La FP CGIL Calabria esprime grande soddisfazione per il risultato conseguito dopo 15 anni che ha finalmente dato serenità e certezze ai 51 lavoratori e lavoratrici di Azienda Calabria Lavoro che ieri hanno sottoscritto il contratto a tempo indeterminato. Una vertenza lunghissima che dà la misura di quanto le varie forme di precariato previste dalle norme vigenti riguardino anche la pubblica amministrazione. La storia di queste lavoratrici e di questi lavoratori parte da lontano, fin dal 2008, quando vennero selezionati tra i migliori laureati da trattenere in Calabria con una temporanea esperienza di stage. Spesso il temporaneo diventa permanente e, infatti, questi giovani sono cresciuti e diventati adulti passando per tutte le tipologie di contratti atipici e precari esistenti. E così tra un cocopro e poi un cococo e un contratto a tempo determinato sono trascorsi 15 anni di angoscia, di incertezze, di un mancato futuro da immaginare, nonostante il lavoro quotidiano in cui hanno messo a disposizione la loro professionalità. La Fp Cgil che li ha affiancati in questo tempo lungo non ha mai rinunciato a continuare il confronto, a incalzare i livelli istituzionali e dirigenziali che si sono alternati, proponendo soluzioni legittime e organizzando momenti di mobilitazione fino a quando l’attuale amministrazione, a cui si riconosce attenzione per queste lavoratrici e questi lavoratori e determinazione nel superare gli ultimi ostacoli individuando le soluzioni normative e le risorse finanziarie, in un serrato e costante confronto con le OO.SS. ha messo fine ad una condizione indecorosa restituendo dignità ai migliori laureati di molti anni fa. Per la FP CGIL Calabria che li ha sostenuti e accompagnati in questo lungo percorso è stata una giornata di soddisfazione, ricca anche di tanta emozione. Ma non è finita, saremo presto impegnati a rivendicare per il buon funzionamento dell’Azienda e per dare completa soddisfazione a tutti i lavoratori della stessa, la trasformazione del regime orario in full time. Per adesso, Auguri a tutte e a tutti.
Calabria Lavoro
Consiglio regionale, il PD attacca: “La maggioranza continua a non consentire una discussione separata”
“Continua la solita inaccettabile prassi in Consiglio regionale. Arrivano in Aula, spesso anche all’ultimo momento, temi e problematiche assai rilevanti per il presente e il futuro della Calabria con una imbarazzante approssimazione, senza nessun approfondimento, con ritardi amministrativi e, soprattutto, senza una visione organica di sviluppo”. Ad affermarlo è il gruppo del Pd in Consiglio regionale. “Levati i riflettori della stampa ritirando l’imbarazzante legge sul consigliere supplente – è scritto in una nota – il centrodestra ha fatto arrivare in Aula temi fondamentali come sanità, infrastrutture, ponte sullo stretto fino alla rimodulazione, per milioni di euro in relazione ai bilanci di Calabria Lavoro, Arpacal, Arcea e Calabria Verde. Una discussione, peraltro, condotta con una totale approssimazione, senza possibilità di nessun reale confronto e con un approccio distaccato e di tipo esclusivamente burocratico. Eppure questi soggetti svolgono funzioni importantissime in comparti come quello del Lavoro, dell’Ambiente, dell’Agricoltura, nevralgici per la crescita e lo sviluppo sostenibile della Calabria. La decisione di accorpare ben sei punti relativi a problematiche diverse dimostra molto chiaramente l’approccio della maggioranza che continua a non consentire una discussione separata e approfondita, punto per punto, per affrontare adeguatamente il rilancio delle attività e delle missioni di tali aziende. Insomma, la solita Calabria che continua a piegarsi a logiche poco innovative e per nulla funzionali ai cambiamenti socio-economici in atto nel Paese e nella nostra regione. La sola forza numerica ripiegata su una visione dell’effimero provocherà ritardi in termini di ammodernamento, crescita e sviluppo produttivo della Calabria nonostante le cospicue risorse disponibili”. “Chiederemo – conclude il gruppo regionale del Pd – la convocazione di un apposito Consiglio per affrontare con la giusta attenzione la problematica delle partecipate che necessitano di ben altro tipo di discussione a approfondimento”. (ANSA)