Prime nevicate sul Pollino ed in Sila per effetto dell’ondata di maltempo che ha colpito la Calabria ed in particolar modo il Cosentino, soprattutto sulla fascia tirrenica. Il forte vento e la pioggia hanno causato allagamenti e lievi smottamenti, alberi caduti e qualche tetto divelto. In particolare tra Praia a Mare, Tortora e San Nicola Arcella i vigili del fuoco sono intervenuti per scantinati allagati e strade invase dal fango. A destare particolare preoccupazione le violente mareggiate che si sono abbattute tra i territori di Paola e Fuscaldo. Anche a Cosenza si sono registrati danni a causa della pioggia e del forte vento, con strade allagate e qualche albero caduto. Al momento non si registrano danni a persone e la situazione sembra essere sotto controllo. (ANSA).
calabria
“E’ necessario il confronto tra mondo bancario e imprese”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Organizzazione e Risorse umane Filippo Pietropaolo, nel corso del suo intervento alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, dove è stato ospitato l’incontro organizzato dalla First Cisl sul delicato tema: “Banche del territorio nell’era del Pnrr”. Pietropaolo, nel portare i saluti del Presidente della Regione e della Giunta, si è detto convinto “che il supporto delle istituzioni è necessario, e nel rapporto con il territorio quello della Regione, in quanto il confronto tra il mondo bancario e quello dell’impresa è fondamentale per la creazione del lavoro stabile e per un slancio nelle politiche sociali”.
“Siamo entrati in una stagione decisiva per il rilancio della nostra Regione e in questo il credito – ha aggiunto Pietropaolo – ha dei riflessi evidenti nella vita sociale, ed è per questo che il ruolo che noi svolgiamo come amministratori deve essere quello di costruire un confronto stabile per intercettare e affrontare i riflessi sociali e le trasformazioni della nostra realtà. Incontri come quello di oggi sono necessari per raccogliere le istanze e per confrontare la visione comune, fungendo anche come primo approdo di un impegno unitario da costruire nel tempo”. (ANSA).
La prefetta di Catanzaro Maria Teresa Cucinotta, è stata trasferita e andrà a svolgere il ruolo di Prefetta a Palermo. La decisione è stata presa dal Consiglio dei ministri conclusosi in nottata. Al suo posto il Cdm ha designato Enrico Ricci, attuale Prefetto di Bergamo. (ANSA).
“Al prefetto Maria Teresa Cucinotta, destinata dal Consiglio dei ministri alla città di Palermo, va un sentito ringraziamento per l’alto senso dello Stato ed il lavoro svolto in Calabria, in proficua collaborazione e in sinergia continua con le istituzioni calabresi e le comunità della provincia di Catanzaro. A lei auguriamo il meglio per il prestigioso incarico che andrà a ricoprire alla guida della Prefettura del capoluogo siciliano. Diamo, allo stesso tempo, il benvenuto a sua eccellenza Enrico Ricci che, arrivando da Bergamo, guiderà a Catanzaro gli uffici territoriali del governo, e al quale assicuriamo condivisione d’intenti e il necessario supporto della Regione Calabria. Auguri e buon lavoro”. Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria. (ANSA).
“Rivolgo a nome della Città Capoluogo il nostro benvenuto e i nostri più calorosi auguri di buon lavoro al neo nominato nuovo prefetto di Catanzaro, Enrico Ricci. Il lungo percorso nell’Amministrazione Civile dell’Interno e il robusto curriculum che lo accompagnano ci danno la certezza che il suo sarà un contributo prezioso per il nostro territorio. L’Amministrazione Comunale, da parte sua, sarà doverosamente disponibile, con spirito di leale collaborazione tra le Istituzioni, per tutto ciò che andrà nella direzione della tutela e della cura del superiore interesse pubblico”. Lo afferma il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita. “Al contempo – prosegue – desidero rivolgere un sincero ringraziamento a Maria Teresa Cucinotta, che lascia la Prefettura di Catanzaro per assumere la rappresentanza del Governo a Palermo, sua città di origine. In questi pochi mesi da Sindaco, ho avuto modo di apprezzarne le doti e il piglio dimostrato soprattutto nell’affrontare situazioni di emergenza, come l’approdo sulla nostra costa di centinaia di migranti lo scorso agosto o la difficile realtà di alcune nostre periferie. Anche a lei giungano dunque gli auguri di buon lavoro e di buon proseguimento di percorso al servizio dello Stato“. (ANSA).
‘Ndrangheta, grave minacce clan nel milanese: “Ti mangio il fegato a te e questi due infami”
“Io ti mangio il fegato a te e questi due infami di mer.., hai capito?”. “Oggi vengo a casa tua e ti ammazzo di botte, capito o no?”. “Ti faccio vedere io chi sono io, forse non mi conosci bene, non giocare, non me ne fotte un ca… che mi stanno ascoltando, non voglio neanche più i soldi però a casa mia ti ricordi che mi portano un pezzo di te!”. Sono solo alcuni dei dialoghi, che dimostrano la forza e la violenza delle intimidazioni e delle minacce estorsive, intercettati nell’inchiesta della Squadra mobile e della Dda di Milano che stamani ha smantellato, con 49 misure cautelari, un clan della ‘ndrangheta, quello dei Bandiera, che aveva ricostruito la ‘Locale di Rho’, nel Milanese, già finita, assieme a molte altre ‘locali’, al centro dello storico maxi blitz ‘Infinito’ della Dda milanese nel 2010. Le accuse vanno dall’associazione mafiosa al traffico di droga, estorsioni, minacce, violenza privata, incendio, detenzione e porto illegale di armi aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa. Per le 10.45 in Procura, per illustrare i dettagli dell’operazione, il procuratore Marcello Viola ha indetto una conferenza stampa. (ANSA).
Roberto Occhiuto puntualizza: “In Calabria ci sono ancora tante cose che non funzionano”
La legge sul ‘consigliere supplente‘ non era un argomento che mi appassionava molto. Piuttosto, sono stato impegnato in questa settimana a lavorare col Governo sulle infrastrutture regionali e prima sulla proroga del ‘Decreto Calabria’. Oggi, però, ho chiesto ai firmatari di questa proposta, che ringrazio per la sensibilità dimostrata, di ritirarla dall’ordine del giorno, anche se è stata presentata in assoluta buona fede perché in fondo rappresentava un provvedimento già approvato in altre Regioni, come la Lombardia o il Veneto. Ma purtroppo noi non siamo ancora né come la Lombardia, né come il Veneto”. Lo ha detto Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, parlando con i giornalisti a margine della seduta del Consiglio regionale. “In Calabria – ha aggiunto Occhiuto – ci sono ancora tante cose che non funzionano. E quindi è utile dare dimostrazione che siamo in grado di fare funzionare prima quello che non va. Si penserà a questa norma quando si farà la revisione dello Statuto regionale e si ragionerà su come rendere più funzionale l’attività complessiva del Consiglio regionale“. (ANSA).
Roberto Occhiuto attacca: “E’ una riforma sbilanciata, che guarda troppo all’autonomia differenziata”
“Per come è ora questa è una riforma sbilanciata, che guarda troppo all’autonomia differenziata e poco ai diritti sociali e civili“. Lo afferma in una intervista al Messaggero il governatore della Calabria Roberto Occhiuto. Rispetto alla riforma però afferma di avere “un approccio un po’ diverso rispetto ai miei colleghi. A me non piace l’idea di un Mezzogiorno che gioca sempre in difesa. Dobbiamo avere la capacità di rilanciarci e anche con l’autonomia differenziata potremmo ricavarne benefici”. Ma “se prima dell’autonomia otteniamo il passaggio dei finanziamenti dalla spesa storica ai fabbisogni reali, le Regioni del Sud ci guadagnerebbero”. Dalla riforma Occhiuto escluderebbe “la scuola sicuramente, su una materia come la formazione dei saperi se si dovessero formare più sistemi scolastici si aumenterebbe il divario tra Nord e Sud“.
Ponte sullo Stretto? “Salvini lo vedo determinato come nessuno prima di lui. Il ponte sarebbe un’infrastruttura straordinaria che svilupperebbe non solo un canale turistico ma anche l’infrastrutturazione dei territori”. Occhiuto ha rilasciato anche una intervista al ‘Fatto Quotidiano’: parlando dei calabresi, il presidente rileva in loro “la sfiducia nella capacità di gestire i beni comuni con competenza ed efficienza è stata tale che nessuno considera più come possibile la buona amministrazione. Io proverò che sbagliano di grosso”. (ANSA).
Il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria ha revocato il divieto di dimora per il consigliere comunale Antonino Castorina, coinvolto nell’inchiesta sui brogli elettorali. A fine settembre la misura cautelare era stata ripristinata dal gip Stefania Rachele dopo che Cassazione aveva confermato una precedente decisione del Riesame su alcuni capi di imputazione. Da lì il ricorso presentato dagli avvocati Francesco Calabrese e Natale Polimeni, difensori di Castorina, che è stato accolto dal Riesame. Al termine dell’udienza il Tribunale della Libertà ha quindi revocato la misura del divieto di dimora per l’esponente del Partito democratico accusato di essere il promotore di un’associazione a delinquere che sarebbe stata funzionale a rastrellare voti alle elezioni comunali del settembre 2020 quando Castorina risultò il candidato del centrosinistra più votato. In particolare, secondo gli accertamenti della Procura guidata da Giovanni Bombardieri, alle comunali avrebbero votato un centinaio di anziani che in realtà non si sono mai recati al seggio. In alcuni casi si trattava di persone addirittura decedute. I brogli sarebbero stati messi in atto grazie ai duplicati delle tessere elettorali ritirati negli uffici comunali da Castorina e dal suo entourage. Nei giorni scorsi la procura a chiesto il rinvio a giudizio per Castorina e per gli altri 35 imputati. Il processo inizierà il 6 dicembre. Castorina potrebbe, quindi, rientrare già da oggi a Reggio Calabria. Nelle prossime ore, inoltre, la prefettura dovrebbe revocare la sospensione da consigliere comunale. (ANSA).
FenealUil Calabria: Maria Elena Senese analizza le mosse del Governo sul Superbonus 110
“Il Governo produce l’ennesimo restyling del Superbonus, mentre cresce una forte speculazione sulla cessione crediti e la domanda nasce spontanea: quale sarà il destino del 110? In questo quadro, il destino del Superbonus 110 è incerto, ma di sicuro la misura non è nata sotto una buona stella per via della sequela di aggiustamenti normativi che hanno causato inerzie e dubbi applicativi”.
Lo afferma Maria Elena Senese, segretario generale FenealUil Calabria. “Il patrimonio edilizio italiano, però – prosegue – è obsoleto. Il 72% degli edifici ha più di 40 anni, non è sismicamente adeguato ed ha un basso tasso di rinnovamento (0.85% all’anno). Circa il 60 % delle abitazioni si trova in classe energetica G o F. Le abitazioni generano il 45% dei consumi energetici ed il 18% delle emissioni di Co2. Per questi motivi, riteniamo che il Superbonus 110 debba essere una delle priorità dell’azione di Governo. In un momento così difficile, per congiuntura europea e quella nazionale, reso ancora più difficile da affrontare a causa della crisi energetica incombente, appare importante che misure come il Superbonus, capaci di generare benefici da tutti i punti di vista e a tutto il sistema economico, trovino il massimo sostegno, senza alcun tentennamento. Ha dell’assurdo il fatto che una misura nata per migliorare la resa energetica degli edifici nel nostro Paese e per rilanciare il settore edile sia, ad oggi, diventata un suicidio per migliaia di imprenditori la cui unica colpa è stata quella di fidarsi dello Stato. Imprese che hanno avviato lavori, hanno preso commesse, hanno fatto assunzioni, hanno acquistato materie prime, fidandosi dello Stato che, ad un certo punto, decide di ribaltare tutto. Può definirsi civile un Paese che truffa gli imprenditori? Soprattutto le piccole e medie imprese del settore? E che mette a rischio il futuro di lavoratrici e lavoratori, che mette a repentaglio la tenuta economica delle fasce più deboli della nostra Nazione? Tutta questa ingombrante evoluzione normativa dei bonus edilizi è molto più complessa di come la continuano a dipingere i nostri politici. Un provvedimento cardine come quello dei bonus, infatti, si sta velocemente tramutando in un gigantesco flop a danno dell’economia e del settore edilizio e, conseguentemente, in truffa legalizzata a danno degli onesti ovvero di tutta la parte sana dell’economia del settore. Che lo stato Italiano non sia stato in grado di normare adeguatamente, sin dall’origine, i Bonus edilizi oramai è sotto gli occhi di tutti. Quello Stato che poi, per non smentirsi nelle sue infinite incapacità, ha scorrettamente modificato in corsa le regole del gioco. Un gioco reso ancora più difficile, complicato e rischioso dal blocco della cessione dei crediti. Una scelta, quest’ultima, che crea grande incertezza tra i beneficiari e le imprese, nonché presuppone il rischio certo su possibili fallimenti. Il blocco dell’acquisto dei crediti da parte di Cdp, Poste e di tutte le partecipate, sta creando non poca confusione e rischia, seriamente, di proiettare riflessi assai negativi sulle maestranze impiegate nel settore edile”.
“Per questo – conclude Senese – lo Stato deve procedere, con celerità, allo sblocco dell’acquisto dei crediti da parte di Cassa depositi e prestiti e di Poste, non solo per dare un segnale di fiducia, per rimettere in moto il mercato, per non frenare improvvisamente la necessaria riqualificazione energetica del patrimonio edilizio ma, soprattutto, per evitare il doloroso crac di uno dei settori trainanti dell’economia nazionale che lascerebbe sul terreno un numero inaccettabile di nuovi disoccupati”. (ANSA)
Calabria, durissima presa di posizione di Amalia Bruni sulla legge “doppia poltrona”
“E’ incomprensibile l’accelerazione imposta dalla maggioranza per far approvare la legge sulla doppia poltrona tanto da presentare la proposta già lunedì prossimo in Consiglio Regionale senza farla passare neppure in Commissione“. Lo scrive in una nota Amalia Bruni. Leader dell’opposizione in Consiglio regionale. “Presidente Occhiuto – prosegue – mi rivolgo a lei che fin dall’inizio di questa legislatura ha detto che avrebbe messo la sua faccia e il suo prestigio nazionale per tirare fuori dalle secche una Calabria ultima fra gli ultimi. Le pare dignitoso, onestamente, far passare una norma solo per puntellare la sua maggioranza che ha bisogno di mettere in sicurezza i suoi uomini, con un aumento di costi di circa un milione e mezzo di euro da qui alla fine della legislatura? Che cosa diranno i cittadini che hanno creduto in lei sperando in un reale cambio di passo per questa Regione? Non si può procedere come un carrarmato calpestando regole e istituzioni solo per raggiungere l’obiettivo avendo i numeri per poterlo fare. Si vuole approvare la norma dell’incompatibilità? E allora si seguano le regole, l’istituto di questa norma è già in vigore nei comuni con oltre 15mila abitanti e in alcune Regioni che lo hanno approvato. Ma l’incompatibilità prevede che se un consigliere, comunale o regionale diventa assessore, decade da consigliere e non viene rimpiazzato, questa è la regola non quella che si è inventata questa maggioranza per poter mantenere l’equilibrio anche dopo il rimpasto che si dovrà fare per la giunta. Si decade da consigliere, nessuna surroga, mica siamo in una partita di calcio dove, oggi con la panchina lunga è possibile effettuare fino a cinque sostituzioni. Quindi, Presidente Occhiuto, rifletta bene e non trascini nel fango la sua faccia e il suo prestigio in nome di squallidi giochetti politici, pensi alla comunità che l’ha eletta e faccia le cose secondo le regole ritirando questa proposta di legge”. (ANSA).
“La proposta di legge presentata dai cinque capigruppo della maggioranza in Consiglio regionale è vergognosa. Siamo in una Regione dove non si riesce mai a trovare la strada per risolvere i problemi perché mancano mezzi e risorse ma se bisogna elargire fondi, reperire risorse per raddoppiare le poltrone e gli incarichi, ci si inventa le cose più assurde”. Lo sostiene in una nota Amalia Bruni, leader dell’opposizione in Consiglio regionale.
“La ‘trovata’ dell’incompatibilità tra consigliere regionale e assessore – prosegue – è indegna dal punto di vista morale ma soprattutto è incostituzionale. Infatti, nel nostro ordinamento non esiste la figura del consigliere supplente e soltanto le menti fantasiose di chi si fa di tutto pur di sperperare denaro pubblico, potevano pensare una cosa simile. Inoltre, c’è da dire che se i capigruppo del centrodestra avessero studiato attentamente prima di presentare la proposta di legge avrebbero scoperto che la Corte Costituzionale si è già espressa nel merito con una sonora bocciatura attraverso l’Ordinanza N.238/2016 di una simile proposta voluta dall’allora Giunta Scopelliti. Come opposizione faremo la nostra parte perché questa proposta non solo non venga discussa ma semplicemente ritirata. Il meccanismo è semplice quanto perverso: se un consigliere regionale venisse chiamato in giunta da Occhiuto, perderebbe temporaneamente lo scranno consegnandolo al primo dei non eletti, mentre riavrebbe il posto in caso di fuoriuscita dalla giunta, insomma una legge ad personam per il Centrodestra che in questo modo vuole mettere tutti i suoi uomini in sicurezza. Dai primi conti fatti a spanne, il costo per i calabresi sarebbe di oltre 400mila euro all’anno, mentre si chiudono accordi, vedi quello sul 118, concedendo ai medici pochi spiccioli. Al di là del profilo assolutamente illegittimo dal punto di vista costituzionale, quello che più sconcerta è l’assoluta mancanza di rispetto per i cittadini su cui gravano tutte le scelte maldestre e inique di questa maggioranza”. “Se ritengono che per puntellare la giunta c’è bisogno di altri incentivi – conclude Bruni – non possono far ricadere i costi sulla comunità calabrese che attende da tempo invece risposte su cose reali come la sanità, i posti di lavoro, le infrastrutture e aiuti concreti per il caro bollette“. (ANSA).
Save the Children: la Calabria ha il tasso di mortalità più elevato d’Italia
Per un bambino che nasce in Calabria l’aspettativa di vita media è di 81,3 anni, ma la speranza di vita in buona salute è di 54,4 anni, la più bassa del Paese, con un divario di 12 anni rispetto alla Provincia di Bolzano, che ha la più alta (67,2%). Tra le bambine la forbice è ancora più ampia, 15 anni in meno rispetto al Trentino. E’ uno dei dati che emergono dalla XIII edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia “Come stai?” di Save the Children. La Calabria, secondo il rapporto, è la regione con il più alto tasso di mortalità infantile (4,42 ogni 1000 nati). Sul fronte sanitario, nonostante il crollo demografico – con meno di 400mila bambini in media nati nel 2021 (7,1 i bambini nati ogni 1000 abitanti in Calabria) – mancano 1.400 pediatri di base e la media di bambini under14 assistiti per pediatra è pari a 826 in Calabria (883 la media nazionale che supera il limite stabilito per legge di 800 assistiti).
La Calabria ha anche la spesa pro-capite dei Comuni per servizi alla prima infanzia più bassa (110 euro) così come la percentuale di bambini sotto i 3 anni che accede a asili nido pubblici e convenzionati (2,8%). Inoltre, più di 1 minore su tre tra i 3-17enni non pratica mai sport (33,4% contro la media nazionale del 24,7%) ed è tra le regioni con la percentuale più bassa di minori che lo praticano in maniera continuativa (31,1%); più di 1 bambino e adolescente su 3 è sovrappeso o obeso e le mense scolastiche in alcune province sono merce rara: a Reggio solo 1 alunno su 9 mangia a mensa alla primaria (11,5%) ma a Catanzaro e Crotone la frequentano il 38,7% e il 28,2%. In Italia, dove quasi 1,4 milione di bambini vivono in povertà assoluta – la Calabria registra il 32% in povertà relativa, al di sopra della media nazionale del 22% – la pandemia, rileva il rapporto, ha amplificato l’intreccio tra disuguaglianze e salute, dalla nascita all’adolescenza. Nel caso dei bambini con disabilità o limitazioni funzionali, il modello italiano di inclusione scolastica è tra i più avanzati ma l’attuazione lascia a desiderare. In Calabria solo il 27% delle scuole è privo di barriere per alunni con disabilità motoria, sotto la media nazionale già bassa (32%). (ANSA).