e discriminazione di genere, anche in attuazione della legge regionale 15 marzo 2022, n. 7 recante “Misure per il superamento della discriminazione di genere e incentivi per l’occupazione femminile.
Lo scopo del protocollo è anche quello di attuare una campagna di sensibilizzazione e promozione del tema sempre più attuale del “Sistema di Certificazione della parità di genere” introdotto dal PNRR, ponendosi, tra gli altri, l’obiettivo di incentivare l’accesso al mercato del lavoro delle donne, migliorando i loro percorsi di carriera e contrastando il gender pay gap, nonché rendendo più semplice la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Considerando l’importanza di garantire pari opportunità di accesso al mondo del lavoro per tutti i cittadini, le parti concordano di collaborare per promuovere politiche e azioni finalizzate a favorire l’inclusione sociale e lavorativa delle donne sul territorio regionale.
Verranno, altresì, promosse politiche attive del lavoro volte a garantire pari opportunità senza discriminazioni di genere, età, disabilità e provenienza; sarà dato sostegno alle imprese che promuovono politiche interne di parità di genere e di eliminazione delle discriminazioni; verrà favorita la partecipazione delle donne alla formazione professionale e rafforzate le azioni volte a prevenire e contrastare ogni forma di violenza o discriminazione di genere sul luogo di lavoro.
Infine, la raccolta delle informazioni statistiche inerenti al mondo del lavoro nel territorio regionale, con particolare riferimento ai dati di genere e alle dimissioni delle lavoratrici madri fino al terzo anno di età del bambino, saranno di supporto all’attività di monitoraggio dell’osservatorio del mercato del lavoro femminile. A tal proposito, la Presidente De Gaio sottolinea l’importanza di istituire un Tavolo di monitoraggio per l’analisi del contesto territoriale sui temi della conciliazione, delle pari opportunità e della non discriminazione. ACL ed Anpal servizi, infine, supporteranno la CRPO nell’azione di informazione sulla legislazione in materia di pari opportunità e discriminazioni di genere.
La rana e lo scorpione. Ripensare il Sud per non essere né emigranti né briganti”, questo il titolo dell’ultimo libro del prof. Pietro Massimo Busetta, statistico ed economista tra i più apprezzati nel panorama nazionale.
Il libro del professore siciliano è stato presentato martedi 27 giugno a Sellia Marina, all’interno del resort ‘Costa Blu’. Diversi gli ospiti all’evento moderato dal direttore di Calabria Live Santo Strati, tra questi l’ex deputato Mario Tassone e l’accademico pontificio Mauro Alvisi.
Un appello alla mobilitazione civile e democratica, quello del professor Busetta, per evitare che l’Italia si spacchi ulteriormente, allargando il divario tra nord e sud.
Padrone di casa dell’evento l’imprenditore Giuseppe Nucera, presidente del movimento ‘La Calabria che vogliamo’ e già presidente di Confindustria Rc.
Secondo Nucera, la Calabria deve tornare in mano ai calabresi, basta con i manager che arrivano da fuori regione e soprattutto basta con un sud schiavo e succube del nord, impossibilitato a progettare e costruire un futuro diverso, più vicino alle proprie potenzialità.
‘La questione Sud è rimasta irrisolta, immobile. Le tanto attese risorse del Pnrr andranno spese entro il 2026, poi saremo chiamati tutti a pagare il conto e restituire all’Unione Europea quanto ricevuto. La quota spettante al Mezzogiorno -ha evidenziato Nucera– è scesa dal 70% al 40%, una perdita devastante per il nostro territorio, decisamente bisognoso di risorse che le spettavano di diritto.
Ringrazio il prof. Busetta per la sua presenza e la sua opera, una sorta di ‘sentinella’ rispetto alle necessità del Mezzogiorno e le differenze oramai datate tra Nord e Sud. Il cambiamento -ha sottolineato l’ex presidente di Confindustria Rc- sono gli uomini a realizzarlo, soprattutto chi è ai posti di vertice.
Negli ultimi anni abbiamo avuto una classe politica, di destra e di sinistra, incapace di affrontare e risolvere i problemi della Calabria. E’ arrivato il momento di dire basta, ricostruendo una classe politica e dirigenziale capace di abbinare a capacità, competenze e visione a un sentimento di sincero attaccamento al territorio che solo chi è nato in Calabria può avere’, ha concluso Nucera.
L’accademico pontificio Mauro Alvisi ha posto l’attenzione sulla mancanza di un modello che impedisce al Sud di costruire un futuro differente e accorciare le distante rispetto al Nord.
“Per tornare al titolo scelto dal prof. Busetta, la rana non ha ancora capito come si tratta lo scorpione. Il problema è tutto qui, senza un modello capace di imprimere una visione forte e chiara del Mezzogiorno che si vuole costruire, il Sud non riuscirà mai a crescere e resterà condannato”, ha spiegato Alvisi.
Di un partito immaginario dal nome ‘Pon‘ (Partito Unico del Nord) ha parlato l’economista Matteo Olivieri.
“Quando i meridionali si trovano intorno ai tavoli che contano spesso non sono in grado di esprimere un punto di vista comune. Gli interessi sono quelli di industrializzare ancora di più il Nord, magari non esiste concretamente un Pon ma di certo il settentrione è poco interessato allo sviluppo del Sud.
In economia parliamo di ‘white elefants’ in presenza di investimenti talmente costosi che diventano improduttivi e causano povertà. Quando abbiamo avuto l’ultimo Ministro allo sviluppo economico meridionale? La chiave è qui, nella potenza e gli interessi del Nord al cospetto della debolezza del Sud”, ha concluso Olivieri.
L’on. Tassone, più volte deputato ed ex Sottosegretario con delega al Mezzogiorno, ha parlato di un’assunzione di responsabilità da parte della classe politica meridionale, che prima di guardare alle possibili ingiustizie provenienti dal Nord deve guardarsi allo specchio e fare un’esame di coscienza.
“Bisogna fare camminare le idee. La corruttela esiste ma va combattuta e tenuta a bada, il problema è di carattere culturale e di sensibilità. Alcune operazioni assolutamente dannose le abbiamo fatte noi meridionali o la classe politica del Nord? Serve una riflessione tra di noi, per capire se c’è ancora entusiasmo, una fiammella di speranza. Sull’autonomia differenziata -ha evidenziato Tassone- servirebbe una lotta feroce. Io sono amico del Ministro Calderoli ma il suo dl è davvero una repubblica federale che affosserebbe definitivamente il Mezzogiorno”.
Chiusura di evento affidata alle conclusioni di Busetta. L’autore del libro evidenzia del legame tra la formazione di una classe dirigente all’altezza e la scuola a tempo pieno, ‘è importante avere una cultura adeguata. Bisogna ripartire da una consapevolezza collettiva, solo cosi potremo cambiare la situazione. Se non possiamo essere briganti non vogliamo nemmeno essere migranti ma ancora oggi purtroppo lo siamo. I nipoti oramai tornano al Sud solo per i funerali dei nonni, questa è una ferita al cuore e non deve piu’ accadere”.
Busetta, da attento economista e statistico, ha snocciolato una serie di dati che hanno aiutato a cristallizzare la situazione con ancor più chiarezza.
“Gli ultimi dati relativi all’occupazione raccontano di un rapporto occupati di 1 a 2 per l’Emilia Romagna e di 1 a 4 per la Calabria. Questi numeri fanno capire che il problema del Mezzogiorno è enorme. Con 20 milioni di cittadini, il Sud è il sesto paese europeo e rappresenta il 33% dell’Italia.
Siamo dentro la lampada ma abbiamo bisogno di qualcuno che la strofini, è un sistema che sta affossando tutti. Il capitale umano utilizzato altrove è sprecato, Bankitalia lo dice chiaro: se investi 1 euro al nord ne hai indietro 1, se investi 1 euro al sud ne hai 4. Per rilancio del Sud servirebbe 1 milione di posti di lavoro altrimenti non usciremo mai dal tunnel.
Come si potrebbe intervenire? Tanti gli strumenti, una completa detassazione al Sud uno di questi. Le Zes in teoria rappresentano un’importante occasione ma non in questo modo. In Campagnia e Puglia funzionano, in Calabria e Sicilia invece sono ferme. Noi siamo unitari -ha concluso Busetta lanciando un allarme futuro- ma forse qualcuno potrebbe pensare che stare insieme non è utile. Ci sono nazioni europee che si sono completamente rilanciate dopo la divisione, penso alla Slovacchia ad esempio”.
Un’analisi lucida e a tratti spietata, che non risparmia dure critiche e che con la metafora che dà il titolo al libro evidenzia l’harakiri che il Nord perpetua verso sè stesso ancor prima che nei confronti del Sud.
Tra passato, presente e futuro, il libro mette in evidenza come l’approccio verso le problematiche del Mezzogiorno sia stato sempre “leggero”, con le storiche problematiche del sud che rimangono irrisolte.
Da oggi, i 7.901 paesi italiani, siano essi città o piccoli borghi, possono candidarsi a divenire “Comune Plastic Free 2024”. Il riconoscimento della onlus impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica premia l’impegno e l’attenzione verso l’ambiente di ogni amministrazione comunale, in base al proprio livello di virtuosità. Cinque i criteri di valutazione: rapporto di collaborazione con l’organizzazione ambientalista, corretta gestione dei rifiuti urbani, contrasto effettivo agli abbandoni illeciti, educazione e sensibilizzazione dei cittadini, realizzazione di azioni virtuose sul proprio territorio.
Ogni Comune potrà candidarsi gratuitamente entro il prossimo 13 novembre, contattando il referente locale Plastic Free o inviando una mail a comuni@plasticfreeonlus.it. Il Comune riceverà immediatamente tutte le indicazioni necessarie per poter fornire le evidenze che agevolino la valutazione da parte del comitato interno alla onlus. In appena 20 giorni si potrà ottenere un pre-esito con una lista di potenziali azioni da mettere in campo per poter migliorare il proprio livello di virtuosità.
“Con i nostri referenti verificheremo sul campo l’impegno concreto del Comune e attesteremo la veridicità dei dati comunicati ma, soprattutto, saremo accanto alle singole amministrazioni per guidarle ad ottenere l’ambito riconoscimento – dichiara Luca De Gaetano, presidente di Plastic Free Onlus – Per questo, invitiamo a non attardarsi affinché si possa contare su un tempo maggiore per attuare assieme una serie di iniziative e progettualità in linea con la scheda di valutazione così da raggiungere un risultato più importante a beneficio dell’ambiente e della propria comunità”.
Il riconoscimento che premia gli sforzi delle amministrazioni comunali con 1, 2 o 3 tartarughe giunge alla sua terza edizione. Dopo aver premiato 49 Comuni nel 2022 nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze e 69 Comuni lo scorso marzo a Palazzo Re Enzo a Bologna, e aver ottenuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, della Camera dei Deputati, del Senato della Repubblica e del Parlamento Europeo, nel 2024 Plastic Free ha scelto Milano come città madrina dell’evento, con cui da poche settimane è stato anche siglato il protocollo di collaborazione.
“L’elenco dei Comuni Plastic Free 2024 sarà reso noto a gennaio mentre la premiazione avverrà a marzo – spiega il presidente De Gaetano – Invitiamo tutti i Comuni a testare il proprio livello di attenzione per l’ambiente e ad ambire al nostro riconoscimento che, come testimoniato anche da casi concreti come quello della Regione Sicilia dove sono stati stanziati 63mila euro, permette l’accesso a risorse dedicate, con ulteriori vantaggi per la comunità locale”.
Domenica 18 giugno dalle ore 08:30 alle ore 11:30 i volontari della Onlus Plastic Free si sono dati appuntamento per un evento di pulizia e sensibilizzazione ambientale sulla spiaggia di Villa San Giovanni.
Per la prima volta sulla Costa Viola, i volontari reggini in maglia blu hanno fatto squadra con la Lega Navale Italiana per ripulire la spiaggia di Cala Carbonara dai rifiuti e hanno portato a casa un bellissimo risultato: quaranta sacchi di rifiuti raccolti, tra plastica, vetro e indifferenziato, insieme a svariati ingombranti nel tratto di spiaggia interessato.
I volontari hanno avuto l’occasione di offrire il proprio contributo direttamente dal mare, a bordo della barca a vela messa a disposizione dalla sezione di Villa San Giovanni della Lega Navale, dalla quale è stato possibile testimoniare e osservare l’impatto dei rifiuti sull’ambiente marino, aumentando la consapevolezza circa i problemi correlati all’inquinamento da plastica.
“La quantità di rifiuti che troviamo sulle spiagge è solo una piccola percentuale di ciò che si trova nei fondali marini. Secondo le stime delle Nazioni Unite, nel 2050 il peso della plastica presente nei nostri mari sarà maggiore di quello dei pesci”, sottolineano i referenti reggini di Plastic Free.
L’evento, patrocinato dal Comune di Villa San Giovanni, segna l’inizio di una positiva e duratura collaborazione tra Plastic Free, l’Amministrazione Comunale e le associazioni e gli enti locali che vorranno prendersi cura della città per preservarne la bellezza e il suo naturale splendore.
Plastic Free accompagnerà l’inizio di questa nuova stagione estiva in città con tantissimi altri appuntamenti nei mesi di giugno e luglio che si susseguiranno nei prossimi weekend. Per restare aggiornati e partecipare agli eventi si consiglia di iscriversi al sito nazionale www.plasticfreeonlus.it e seguire il gruppo Facebook e la pagina Instagram Plastic Free Calabria.
“La ‘Giornata Mondiale del Rifugiato’ (20 giugno) indetta dalle Nazioni Unite punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione di milioni di rifugiati e richiedenti asilo che, costretti a fuggire da conflitti, violenze e calamità naturali, cercano la salvezza in un altro Paese”. Per il presidente del Consiglio regionale della Calabria Filippo Mancuso: “I dati fornire dal l’UNHCR, Agenzia ONU per i rifugiati, riferiti al 2022, sono allarmanti: 108,4 milioni le persone nel mondo che risultano sfollate con la forza a causa di persecuzioni, conflitti, violazioni dei diritti umani e altri eventi. Un aumento di 19,1 milioni rispetto all’anno precedente, a causa del conflitto in Ucraina, a quelli in altre parti del mondo e agli sconvolgimenti climatici”. Aggiunge:
“Il presupposto da cui partire, superando le polemiche politiche, è che la protezione della persona, il salvataggio dei profughi, il sostegno ai sofferenti nelle crisi umanitarie e l’accoglienza dei più vulnerabili, sono tutti impegni a cui la Repubblica Italiana, l’Unione Europea e le organizzazioni internazionali non possono mai sottrarsi”.
Sottolineato Mancuso: “Il Governo ce la sta mettendo tutta, per sanzionare pesantemente i trafficanti di esseri umani e regolare i flussi migratori, dando risposte al bisogno di immigrati nel sistema economico. È l’Europa però che deve incaricarsi della protezione delle frontiere e dell’intera area Schengen, e assicurare, assieme agli Stati più esposti, accoglienza e integrazione e dotarsi di una strategia per sostenere la cooperazione allo sviluppo dei Paesi da cui le persone fuggono”.
Il presidente Mancuso, ritenendo che “ognuno deve fare la propria parte”, riferisce che “il Consiglio regionale, nella seduta di giovedì, discuterà ed approverà un’intesa tra le Regioni Calabria, Basilicata, Campania, Puglia e Basilicata in materia di governance del fenomeno migratorio e per la promozione di politiche in inclusione sociale e lavorativa della popolazione straniera”. E inoltre: “La cooperazione delle Regioni del Sud mira anche a rafforzare la consapevolezza che operare con spirito cooperativo è un valore aggiunto, per individuare e circoscrivere i fabbisogni più impellenti che scaturiscono dai processi di integrazione dei migranti e progettare gli interventi di risposta a livello interregionale. Questa intesa è volta anche a rafforzare il sistema degli interventi di inclusione socio-lavorativa e alloggiativa delle persone straniere, in riferimento alle politiche e agli interventi previsti dal nuovo ciclo di programmazione delle risorse comunitarie 2021-2027 nelle sue diverse articolazioni”.
Si era allontanato volontariamente dalla sua abitazione e i genitori avevano denunciato la sua scomparsa: un uomo di 36 anni, con gravi problemi di salute, è stato rintracciato a Paola a bordo di un treno a lunga percorrenza da personale della Polfer.
La tempestività nella comunicazione dei dati relativi alla persona da parte della famiglia ha consentito alla Sala operativa della Polizia ferroviaria di sensibilizzare i capitreno dei convogli in partenza da Villa San Giovanni allo scopo di accertare l’eventuale presenza a bordo dell’uomo.
La segnalazione, che ha dato esito positivo, ha permesso al capotreno di un treno diretto a Roma Termini, di individuarlo, segnalandone la presenza a bordo.
Gli agenti della Polfer di Paola hanno successicamente provveduto a fare scendere il trentaseienne dal convoglio affidandolo ai genitori. (ANSA).
Creare sviluppo non basta. Non è sufficiente il vantaggio economico. E’ necessario che lo sviluppo produca anche valore sociale attraverso la partecipazione delle comunità locali, la promozione dell’occupazione e il rispetto dell’ambiente con una forte azione di sostenibilità. In una parola lo sviluppo deve creare benessere e non solo profitto.
Per questa finalità, mercoledì prossimo, sarà sottoscritta una convezione per la collaborazione tra:
La collaborazione si inaugura con un seminario (mercoledì 21 giugno ore 12) presso la sede di Sociologia in Scesa eroi a Catanzaro che permette agli studenti di acquisire crediti formativi.
Il seminario sarà seguito dalla firma di una convenzione tra il professor Cleto Corposanto, nella sua qualità di direttore del corso di laurea in Sociologia, e il Commissario straordinario del Governo della Zes Calabria, Giosy Romano.
In particolare gli obiettivi dell’accordo (che ha la durata di tre anni tacitamente rinnovabili in ulteriori tre) riguardano i seguenti aspetti:
Un appuntamento speciale, quello di domenica 18 giugno, che vedrà i volontari reggini di Plastic Free attivarsi per la prima volta a Villa San Giovanni a fianco della Lega Navale Italiana (Sezione di Villa San Giovanni) per una raccolta di plastica e rifiuti che coinvolgerà la spiaggia di Cala Carbonara e il tratto di mare che la bagna.
I volontari in maglia blu si sono dati appuntamento domenica mattina alle ore 08:30 a Cala Carbonara per un nuovo evento di clean up e sensibilizzazione ambientale, con l’obiettivo di ridare decoro ad una zona estremamente importante, sia dal punto di vista storico che ambientalistico, della Costa Viola. La spiaggia si trova ai piedi di una delle più antiche torri d’avvistamento cinquecentesche del circondario di Reggio Calabria, Torre Cavallo, che rende lo scenario costiero particolarmente suggestivo.
L’evento, patrocinato dal Comune di Villa San Giovanni, sarà solo il primo di una lunga serie di iniziative volte a sensibilizzare la cittadinanza sui temi del rispetto dell’ambiente, della raccolta differenziata e della pericolosità dell’abbandono di rifiuti.
La collaborazione con la sezione di Villa San Giovanni della Lega Navale Italiana permetterà , inoltre, di partecipare all’evento di pulizia direttamente dal mare, lasciando un’impronta ancora più significativa per la riqualificazione della zona.
Appuntamento, dunque, domenica 18 giugno alle ore 8.30 presso la spiaggia di Cala Carbonara.
È consigliabile portare con sè dei guanti da giardinaggio, una borraccia con l’acqua ed un cappello per il sole.
L’iscrizione è obbligatoria e gratuita al link https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/4856/18-giu-villa-san-giovanni
L’evento è autorizzato e patrocinato dal Comune di Villa San Giovanni
“Vorrei chiedere un minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione in Emilia Romagna e per l’avvocato reggino Giovanni Pellicanò, per Denise Galatà morta durante un’attività di rafting, in “gita scolastica” nel Fiume Lao, e per le due donne, uccise da compagni “disumanizzati” e accecati dall’odio”. Con questi pensieri accorati, con queste parole intrise di pietas, Angela Marcianò, rappresentante di “Impegno e Identità” in Consiglio comunale a Reggio Calabria, ha inteso dare avvio al suo intervento in Aula in occasione della seduta odierna dell’Assemblea cittadina.
“Penso, tuttavia, che il minuto di silenzio – ha voluto specificare per meglio focalizzare il concetto – non debba limitarsi a significare solo la solidarietà di questo Consesso, perché si rivelerebbe vuota retorica, buona a scaricare la coscienza. Necessario, dunque, è coniugarlo con una presa d’atto e una potente stigmatizzazione degli eventi e delle condotte deprecabili (dall’incuria amministrativa alla violenza familiare). E’ estremamente rilevante che la denuncia parta da Aule rappresentative come questa, per scongiurare tale diffusa deriva dell’uomo che si mostra finanche capace di uccidere il proprio figlio che sta per nascere”.
“Volgendo ora lo sguardo sul tema oggetto di questa seduta del Consiglio comunale, partiamo dall’assunto – è la riflessione iniziale della docente universitaria – che, se il Bilancio di previsione è il libro di ciò che si vuole fare per la città, il Consuntivo è il rapporto e lo specchio di ciò che si è fatto.
É la cartina al tornasole di un modello, di un’idea di Città, naturalmente per chi l’idea ed il modello li ha previsti e ha voglia e capacità di metterli operativamente in atto.
Dall’analisi dei numeri, sia pur nudi e freddi, emerge un elemento, inconfutabile e chiaro: non esiste un modello di sviluppo di Reggio, né sociale, né culturale, né economico.
Il primo dato che balza agli occhi è (come avevo evidenziato già lo scorso anno) la diminuzione costante degli abitanti, passati dai 185.000 del 2014 ai 170,000 di oggi, con una perdita in 8 anni di ben 15000 unità. Una desertificazione che lentamente sta spopolando la nostra Città.
Fermo restando il fenomeno della denatalità, il dato più emblematico proviene, con autorevolezza indiscutibile, dall’ISTAT, che certifica un’emigrazione anagrafica di 2.400 cittadini l’anno, solo in parte compensata dai fenomeni migratori.
E’ un dato terribile, che deve essere messo in risalto. Un problema che, per la sua risoluzione, necessita di politiche sociali ed economiche più incisive, idonee ad arginare la costante “fuga” da Reggio, specie dei ragazzi e dei giovani.
In questo quadro, a conferma di questo trend negativo, basta considerare il dato – scende nel dettaglio il consigliere comunale dell’opposizione – sull’addizionale comunale sull’Irpef, che passa dai 14,5 milioni di euro nel consuntivo 2019, ai 10,5 milioni del 2022”.
Certo, considerando che il 2020 e il 2021 non possono, sul piano economico, fare testo a causa dell’emergenza pandemica che ha limitato il sistema ed il ciclo produttivo, il dato più attuale è, comunque, indicativo del fatto che abbiamo perso il 20% dell’addizionale Irpef, e cioè della tassa principale sulla ricchezza prodotta.
La Città ed i suoi abitanti, è questa l’emergenza che inquieta, sono sempre più poveri!
Qualcuno potrebbe superficialmente arrivare a sostenere che il Comune non è deputato a creare ricchezza, dovendosi limitare ad erogare servizi. In verità, in tutte le Città medio-grandi, soprattutto metropolitane, gli investimenti pubblici si fanno e, infatti, stanno contribuendo a creare ricchezza.
A Reggio servono, pertanto, ed a maggior ragione, politiche di aiuto strutturali e permanenti, finalizzate a generare sviluppo economico”.
“Penso –sono gli esempi pratici forniti dalla giuslavorista dell’Università di Messina – ad una nuova zona industriale semi attrezzata, da dare in comodato gratuito agli operatori economici; penso ad una puntuale e seria politica di esenzioni dai tributi locali e ad una azione sociale e culturale che serva da volano al commercio e al turismo.
Non mi pare difficile individuare gli interventi da adottare perché sarebbe sufficiente guardare a modelli virtuosi di altre Città. Quello che, invece, mi appare arduo è riuscire ad intravedere una concreta volontà di fare quadrato attorno ad obbiettivi comuni, superando le contrapposizioni sterili, e da raggiungere, soprattutto, con l’aiuto di professionisti realmente competenti e non da “improvvisati- amici di”.
Non a caso da mesi, ho scelto la strada delle proposte, della collaborazione fattiva e silenziosa e non, come avrei potuto, del disprezzo assoluto, dell’orgoglioso isolamento, della inefficace strumentalizzazione, dell’attacco e della denuncia urlata, malevola e inutile che genera, certamente, maggiore visibilità.
Tra i dati che ho esaminato, un altro elemento che trovo sconcertante è parso quello sulla tassa di soggiorno”.
“Mi riferisco – chiarisce Angela Marcianò – alla comparazione tra i dati del 2022 e quelli precedenti. Si passa dai 235.000 euro pre pandemia nel 2019 ai 135.000 del 2022. Una Città dotata di bellezze naturali, architettoniche, archeologiche ed artistiche, non può ridursi ad incassare quanto un paesino di montagna. Non è elegante fare paragoni, ma se Ricadi, località di 5.000 abitanti, incassa 5 volte la cifra di RC, diventa obbligatorio farli.
La questione del 5X1000, che i nostri concittadini potrebbero destinare al Comune nella dichiarazione dei redditi, con le modalità delle quali ho più volte parlato, non mi sembra il caso neanche sia illustrata nuovamente per raccomandarne la divulgazione, ma segnalo che la somma globale incassata dal Comune di Reggio Calabria a questo titolo è, persino, ridicola.
E’ palese: sono questi, tutti indici di una costante disaffezione dei nostri concittadini nei confronti dell’Amministrazione, che non viene percepita come azienda naturale erogatrice di servizi sul piano sociale, la sua ragion d’essere.
Ed allora dobbiamo farci carico di creare un collante tra Cittadini e Istituzione che serva ad eliminare il senso diffuso di indifferenza ed insofferenza verso quest’ultima, recuperando credibilità sulle cose fatte e non più solo sulle promesse imbellettate di quello che “si potrebbe fare”.
Ci ritroviamo ancora con appena 806 unità di personale dipendente, mentre, ai sensi del Decreto del Ministero dell’Interno del 18 novembre 2020 ne dovremmo avere almeno 1500, attesa la necessaria percentuale di un dipendente ogni 120 abitanti. Vi pare che, su questo fronte, al netto delle necessarie autorizzazioni ministeriali, ci si possa davvero ritenere soddisfatti per i bandi in corso? Se siamo realmente fuori dalla condizione di deficitarietà, l’impulso al reclutamento e ad una riorganizzazione seria del personale (senza modalità da remoto) avrebbe dovuto essere condotto con maggiore slancio e diretto ad una reale ripresa strutturale dell’Ente”.
“Il tono, inevitabilmente scettico, che caratterizza questo mio intervento – argomenta la professoressa – è frutto di una lettura dei documenti che corredano il Bilancio. Il giudizio profondamente negativo di gestione delle risorse finanziarie non è mio, ma continua ad essere fornito dall’indicatore di capacità di riscossione dei tributi (e dei crediti degli anni precedenti) da parte di questo Comune che è molto basso: si è passati dal 50% del 2008 al 40% del 2018 al 28,70% del 2022.
I residui attivi sono 700 milioni, le anticipazioni di liquidità pari a 200 milioni, il disavanzo finanziario da ripianare è di 236 milioni e i crediti di dubbia esigibilità sono 484 milioni, indicativi di tributi troppo alti che i cittadini non sono in grado di pagare. Si deve incidere proprio su questo fronte, se si vuole portare la Città alla “normalità” (e non ricadere nella mancanza di autonomia paventata dalla Corte dei Conti a chiusura del piano di riequilibrio).
Si tratta, ancora, di cifre spietate, i cui effetti deleteri ricadono a cascata sulle entrate correnti finanziatrici dei servizi ai cittadini. Tale deficienza amministrativa fa il paio con la telenovela della raccolta differenziata, della mancata piena operatività di Castore e si aggiunge a tutte quelle mancanze quotidiane che compromettono un “vivere civile”, che sia tale o quantomeno dignitoso.
D’altra parte, la delibera della Corte dei Conti del 22 aprile 2023 ha accertato e ribadito “la presenza di criticità suscettibili di pregiudicare in chiave prospettica, gli equilibri economico finanziari del Comune e in particolare ravvisa l’insufficienza dei flussi di entrata propri”, disponendo conseguentemente “l’adozione delle misure correttive finalizzate all’efficientamento del sistema di riscossioni”. E’ un giudizio pieno di punti interrogativi e di condicio sine qua non, evidentemente utopistiche da realizzare.
Come ho cercato modestamente di dimostrare il Consuntivo, del resto, non è una semplice e fredda elencazione di numeri da sommare o sottrarre, ma deve contenere un’idea di sviluppo, esprimere un’ anima passionale, che sappia evolversi verso un modello di sviluppo sostenibile, pragmatico e responsabile senza dubbio, ma pur sempre ambizioso, in cui l’Istituzione non si limiti a mettere risorse che restano sulla carta, ma si muova avendo una visione fondata su progettualità e competenze.
In questi ultimi 3 anni lo Stato ha erogato oltre 200 milioni al Comune, che sono serviti solo a ripianare il disavanzo o meglio ad uscire dalla condizione limitante del deficit strutturale”.
Adesso anche l’ultimo alibi è sfumato ed è giunto – giunge al suo epilogo il contributo di Angela Marcianò nel corso della riunione del Consiglio comunale – il momento di ritrovarsi intorno ad un tavolo e decidere cosa vogliamo per Reggio. Serve dar prova di sensibilità morale e spirituale, e mi sembra ancora possibile. Lo dobbiamo ai cittadini, ma soprattutto a tutti quei bambini, come i nostri figli, i cui genitori, esattamente come noi, cari colleghi, hanno scelto di farli nascere e crescere nella nostra Città”.